La premessa sul sistema non equo è condivisibile, anche se basterebbe far rispettare le regole vigenti (non iscrizione dei buffaroli) per riportarlo a come è sempre stato. Vittorie sempre delle più ricche con più eccezioni rispetto ad oggi e con meno differenze tra i ricchi e poveri. Ma il calcio veramente democratico penso non ci sia stato neanche a inizio Novecento. Il fatto che in Italia tutti si ricordano Cagliari Verona Samp Lazio come eccezioni che hanno vinto lo scudo la dice lunga. Sono facilmente memorizzabili.
Il fatto che vogliano i posti assicurati in CL già però mi dice che oggi questa certezza assoluta non ce l'hanno. Perché il campo è il campo.
Vedi la Juve quest'anno ad esempio che se la rischia di brutto. Figuraiamoci quegli altri merdosi del Merda che vorrebbero entrarci, che sono completamente in balia del campo e non riescono a dominare questa variante sportiva.
ma calcio democratico non significa che non contino i meriti sportivi.
Chiaro che nello sport c'è chi vince e chi perde.
Ma non c'è paragone tra prima degli anni 80 e dopo. Il calcio diventa un'altra cosa.
Devi considerare la dimensione della differenza. Se la juve ha il 60% in più del tuo bilancio è una cosa, se ha il 400% totalmente un'altra.
E poco importa che un anno va male, se quell'anno c'è l'inter o il milan.
Non bisogna fare un discorso singolare ma di gruppo.
Se c'è un gruppo di tre che vince sempre e un gruppo di diciassette che non vince mai lo sport non ci azzecca più nulla. Parliamo di altro. Totalmente di altro.
Poi certo che ci può essere il nuotatore che stravince tutto per cinque anni.
Ma lì è diverso. Quel nuotatore vince sempre per suoi meriti sportivi, non perché può permettersi dei razzi sui piedi che altri non hanno.
il punto quindi non è solo chi vince sempre ma PERCHE' vince sempre.
per come la vedo io.