Non so se è peccato, ma ho pregato per un bell'infortunio a Perin. Chiedo perdono.
Tutto a posto, non c'è problema, hanno già provveduto all'applicazione del contrappasso...
(il messaggero 10.02.2015)
Marchetti, espulsione con fuga dallo stadio(di Daniele Magliocchetti)
ROMA Una serata da incubo. E’ bastato un attimo, un’indecisione e la partita scivola via, come se niente fosse. Per Marchetti il ventisettesimo minuto di Lazio-Genoa è stato come tornare indietro ad inizio stagione. Niang piomba in area e lui resta fermo, statico per meno di secondo, poi quando decide che è tempo di agire, lo fa male e atterra il giovane franco-senegalese procurando il rigore e cambiando la partita della Lazio e soprattutto la sua. Federico rimedia pure un calcio nel costato, non si rende conto di quanto sta avvenendo e quando si rialza vede Gervasoni che indica il dischetto e il cartellino rosso. La sua reazione è scomposta e, probabilmente, gli costerà cara perché al direttore di gara gli dice ogni cosa. «Ma questo è matto», urla l’estremo difensore guardando Cana e de Vrij con gli occhi sgranati. Poi, si rende conto della gravità, si rialza e, rivolgendosi a Gervasoni gli dice di tutto: «Ma sei matto? Ma che c.. stai dicendo?».
RABBIA E NERVOSISMO
Volano parole grosse, il numero 1 biancoceleste non ci sta e, indemoniato, corre come una pallina impazzita verso il giudice di porta, cercando conforto. La vede come una grande ingiustizia. Ma non c’è niente da fare, anche l’assistente dell’arbitro ha la bandierina abbassata: rigore. I compagni cercano di calmarlo, ma il portiere della Lazio è furibondo e va fin sotto a Gervasoni con l’aria di sfida. Una bruttissima serata per il biancoceleste che, forse, ha rivissuto qualche brutto ricordo. La sua è stata una reazione scomposta che potrebbe pagare a durissimo prezzo.
Non è escluso che, visto quanto è accaduto subito dopo la decisione dell’arbitro, la squalifica nei confronti del portiere laziale sia molto pesante e lunga. La sua partita finisce così, con Marchetti che lascia il campo, corre verso Berisha per incoraggiarlo e entra diretto negli spogliatoi nervosissimo e, accecato dalla rabbia, lascia l’Olimpico.
Per andare all’ospedale, però: in serata è stato sottoposto a una risonanza magnetica al piede. Si è procurato una contusione, spaccando proprio la porta degli spogliatoi. Espulso e anche infortunato. Peggio di così non poteva andare Un vero peccato per Federico perché, tutto sommato, non aveva giocato nemmeno male. La gara era cominciata con la sua solita e scaramantica carica verso i compagni, salutati uno ad uno prima di andare a posizionarsi in porta. Non solo. Dopo una quarto d’ora aveva neutralizzato da gran campione una bella punizione dal limite proprio di Niang, ribattendola con sicurezza fuori dala sua zona. Nonostante la Lazio stesse un po’ soffrendo, stava andando tutto bene, proprio come aveva programmato l’estremo difensore biancoceleste.
VIGILIA DI SPERANZA
Era carico perché il giorno, lui e i suoi compagni, avevano saputo che in tribuna c’era Antonio Conte, il ct azzurro. Qualche giorno dopo il suo insediamento, in un hotel della capitale, l’allenatore aveva incontrato qualche giocatore e tra questi c’era proprio Federico. «Guarda che osservo anche te», l’aveva rassicurato l’allenatore dell’Italia. Una promessa che avvea ridato forza e coraggio a un ragazzo che ne aveva passate di cotte e di crude la passata stagione. Infatti, da lì a poco tempo Marchetti sarebbe ritornato in campo e ripreso il suo posto. E, dopo tanta attesa, finalmente la serata tanto desiderata era arrivata. Conte in tribuna, era un’occasione da non perdere. E tra i motivi della sua reazione scomposta ci sarebbe anche questo, la cocente delusione di fallire davanti al ct azzurro. Probabilmente troppo da sopportare e digerire. Ora, ci sarà la decisione del giudice sportivo, e per Marchetti si profila l’ennesima risalita da dover affrontare. Una scalata per imporsi di nuovo e far vedere a tutti di che pasta è fatto. Di sicuro la serata di ieri se la ricorderà per un bel pezzo, anche perché, nonostante il rigore ci sia, Federico la vede come una grande ingiustizia. E sarà tosta riprendersi, anche perché Federico l’aveva immaginata totalmente diversa. Doveva essere la serata del riscatto, invece si è trasformata in un incubo.