Quale giorno migliore del venerdì santo per sciogliere il dubbio?
Ebbene sì, preferirei retrocedere.
Forse pochi colgono la portata sportiva, mediatica e simbolica dell'eventuale scudetto.
Sarebbe uno scudetto unico nella storia italiana: una squadra che alla decima giornata è a 2 punti dal terzultimo posto, con 3/4 della serie A tra sé e la vetta, che va a vincere il tricolore è evento sul quale scrivere e parlare per anni.
Già sono bravi a scrivere del nulla, pensate che uragano (di articoli, speciali, dvd, saggi, romanzi, trasmissioni su qualsiasi piattaforma conosciuta) monterebbe in caso di.
Nessuno come loro. E questo lo si potrebbe affermare su basi, per una volta tanto, oggettive.
Impresa epica e romantica come poche al mondo.
Sarebbe un tricolore dieci volte più pesante di quello del 2001; quella era una squadra nata in fretta sui debiti del vecchio Sensi, nata per vincere (instant team) e sfamare il popolo.
Lo stesso scudetto del 1983 era il coronamento di un progetto che Dino Viola, con sapienza e qualche lira, aveva saputo ideare e portare avanti.
Questo scudetto sarebbe invece qualcosa di così inaspettato (crisi economica, cessione del gioiello Aquilani, campagna acquisti inesistente, contestazioni alla Sensi, partenza falsissima in campionato, cambio di allenatore, piccola ripresa e nuovo blackout - tre nuove sconfitte consecutive) da rasentare il miracolo.
Eguaglierebbe in sostanza, ma oscurerebbe nella forma (viste le schiere di penne e voci pronte a ogni peana), l'unica altra grande impresa calcistica romana: il nostro tricolore del '73/'74.
Quello che abbiamo vissuto nel 2001 in confronto... vabbe', tipo festicciola di parrocchia.
Ho già scritto che anche mettendoci a corpo morto sul loro cammino, vincendo il derby, l'esito scontato delle restanti 6 partite e la balbuzie dell'Inter (avete presente il ciclista scoppiato?) non fanno prevedere nulla di buono.