La firma degli ultrà di Inter e Lazio sugli striscioni contro Fedez al Colosseo
Nelle carte dell’inchiesta di Milano sulla tifoseria nerazzurra e quella del Milan si legge l’intreccio tra il rapper di Rozzano e Cristiano Iovino, personal trainer già nell’affaire Totti-Blasi e vicino a Tony Effe. Così il dissing è finito sul tavolo della Digos
Due striscioni misteriosi apparsi vicino al Colosseo la notte del 18 settembre: «Chiara lo adora e Roma ti schifa. Fedez [...] della mobile». E ancora: «Finte malattie, finte beneficenze, denunce e foto con le guardie! Questo sei Fedez, uomo di merda ». Per giorni a Roma ci si è chiesto chi avesse realizzato le scritte contro il rapper di Rozzano, preso di mira mentre “dissava” il rivale Tony Effe. Una guerra a colpi di rime e offese che, oltre ai due rapper e all’influencer Chiara Ferragni, sarebbe arrivata a coinvolgere anche il tifo ultrà della capitale, che da anni usa il ponte degli Annibaldi, a ridosso del Colosseo, come cassa di risonanza. Gli investigatori della Digos di Roma sono quasi certi che dietro gli striscioni romani ci siano supporter biancocelesti. Un’ipotesi che è diventata ancora più solida dopo la maxi inchiesta della procura di Milano che ha azzerato i capi del tifo organizzato di Milan e Inter. Tutto ruota attorno a due eventi chiave. Il primo è il pestaggio subito dal personal trainer Cristiano Iovino — già al centro dell’affaire Totti-Blasi — picchiato da un gruppo di ultrà del Milan il 22 aprile 2024 dopo una lite con Fedez in discoteca. Tra i violenti c’è anche Christian Rosiello, bodyguard che domenica ha accompagnato Fedez all’inaugurazione della casa di Andrea, casa accoglienza realizzata in un bene confiscato alla mafia. Cogliere l’intreccio tra musica, tifo e criminalità è essenziale. Di sicuro «l’amico Jimmy», come Fedez chiama Iovino, è molto legato al rapper romano Tony Effe, che, non appena saputa la notizia, si sfoga con un altro trapper, il milanese Lazza, amico di Fedez. A raccontarlo è lo stesso Fedez in un’intercettazione agli atti: «Tony siccome deve fare il ragazzetto ghetto non può permettersi, che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso». Proprio l’amicizia di Iovino con Tony Effe, tifoso della Roma, aveva fatto pensare che gli striscioni contro Fedez fossero stati realizzati dagli ultras giallorossi. In realtà sarebbe lo stesso Iovino, come emerge dalle carte, a cercare aiuto presso gli ultrà della Lazio. Il Il mediatore dell’operazione è il pugile albanese Orial Kolaj, esponente di spicco della malavita albanese e amico di Fabrizio Piscitelli “Diabolik”, l’ex leader degli Irriducibili. Kolaj, secondo gli investigatori «ai vertici della tifoseria laziale», il giorno dopo il pestaggio di Iovino, per cercare di capire cosa fosse accaduto, contatta Andrea Beretta, il capo ultrà interista che aveva ricucito mesi prima il gemellaggio con laziali. L’alleanza ritrovata per gli investigatori rappresenta «la prima necessaria premessa per comprendere» il mondo che ruota attorno al pestaggio. E quando esplode il dissing musicale tra Fedez e Tony Effe. compaiono gli striscioni a Roma in cui il rapper, ex compagno di Chiara Ferragni, viene accusato di essere un [...] per aver collaborato con le forze dell’ordine. Nessuno rivendica quei due striscioni. Ma dieci giorni dopo arriva l’inchiesta che azzera anche i capi del tifo di Milan e Inter, svelando amicizie e intrecci anche con la curva laziale. E il quadro, anche a Roma, diventa più chiaro.