Serie A 2021/22, le altre (topic unico)

0 Utenti e 72 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline Aregai

*
3360
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4060 il: 08 Feb 2022, 11:07 »
Duvan Zapata rischia di stare fuori 3 mesi per infortunio. Sospetto distacco del tendine dell'adduttore.
quanto ce dispiace...

Offline Brixton

*
4909
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4061 il: 08 Feb 2022, 13:39 »
Facile che almeno un paio di recuperi li piazzino casualmente il mercoledì che precede la partita con le cacche di una delle squadre interessate. Già questa settimana non hanno lasciato nulla al caso con Juve-Sassuolo di Coppa Italia il giovedi sera alle 21:00 e Sassuolo-Roma domenica alle 18:00. Al lunedì viene posticipata solo Spezia-Fiorentina (la Fiorentina gioca la Coppa Italia giovedì alle 18:00).
Ah... Indovinate chi gioca in casa nel fine settimana del secondo match in casa dell'Italia di rugby nel Sei Nazioni (Italia-Scozia di sabato 12 marzo).
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4062 il: 08 Feb 2022, 16:03 »
Intanto si legge di maretta contro gravina, con De Laurentiiis uscito allo scoperto.
Se ci togliamo di mezzo anche questo scendiletto della
juventus non sarebbe una cattiva notizia.
Ne arriverà un altro ma ‘ sto viscido è inaffrontabile.
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4063 il: 08 Feb 2022, 18:32 »
Pure i cavalli se li mandi fuori giri si spaccano.


Spiace per l uomo non per il calciatore.

Offline MaxMich

*
863
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4064 il: 10 Feb 2022, 11:22 »
Il calcio italiano è a un passo dal crac e dal punto di non ritorno. Ecco perché...

questo è un articolo che sta sul sito di Repubblica, qualcuno è abbonato per poterlo postare?

Offline Brixton

*
4909
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4065 il: 10 Feb 2022, 14:15 »
Non sono abbonato ma cercando gli articoli di Repubblica.it su Google spesso si trovano non protetti.

“Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: “Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio”. Con questa battuta si chiudeva un film di quasi trent’anni fa, L’odio, di Mathieu Kassovitz. E in qualche modo l’immagine dell’uomo che precipita “inconsapevole” è oggi la rappresentazione esatta del modello di gestione degli ultimi dieci anni del calcio italiano. Con una forbice tra costi e ricavi che si allarga anno dopo anno, aumentando le perdite, obbligando i club a chiedere soldi alle banche e anticipazioni sugli incassi futuri garantiti dalle tv, a ipotecare asset, a cedere marchi. E a ricorrere alle plusvalenze, ora al centro di due inchieste giudiziarie. Tra pochi giorni, il 16 febbraio, i club di Serie A dovranno dimostrare di aver onorato le scadenze del 2021 su cui erano stati sospesi i controlli: non solo gli stipendi, ma anche i versamenti dell’Irpef e i contributi Inps. Una cambiale da 600 milioni. E questo di fronte a un crollo degli incassi da stadio che ammonta a 360 milioni e mentre la governance del sistema è di nuovo decapitata, con una Lega Calcio che ha appena divorato un altro presidente.

Il gioco delle plusvalenze


Se un club vende un giocatore, iscrive a bilancio la differenza fra quanto incassato e la quota residuale di ammortamento: la plusvalenza. Le piccole squadre, in fondo, lavorano per questo: valorizzano talenti, li rivendono, incassano, ricominciano. Funziona, se le operazioni sono reali. Ma in Italia i numeri del fenomeno non tornano: dai 376 milioni di plusvalenze del 2016 si arriva in un solo anno ai 693 milioni del 2017, per poi stabilizzarsi negli anni successivi oltre i 700 milioni, e fino ai 738 del 2020. Quando le plusvalenze sono diventate la seconda voce di ricavi dopo i diritti tv. In molti casi si tratta di valutazioni gonfiate, di scambi che non muovono soldi reali: garantiscono ossigeno nell'immediato, coprono subito un buco che però tornerà ad aprirsi più largo negli anni successivi.

Le inchieste delle procure di Milano e Torino stanno provando a far luce su un sistema tossico. E che lo fosse era evidente addirittura dai bilanci dei club. In cui emergeva, soprattutto tra chi più faceva ricorso alle plusvalenze di ragazzi delle giovanili, un aumento incontrollato degli ammortamenti. Perché scambiare giocatori che valgono poco a prezzi altissimi vuol dire anche mettere a bilancio nuovi ammortamenti. E quindi costi, che senza le coperture si trasformavano regolarmente in perdite. E quando le plusvalenze non bastano più, per far fronte alle perdite esistono solo due strade: ricapitalizzare o indebitarsi. Gli azionisti dei club di Serie A hanno ricapitalizzato per oltre un miliardo dopo la pandemia: 400 milioni la Juve, 335 la Roma, 130 il Milan, 75 l’Inter. Ma è quasi una goccia nel mare dell’indebitamento, che ha toccato nel 2020 i 5 miliardi per poi rompere (anche) quel muro: il bond da 415 milioni emesso dall’Inter lo scorso gennaio, per rifinanziare un debito precedente nel frattempo scaduto, è solo l’ultimo tentativo di accedere a crediti che i club non riusciranno mai a rimborsare.

Un miliardo di perdite

Il problema è che, nel 2020, la pandemia ha improvvisamente mostrato che il punto di caduta – o “l’atterraggio”, per tornare all’immagine del film di Kassovitz – era ormai prossimo. La stagione 2020/21 ha chiuso con la più ampia perdita di sistema mai registrata dallo sport italiano: un miliardo e 400 milioni di euro il “rosso” di tutto il movimento, con i costi arrivati ormai a pesare oltre il 130 per cento del fatturato dei club. Perché la crisi mondiale ha contratto il valore della produzione ai livelli del 2015/16, riportandolo indietro di cinque anni. Mentre i costi hanno toccato il record storico di 4,3 miliardi, cento milioni in più dell’anno prima, quando il campionato era iniziato senza nemmeno il sospetto di doversi fermare a causa di un virus. La prova che nemmeno trovandosi di fronte a un evento epocale le società, i presidenti, i manager hanno ritenuto necessario cambiare strada, invertire la rotta, ridurre le spese. Anzi. Dal settembre 2020, le squadre del campionato italiano hanno speso più di tutte le altre, inglesi escluse: 2 miliardi investiti sul mercato, con un passivo tra entrate e uscite di 250 milioni. L'obiezione che arriva dai dirigenti è: sono investimenti. Si rinforzano le squadre per rilanciarsi e puntare su nuovi ricavi. Il problema è che le fonti a cui attingere risorse, sono ormai in esaurimento.

Offline Brixton

*
4909
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4066 il: 10 Feb 2022, 14:16 »
Gli ascolti tv: una mina nel sistema

Il prossimo colpo all'economia del sistema calcio rischia di arrivare da quella che è sempre stata la sua risorsa principale: le televisioni. In un anno, tra diritti domestici e diritti esteri, gli introiti televisivi sono diminuiti di oltre 100 milioni, perdendo la copertura del mercato mediorientale, ossia il più ricco e in crescita tra i mercati globali del calcio, dove la Serie A viene trasmessa gratis su YouTube.  E la contrazione delle entrate televisive è un problema serissimo: da tempo, infatti, rappresentano la principale voce tra i ricavi a bilancio, quasi sovrapponibile alla principale spesa: un miliardo e più costano gli stipendi dei calciatori alle società, pareggiati o quasi dagli introiti dei diritti tv. Un argomento talmente delicato da essere regolamentato, dalla assegnazione alla ridistribuzione tra i club, da una legge dello Stato, la "Melandri". Che dispone, tra le altre cose, di spartire una quota di quei soldi in base agli ascolti televisivi certificati Auditel.

Da questa stagione però, Dazn ha scelto di certificare in autonomia i propri ascolti, affidandosi a Nielsen, che elabora i dati dell'audience partendo dai numeri forniti dalla stessa Dazn. L'Agcom, autorità in materia, ha aperto un'istruttoria. Chiusa il 20 gennaio scorso con una delibera in cui, ripetutamente, si sottolinea come i dati di ascolto rilevati da Dazn e Nielsen siano superiori per oltre il 50% - e fino al 60% nelle ultime 4 giornate del girone di andata - rispetto a quelli di Auditel. Un problema soprattutto per gli utenti della pubblicità, ossia chi spende per acquistare gli spazi pubblicitari, che non ha certezza sulla diffusione del proprio prodotto. Un danno per il calcio, che rischia di veder crollare, nel prossimo futuro, non solo il valore dei propri spazi commerciali. Ma anche quello dei diritti tv. Non a caso, forse, la Lega si sta preparando per produrre e distribuire in proprio le immagini del prossimo campionato a partire dal 2024. Per non veder crollare ulteriormente le risorse sempre più esigue.

I soldi della retrocessione per pagare l’Irpef

Anche perché il momento di onorare le scadenze arriva sempre. E per tutti. La Figc a settembre ha concesso deroghe ai club almeno per dimostrare di aver versato i contributi Irpef e Inps del 2021: la scadenza è il prossimo 16 febbraio e la Serie A dovrà onorare per quella data pagamenti da 598 milioni di euro all’erario. Una cifra enorme, ma tutte o quasi le società del campionato italiano si sono messe in regola. È il come a colpire: più di un club si è già fatto riconoscere il paracadute economico per chi retrocede. Si tratta di 25 milioni di euro per chi è in A da almeno tre stagioni, di 15 per chi ha giocato due campionati consecutivi, di 10 per le neopromosse. Il problema è che hanno iniziato ad attingervi anche squadre ampiamente al riparo dal rischio di finire tra le ultime tre. Il motivo? Avere liquidità immediata grazie all’incasso minimo che gli verrà garantito nella stagione successiva comunque termini il campionato: l’unico che un istituto di credito può accettare di anticipare senza correre il rischio di non ricevere coperture. E se poi ci si salva? Be’, in quel caso la cifra anticipata verrà “scontata” dai diritti tv dell’anno successivo.
È una mossa disperata, perché vuol dire drenare risorse che sarebbero servite tra un anno. Ma indispensabile oggi. E non solo per le piccole: un anno fa l’Inter ha vinto lo scudetto anche grazie a un dirigente come Beppe Marotta, che ha convinto la Federcalcio a rinviare il termine per il pagamento degli stipendi. Quando Conte ha sollevato sul prato di San Siro la coppa dei campioni d’Italia, i suoi calciatori ancora aspettavano il saldo di alcune mensilità arretrate. In un quadro simile, è facile capire come mai parlamento e governo siano fin qui stati restii a dare aiuti al mondo del pallone. Con dono della sintesi, il presidente del Milan Paolo Scaroni intervistato dalla Gazzetta dello Sport ha detto:

    "Paghiamo gli ingaggi milionari garantiti ai calciatori, per cui è difficile fare pena"

360 milioni persi con gli stadi chiusi

Quando nei mesi scorsi i presidenti si interrogavano sul come reperire la liquidità per versare i 600 milioni tra versamenti Irpef e Inps in scadenza per la fine del 2021, la Federcalcio inviava alla sottosegretaria allo sport Vezzali un documento. Si trattava di uno studio commissionato alla società di consulenza Pwc, che metteva nero su bianco cifre drammatiche per l’intero movimento: un miliardo di perdite per la sola Serie A dovute all’impatto della pandemia sul sistema calcio. Più almeno altri cento milioni per gli altri campionato professionistici. Ma il dato più significativo è il crollo degli incassi da stadio. Tra gli ultimi mesi del campionato 2019/20, quello interrotto per la diffusione del coronavirus, e il torneo di un anno fa, aperto e chiuso con gli stadi deserti – salvo una parentesi trascurabile con mille spettatori – la Serie A ha visto andare in fumo incassi da stadio per non meno di 300 milioni. Anzi, 302, per Pwc. A cui aggiungerne altri 62 a causa delle chiusure di questa stagione. Quando è emerso un dato altrettanto allarmante: la desolazione di stadi vuoti a capienza ridotta. Perché nonostante il taglio dei posti a sedere, gli impianti italiani hanno lasciato invenduto 1 milione 109 mila e 618 posti, per un totale di 76 milioni di (ulteriori) incassi mancati. Insieme alla paura è cresciuto anche il prezzo dei biglietti. Ora la Federcalcio ha ottenuto l'impegno della politica a riaprire, a marzo, gli stadi al 100% della loro capienza. Ma riportare la gente sugli spalti potrebbe essere meno facile e immediato di quanto si pensi, anche una volta finita l'emergenza.

Offline Brixton

*
4909
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4067 il: 10 Feb 2022, 14:16 »
La crisi politica

C’è stato un momento in cui il calcio italiano ha pensato seriamente a come salvarsi. Immaginate un pranzo a Torino, alla fine dello scorso settembre: un gruppo di dirigenti delle migliori squadre italiane a darsi appuntamento a casa del più influente tra loro, Andrea Agnelli, per trovare risorse e pianificare strategie che fossero funzionali all’uscita dalla crisi pandemica: chi era arrivato da Milano, chi da Bergamo, chi da Roma, chi frettolosamente rientrato dalla Svizzera. Tutti intorno a un tavolo, a parte un paio di assenti illustri, per pianificare le mosse successive. Cinque mesi più tardi, di quel pranzo “altamente riservato” non sono rimaste neanche le briciole. E i dirigenti che in quell’occasione si erano stretti al presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino nel nome del rinnovamento, sono gli stessi che, cinque mesi più tardi, lo hanno costretto a dimettersi.

Eppure nel pieno della pandemia la Lega di Serie A sembrava aver ritrovato l'armonia perduta. Certo, si era divisa ancora sull'opportunità e le modalità di riprendere il campionato sospeso a marzo 2020 per il virus. Ma da lì il movimento, una volta ripartito, si era compattato intorno a Dal Pino, che col presidente federale Gabriele Gravina aveva aperto la trattativa col governo – in qualche caso sfociata in aperte tensioni – per ottenere ristori, rinviare i termini dei versamenti fiscali, riaprire gli stadi e ricevere un rimborso del costo dei tamponi, obbligatori per mandare in campo i giocatori. Il 19 novembre 2020 le società votano all’unanimità la creazione di una Media Company per gestire la torta dei diritti televisivi, il principale sostentamento del calcio, e per aprire all'ingresso dei fondi di investimento nel sistema: il consorzio Cvc-Advent-Fsi. Ai fondi, la NewCo avrebbe ceduto per dieci anni il 10% dei propri ricavi in cambio di 1,7 miliardi e consegnato anche il potere decisionale sulle strategie commerciali.
Una scelta dolorosa: il consorzio pretendeva di fatto di nominare i vertici della nuova società. "Auspico che a conclusione di questo percorso ci sia l’ingresso della cordata - commentò Agnelli -. Ma se noi in Lega fossimo normodotati non avremmo bisogno di terzi per sviluppare il nostro business". L’ingresso dei fondi avrebbe potuto risolvere i conflitti interni affidando a manager esterni il controllo e “cancellando”, dopo anni di guerre intestine, il vero peccato originale della Lega Serie A: il ruolo, i poteri e la responsabilità del presidente e dell'amministratore delegato, che non hanno autonomia patrimoniale ma rispondono con i propri beni. Un cappio che paralizza il meccanismo decisionale. La Lega ha infatti la forma giuridica di associazione non riconosciuta. Ogni tentativo fatto negli anni di trasformarla in Srl, con conseguente protezione giuridica per i vertici, è stato regolarmente stato sabotato dai club, timorosi di perdere parte del proprio potere. Le decisioni, dunque, devono passare sempre da una difficile concordia fra i presidenti, smaniosi di apparire e comandare. E se il presidente di Lega non si adegua, facile: viene sostituito. Negli ultimi dieci anni la Lega ha avuto quattro commissari e tre presidenti diversi. E ne sta cercando un altro.

Scacco al re

Dopo l'accordo sulla Media Company è accaduto qualcosa: a gennaio 2021 Florentino Perez, lider maximo del Real Madrid, ha fatto visita ad Andrea Agnelli. La parola “Superlega” ha aperto nuove prospettive. L’accordo coi fondi avrebbe vincolato ogni club di Serie A a non lasciare il campionato nei prossimi dieci anni: nessuno voleva ritrovarsi a vendere i diritti di un campionato dimezzato, senza le big. Questo mentre Jp Morgan, partner finanziario del progetto Superlega, prometteva ai dodici club fondatori denaro a condizioni molto favorevoli. Entrare fra i dodici eletti della lega chiusa significava anche potere contare su ricavi certi e prevedibili, programmare strategie di sviluppo e ragionare in una dimensione nuova, anziché dovere ogni anno centrare la partecipazione alla Champions per sperare di far quadrare i conti. Juventus, Inter e Milano hanno abbandonato l’idea della nuova media company della Serie A e aderito al fronte dei resistenti, quelli – guidati da Lotito – che a perdere il potere decisionale in Lega non ci stavano. Quel giorno è franato il progetto Media Company. Ma serviva qualcuno che coprisse gli introiti promessi, 1,7 miliardi garantiti dai fondi. Così è comparsa sulla scena Tim: quando il colosso delle telecomunicazioni ha deciso di sostenere Dazn nell’asta dei diritti tv, sfilandoli dopo anni di monopolio o quasi di Sky, si sono create le condizioni per lo strappo. I 340 milioni con cui Tim ha supportato la tv in streaming hanno fatto impennare la valutazione dei diritti della Serie A a livelli vicini a quelli pre-pandemia. Il partito di chi vuole tornare indietro cresce:

    "Quando abbiamo votato l’ingresso dei fondi non pensavamo di vendere così bene i diritti tv"

 è il ragionamento col senno di poi. In realtà, però, per Tim l’operazione si è rivelata tutto fuorché un affare. Otto mesi più tardi l’ingresso nel calcio è costato la poltrona all’ad Luigi Gubitosi. Subito dopo, il colosso delle telecomunicazioni ha chiesto uno sconto di 140 milioni a Dazn. Il segno che i vertici aziendali non hanno benedetto quell’accordo. Che è stato utile ai club per mantenere lo status quo, non mettere in discussione il sistema di governance della Lega ed evitare il salto in avanti di un sistema che ha poi visto gli stessi fondi virare sulla Liga spagnola. Insomma, comandano ancora i presidenti di Serie A, eternamente divisi. Pochi giorni fa, il 1° febbraio, Paolo Dal Pino è stato costretto a dimettersi da un sistema che ne ha rigettato l'autorità di presidente, bloccandone ogni mossa. Ma è solo l'antipasto di una guerra più ampia. Per una parte della Lega, il prossimo obiettivo è il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina: dalla pandemia in poi, è stato lui nei fatti l'unico a trattare per contro del calcio con il governo. Ora la Serie A ha deciso di doversi rappresentare da sola, nei palazzi della politica. E alcuni club sono già pronti a muovere lo scacco al re. Che ha un'altra grande "colpa": l'alleanza con Aleksander Ceferin, il numero uno della Uefa, nemico giurato di Andrea Agnelli e della Superlega. Gravina addirittura avrebbe ricevuto da Ceferin la promessa di assegnare già a settembre l'Europeo 2032 per cui l'Italia è la candidata favorita: l'organizzazione del torneo garantirebbe al calcio dieci anni per programmare un piano per i nuovi stadi, fondamentale per la salute del sistema. Ma rafforzerebbe oltre misura il peso del presidente Gravina anche nel ruolo di interlocutore con la politica. Per questo la fronda dei nemici accelera: spogliarlo dell'alleato Dal Pino lo ha già indebolito. Se l'Italia dovesse mancare l'accesso ai Mondiali, negli spareggi di fine marzo, potrebbe partire l'assalto finale.

La riforma del Financial fair play


I problemi delle società di Serie A, in forma e in misura diversa, li hanno anche i club della Ligue 1 francese, in cui il solo Psg intercetta un terzo dei ricavi totali, e la Liga Spagnola, che a un’esposizione già miliardaria ha aggiunto altri 347 di nuovo debito autorizzati dal governo di Madrid nel periodo compreso fra il 13 aprile 2020 e il 30 marzo 2021. Va meglio in Bundesliga, dove l’indebitamento netto complessivo dei club ammonta a poco più di 700 milioni, una soglia compatibile con i ricavi. E un discorso a parte vale per la Premier League, capace di generare utili sufficienti per sostenere l’elevatissima spesa. Quando i club inglesi si indebitano fortemente di regola non lo fanno per pagare stipendi e tasse, come succede in Italia, ma per costruire nuovi stadi, come nel caso del Tottenham, o per operazioni di leverage buy out necessarie alle proprietà ad acquistare i club stessi. Investimenti, insomma, che non rientrano nel conto del fair play finanziario, quel sistema di controllo dei conti che la Uefa ha finalmente deciso di rivedere profondamente dopo un decennio abbondante di rodaggio.
Il regolamento del Financial Fair Play, introdotto nel 2009, si poneva due obiettivi. Il primo era evitare che i club si indebitassero eccessivamente con altre società di calcio, pena l’esclusione dalle coppe europee. Il secondo era spingerli verso il pareggio fra ricavi e spesa. “Sul fronte dell’indebitamento fra club, i risultati sono visibili. Impedendo l’iscrizione ai tornei a chi non aveva saldato i debiti per l’acquisto di giocatori, abbiamo evitato fallimenti a catena delle società. Ma se guardiamo all’obiettivo del pareggio di bilancio, nel suo complesso il Financial Fair Play resta un incompiuto. Il sistema sanzionatorio si è dimostrato insufficiente”, ammette col senno di poi Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell’Inter, che come dirigente dell'European club association (Eca) fu uno dei promotori del regolamento, varato dalla Uefa durante la gestione Platini. Nella primavera del 2020 la Uefa, per far fronte alla crisi pandemica, ha deciso di allentare fortemente i vincoli. Da un lato, ha considerato le stagioni 2019/20 e 2020/21 come un solo lungo esercizio economico. Dall’altro, ha consentito ai club di sterilizzare dai bilanci le perdite dovute in qualche modo al Covid: dal mancato incasso dai biglietti alla fuga degli sponsor. Per questo di fatto negli ultimi due anni i club hanno potuto spendere soldi che non incassavano, ricapitalizzando o facendo nuovo debito, senza curarsi troppo del rapporto fra entrate e uscite. Ma superata la crisi, il problema di come evitare che il calcio bruci più soldi di quanti ne produce si porrà di nuovo.
Per correggere le storture contabili del calciomercato, e il loro effetto tossico sui bilanci dei club, la Uefa da anni immaginava di modificare le regole del Financial Fair Play. La pandemia ha dato l’accelerazione che si aspettava. In aprile, finalmente, si conoscerà il nuovo regolamento, che potrebbe entrare in vigore gradualmente dal gennaio dell’anno prossimo, per poi produrre i suoi effetti in modo incisivo dal 2024. Il focus dei vincoli non sarà più sul solo pareggio di bilancio, ma più in generale sulla sostenibilità finanziaria del calcio intesa in senso ampio, tenendo conto non solo delle compravendite dei calciatori ma anche degli stipendi e delle commissioni pagate agli agenti. Per chi spende troppo, il numero uno di Uefa Aleksander Ceferin prevede una “tassa del lusso”, i cui proventi siano poi redistribuiti nel sistema. Ma ai club più virtuosi dal punto di vista finanziario, a partire da quelli di Bundesliga, non basta. Le società tedesche, Bayern Monaco in testa, chiedono severe sanzioni sportive per chi sfora i vincoli di spesa, nella speranza di limitare lo strapotere economico delle società possedute da fondi sovrani di Paesi produttori di petrolio, come il Manchester City, il Paris Saint Germain e il Newcastle.

La revisione del Financial fair play non è la sola grande riforma al sistema dei vincoli finanziari che la pandemia ha portato al calcio. Anche a livello nazionale qualcosa si muove. La Figc si prepara a ripensare l’indice di liquidità, che oggi impedisce di operare sul mercato a tutte le società che hanno un rapporto peggiore di 0,6 fra spesa e incassi. Il caso più noto nelle ultime stagioni è quello della Lazio, che ha subito forti limitazioni nella possibilità di fare mercato in entrata. Questo parametro dall'anno prossimo diventerà direttamente un requisito per iscriversi al campionato, mentre per fare acquisti sul mercato non si potrà sforare il costo del lavoro nella stagione precedente. Paletti che possono essere superati solo con aumenti di capitale, non contraendo nuovi debiti.

I procuratori contro la Fifa

Nel racconto collettivo del calcio, il ruolo dei cattivi spetta sempre ai procuratori. Lo scorso novembre Mino Raiola, terzo agente di giocatori più ricco al mondo con 84,7 milioni di dollari incassati nel 2020, a margine dell’ultima assemblea dell’Italian association of football agent, ha scandito:

"Le regole della Fifa sono vergognose, con loro non c’è nessun dialogo"

Una dichiarazione di guerra alla Federcalcio mondiale, che dopo anni di annunci si prepara a porre paletti allo strapotere degli agenti, come chiesto a gran voce da quegli stessi club che poi con gli agenti inevitabilmente fanno affari. La Fifa è pronta a creare una clearing house che intermedi i pagamenti fra società calcistiche, di modo da contenere le quote versate ai procuratori. La soglia massima potrebbe essere del 6 per cento sul volume complessivo di ogni affare, tenendo conto di costo del cartellino e ingaggio del calciatore. Nel nuovo impianto, il 3 per cento sarebbe pagato dal calciatore e un altro 3 dal club acquirente. Un’ipotesi più morbida, su cui ragionano a Zurigo nel quartier generale del calcio globale, è che la soglia sia fissata al 10 per cento, come avviene già oggi in Francia, unico fra i più influenti Paesi del calcio in cui legislatori e vertici del pallone abbiano deciso di frenare lo strapotere di agenti e intermediari.
Già oggi la Fifa raccomanda che le provvigioni non eccedano la soglia del 3 per cento del valore del cartellino dei giocatori oggetto di compravendita. Ma non essendo previste sanzioni per chi sgarra, l’indicazione è parola morta. Nei fatti, gli intermediari arrivano a intascarsi anche il 15 per cento sul totale del volume economico del trasferimento. Il nuovo sistema dovrebbe trovare applicazione dal prossimo luglio. Sempre se i procuratori non decideranno di rivolgersi alla Corte di giustizia Ue, come paventato, per lamentare limitazioni al libero mercato.

Un report della Fifa registra come le commissioni per intermediazione nel mercato dei giocatori siano salite nel mondo oltre i 500 milioni di dollari. Il 96 per cento della somma origina da acquisti di club europei. “Benché la spesa per i trasferimenti sia stata in calo per il secondo anno consecutivo (-14 per cento nel 2021 e -23 per cento nel 2020), le commissioni agli agenti hanno segnato un aumento dello 0,7 per cento”, si legge nel report. Ad avere arricchito maggiormente i procuratori sono i club inglesi, con 133 milioni versati nell’anno solare. Poi vengono i tedeschi con 84 e gli italiani con 73. Fin qui, gli importi censiti e registrati. Ma il sospetto è che il flusso reale di denaro dai club agli agenti sia in realtà molto maggiore. Anche perché, sulla carta, solo il 20 per cento dei trasferimenti dell'ultimo anno avrebbe coinvolto un intermediario: è lecito pensare che la percentuale sia di molto sottorappresentata.
 
La sfida per il futuro

Insomma, che il sistema globale sia vicino, se non oltre il punto di non ritorno è piuttosto evidente. E l'Italia, con la propria allergia al vento riformista, rischia di accelerare il rischio di un collasso del movimento. Il vero salvagente del pallone italiano può essere la sfida di Euro 2032: organizzare un grande evento internazionale, oltre ad accendere i riflettori sul nostro movimento, potrebbe far confluire nei prossimi dieci anni soldi veri da destinare a nuovi impianti: una necessità di cui si parla da almeno vent'anni, senza che nel frattempo nulla o quasi sia stato fatto realmente, tra ostacoli politici e immobilismo delle società. Un campionato con impianti più belli potrebbe tornare ad attirare il pubblico. E scongiurare il rischio di un default di sistema.

Offline Precisione

*
3432
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4068 il: 10 Feb 2022, 16:02 »

Offline dani2110

*
23442
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4069 il: 10 Feb 2022, 16:15 »


LINK: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/torino/2022/02/10/news/torino_verona_pressing_migliore_europa_juric-336933537/?ref=RHBT-VS-I0-P3-S7-T1

Prima seconda e terza sono le squadre che giocano il cosidetto uomo a uomo a tuttocampo. Pressano meglio perchè ogni giocatore ha il suo dirimpettaio e banalmente lo segue dappertutto.

Strategia vincente? Da qualche risultato ma c'è un lato della medaglia ed è semplificato dal secondo gol che il Verona prende a Torino nella scorsa giornata. Gunter per seguire Vlahovic (se non ricordo male), tiene in gioco a 3/4 campo Zakaria che arriva da dietro. Con un passaggio a 2km/h Morata mette in porta lo Svizzero...2 a 0 e tutti a casa.

Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4070 il: 10 Feb 2022, 16:41 »
Prima seconda e terza sono le squadre che giocano il cosidetto uomo a uomo a tuttocampo. Pressano meglio perchè ogni giocatore ha il suo dirimpettaio e banalmente lo segue dappertutto.

Strategia vincente? Da qualche risultato ma c'è un lato della medaglia ed è semplificato dal secondo gol che il Verona prende a Torino nella scorsa giornata. Gunter per seguire Vlahovic (se non ricordo male), tiene in gioco a 3/4 campo Zakaria che arriva da dietro. Con un passaggio a 2km/h Morata mette in porta lo Svizzero...2 a 0 e tutti a casa.
E poi devi avere i giocatori per farlo. I nostri centrocampisti sono troppo compassati e anche i difensori non sono di quel tipo.

Online NEMICOn.1

*
7386
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4071 il: 12 Feb 2022, 08:47 »
La giornata di questo turno è un pochino snobbata ma a vedere le partite che ci sono potrebbe completamente ribaltare tutto e inserire nella lotta anche la Juventus :
-NAPOLI-INTER* 52pt/53pt
-MILAN-SAMPDORIA 52pt.
-ATALANTA*-JUVENTUS 43pt/45pt.
Nel caso la Juventus dovesse vincere si porterebbe a -4 dall'Inter e dopo avrebbe come calendario:
-TORINO - EMPOLI - SPEZIA - SAMPDORIA - SALERNITANA - INTER .
Un discorso simile almeno per lotta al quarto posto potrebbe essere fatto con la LAZIO 39pt. che approfittando dello scontro diretto AT-JU si porterebbe a -2 e -4 .
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4072 il: 12 Feb 2022, 12:29 »
sarò matto ma io alla CL non ci penso proprio, penso che sarebbe un ottimo risultato per come sta andando la stagione un quinto-sesto posto

Offline bizio67

*
17289
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4073 il: 12 Feb 2022, 12:33 »
sarò matto ma io alla CL non ci penso proprio, penso che sarebbe un ottimo risultato per come sta andando la stagione un quinto-sesto posto
Matto è chi pensa ancora alla CL, spero in un posto in EL per nulla scontato

Offline robylele

*****
36633
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4074 il: 12 Feb 2022, 13:29 »
La giornata di questo turno è un pochino snobbata ma a vedere le partite che ci sono potrebbe completamente ribaltare tutto e inserire nella lotta anche la Juventus :
-NAPOLI-INTER* 52pt/53pt
-MILAN-SAMPDORIA 52pt.
-ATALANTA*-JUVENTUS 43pt/45pt.
Nel caso la Juventus dovesse vincere si porterebbe a -4 dall'Inter e dopo avrebbe come calendario:
-TORINO - EMPOLI - SPEZIA - SAMPDORIA - SALERNITANA - INTER .
Un discorso simile almeno per lotta al quarto posto potrebbe essere fatto con la LAZIO 39pt. che approfittando dello scontro diretto AT-JU si porterebbe a -2 e -4 .

da quel che leggo la Juve non si porterebbe a -4 ma a -5 dall'inter, pur vincendo a Bergamo e con l'inter perdente a Napoli.
E l'inter avrebbe ancora la gara col Bologna da disputare.

La juve potrebbe andare in C.L. ma lo scudetto non lo vince neanche se le vince quasi tutte.

Offline robylele

*****
36633
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4075 il: 12 Feb 2022, 13:31 »


grazie Brixton per gli articoli postati, sono tanto interessanti quanto inquietanti.

Offline richard

*****
16818
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4076 il: 12 Feb 2022, 18:16 »
rigore causato da de vrij e napoli-inda subito 1-0. Spiaze.
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4077 il: 12 Feb 2022, 18:18 »
che culo l’inter

oshimen liscia a colpo sicuro e poi non so chi prende palo…

Offline Goceano

*****
5393
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4078 il: 12 Feb 2022, 18:18 »
rigore causato da de vrij e napoli-inda subito 1-0. Spiaze.

Bella partita, il Napoli è forte sta mettendo sotto l'Inda.

Offline Goceano

*****
5393
Re:Serie A 2021/22, le altre (topic unico)
« Risposta #4079 il: 12 Feb 2022, 18:19 »
che culo l’inter

oshimen liscia a colpo sicuro e poi non so chi prende palo…

Zienliski
 

Powered by SMFPacks Alerts Pro Mod