Calcio & finanza

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Calcio & finanza
« il: 10 Ott 2024, 16:00 »
Argomento di stretta attualità sul quale vorrei approfondire un po'. Per l'intanto comincerei col mettere qualche notizia per impostare il discorso di partenza.

È di due giorni fa la notizia del fallimento di 777 Partners, che detiene la proprietà di Genoa e Siviglia, Standard Liegi, Herta Berlino, Vasco Da Gama, oltre che della Red Star di Saint-Ouen-sur-Seine, che milita nella serie B francese.

Sembra ci siano movimenti per acquistare questi club, formalmente gestiti come assets finanziari più che come squadre di calcio. Sulla Red Star secondo il web ci sarebbe Stephen Pagliuca, che è il proprietario vero dell'Atalanta con Bain Capital.
Secondo Repubblica il Genoa sarebbe al momento gestito dal gruppo assicurativo A-Cap, in attesa di essere collocato sul mercato. Per la gestione corrente sarebbe stato contratto un debito con GD-Luma, che è di proprietà di uno dei soci del Chelsea. 40 milioni al tasso del 46%, secondo il sito Calcio e Finanza, alla faccia dello strozzinaggio.

È evidente che il calcio è diventato un luogo dove agiscono soggetti importantissimi della finanza mondiale. Questo spiega, o meglio racconta, l'improvviso spostamento di tante compagini verso investitori americani. Ci sono vere e proprie concentrazioni di club in mano a fondi che hanno come principale obiettivo la valorizzazione degli asset in termini finanziari, in vista di ricche plusvalenze da fare rivendendo i club fatti crescere a forza di debiti. Acquistano senso certe dichiarazioni, se non sbaglio del boss del Milan e di Red Bird Gerry Cardinale, il quale riteneva più importante la visibilità offerta dalla partecipazione alla Champions League che la vittoria di un trofeo locale.
Si sovverte, insomma, la gerarchia degli obiettivi, nella testa del tifoso.

Ma soprattutto sembra evidente che ci siano, in competizione tra loro, diversi tipi di società, dal punto di vista sia della composizione della proprietà, sia della ricerca degli obiettivi da raggiungere.
Competono società che fanno capo a governi, altre che fanno capo a fondi d'investimento ricchissimi con finalità speculative o simili, altre ancora che sono di proprietà della compagine dei soci aderenti al club, come succede in Spagna, altri, infine, con proprietari vecchio stampo, quotati in borsa, come noi, oppure no, come per esempio il Napoli, più quelle che sono di proprietà di gruppi industriali.
Seguendo le notizie ci si può rendere conto delle galassie di club che ci sono in giro.
Se mi riesce cerco di capirci di più e di ragionarci con voi su questo topic.
 




Re:Calcio & finanza
« Risposta #1 il: 10 Ott 2024, 16:11 »
Come ho scritto su altro topic, il Paris FC, squadra parigina senza nessun particolare sostegno o base popolare ma che gioca in serie B, sarebbe stata acquistata dalla red Bull con l'appoggio di Arnault (miliardario proprietario de LVMH). Per farci cosa ? boh.
Non sarebbe la prima volta che provano a creare un secondo club a Parigi con i soldi, già negli anni 80 Lagardere aveva creato il Matra Racing che aveva ingaggiato gente come Francescoli, Fernandez, Bossis per poi abbandonare il tutto.

Online zorba

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Re:Calcio & finanza
« Risposta #2 il: 10 Ott 2024, 16:13 »
Io aspetto solo che ce se compri il Sig. Bezos...
Nel frattempo magno super tranquillo.
😎😎😎

Re:Calcio & finanza
« Risposta #3 il: 10 Ott 2024, 18:57 »
Argomento di stretta attualità sul quale vorrei approfondire un po'. Per l'intanto comincerei col mettere qualche notizia per impostare il discorso di partenza.

È di due giorni fa la notizia del fallimento di 777 Partners, che detiene la proprietà di Genoa e Siviglia, Standard Liegi, Herta Berlino, Vasco Da Gama, oltre che della Red Star di Saint-Ouen-sur-Seine, che milita nella serie B francese.

Sembra ci siano movimenti per acquistare questi club, formalmente gestiti come assets finanziari più che come squadre di calcio. Sulla Red Star secondo il web ci sarebbe Stephen Pagliuca, che è il proprietario vero dell'Atalanta con Bain Capital.
Secondo Repubblica il Genoa sarebbe al momento gestito dal gruppo assicurativo A-Cap, in attesa di essere collocato sul mercato. Per la gestione corrente sarebbe stato contratto un debito con GD-Luma, che è di proprietà di uno dei soci del Chelsea. 40 milioni al tasso del 46%, secondo il sito Calcio e Finanza, alla faccia dello strozzinaggio.

È evidente che il calcio è diventato un luogo dove agiscono soggetti importantissimi della finanza mondiale. Questo spiega, o meglio racconta, l'improvviso spostamento di tante compagini verso investitori americani. Ci sono vere e proprie concentrazioni di club in mano a fondi che hanno come principale obiettivo la valorizzazione degli asset in termini finanziari, in vista di ricche plusvalenze da fare rivendendo i club fatti crescere a forza di debiti. Acquistano senso certe dichiarazioni, se non sbaglio del boss del Milan e di Red Bird Gerry Cardinale, il quale riteneva più importante la visibilità offerta dalla partecipazione alla Champions League che la vittoria di un trofeo locale.
Si sovverte, insomma, la gerarchia degli obiettivi, nella testa del tifoso.

Ma soprattutto sembra evidente che ci siano, in competizione tra loro, diversi tipi di società, dal punto di vista sia della composizione della proprietà, sia della ricerca degli obiettivi da raggiungere.
Competono società che fanno capo a governi, altre che fanno capo a fondi d'investimento ricchissimi con finalità speculative o simili, altre ancora che sono di proprietà della compagine dei soci aderenti al club, come succede in Spagna, altri, infine, con proprietari vecchio stampo, quotati in borsa, come noi, oppure no, come per esempio il Napoli, più quelle che sono di proprietà di gruppi industriali.
Seguendo le notizie ci si può rendere conto delle galassie di club che ci sono in giro.
Se mi riesce cerco di capirci di più e di ragionarci con voi su questo topic.

Che bel topic!
Seguo con interesse...
Re:Calcio & finanza
« Risposta #4 il: 10 Ott 2024, 19:13 »
Topic molto interessante e che in effetti si presta a diversi sviluppi (e che più o meno sarà sempre d'attualità).

Per quanto riguarda il Genoa giusto giorno fa il CEO aveva dichiarare che il club è in vendita (così come tutti gli altri club gestiti dal gruppo) e che il progetto della 777 football group difatti non esisteva più. Ma aveva rassicurato i tifosi sul fatto che la società non se la passava male e che tutto sommato si trovava in una posizione migliore rispetto a quando fu acquistata. Rassicurazioni a parte, vediamo cosa succederà. La Genova sponda rossoblù a quanto pare è già in fermento perché evidentemente la puzza di bruciato si fa sempre più intensa (tra l'altro dopo una campagna abbonamenti da record, considerando anche che il club in estate non aveva ancora palesato questi problemi e anzi almeno pubblicamete sbandierava un certo livello di ambizioni).
Non dico che finiranno per rimpiangere la gestione Preziosi, ma di certo il rischio di passare per "sedotti e abbandonati" lo corrono eccome.
Diciamo che le avvisaglie di una certa difficoltà da parte di 777 Partners già si erano notate qualche mesetto fa. Prima se non erro le difficoltà con lo Standard Liegi, poi avevano mollato anche i London Lions (club di basket che partecipava all'Eurocup e anche con discrete ambizioni). Ora difatti sono implosi.

Di contro, invece, se vogliamo toccare il tema delle società/proprietà che gestiscono più squadre il progetto del City Group (seppur chiaramente impostato su basi più solide) pare se la passi tutto sommato bene visto che è riuscito a portare il Girona in Champions League (e anche politicamente son riusciti a forzare la mano e farli partecipare nonostante la presenza del Manchester City). Le altre piazze minori tutto sommato male non vanno (così così con il Palermo, considerando che visti gli investimenti fatti pensavano di riportare i rosanero in A già dallo scorso anno o al massimo in questo). Ma oltre che il risultato sportivo ovviamente l'obiettivo è un altro.

Oltre a questi già citati e abbastanza conosciuti quali altri esempi ci sono di situazioni del genere?

Offline PARISsn

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Re:Calcio & finanza
« Risposta #5 il: 10 Ott 2024, 23:37 »
discorso interessante, mi limitero' a leggere non sapendo praticamente nulla di questi gruppi che detengono piu' squadre, solo una precisazione volevo fare, il City Group non ha fatto nessuna forzatura per far giocare  il Girona in champion insieme al City, è il regolamento Uefa che  lo permette, basta che nei due CdA non ci siano le stesse persone e/o qualcuno del gruppo che rivesta  un incarico che ha che fare con entrambe ( l'ho un po semplificata ma credo sia cosi' a grandi linee ) insomma quello che si poteva fare in Italia e a cui infatti si appello' Lotito ma che  lo stolto Gravina non volle recepire, salvo poi concedere un lustro di dilazione a De Laurentiis per liberarsi del Bari mentre a Lotito non concesse manco 6 mesi...scusate l'OT ma  io quella storia non l'ho digerita, è stata una grande zozzeria
Re:Calcio & finanza
« Risposta #6 il: 14 Ott 2024, 02:09 »
discorso interessante, mi limitero' a leggere non sapendo praticamente nulla di questi gruppi che detengono piu' squadre, solo una precisazione volevo fare, il City Group non ha fatto nessuna forzatura per far giocare  il Girona in champion insieme al City, è il regolamento Uefa che  lo permette, basta che nei due CdA non ci siano le stesse persone e/o qualcuno del gruppo che rivesta  un incarico che ha che fare con entrambe ( l'ho un po semplificata ma credo sia cosi' a grandi linee ) insomma quello che si poteva fare in Italia e a cui infatti si appello' Lotito ma che  lo stolto Gravina non volle recepire, salvo poi concedere un lustro di dilazione a De Laurentiis per liberarsi del Bari mentre a Lotito non concesse manco 6 mesi...scusate l'OT ma  io quella storia non l'ho digerita, è stata una grande zozzeria

Ti ringrazio per la precisazione (che non è affatto OT, tra l'altro)  ;)
Diciamo che la mano prima ancora l'avevano forzata (almeno come modo di dire) quelli della Red Bird con il Milan e il Tolosa (che pure partecipavano una alla Champions e l'altra all'Europa League).
Poi sicuramente come dici bene tu ci sono comunque una serie di regole da rispettare e se rientri in quei parametri nessuno ti può dire niente (almeno in Europa). Ma appunto la definizione dei parametri da parte della UEFA è comunque una decisione politica.
Re:Calcio & finanza
« Risposta #7 il: 14 Ott 2024, 23:35 »
Davo un'occhiata alle attività di Joey Saputo, il proprietario del Bologna.
Saputo è canadese, di origini siciliane (Montelepre, Palermo). È tra i più grandi imprenditori caseari americani/mondiali. Stranamente commercia in formaggi dappertutto meno che in Italia, ma ha un paio di linee, la Frigo cheese e la Stella cheese, che scimmiottano i prodotti italiani (parmesan, tiramisu).
Patrimonio da diversi miliardi in dollari, ha acquistato il Bologna dal vecchio Joe Tacopina.
La holding di famiglia si chiama Jolina capital e possiede partecipazioni in decine di società di qualunque settore merceologico, con interessi prevalenti in Canada e affari che arrivano fino a Giappone, Argentina, Australia. Il gruppo ha 20.000 dipendenti. Il valore stimato della Saputo Inc. è di 15 miliardi di dollari.

Nel calcio oltre al Bologna Saputo possiede il CF Montreal (ex Montreal Impact) che milita nella Major League Soccer e gioca nel Saputo stadium. Ovviamente ha in cantiere un progetto di ristrutturazione dello stadio anche a Bologna, dove gli è stata conferita la cittadinanza onoraria.
Si ispira esplicitamente al modello di gestione dell'Atalanta, per questo ha ingaggiato Sartori.

Tutto sommato è una figura abbastanza atipica, rispetto ai grandi investitori di cui parlavamo all'inizio del topic, visto che è a Bologna ormai da dieci anni e lavora per la crescita dei risultati, con un occhio all'equilibrio dei conti. Sembra più lotitiano che friedkiniano, insomma.

Il suo gruppo imprenditoriale è impressionante, comunque, ma non sembra tipo da buttare soldi.
Piuttosto pare discretamente appassionato, con tratti che lo accomunano anche al patron della Fiorentina.
Re:Calcio & finanza
« Risposta #8 il: 15 Ott 2024, 00:31 »

Si ispira esplicitamente al modello di gestione dell'Atalanta, per questo ha ingaggiato Sartori.

Chiedo venia se taglio il tuo interessantissimo post ma volevo "concentrarmi" su questo passaggio specifico (poi ovviamente si può ri-allargare il discorso anche ad altro).

Sartori a Bergamo ha ovviamente fatto benissimo e posto le basi (e anche qualcosa di più) per quella che è l'Atalanta attuale. Però va detto questi ultimi anni hanno dimostrato che il vero "deus ex machina" del miracolo Atalanta è quel tizio che siede in panchina (per quanto mi costi dirlo vista l'antipatia che provo per lui). Sartori probabilmente è bravissimo quando deve prendere una squadra dal basso e farla crescere ma (altrettanto probabilmente) meno efficacie quando invece deve fare un ulteriore step di crescita (e la prova per certi versi potremmo averla nella sua esperienza bolognese).
Io ad esempio ero tra quelli che pensava che con l'addio di Sartori l'Atalanta sarebbe ben presto tornata alla sua dimensione storica e abituale (metà classifica di serie A, ben che vada). Invece hanno addirittura alzato l'asticella (seppur chiaramente strutturandosi in maniera diversa e investendo anche cifre superiori rispetto a quanto non facevano prima).

Il Bologna a differenza dell'Atalanta (che appunto è arrivata lì con un percorso più strutturato) in Europa ci è andata quasi per caso beccando la stagione della vita (quella che ti capita una volta ogni chissà quanti anni) e ho l'impressione che si limiterà ad una "toccata e fuga" quest'anno e poi chissà quando ci tornerà (fosse anche in Conference e non necessariamente in Champions).
Per il resto del discorso concordo in toto. Saputo pur avendo risorse economico/finanziarie clamorose non è uno che le butta a fondo perduto nel calcio ma preferisce fare investimenti mirati (in pratica prendono solo giocatori "plusvalenzabili" e anche nell'anno della Champions pur di non sforare un certo budget hanno mantenuto la stessa politica).

Nota a margine: A proposito di proprietari americani il citato Tacopina che disastri sta combinando in quel di Ferrara? La Spal se non erro tornò in serie A con il vecchio presidente mentre Tacopina fin qui ha collezionato solo retrocessioni e figuracce varie (nonostante abbia sempre costruito squadre con budget importanti per la rispettiva categoria di appartenenza). Questo per dire che il proprietario danaroso non è certamente garanzia di risultati.
Re:Calcio & finanza
« Risposta #9 il: 15 Ott 2024, 08:47 »
A proposito di Tacopina, curiosità: è originario di Montelepre, per parte di madre, (padre di Roma) come Joey Saputo, di cui è stato socio nella prima parte dell'avventura bolognese, iniziata dopo aver lasciato la roma di cui se non ricordo male è stato vicepresidente. Litigato con Saputo si è comprato il Venezia in D, l'ha riportato in B, poi l'ha rivenduto e si è accattato la Spal dove ne sta combinando di tutti i colori.
Visto che è l'avvocato di Trump è probabile che sia più bravo con la toga che sulla tolda di una società di calcio, ma il personaggio è notevole. Arrivò con l'aesse del buon Di Benedetto, che a vederlo pareva un portinaio, con tutto il rispetto per questa gloriosa professione ;)
Re:Calcio & finanza
« Risposta #10 il: 15 Ott 2024, 19:17 »
A proposito dell'Atalanta, che turba i sonni di molti tifosi, mi sono messo a studiare un po' di dati messi a disposizione dal sito ufficiale.
Ho considerato le voci relative ai ricavi senza dare rilievo agli incassi da botteghino e abbonamenti, che rappresentano appena il 5% del totale.
Nello specchietto che allego si vede chiaramente che quella delle plusvalenze da cessione di calciatori è la voce più importante, superiore, addirittura, nel periodo considerato (2017/2023) a quella dei diritti TV. Per i bergamaschi i calciatori sono la fonte di ricavo più importante, visto che, oltre alle plusvalenze, c'è una voce notevole che riguarda i ricavi dei calciatori in prestito, e che l'importo dei bonus, assai rilevante, costituisce parte consistente della voce "altri".
Visto che la società bergamasca regala molti dettagli, mi voglio divertire a spacchettare le plusvalenze, per vedere tra cessioni e bonus quali sono gli affari migliori che hanno fatto.
Da questi dati è abbastanza evidente che il modello bergamasco è molto difficile da riprodurre, e che molto dipende dal lavoro fatto sui calciatori, da Gasperini e dallo staff, per ottenere il massimo dalla loro commercializzazione.
Gli sponsor portano il doppio del botteghino, penalizzato in parte dal lockdown.
Nel 2022 è variato il periodo di riferimento, passato dall'intero anno solare (1/1-31/12) al periodo 1/7-30/6, come per molte società di calcio. Il dato del 2022 perciò è relativo a soli 6 mesi.
Ecco i dati (in migliaia di euro), che si fermano al 30/6/2023:


Offline PARISsn

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Re:Calcio & finanza
« Risposta #11 il: 15 Ott 2024, 21:38 »
Chiedo venia se taglio il tuo interessantissimo post ma volevo "concentrarmi" su questo passaggio specifico (poi ovviamente si può ri-allargare il discorso anche ad altro).

Sartori a Bergamo ha ovviamente fatto benissimo e posto le basi (e anche qualcosa di più) per quella che è l'Atalanta attuale. Però va detto questi ultimi anni hanno dimostrato che il vero "deus ex machina" del miracolo Atalanta è quel tizio che siede in panchina (per quanto mi costi dirlo vista l'antipatia che provo per lui). Sartori probabilmente è bravissimo quando deve prendere una squadra dal basso e farla crescere ma (altrettanto probabilmente) meno efficacie quando invece deve fare un ulteriore step di crescita (e la prova per certi versi potremmo averla nella sua esperienza bolognese).
Io ad esempio ero tra quelli che pensava che con l'addio di Sartori l'Atalanta sarebbe ben presto tornata alla sua dimensione storica e abituale (metà classifica di serie A, ben che vada). Invece hanno addirittura alzato l'asticella (seppur chiaramente strutturandosi in maniera diversa e investendo anche cifre superiori rispetto a quanto non facevano prima).

Il Bologna a differenza dell'Atalanta (che appunto è arrivata lì con un percorso più strutturato) in Europa ci è andata quasi per caso beccando la stagione della vita (quella che ti capita una volta ogni chissà quanti anni) e ho l'impressione che si limiterà ad una "toccata e fuga" quest'anno e poi chissà quando ci tornerà (fosse anche in Conference e non necessariamente in Champions).
Per il resto del discorso concordo in toto. Saputo pur avendo risorse economico/finanziarie clamorose non è uno che le butta a fondo perduto nel calcio ma preferisce fare investimenti mirati (in pratica prendono solo giocatori "plusvalenzabili" e anche nell'anno della Champions pur di non sforare un certo budget hanno mantenuto la stessa politica).

Nota a margine: A proposito di proprietari americani il citato Tacopina che disastri sta combinando in quel di Ferrara? La Spal se non erro tornò in serie A con il vecchio presidente mentre Tacopina fin qui ha collezionato solo retrocessioni e figuracce varie (nonostante abbia sempre costruito squadre con budget importanti per la rispettiva categoria di appartenenza). Questo per dire che il proprietario danaroso non è certamente garanzia di risultati.

io concordo con te al 100% su Sartori e Gasperini, il primo è stato bravo a scovare tanti buoni giocatori che  poi pero' sono diventati ottimi in mano a Gasp, è lui che  li ha valorizzati permettendo plusvalenze  milionarie, poi è chiaro che quando sono esplosi tutti a tessere elogi per Sartori che  li ha portati, pero' guardate un paio d'anni fa  mi ero preso la briga di cercare i giocatori di proprieta' dell'Atalanta o che erano passati per l'Atalanta  tra A, B e C  e estero, mi ero fermato a 50, insomma per  ogni Gosens  Lookman o Hojlund ce ne stanno altri 10 che hanno girovogato di prestito in prestito per anni senza  mai risultare granche', cioe se ti metti in riva la fiume a setaccia' una tonnellata di sabbia è capace che  un par d'oncie  d'oro le tiri fuori pure all'Aniene  ;)
Re:Calcio & finanza
« Risposta #12 il: 16 Ott 2024, 19:56 »
Intanto il Taranto sta per essere acquisita da un fondo americano.
Anche in serie C iniziano a proliferare proprietà straniere. 
Re:Calcio & finanza
« Risposta #13 il: 17 Ott 2024, 15:45 »
Intanto il Taranto sta per essere acquisita da un fondo americano.
Anche in serie C iniziano a proliferare proprietà straniere.

Però nel frattempo stanno messi così:

https://www.tuttomercatoweb.com/serie-c/lucchesi-e-le-penalita-in-arrivo-al-taranto-possibile-sia-dai-sei-a-dodici-2024163
Re:Calcio & finanza
« Risposta #14 il: 04 Nov 2024, 12:40 »
Scusate la latitanza, periodo un po' fitto di cose.
Torno con un pezzo OT, ma non troppo.

Diede 200mila euro finiti a Gravina: Figc lo riempie di denaro
L’imprenditore Prandi voleva acquistare i libri del capo della Federazione
Il Fatto Quotidiano2 Nov 2024» Lorenzo Vendemiale

C’è un filo che lega gli affari personali di Gabriele Gravina a quelli della Federcalcio. E per cui l’inchiesta sulla famosa compravendita di libri antichi rischia di diventare un caso per il pallone italiano, che oggi Gravina vorrebbe riformare. Il Fatto può rivelare le ricche consulenze della Figc al gruppo di Gianni Prandi, l’imprenditore che ha versato i 200 mila poi finiti nelle tasche del n.1 del pallone.

GRAVINA è indagato per autoriciclaggio e appropriazione indebita per una presunta provvigione sui diritti tv della Serie C nel 2018. Si sarebbe appropriato di fondi fatti uscire dalle casse della Lega verso la società di consulenza ISG, attraverso un intricato schema di opzioni fittizie sulla sua collezione di tomi. In particolare, la società inglese Ginkgo di Prandi, dopo un accordo con ISG, ha versato (tramite l’intermediario Wallector e il curatore Mizar) un acconto di 200 mila euro; saltato l’acquisto, Gravina ha trattenuto la caparra, e l’avrebbe utilizzata per estinguere un mutuo servito a restituire il prestito che gli aveva fatto Bogarelli, l’ex re dei diritti tv, per comprare un appartamento alla figlia della compagna. La fattura inglese trovata dagli inquirenti sembra chiudere il cerchio ma il teorema non ha convinto il Gip, anche per la scarsa attendibilità di Floridi, ex collaboratore di Gravina e suo principale accusatore. Il Riesame deciderà a giorni sul sequestro.

C’è però un ulteriore tassello da aggiungere. Sono i rapporti odierni con Prandi, imprenditore emiliano del gruppo Assist specializzato in marketing e comunicazione, noto per aver lavorato con Cgil e Ita. Qualcosa più di un semplice consulente in Figc. Il Fatto ha ricostruito gli affidamenti alla galassia Assist, che fanno capire quanto stretto sia il legame con l’uomo da cui vengono i famosi 200 mila euro. Un bel “regalo”, se pensiamo che quell’opzione non fu esercitata (e Ginkgo non ha mai reclamato la parte di volumi consegnata da Gravina a Mizar in cambio della caparra).

Assist ha collaborato alla recente riorganizzazione aziendale della Figc, e questo si sapeva. Non si conoscevano i dettagli: a luglio 2022, la Figc ha affidato alla società Assist Future Srl la realizzazione del Piano industriale. Nel verbale del comitato, votato all’unanimità, è indicato un corrispettivo di 480 mila euro, più un massimo di 240 mila per l’assistenza alla realizzazione delle attività suggerite. Nel fantomatico piano di 28 pagine si parla di “apoptosi” e “straniamento”, “antropocrazia” e “sostenibilità”. Alla stessa Assist, è affidato anche un incarico a supporto delle attività di marketing, durata addirittura quinquennale (fino al 2026), a 270 mila euro l’anno.

Non è tutto, perché la Figc ha rapporti con Vidierre, altra partecipata del gruppo, che svolge un’analisi del mercato televisivo e marchi di sponsor al prezzo di 200 mila euro. A capo di Vidierre c’è Antonio
Rota, uomo di fiducia di Prandi (come l’altro Rota, Maurizio, citato nell’inchiesta per essersi occupato del catalogo). Ma il peso specifico va oltre le cifre. Si capisce dal fatto che Antonio Rota viene inserito nelle Commissioni di valutazione della Figc: ad esempio nel comitato di presidenza dello scorso marzo, Rota è citato da una parte come membro della commissione che aggiudica il nuovo ecosistema digitale da 1,6 milioni a “Aurora Tv”, dall’altra come fornitore aggiudicatario con la sua Vidierre.

IMPOSSIBILE non tornare all’inchiesta. Con un sillogismo difficilmente contestabile, si potrebbe dire che Prandi in passato ha pagato 200 mila euro per non comprare i libri di Gravina, e oggi la Figc di Gravina paga Prandi (Assist Group). Un clamoroso conflitto di interessi, per la disinvoltura con cui il presidente intrattiene rapporti personali con fornitori della Federazione (vale anche per il prestito da Bogarelli). Se non materiale da Procura, certamente per chi (Coni, ministro Abodi?) dovrebbe vigilare. Un dettaglio però sembra scagionare Gravina (ricordiamo che il Gip ha respinto il sequestro): davanti ai pm, Prandi ha sostenuto di non avere idea, fino alle recenti notizie di stampa, che quei volumi fossero di proprietà di Gravina, né Gravina conosceva l’acquirente nel 2019. Si sarebbero incontrati per la prima volta solo nel 2020. Una straordinaria coincidenza ha voluto che la persona che si era interessata proprio alla collezione del n.1 del calcio italiano, è la stessa che dopo qualche anno ne è diventato il consulente strategico in Federazione. Quant’è piccolo il mondo (del pallone).

Article Name:Diede 200mila euro finiti a Gravina: Figc lo riempie di denaro
Publication:Il Fatto Quotidiano
Author:» Lorenzo Vendemiale
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