E' una questione di contratti standard, quindi se la Lega e il sindacato dei giocatori si accordassero per una cosa del genere sarebbe tutto perfettamente legale. Chiaro che la faccenda non possa essere decisa unilateralmente solo dai proprietari.
Ma tanto è una proposta che non troverà mai attuazione, come dicevo troppa distanza culturale fra noi e loro.
Tuttavia, parlando astrattamente, a me sembrerebbe una buonissima cosa.
E' un'assurdità giuridica e, se vogliamo, anche sociale.
Ce lo vedo male il sindacato calciatori firmare un accordo che toglie ai giocatori un diritto fondamentale.
Obiettivamente preferisco la nostra
cultura. I giocatori non sono oggetti.
Nel momento in cui si firma un contratto, sia da una parte che dall'altra, se ne assumono anche tutte le condizioni.
Senza contare che aprirebbe un abisso incredibile tra giocatori importanti (che ovviamente continueranno a scegliere dove andare) e quelli di seconda fascia (che dovrebbero andare dove vuole il loro presidente).
Con un gravissimo pregiudizio del potere contrattuale di questi ultimi.
Mi va bene la serie A a 18 squadre, a 16 probabilmente ci sarebbero problemi di sostenibilità economica per le piccole squadre. Non credo che la riduzione del numero di squadre, quindi di partite, quindi di spazio televisivo, non abbia nessuna conseguenza sul pacchetto di introiti televisivi da spartirsi, che potrebbe essere di meno avendo meno partite da offrire.
Il campionato a 16 squadre é vero che aumenterebbe lo spettacolo, ma é anche vero che renderebbe molto più difficile, per una piccola squadra, la lotta per non retrocedere. Una retrocessione, oltre a una punizione sportiva é anche una punizione economica, basta andare a vedere come, negli ultimi anni, una retrocessione dalla A alla B é stata prodromo a un crollo economico fino al fallimento per società come Siena, Novara, Bari, Lecce e altre.
Passare dalla A alla B é un terremoto finanziario enorme, i costi della B non sono neanche comparabili ai costi della A, cosi' come, ovviamente gli introiti. Una piccola società che riesce nel "miracolo" di essere promossa in A é costretta ad adeguare i suoi conti alla categoria superiore, andando spesso oltre le sue possibilità. Il campionato a 16 squadre renderebbe molto più probabile il ritorno in serie B dopo un solo anno, con tutto quello che ne consegue.
Il rischio, a medio termine, é un inasprimento del solco tra "grandi" e "piccole".