Una memoria troppo lunga

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Offline fish_mark

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Una memoria troppo lunga
« il: 15 Gen 2016, 17:04 »
Siviglia e Slask Wroclaw, una caccia all’ultra in giro per l’Europa che dura da due anni: tra pugni, calci e tavolini che volano

Matteo Tonelli il venerdì, venerdì 8 gennaio 2016


L’Europa ha iniziato a conoscerli lo scorso novembre quando, sulle gradinate dello Stadion Miejski, hanno piazzato un megabandierone che raffigurava un crociato armato di scudo e spadone che fronteggiava tre barconi carichi di profughi: come seguaci dell’Is e di Bin Laden. Il tutto corredato da una scritta: «In Europa si sta diffondendo la piaga dell’islamismo, difendiamo il cristianesimo.
Le mani che lo reggevano erano quelle dei tifosi dello Slask Wroclaw, la squadra di Breslavia, 640mila abitanti, nella Polonia sud occidentale. Colori sociali verde-bianco-rosso, un palmares con due campionati polacchi vinti, due coppe di Polonia, una Coppa di Lega e due Supercoppa di Polonia. Attualmente milita nella Ekstraklasa, la prima serie polacca. Una coreografia che ha fatto scalpore e che ha acceso i riflettori su una tifoseria fino ad oggi ignota ai più, ma tristemente conosciuta a Siviglia. Ma che rapporto c’è tra due città che distano circa tremila chilometri? E che c’entrano, poi, i polacchi con gli andalusi?
I primi, corrispondono perfettamente all’identikit di moltissimi ultras dell’Europa dell’Est: palestrati, rasati, tatuati, spiccate simpatie per l’estrema destra. Il 31 marzo del 2013 finiscono sui giornali quando affrontano a colpi di ascia e coltello i rivali dell’Arka Gdynia. A terra rimane un 24enne tifoso dell’Arka. Ucciso da una coltellata.
Gli andalusi, invece, sono guidati dal gruppo dei Biris Norte (dal nome del primo giocatore di colore che ha vestito la maglia biancorossa nel 1973) e sono tra le più calde e appassionate tifoserie iberiche.
Tutto inizia in una calda serata di fine estate del 2013. L’8 agosto Siviglia e Slask Wroclaw si affrontano per un turno preliminare di Europa league. È la prima volta che le due squadre si incontrano. Un piccolo gruppo di ultras polacchi arriva a Siviglia e si piazza in un bar di calle Adriano in attesa della sfida serale al Sànchez Pizjuàn, lo stadio cittadino. Con sé hanno bandiere e striscioni. La voce arriva agli ultras di casa che non gradiscono. Volano pugni e tavolini e, alla fine della rissa, la polizia ferma cinque tifosi dello Slask Wroclaw mentre in mano spagnola restano alcuni drappi polacchi. Il secondo round arriva dentro lo stadio, stavolta con la polizia sivigliana. Volano manganellate e calci. In campo i verdi-bianco-rossi incassano quattro gol. Una trasferta da dimenticare. Nei giorni seguenti, fedeli a uno dei rituali più antichi delle curve, i Biris si fanno fotografare con il bottino polacco e piazzano gli scatti su internet.
Dopo una settimana si gioca il ritorno in Polonia. A Breslavia gli ultras locali si organizzano, ma i sivigliani decidono, prudentemente, di restarsene a casa. I polacchi, ben intenzionati a vendicarsi, masticano amaro. Tutto finito? Macché, è solo l’inizio di una faida. Perché, visto che l’occasione di giocare contro il Siviglia non c’è, gli ultras dello Slask Wroclaw se la creano. Cartina geografica alla mano.
20 febbraio 2014, il Siviglia affronta gli sloveni del Maribor. In Slovenia fila tutto liscio, la partita finisce 2 a 2 e con i tifosi di casa non succede nulla. Ma, lungo la strada del rientro, i bus dei tifosi biancorossi si fermano in un autogrill. In un attimo, senza il tempo di rendersene conto, si trovano addosso decine di tifosi armati. Bilancio finale: sei spagnoli feriti. L’assalto è rivendicato da quelli dello Slask che si erano fatti i circa 800 chilometri che li separano da Maribor per aggredire i rivali. Ok, uno a uno palla al centro, direte voi. E invece no.
Il 12 agosto 2014 il Siviglia gioca a Cardiff, in Galles, contro il Real Madrid. In palio c’è la supercoppa spagnola. Un gruppo di una quarantina di polacchi vola in Galles (1.650 chilometri di distanza da Breslavia), si mette alla ricerca dei sivigliani e li trova. Negli scontri uno striscione andaluso passa di mano. E immediatamente la foto del trofeo rubato fa bella mostra in rete. Solo che stavolta a esporlo sono i polacchi. Ormai è caccia aperta. Tra i tifosi biancorossi si fa strada la consapevolezza di non poter più stare tranquilli da nessuna parte. Da parte polacca la voglia di vendetta è tutt’altro che sopita.
Passa un anno circa e si ricomincia. Stavolta gli spagnoli sono di scena a Firenze contro la Fiorentina. La polizia teme scontri con i tifosi di casa e si prepara. Ma a rimanere impigliati nella rete dei controlli sono tre tifosi polacchi di 22, 24 e 30 anni. La polizia li ferma in un’area di servizio alle porte di Firenze (1.370 chilometri da Breslavia). Dal bagagliaio spuntano mazze di legno e alcuni passamontagna. Gli spagnoli tirano un sospiro di sollievo. Stavolta tornano a casa indenni.
Ma dura poco. Il 27 maggio 2015, Siviglia e Dnipro si giocano la finale di Europa League, a Varsavia. Stavolta i sivigliani stanno in guardia. Il timore di attacchi da parte dei rivali polacchi è alto. E infatti sull’autostrada A2, poco dopo il confine con la Germania (a circa 200 chilometri da Breslavia), un auto carica di tifosi biancorossi viene speronata e mandata fuori strada da due auto cariche di tifosi dello Slask Wroclaw muniti di mazze da baseball. Gli spagnoli fuggono, mentre la macchina resta senza un solo vetro intero.
Si arriva così al 21 ottobre 2015. Il Siviglia vola a Manchester per la gara di Champions league contro il City. Il fascino del calcio inglese è forte e sono molti i sivigliani che si organizzano per la trasferta. Il punto di ritrovo è il Sinclair’s Oyster, un pub nel centro di Manchester, in Shambles Square, dove ingannare l’attesa della partita bevendo qualche birra. Tutto sembra filare liscio quando da una via laterale spunta un gruppo di trenta persone con istinti bellicosi. Siamo nella patria degli hooligans direte voi, ecco che i tifosi del Manchester si vogliono dimostrare degni di tal «fama»... E invece no.
L’ur1o che chiama la carica è in lingua polacca. Rieccoli. «Quando li ho visti arrivare non ci volevo credere» confessa un tifoso spagnolo rivivendo quei momenti. Esatto, che volete che siano 1.753 chilometri (ovvero la distanza che separa la loro città da quella inglese) per i vendicativi ultras dello Slask Wroclaw? Un attimo e scoppia il caos. I polacchi avanzano lanciando le sedie del pub, gli spagnoli cercano di difendersi come possono, la maggior parte di loro viene bloccata dai buttafuori dentro il pub. Quelli fuori sono costretti ad arretrare schivando lanci di sedie e tavolini. In mano polacca restano un paio di bandiere andaluse. Il tutto dura 5 minuti al massimo. Poi le sirene della polizia mettono fine agli scontri. In manette finiscono cinque ultras polacchi, mentre un sivigliano deve andare in ospedale. «Quelli non possono vivere senza di noi» provano a scherzare i tifosi del Siviglia. Che adesso scrutano, non senza preoccupazione, il calendario delle prossime trasferte europee della loro squadra. Certi che anche a Breslavia qualcuno stia facendo la stessa cosa.


Offline Bambino

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Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #1 il: 15 Gen 2016, 17:45 »
un tantino di rancore..

Offline mapalla

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2111
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #2 il: 15 Gen 2016, 18:06 »
un tantino di rancore..
Singolare che l'unico posto dove sono stati "tanati" è in Italia...

Offline Tyler87

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4506
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #3 il: 15 Gen 2016, 18:11 »
Il senso di questo topic? Glorificazione dell'imprese ultras???



Offline surg

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Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #4 il: 15 Gen 2016, 18:46 »
Credo di no.
Solo dimostrazione di quanto possano essere cretini e criminali gli ultras

Offline charlie

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9669
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #5 il: 15 Gen 2016, 21:12 »
Pazzesco!

Offline arturo

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Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #6 il: 15 Gen 2016, 22:47 »
Altro che i tamburi pescaresi. .

Offline gigiazzo

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Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #7 il: 15 Gen 2016, 22:49 »

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Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #8 il: 16 Gen 2016, 09:27 »
Il senso di questo topic? Glorificazione dell'imprese ultras???
La morale? Che a quelli del Slask nun je dovete rompe er cats (cit.)

Offline anderz

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8271
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #9 il: 16 Gen 2016, 10:09 »
Questa cosa mi fa ammazzare dalle risate, so che non dovrei ma non ci posso fare niente  :lol:
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #10 il: 16 Gen 2016, 10:12 »
Questa cosa mi fa ammazzare dalle risate, so che non dovrei ma non ci posso fare niente  :lol:

Non sei il solo. Ovviamente non è una cosa bella, però non ci posso fare niente: me fa ride.
Mi ricorda il film "I duellanti", dove ad un certo punto si nota chiaramente che Keith Carradine non gliela fa più di incrociare per strada quell'esaltato di Harvey Keitel.

Offline Palo

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13896
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #11 il: 16 Gen 2016, 11:30 »
Non sei il solo. Ovviamente non è una cosa bella, però non ci posso fare niente: me fa ride.
Mi ricorda il film "I duellanti", dove ad un certo punto si nota chiaramente che Keith Carradine non gliela fa più di incrociare per strada quell'esaltato di Harvey Keitel.
Giustissima citazione. Alla quale mi sento di aggiungere anche "Duel" di Spielberg giovane.
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #12 il: 16 Gen 2016, 11:32 »
In effetti, viene da ridere. Questi scorrazzano in mezza Europa alla ricerca degli spagnoli. Non saprei nemmeno se definirli dei fuori di testa o semplicemente degli eroi.

Offline pentiux

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18582
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #13 il: 16 Gen 2016, 13:38 »
In effetti, viene da ridere. Questi scorrazzano in mezza Europa alla ricerca degli spagnoli. Non saprei nemmeno se definirli dei fuori di testa o semplicemente degli eroi.
Forse delle merde?

Offline Palo

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13896
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #14 il: 16 Gen 2016, 13:53 »
In effetti, viene da ridere. Questi scorrazzano in mezza Europa alla ricerca degli spagnoli. Non saprei nemmeno se definirli dei fuori di testa o semplicemente degli eroi.
Forse delle merde?
fuochino ...

Offline Bambino

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5103
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #15 il: 16 Gen 2016, 13:53 »
Forse delle merde?

per i difettosi no, addirittura "semplicemente degli eroi", loro puncicano, ammazzano.. che vuoi che sia qualche "rissetta"..

Offline Tyler87

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4506
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #16 il: 16 Gen 2016, 14:40 »
Vedete? Queste 'gesta eroica' hanno la loro fascinazione per qualcuno.
E questa tipologia di racconto priva di condanne (ne nell'articolo nell'estensore del topic) ne alimenta solo la mitologia dell'ultras...

Offline gigiazzo

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2660
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #17 il: 16 Gen 2016, 14:43 »
Questa sì che è mentalità.

Offline robylele

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36633
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #18 il: 16 Gen 2016, 15:24 »

L’Europa ha iniziato a conoscerli lo scorso novembre quando, sulle gradinate dello Stadion Miejski, hanno piazzato un megabandierone che raffigurava un crociato armato di scudo e spadone che fronteggiava tre barconi carichi di profughi: come seguaci dell’Is e di Bin Laden. Il tutto corredato da una scritta: «In Europa si sta diffondendo la piaga dell’islamismo, difendiamo il cristianesimo.

 :o   :puke:



In effetti, viene da ridere. Questi scorrazzano in mezza Europa alla ricerca degli spagnoli. Non saprei nemmeno se definirli dei fuori di testa o semplicemente degli eroi.

eroi?   :o :s

Offline pentiux

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18582
Re:Una memoria troppo lunga
« Risposta #19 il: 16 Gen 2016, 15:30 »
Ma io manco voglio fare il paragone con le merde assolute, quelle dall'altra parte del tevere.
Ma giudicare "eroi"  delle merde (lasciamo perdere oltretutto che sono tra i più razzisti e nazisti d'Europa) che vanno in giro per l'Europa a cercare di ammazzare della gente solo perché tifa per una squadra, che vanno a speronare in autostrada una macchina di tifosi che presumibilmente nulla aveva a che vedere con l'aggressione subita e via discorrendo è semplicemente criminale ed infa.me. E nessuna presunta "mentalità ultras" può farlo diventare da "eroi".

Ciceruà, al di là della squadra per cui tifi, ti dovresti semplicemente vergognare per quello che hai scritto. Ma non lo farai.
 

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