Letto sulla pagina FB “Calcio Totale”:
"Nella mia seconda eperienza alla Roma, l’assenza di ordine, disciplina e regole fece sì che molti si comportassero come volevano senza essere mai ripresi dal club e rimessi in riga. Senza regole le stagioni prendono sempre una brutta piega.
Ritardi, assenze, infortuni diplomatici: chiesi alla società di intervenire ma i dirigenti erano appiattiti sui giocatori. Le multe non venivano date e così diventava normale che quando iniziavamo ad allenarci ci fosse ancora qualcuno in coda sul raccordo anulare in direzione Trigoria. Allenare la squadra al completo era una impresa praticamente impossibile. Una buona metà dei calciatori ogni giorno era infortunata o sul lettino dei massaggi.
Il club impedì al mio preparatore atletico, Ferola, che è anche un fisioterapista di enorme talento, di toccare i giocatori e di occuparsi del recupero degli infortunati.
I calciatori uscivano dal campo per un risentimento e stavano fuori per settimane con l’avallo del medico, senza che potessimo fare nulla.
Un giorno si presentò da me una delegazione di giocatori accompagnata dal team manager Tempestilli per chiedermi di cambiare gli orari degli allenamenti del mattino.
Quelli previsti erano: arrivo al centro sportivo per le 10 e tutti in campo alle 10.30.
Pretendevano di posticiparli per impegni personali: chi doveva accompagnare i figli a scuola, chi le mogli da qualche parte, chi forse aveva bisogno di dormire un po’ di più per smaltire qualche nottata allegra. Giocatori milionari, con baby sitter e personale di servizio nelle loro ville, che non potevano allenarsi alle 10.30 del mattino? Trovai offensiva quella richiesta.
Ascoltai restando seduto, senza dire una parola, ma serrando la mascella mentre il piede della gamba accavallata iniziava a girare. Sono i segnali fisici di quando mi sto innervosendo. Dopo un paio di minuti di silenzio da parte mia, Tempestilli pensò bene di chiudere quella inopportuna seduta: «Va bene, mister, pensaci, poi ne riparliamo. Andiamo ragazzi».
Il giorno dopo timidamente si riaffacciò nella stanza dove stavo facendo una riunione con i miei collaboratori: «Allora, mister, c’hai pensato? Si possono cambiare gli orari?».
«Sì» risposi, «va bene, cambiamoli», creando grande stupore nel mio staff che sgranò gli occhi sorpreso di questa concessione così lontana dalle mie abitudini sugli allenamenti.
Salvo poco dopo ascoltare quali sarebbero stati i nuovi orari: «Da domani diventano alle 9 a Trigoria e alle 9.30 in campo»."
[Zdenek Zeman]
Fonte: autobiografia "La bellezza non ha prezzo"