Ho già aperto questo topic su Friends ma, per il suo spirito, è trasversale tra Destinazioni e Friends.
Quindi lo replico qui.
Da un paio di giorni sono tornato a vivere più assiduamente la community, come ai vecchi tempi.
I miei ultimi accessi risalivano a novembre 2009 quando, un po' per impegni lavorativi un po' per s[...]amento vario da forum, ho mollato la presa.
Il 2010 è iniziato per me con stravolgimenti lavorativi che mi hanno portato per circa tre mesi a lavorare lontano da casa, e per motivi di difficile comprensione ed assorbimento, almeno all'inizio.
Il susseguirsi degli eventi che aveva portato a questa situazione ha lasciato, soprattutto al momento, dei segni ben evidenti sulla mia psiche, come potrebbe testimoniare il buon Adler Nest che in quei giorni, da buon "fratello maggiore", è stato molto presente.
Per cicatrizzare quella ferita ho deciso, d'impeto, di cedere alle lusinghe di una coppia di amici che da questa estate cercavano di convincerci a fare un viaggio a Santo Domingo (o meglio nella Repubblica Dominicana) a marzo.
Non ho neanche voluto fare i conti per vedere se ce lo potevamo permettere (forse perchè già conoscevo la risposta) ma mi sono buttato, semplicemente perchè pensavo che io e la mia famiglia ce lo meritavamo e che agli schiaffi del destino stavolta volevo rispondere con la stessa violenza.
Premetto che non sono mai stato un maniaco delle atmosfere caraibiche.
Non amo la musica latina, non mi piace ballare, tantomeno salsa merengue ed affini, ed il mio tipo femminile ideale (per quanto poteva interessarmi poi) è lontano anni luce dal modello caraibico/sudamericano.
Quindi per me era solo una vacanza, una meritata vacanza in un posto lontano che avrei visto stavolta, me lo sarei goduto, e poi ognuno a casa sua.
Tanto è vero che ho badato soprattutto alla scelta del vilaggio all inclusive che mi avrebbe permesso di pensare solo a quale paio di infradito indossare.
Invece è successo l'imponderabile.
Sono arrivato in Repubblica Dominicana il 21 marzo e sono ripartito il 28.
La destinazione, per chi la conosce, era il villaggio Viva Dominicus, a Bayahibe.
Quando sono arrivato sono rimasto colpito dalla bellezza del villaggio e da tutto quello che ti metteva a disposizione.
Quando sono partito avevo il groppo in gola al pensiero di non rivedere più quella gente bella come il sole che sorrideva alla vita anche se aveva poco e niente e che ti faceva sentire a casa come non ti ci senti nemmeno quando ci sei veramente!
Il calore del clima sembra essere emanato da quel popolo fantastico che ride e si diverte più di chi è in vacanza.
Il villaggio era bellissimo, non ti mancava veramente niente:
spiaggia bellissima, mare da sogno, cucina varia abbondante e di ottimo livello, divertimenti di tutti i tipi e, cosa che non guasta, tutti parlavano italiano.
Tutto perfetto ma tranquillamente replicabile in qualsiasi altro posto.
Quello difficilmente eguagliabile è l'atmosfera che respiri fuori dal villaggio (anche lì con l'italiano vai tranquillo) e certi scorci di paradiso.
In particolare il mio cuore è rimasto nascosto in qualche anfratto nella sabbia candida di Canto de la Playa.
Si tratta di una parte dell'isola di Saona, parte del parco nazionale de l'Este.
Praticamente il prototipo dell'isola deserta e selvaggia alla Robinson Crusoe, incontaminata, dove l'unica presenza umana era data dal nostro tavolino, il nostro braciere ricavato con delle pietre e la casetta del custode del parco, abitata per una quindicina di giorni l'anno.
Il fragoroso e silenzioso trionfo della natura di quel posto, le scintillanti tonalità di azzurro del mare che andavano a risaltare sul bianco della spiaggia, il dolce rumore della risacca che accarezzava i tronchi di vecchie palme cadute durante qualche tempesta, la maestosa ed elegante vegetazione che in alcuni punti dava l'impressione di volersi tuffare in mare.
Ancora oggi di notte la sogno spesso e mi risveglio con il groppo in gola.
Poi, lì vicino, il villaggio di pescatori di Mano Juan, 400 anime, un presepe tropicale di casette di legno e paglia coloratissime usate come negozietti di souvenir dove la gente ci ha letteramente accolto tra le sue braccia.
Ho dato la "colpa" del mio malessere postcaraibico al pensiero che non ho la possibilità di poter dire "l'anno prossimo ritorno"... anche se DEVO tornarci!!! A qualsiasi costo!!!
Ho cercato di sminuire razionalmente queste senzazioni convincendomi che quando sei in vacanza tutto ti sembra più bello ed affascinante ma io un paio di posti affascinanti o che comuinque ti possono lasciare qualcosa li ho visti, tipo New Orleans, ma mai sono tornato sentendone già la mancanza.
Dei posti ma soprattutto della gente.
Allora eccomi qui, a chiedere "aiuto" alla community, a fare una sorta do outing.
Ho sentito alcune persone che, come me, sono andate per la prima volta a Santo Domingo e da allora non ne possono più fare a meno.
Molti avevano già visitato altri paradisi tropicali ma una volta respirata l'aria dominicana hanno contratto una sorta di dipendenza.
Qualcuno di voi ci è andato?
E' normale che dopo un mese non riesco a togliermi dalla testa quel paradiso e chi ci vive?
Sono io che ci sono andato in un mio momento particolare oppure l'effetto è veramente sempre questo?
Chi può mi risponda.
Grazie