Come si dà una notizia del genere alla mamma?
A parte il dirti incinta, puoi sempre fare quel che feci io qualche centinaio d'anni fa: a 23 anni (e probabilmente 13 anni prima che tu nascessi, se sei nata nell'84), giusto dopo la prima laurea, mi arruolai nell'esercito israeliano e, per non annoiarmi, non mi feci mancare neanche una bella guerretta (quella del Kippur), poi andai in America e mi presi un master mentre pulivo i cessi di un albergo (e importunavo le albergatrici!), poi andai in Germania a suonare la tromba con una modella tedesca, della quale mi stufai dopo qualche tempo, ma rimasi li a fare ricerca. Poi decisi che era ora di tornare in Italia: ci stetti qualche anno, negli Ottanta, a cavallo tra Roma e la Toscana, il tempo di farmi 55 milioni di nemici. Tra le altre cose, entrai in Acea e ne uscii picchiando un direttore.
Poi mi trasferii in Francia, poi ancora in America dove ottenni un bel posto al MIT, ed infine mi ritirai ad insegnare in una università in Inghilterra. Dove ora faccio il pensionato e accudisco i miei due piccini.
Silvia, fossi rimasto in Italia, a quest'ora sarei stato un felicissimo barone universitario oppure il titolare di una bella azienda tessile: e sarebbe stata una bella vita "demmerda".
Potrei abbondantemente essere tuo padre: ti dico solo una cosa, che direi e spero di dire ai miei figli tra qualche anno. Buttati, lanciati: tutti noi abbiamo una marea di paracaduti, e manco ce ne rendiamo conto! Che spreco lasciarli li, a marcire...
Vivila, questa vita.