io vado un po' controcorrente. secondo me puoi far pagare pompei 20 invece di 13 e raddoppiare il prezzo di molti musei "top". ma i siti diffusi in modo capillare sul territorio, quelli fuori dai circuiti dei tour operators, che sono la stragrande maggioranza, dovrebbero restare gratuiti o quasi. tenerli integrati e fruibili per chi ci vive e' l'unico modo per preservarli. se aumenti i prezzi, secondo me, li uccidi. in grecia e’ uguale. anche in spagna moltissimi siti archeologici e musei off the beaten paths sono gratuiti o quasi. non so se altri paesi europei hanno la stessa situazione quanto a densità’ e capillarita' di siti/musei. la mia impressione e' che altrove e' tutto molto piu' accentrato.
E' vero che l'Italia ha un problema/non problema dovuto alla forte concentrazione di siti di interesse storico e archeologico. Pero' la gratuità sarebbe deleteria.
Cio che é gratuito non vale. Quindi non é interessante. Mi ricordo quando ero piccolo c'era il museo degli strumenti musicali dietro Santa Croce i Gerusalemme. Era gratuito e non ci andava mai nessuno. Posizionato tralaltro in una zona meravigliosa.
Io credo che il prezzo d'ingresso sia sempre necessario, e sia importante, anche, accompagnare i musei e i siti con opportunità di ricavi legati all'esperienza.
Mi viene in mente appunto il parco di Bomarzo. Meraviglioso, sorprendente, ma l'accompagnamento del visitatore era assolutamente inesistente. Guide limitate, mancanza di possibilità di pagamento con la carta di credito (era il 2014, magari é cambiato) e soprattutto mancanza di una libreria e uno shop alla fine della visita che sarebbe estremamente interessante e probabilmente redditizio. Non dico solo i souvenir e la paccottiglia ma anche la possibilità di saperne di più sui misteri del parco, sulla simbologia che ne ha ispirato la costruzione e altro. Quando andai io c'erano due libri in croce chiusi in una teca di vetro, per sfogliarli bisognava fare la coda al bar e la cassiera, tra un cappuccino e l'altro, avrebbe aperto la teca per venderti un libro. Ma come si fa ?
Per fare un esempio, vicino Parigi c'é Vaux-Le Vicomte, una dimora con giardino all'italiana che fece da esempio per Versailles. E' un sito molto bello ma un po' fuori mano, difficile da raggiungere per i turisti concentrati a Parigi. Pero' hanno sviluppato tantissime attività che arricchiscono la visita e la rendono speciale trasformandola in esperienza originale. Per i bambini, ma anche per gli adulti c'é la possibilità di affittare dei costumi d'epoca, c'é la visita la sera al lume di candela con guida. Un bambino al museo é difficile da gestire, se é vestito da paggetto o da damigella, é più facile coinvolgerlo in una visita delle stanze rinascimentali.
http://www.vaux-le-vicomte.comE questo anche in piccoli siti. A Beaugency, sulle rive della Loira a sud di Orleans c'é un piccolo castello come tanto nella zona. Nulla di eccezionale ma con il prezzo del biglietto si visitano le stanze dove ci sono attori che recitano il ruolo dell'alchimista medievale o del farmacista che mostrano semplici esperimenti con utensili d'epoca. Nulla di eccezionale, ma senti che il prezzo del biglietto, alto o basso che sia, ti porta qualcosa.
Di esempi come questi ce ne sono tanti.
I musei e i siti italiani fanno pagare i biglietti solo per entrare. Dovrebbero far pagare per "vivere" un'esperienza.
Se Nandoviola si lamenta del prezzo del biglietto ha ragione, perché in fondo non ha trovato corrispondenza tra il prezzo speso e l'esperienza vissuta.