Ragazzi, non sto andando via da voi. Sto andando via da me. E vi ringrazio profondamente per la bellezza che mi attribuite, ma io mi sento un mostro. Un mostro sfigato al quale resta solo sua madre. Sua madre che non sa di aver perso un altro figlio, perché questo mostro le sta facendo da scudo umano. E Carlo, ti sbagli: io non vinco mai. La mia vita è una pinacoteca di sconfitte.
Vorrei continuare a ringraziarvi uno per uno, ma non ce la faccio a scrivere. Faccio finta di parlare perché ho una madre da proteggere, mento continuamente in modo abominevole, non so che pezzo di merda io stia diventando. Sulla scrittura però debbo arrendermi: non ce la faccio più. So che si dice "quelli belli vanno via presto". Questa carogna invece è ancora qui e sono io. E mi tocca supplicare un dio sordo, cieco e muto di farmi sopravvivere per non far morire mia madre di dolore. Scusate, ora devo andare. Vi bacio tutti e fino a due minuti fa credevo di non avere più lacrime. Le ho ancora. Grazie per questi sedici anni bellissimi.