In memoria di Fabio Bellisario
Di tutte le cose che ha fatto e di quanto è stata importante Lazio.net nella nostra vita
LazioletterSe n’è andato, dopo lunga malattia, Fabio Bellisario, che per me rimane Orso.free, il nickname con cui lo registrammo su Lazio.net. Partecipò al forum con interventi appassionati, spesso intervenendo con lucidità su argomenti scottanti e divisivi, come quello della politica in curva.
Sempre, come riconoscono tutti, avendo l’intelligenza di ascoltare, che è una delle più grandi virtù. L’ho visto l’ultima volta qualche anno fa, quando venne con P. a trovarmi a San Quirico d’Orcia. Era un po’ in affanno, già malato, ma mi colpirono molto la sua voglia di esserci e le sue parole, sempre molto gentili e amichevoli nei miei confronti.
Non ho partecipato a Laziowiki per colpa mia: quando il progetto è partito ero in un momento di forte dissidio con gli altri della gestione di Lazio.net, nell’ambito del quale maturò poi la fase iniziale del lavoro.
Il ruolo svolto da Fabio fu determinante: la complessità del progetto, che a me pareva irrealizzabile, se non a costo di un impegno totale e massacrante, necessitava di una mente lucida, capace di pensiero e di progettualità, da mettere al servizio della qualità tecnica di G., l’uomo che sognava di vedere realizzato un wiki tutto laziale.
L’alchimia della parola scritta, che legava cuori appassionati, tipica di Lazio.net, fece il resto, e il progetto si mise in moto, senza targature, com’era giusto, perché la Lazio è al di sopra di ogni ristretto gruppo di persone che agiscono in suo nome.
Siccome i capolavori si staccano dall’autore, prendono vita propria e diventano di tutti, Laziowiki è il dono che Fabio ci lascia, mentre passa il testimone al gruppo di lavoro che c’è dietro l’enorme opera assemblata in questi anni. Figlia di una ricerca incessante e visionaria, che ha riscritto con precisione la storia di un sodalizio la cui importanza, come noi laziali sappiamo, va ben al di là dei destini sportivi di una squadra di calcio, anche se sono questi, poi, a unirci nel seguirne le sorti.
Non è stata l’unica grande cosa nata su Lazio.net, luogo virtuale che ha creato i presupposti per la nascita di tante belle storie di vita, alcune delle quali hanno inciso profondamente nel cuore della città di Roma e nell’esistenza di tante persone: penso a [...], che da lì nasce e costruisce crescita umana in un mondo che va in direzione contraria.
Di Fabio, per fortuna capitato su Lazio.net, resta l’esempio, la qualità della ricerca, la parola scritta, e soprattutto la passione disinteressata, agita in nome di un bene supremo che solo uno sguardo ristretto può ricondurre al semplice culto delle cose laziali, roba per appassionati di cimeli e vecchie foto in bianco e nero.
Il suo impegno segue lo spirito di quel gruppo di appassionati, che 125 anni fa fondarono la Lazio perché sognavano un mondo migliore, da realizzare anche col loro contributo fatto di azioni positive, di sguardo pulito, di desiderio d’inclusione.
Non ci dimenticheremo di Fabio, noi che l’abbiamo conosciuto.
Per chi non sa chi fosse e dovesse capitare su questo post, questa la pagina di Laziowiki a lui dedicata:
https://www.laziowiki.org/wiki/Bellisario_FabioChiudo riprendendo il bel messaggio d’addio scritto da Vincenzo Cerracchio, stimatissima penna laziale, che mi sembra giusto diffondere il più possibile.
Fabio e quel Sogno (realizzato) unico al mondo: LazioWiki
di Vincenzo Cerracchio
Non so se siano sempre i migliori quelli che se ne vanno.
So solo che quelli che se ne vanno avrebbero spesso ancora molto da dare, d’importante, addirittura di unico.
Sono coloro che passano nella vita di tante persone in punta di piedi e un po’ la cambiano, sorretti da un sogno, da un ideale, da un palpito. Instancabili, di un amore inguaribile.
Vorrei raccontarvi di Fabio.
A modo nostro, mio e suo: ovvero senza retorica.
Vorrei raccontarlo a chi non lo ha conosciuto per niente, o lo ha preso di sguincio, di traverso, e quindi non può averlo capito.
Vorrei raccontarvi di un pomeriggio come un altro, seduto io alla mia postazione della redazione sportiva di via del Tritone, quando mi annunciarono dabbasso che c’erano quattro persone che volevano vedermi, parlarmi di un progetto.
Ho lavorato tanti anni in Cronaca di Roma. Sapevo che poteva capitarmi chiunque. Ma il giornalismo è ascolto prima che bello stile.
In quella delegazione, mi dissero una volta trovate quattro sedie per farli accampare, non c’era chi contasse di più. Ma c’era un uomo più alto di tutti di una spanna, orso e un po’ orso (questo me lo disse lui stesso che sui pochi Social di allora si autoidentificava come Orso.free), orso buono gli si leggeva in faccia, ghiotto di un miele dai tanti retrogusti: cultura, garbo, passione, storia…Lazio.
Sapete cosa volevano?
Forse lo avrete intuito, se solo una volta siete entrati in “LazioWiki”: volevano raccontarmi di un’Enciclopedia della Lazio, intesa come Società Sportiva (non solo di calcio vive l’uomo…) allora appena centenaria, che stavano scrivendo e mettendo in rete. Nel farlo, aggiunsero, ogni tanto ma piuttosto spesso, scoprivano qualcosa di inedito. Ma di nuovo per davvero! Non riesumazioni di vecchie notizie o piccole curiosità…
Non so perché scelsero me. Colsero nel segno, perché non tutti, tra i giornalisti intendo, hanno la mia curiosità, l’attenzione ai particolari, al minutaggio di un tabellino, all’esclusività di una maglia, all’evoluzione di un primato. Lo dico senza presunzione, visto che è anche l’età purtroppo a certificarlo: io sono un tifoso della Storia dello sport e in particolare di ogni storia che riguardi la Lazio.
Sono stato strafortunato a imbattermi in loro, in “quelli anonimi di LazioWiki”. A loro ho restituito un po’ di visibilità sul Messaggero e ho dato, una volta in pensione, un tantino di collaborazione, quanto basta per sentirmi ancora di famiglia.
Però ascoltate…Quando mi hanno illustrato il loro progetto editoriale, comprensivo, per ogni disciplina sportiva, di tutte le biografie di coloro che hanno vestito, anche solo da dirigenti oppure di passaggio, la maglia biancoceleste; di tutte le date, dei tabellini anche dei match amichevoli, delle giovanili, e delle relative classifiche; delle gare podistiche, di pallanuoto, di canottaggio, di ciclismo…di tutto dal 1900 fino a oggi e in continuo aggiornamento, anche ora mentre scrivo… Beh, mi sono detto: sono piacevolmente pazzi, probabilmente illusi, forse dilettanti allo sbaraglio.
Che ci guadagnerete? Ho fatto capire.
Nulla. Casomai ci rimettiamo. Di tempo, tantissimo. Di soldi, perché ci autotassiamo per le spese del sito, per le nostre ricerche. Lo facciamo per noi. E noi siamo i tifosi della Lazio. Non c’è nessun altro al mondo che lo abbia mai fatto e forse mai lo farà per un club sportivo così largo e longevo. Immortale.
Non erano e non sono mai stati più di una decina, quelli di LazioWiki.
Fabio è stato sempre il loro Presidente. Che fosse in carica o marcasse solo temporaneamente visita per quel male inesorabile che non lo ha mai vinto.
Non so cosa sia stata per lui l’amicizia, che ci siamo scambiati pian piano, superando l’iniziale soppesarsi, come succede in età matura. So di avergli fatto leggere in bozza i libri che ho scritto, perché di pochi mi interessa il giudizio, ma tanto del suo. I miei libri ambientati a Roma, di cui lui è stato cultore e padrone: architetto, professore stimatissimo di liceo classico dove la Storia dell’Arte conta se riesci a farla comprendere e quindi amare, esperto di usi, costumi, perfino toponomastica.
E, di converso, so quanto mi sia piaciuta la reciprocità. Dei suoi tanti libri, tutti magnifici e che consiglierei a chiunque, anche a chi non sa cosa sia la Lazio, che mi ha fatto leggere in anteprima con un gusto di profumi inediti che non so spiegarvi.
Gli ho dato qualche consiglio. Ho scritto una prefazione per lui. Lui è stato un correttore eccezionale, poi ha presentato tutti i miei libri, sempre al mio fianco.
E’ stato il nostro modo di volerci bene, di manifestarci la stima.
Ci siamo raccontati molto al telefono, della nostra quotidianità e di quanto ci accadeva intorno. Ogni volta che ci siamo incontrati è stato con allegria e partecipazione. E tu avevi un racconto sempre in bocca, il miele per le mie orecchie.
Non eri un orso, Fabio.
Solo che mi avevi promesso ancora un caffè, di cui forse non avevi più voglia…
Di cui adesso non ho più voglia neanch’io.