La stabilità emotiva di Zoppo è messa a dura prova dalla Lazio. Ormai sta raggiungendo dei livelli di acidità e instabilità assurdi. Ieri insieme alla Lazio, anche il nostro amatissimo netter ha toccato il fondo.
Già prima della partita lanciava qualche segnale di instabilità. Lo chiamo per chiedergli se fosse nei pressi dello stadio e la sua risposta è stata : “sto sotto la pioggia, ci vediamo dentro” clic. Una volta era un ragazzo pieno di premure, ora anche un “ciao, come stai?” è una chimera.
Ma è a fine primo tempo che si consuma il dramma.
“Zoppo, ci facciamo una birra?” Egli risponde, con un tono che ho sentito solo da alcune ragazze alle quali proponevo un’uscita romantica , con un sorprendente e ingiustificabile “ma che cazzo stai a dì?”
Interdetto mi avvio al bar pensando a quali significati nascosti ci possano essere nella frase “ci facciamo una birra”.
Incontriamo un noto netter, non proprio giovanissimo, che infatti si definisce “diversamente giovane”. Udendo queste parole Zoppo è incontenibile, e pieno di una rabbia ingiustificata si inserisce nel placido dibattito con un “No, tu sei diversamente c.oglione”. Il netter commenterà in seguito con un triste y solitario “questa non me la meritavo”.
Più preoccupati per Zoppo che per il campionato della Lazio viviamo il secondo tempo annuendo ad ogni sospiro del sempre più claudicante Zoppo. Egli vive gli ultimi venti minuti sbraitando contro ogni essere animato del distinto, facendo analisi degne del peggior Biscardi. Qualcuno, ignaro dello stato psichico del nostro, abbozza qualche risposta, ma egli è un fiume in piena.
A fine partita viene proposta una cena consolatoria. Zoppo ci comunica di essere reduce da una brutta influenza intestinale. Cogliamo questa opportunità per dimostrargli tutto il nostro affetto e gli chiediamo di esporre le sue preferenze per il pasto. Egli non risponde, ma noi insistiamo per far scegliere lui (proporgli un Kebab ci sembrava una cattiveria dai risvolti estremamente pericolosi). Egli sbotta: “Oh, me state a infastidì, dove volete, tanto non mangio niente”.
Arriviamo un po’ per caso in una trattoria che presenta nel proprio menù dei salubri spaghetti al pomodoro, ma Zoppo chiuderà la serata con due porzioni di fettuccine ai funghi porcini, lo guardiamo….ci guardiamo, ma nessuno ha il coraggio di mandarlo dove meriterebbe.
Cara Lazio, fallo per Zoppo….rialzati.