Bel topic.. Avevo letto anche io il post di Tarallo e ho avuto, direi a questo punto, una sorta di premonizione.. "RG-Lazio potrebbe aprirci una discussione"

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Come Fiammetta, molte volte ho rifiutato la mia nascita. Questo sentire mi ha portato di conseguenza a riflettere sulla mia esistenza, sulla vita e sulla morte.
Parto da una posizione razionalmente agnostica (o almeno ci provo), più per cercare di mantenere la mente aperta e ricettiva anche ad altri tipi di pensiero (e per non troncare sul nascere il dialogo) che altro.
Di pancia invece, concepisco la morte e vivo la vita in maniera atea.
Quello che ho imparato è che il mio approccio agli stati dell'essere e non essere sono molto liquidi. L'età innanzitutto è un criterio fondamentale nella loro percezione, lo stato d'animo poi, può prendere il sopravvento sulla parte razionale, che prova invece a dare equilibrio sul tendere verso uno o l'altro;
il vissuto di quello che è vicino e lontano da me, stimola continuamente questa percezione.
Gli output insomma.. Non sono sempre gli stessi, nonostante una scala di Valori interni, in questa fase di vita, abbastanza definiti.

La vera costante (su questo mi rispecchio nelle parole di Termopiliano) è la paura (fottutissima) del processo. L'unica morte "dolce" che conscepisco è quella in cui non ho coscienza del "morire".
L'istinto di sopravvivenza (aspetto biologico) è un [...] maledetto, in certi casi.
(Molto molto bella la storia di Kirillov ne "I Demoni" di Dostoevskij).
C'era invece una serie o un film, che non ho visto, che tratta l'aspetto "certezza di un'aldilà", dove l'unica cosa che so, è che la gente (penso mossa da varie motivazioni) comincia a suicidarsi in massa.
Completamente d'accordo con la visione di morte come concetto politico di RG soprattutto in chiave di gestione della vita.
La mia idea è che uno Stato (forma che comunque andrebbe superata), come obbiettivo principale, dovrebbe avere quello di fornire la base per poter sviluppare un'esperienza di vita soddisfacente per gli individui( non ho usato il "tutti', sennò Fat Danny si arrabbia).
Questo come prima istanza. A cascata l'enorme, pieno di contraddizioni, resto (avremmo tutta la vita per discuterne!

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