è sempre difficile dire o scrivere q
uff
è sempre difficile dire o scrivere qualcosa su un fatto così personale come una perdita, un dolore
mio padre è morto a marzo, in pieno lockdown, non covid ma cancro: 5 mesi e via
ho due immagini fisse: il decadimento i.n.f.a.m.e. e progressivo e la solitudine dell'addio in un momento di stop generale
paradossalmente, la seconda immagine rende la prima più digeribile
tutta la vita di mio padre è stata un tenersi in disparte:
nell'affresco era una delle figure di sfondoquindi, alla fine, morire è stata una cosa intima, senza clamori, senza ipocrisie
sul vuoto, non so che dire
indubbiamente c'è, anche se la civiltà della cremazione ci ha restituito un'urna muta alle nostre battute e rievocazioni
ma io ero stato previdente già da prima, segnando una serie di limes più o meno invalicabili e custoditi dalla mia fermezza, che partivano dal voler essere altro piuttosto che lui ed arrivavano a voler mettere degli ammortizzatori in caso di rapida caduta, che poi c'è stata
c'è molto di irrisolto, certo
nel frattempo, devo elaborare e gestire una perenne sensazione di ansia e reflusso
sono un padre attempato, a differenza di mio padre che mi ebbe a 21 anni
fra alti, pochi, e bassi, innumerevoli, ha cmq avuto i suoi figli vicino per 50 anni
io, al solo pensiero di lasciare di botto mia figlia, rasento il panico consapevole che a settembre dovrò iniziare a lavorarci su, su 'sta cosa, altrimenti non se ne esce