Verso i 25 anni, con alcuni compagni di liceo avemmo la bizzarra idea di creare una squadra di pallanuoto. Uno di noi aveva giocato con la Lazio nelle giovanili e noi tutti nuotavamo bene. Nessuno ci aveva spiegato che nuotare bene e giocare a pallanuoto sono due cose diverse.
Comunque la squadra la facemmo e trovammo anche l'affiliazione con un club di nuoto, credo il Monterotondo, che ci dava soltanto il nome e la possibilità di partecipare al campionato più basso della pallanuoto. Ci si allenava alle Magnolie a Via di Grotta Perfetta e si giocava alla centro federale di Fiano Romano. Io, forse avendo capito prima degli altri che giocare davanti era impossibile decisi di fare il portiere. Alla prima di campionato dovevamo incontrare una squadra che aveva un nome che era tutto un programma. Accademia di Salvataggio. Noi, venticinquenni ancora in piena tempesta ormonale e orgogliosi come tartari in difesa di Ulan Bator vedemmo arrivare un gruppo di quarantenni, quasi cinquantenni, la maggior parte ventripotenti e canuti che sembravano arrancare un passo dopo l'altro. Avemmo quasi una minima forma di pietà nei confronti di questi "vecchi" che osavano sfidarci.
Fu un massacro.
Presi, in meno di 40 minuti, 29 reti.
L'unica parata la feci col volto e chi ha giocato a pallanuoto sa che prendere una pallonata sul volto a pallanuoto é giusto un gradino sotto, in termini di violenza, all'essere placcato dall'intera prima linea degli All blacks nel rugby.
Alla fine della partita scoprimmo che i vecchietti erano ex giocatori professionisti tra cui si celavano anche qualche ex campione d'Europa.
Il seguito del campionato ando migliorando. Vincemmo anche qualche partita, grazie ad alcuni rinforzi che l'unico di noi che aveva già giocato aveva convinto ad aggiungersi a noi.
Contro l'accademia di salvataggio, al ritorno, facemmo un figurone prendendo solo 16 reti e segnandone anche 4 o 5. Feci anche un paratone da un tiro ravvicinato che, ancora oggi, ricordo come una delle cose di cui vado più fiero nella mia vita sportiva.
Tra le curiosità, un giorno, prima di una partita, comincio' a piovere (si giocava all'aperto) e noi chiedemmo all'arbitro se fosse prevista la sospensione del match.
Lui ci rispose "Ma perché ? Avete paura di bagnarvi ?"
L'anno successivo non ripetemmo l'esperienza.