Fine anni 80 o inizio anni 90 non ricordo bene. Torneo di calcetto in un paese vicino, due Lazio club e due escrementi club. Perdiamo la nostra semifinale 4-3 contro gli escrementi padroni di casa, che si erano portati l'arbitro da casa ma in verità perdiamo a causa di una mia cappella nei minuti finali, dopo esserci mangiati l'impossibile. Finalina con il Lazio club locale, che non si presenta per polemica contro l'arbitro del torneo che a loro dire avrebbe causato la loro sconfitta in semifinale. Lo spurghi club organizzatore, con un gesto di cortesia, si dà da fare per andare a chiamarli casa per casa e convincerli a venire a giocare, se non altro per evitare che noi facessimo il viaggio fin lì inutilmente. Alla fine riescono a trovare 5 persone e la partita si gioca. Anche noi siamo 5 contati e con una formazione di fortuna perché persa la semifinale i più forti dei nostri perdono interesse e di defilano.
Si arriva ai rigori. Finiti i 5 si ricomincia il giro perché siamo in parità. Intanto era arrivato un discreto pubblico per la finale. Mi tremano le gambe, più che altro per la possibile figuraccia davanti tutta quella gente, ma riesco a piazzare i miei due rigori all'incrocio spiazzando il portiere. Ancora oggi non mi so spiegare come. Alla fine uno di noi sbaglia il suo tiro e tutti a casa, con una coppetta che ci consegnano alla svelta prima della finale.
Di ritorno al paese siamo andati in giro a brandire quel trofeo praticamente dappertutto, quasi avessimo vinto la coppa dei campioni. Quarti su quattro ma molto felici.