Laddove nelle radici della storia delle filosofia il Pessimismo fa la parte del leone, con Kant, Schopenauer e von Hartmann a scriverne a fiumi e a tesserne le lodi, soltanto la psicologia moderna, in particolare con Seligman, ha cercato di dare all'Ottimismo pari dignita'.
Il Pessimismo ha sempre vinto, in quanto la vita intesa come ricerca di soddisfazioni rende il successo un evento negativo, cioe' una assenza di dolore, quel dolore che permea l'esistenza umana in tutte le sue forme non-soddisfatte. Una specie di status di default.
Sul forum la domanda non dovrebbe essere "chi ha ragione?". E' stato provato che ottimismo e pessimismo gocano un ruolo esattamente identico nella psiche dei due gruppi di persone descritti nel titolo del topic. Ciascun gruppo usa la sua forma (l'ottimismo gli ottimisti, il pessimismo i pessimisti) per sentirsi meglio di fronte alle difficolta' della vita. Ciascun campo ha il suo diritto e motivo di esistere, questo e' universalmente accettato, e quindi la sparizione ipotetica dell'uno o dell'altro lascerebbe meta' dell'umanita' senza mezzi per affrontare le sofferenzed quotidiane.
La domanda, piuttosto, dovrebbe essere "a che servono?". In teoria l'ottimismo da' forza e speranza, che aiutano a superare le difficolta' (in realta' pare che questo sia vero pure per il pessimismo), mentre quanto meno sceglie di ignorare i rischi che invece il pessimista identifica con grande abilita', aiutando a preparare il terreno per sconfiggerli e superarli. Questo quando sul futuro si ha un ruolo attivo, come accade nella gran parte degli eventi personali. Ma quando questo futuro e' completamente fuori dal nostro controllo, laddove l'ottimista realista (conscio dei problemi ma fiducioso della possibilita' di superarli MALGRADO la loro presenza) infonde speranza, energia e buonumore, il pessimista empirico HA ROTTO ER CAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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