Non saprei dove scriverlo, anche perché il mio non è uno sfogo, ma solo uno spunto di riflessione su una cosa paracalcistica che mi ha un po' stupito.
Avete letto della squalifica data a Curto per un episodio di razzismo?
Posso dire, senza beccarmi insulti (sono invece gradite spiegazioni), che non ne colgo fino in fondo i presupposti?
Per chi non avesse letto, la faccio breve ma aderente ai fatti: Curto, rivolgendosi ad un compagno di squadra dopo una mezza rissa in campo, si è riferito ad un avversario sudcoreano dicendo "Lascialo perdere, si crede Jackie Chan".
La mia perplessità è: come può l'aver stabilito una connessione tra una civiltà molto evoluta e universalmente ben percepita (quella sudcoreana) e un personaggio anch'esso percepito come positivo (una star hollywoodiana), anche se con intenti di dileggio, configurarsi come razzismo?
Se ad un inglese dicessi "Ti credi Hugh Grant" o ad un francese "Ti credi Alain Delon" o ad un afroamericano "Ti credi Denzel Washington", sarebbe razzismo? (forse quest'ultimo esempio è il più centrato, anche se nei confronti degli afroamericani il sentimento non è diffusamente benevolo).
La cosa che mi viene in mente è che, non essendo lui coreano ma di honkgong, sia stato preso Jakie Chan come "tipo" asiatico per rimarcare una diversità?
E quindi, se dicessi ad uno scandinavo "Ti credi Chris Hemsworth" (che non è scandinavo ma ormai per molti ne incarna il tipo, come Chan con parte degli asiatici), sarebbe razzismo?
Intendiamoci, è sicuramente dileggio, non ci piove, ma è un dileggio razzista?
No insulti, solo opere di bene.