C'è un utente, del quale non farò il nome, che è stato sospettato essere un bot. Ammetto, è un pensiero che ho avuto anch'io.
Troppo poco umano, mi sono detto: la tempistica degli interventi, da macchina che riceve degli input; l'incoerenza delle opinioni, modellate in base ai risultati della Lazio; la forma, post che sembrano prestampati, impersonali come tweet, o seducenti-aggressivo-pubblicitari come le fascette dei libri.
Ma è veramente così? Possibile che sia così?
Ora, io che ho lavorato nel porno vi dirò una cosa: sì, penso sia possibile. Ma è possibile anche che si tratti di un umano talmente omologato da risultare indistinguibile da una macchina (s'intende, all'occhio umano).
Ed è pur vero che in un certo senso tutti noi umani possiamo essere visti come delle macchine, ma tronco qui il discorso perché ci porterebbe in territori che non voglio esplorare.
Torniamo al porno, che è il motivo per il quale la maggior parte di voi sta ancora leggendo (così immagino, non dite di no).
Insomma, io che ho lavorato nel porno, anche se diversi anni fa, un'idea ce l'ho. I fatti: una mia casta e cattolica amica, giornalista, mi aveva procurato un lavoretto come animatore di un forum porno. Avevo a disposizione quattro-cinque nomi utente, e il compito ogni giorno di scrivere un tot di commenti. Il mio lavoro serviva a dare l'impressione ai pochi squallidi frequentatori che ci fosse movimento, circolazione di idee, vita, attività.
Perché ne parlo? Perché mi diverte e perché la mia piccola esperienza mi fa ritenere plausibile la presenza di un bot su Lazionet. Con questo non intendo dire che la signorina Lazionet abbia inserito un bot, non mi permetterei mai.
Un bot è più efficiente e costa meno di un umano. Poi, per quale motivo vengano usati, mi è difficile dirlo. Creare attenzione, traffico, aumentare le possibilità che un anziano clicchi su un banner pubblicitario, vai a sapere.
Un altro elemento che trovo interessante è l'effetto paranoia, cioè il pensiero, di più, la convinzione che dietro i commenti di un utente non ci sia un essere vivente, ma un programma che li genera in base ai miei comportamenti, ai nostri, ma soprattutto ai miei di me medesimo io, voglio soffermarmi sulla sensazione di onnipotenza che si prova all'idea che l'utente bot, sia pur indirettamente, filtrato, sia un'espressione di me.
Faccio un esempio, prendiamo il quiescente Tarallo. Chiedo scusa a Tarallo se lo nomino, è che mi diverte farlo e poi è un utente che conosciamo tutti (ma lo conosciamo davvero? Sì, alcuni dicono di conoscerlo, anche se io non l'ho mai visto, quindi non esiste. No, aspetta, il quindi non lo puoi usare. Ciò non toglie che potrebbe non esistere, essere un bot, o esistere e non scrivere più perché ce l'ha con me, anche se io non gli ho fatto niente. Lo dici tu. Cosa? Che non gli hai fatto niente. Sì).
Sensazione spaventosa, e inebriante.
Ora, abbiamo elementi sufficienti per ritenere che Tarallo non sia un bot, non è qui la questione. Ma noi pornolavoratori, nevvero, spazzini di internet soppiantati dagli algoritmi, vorremmo poter credere che almeno uno dei mille complotti, non orditi ma pensati, sia autentico, che gli oggetti si predispongano nello spazio a misura della mia volontà, oppure per contrastarla, per farmi un dispetto, che ogni cosa esistente, esagero, sia riferita a me, altrimenti non esiste. Abbiamo bisogno di una fede nuova, di falsità più sofisticate, verità più veritabili. Dateci da mangiare, vi prego. È la fame che mi fa delirare, non è vero che sono partito per la tangente e adesso non so più trovare la strada di casa. Vivere è complicato e nessuno mi capisce.