Scusate se intervengo così dal nulla, forse a sproposito, forse in maniera inadeguata. Sono un tifoso del Bari che ha una grande ammirazione per Roma e la romanità, e trovandomi in una posizione esterna, del tutto neutrale, mi è facile prendere in simpatia una squadra non detestando mai l’altra. Leggo spesso un altro forum della Lazio, alla quale però non sono riuscito a iscrivermi, e ho scritto anche su forum della Roma, semplicemente per immaginarmi nella Capitale. Abitando a Bergamo, capirete bene che è facilissimo per me non schierarmi, è un gioco da ragazzi contemplarvi e prendere ispirazione: Roma mi ricorda sempre che sono vivo, mi ricorda la differenza tra vivere e morire.
Detto ciò, volevo solo dirvi che a più di un mese di distanza, sono rimasto ancora abbastanza turbato. Quella domenica mentre giocavate ero al cinema, il film mi piaceva assai, e da quando ho visto quel risultato finale mi sembrava che il film scendesse sempre più di livello. È tutta una discesa, è una concatenazione di cadute, sempre più in basso: si scende, si scende, si scende.
La partita stregata dell’andata di Milano contro l’Inter; il delirio all’Olimpico contro il Torino; la mano di Cutrone dopo la traversa di Luis Alberto; il fallo su Leiva di Benatia; quel quarto d’ora di follia a Salisburgo e tocca vedere gli altri sfidare un battibile Marsiglia; Luis Alberto, Parolo e Immobile s’infortunano; Caicedo a Crotone davanti al portiere fa la finta invece di piazzarla e poi poco tempo dopo prende la traversa; la punizione di Milinkovic sull’1-0 va contro il palo; quelli segnano su tre calci da fermo, due angoli del cazzo e un rigore: il film finisce, e a me sembra di aver visto tutto ciò, anche se in un ordine sfasato e rappresentato in maniera incompleta, non essendo tifoso biancoceleste.
Quello che mi fa ancora più innervosire è il non sapere perché non esce sul maxischermo il nome del regista: chi è che fa scendere, chi è che sta scavando? Lotito perché in panchina fa sedere Di Gennaro facendo fare 876464 minuti a Leiva?
Non lo so dire, uscito dal cinema so che si avrà a che fare con tanti interisti e non, faccia a faccia e sui social, e partirà la solita angosciosa cantilena, in cui l’angoscia viene sia da fuori, dai suddetti, sia dalla propria capoccia tormentata: è sempre pazza Inter; i soldi stanno a Milano; dalla Lombardia in giù non si può mai fare niente, si vince sempre sopra; hanno giocato di merda per tre quarti di campionato eppure ci arrivano loro, eppure i punti sono uguali; no, non sono uguali, quelli della Lazio dovevano essere di più, anzi, anche quei 72 se li guardi bene in faccia valgono di più. E prima di andare a letto, se il cielo ricorda che De Vrij è l’ennesimo che lascia Roma per andare a giocare lì, perché lì si vince, ti pagano bene e funziona tutto meglio, pure Dio dice che si trova meglio da quelle parti, riesco ad addormentarmi solo perché so che il cielo sta bluffando, me lo dicono Sora Lella, Mario Brega, Enzo Carella e soprattutto Lucio Battisti.
Non credo scriverò ancora, da nessuna parte, mi fermerò a questi pensieri, ci tenevo tanto. Penserò soltanto a stare male per il mio Bari.
Cari saluti da chi vuole vedervi in alto.