Non so quando è successo ma ad un certo punto della mia vita ho maturato l’idea che le scarpe marroni mi facessero schifo.
In passato ne ho avute, penso.
Dopo molto tempo, convinto di aver messo a fuoco il problema e concluso che era solo una mia fissa, me ne compro un paio da abbinare ad un vestiario tendente a quel colore.
Ieri c’è stata la prova del nove.
Mi vesto e metto le scarpe, scendo in garage, salgo in macchina e complice anche il solito sonno, vado al lavoro senza farci caso.
Arrivato lì scendo e mi incammino brevemente verso il bar per la colazione.
Ho percepito fin da subito, camminando alla luce, che c’era qualcosa che non andava, un fastidio, la solita routine era più fastidiosa del solito.
Mentre mordevo il cornetto al bancone, mi cadono gli occhi sul pavimento: giù in fondo, alla fine di me, c’erano un paio di scarpe marroni.
Vero! So’ le mie!
Da quel momento in poi mi sono solo preoccupato di portarle fuori da lì il più velocemente possibile ed arrivare in ufficio per decidere poi il da farsi.
La giornata storta non era dovuta alla Lazio sconfitta come frettolosamente derubricato, il problema erano le scarpe.
Arrivato a questa conclusione mi incammino verso il lavoro cercando di dominare il timore di inciampare da qualche parte.
Perché da quel momento in poi tutto il mondo era invisibile, vedevo solo uno che camminava con i miei piedi, uno con le scarpe marroni lucide.
La camminata stessa era innaturale perché condizionata, sembravo una papera con le scarpe, o un tricheco.
Sono pure inciampato alla fine.
La scarpa marrone metteva in luce tutti i difetti della mia andatura.
Più facevo finta di ignorarle e più vedevo due spuntoni marroni che mi mulinavano sotto gli occhi.
Ho lavorato 12 ore con due protesi ai piedi, questa la sensazione.
Non mi sono abituato, ho concluso la giornata giurando a me stesso che mai avrei più indossato scarpe marroni.
In passato mi è successo con una giacca avana.
Convinto mi piacesse la indossai, ma alla luce del sole mi sentii come se un animale mi fosse saltato addosso e me la caccia di corsa buttandola in macchina.
Uscendo ieri sera ho chiesto alla guardia giurata che numero portasse, perché purtroppo mi andavano strette e se aveva qualcuno a cui regalarle.
Questa mattina gliele ho portate con tutta la scatola.
Ora ho le scarpe nere e tutto è tornato normale.
Quando morirò vorrei le scarpe rigorosamente nere, non c’è nessun dubbio che lo faccia presente a chi di dovere prima di esalare l’ultimo respiro.
“ mi raccomando…le…le…le”.
Forse meglio se glielo dico prima.