No devo dire che questa visione del cosa si mangia come ambito strettamente privato non mi convince.
Anche a me.
Ci sono giocoforza implicazioni a livello sociale-economico: il consumo (eccesso) di alimenti animali sono direttamente correlati ad un aumento di tutta una serie di patologie che incidono sulla spesa sanitaria ed oltre hanno anche un forte impatto a livello ambientale, in quanto ad emissioni, consumo del suolo, consumo di acqua (problema non indifferente che con la crisi climatica sarà sempre più grave). Qui non si tratta di colpevolizzare Adler che si mangia la sua fiorentina se, se ne mangia una al mese, il problema sono i paesi industrializzati che hanno un consumo procapite doppio di carne rispetto a quelli in via di sviluppo. O gli stati uniti che ne consumano quasi 4 volte tanto procapite. Se tutto il pianeta avesse un approccio al consumo come gli usa saremmo al collasso, vedete da voi che è una situazione non sostenibile.
Continuare a far finta di nulla non risolve il problema.
La questione delle proteine animali dagli insetti: avevo letto due cose non ricordo dove ma c'era effettivamente un saldo estremamente positivo nel rapporto tra proteine prodotte e risorse consumate rispetto a proteine animali, derivate da allevamenti di carne intensivi. Oltre a quello che sembra essere un altissimo livello nutritivo: 60-70 gr di proteine su 100 gr di prodotto, grassi praticamente insistenti, più tutta una serie di elementi importanti, ottimi per lo sviluppo e il mantenimento osseo. Certo c'è da superare una barriera culturale non facile, problemi di natura climatica: allevamenti di insetti destinati all'alimentazione umana necessitano di temperatura ambientale mediamente alta e costante, con conseguente consumo di energia, se impiantati in zone con clima continentale europeo.