Ho fatto l'albero di Natale, faccio tutto il resto contro voglia e mi sono detta: "perché no?"
L'ho fatto dopo il presepe, ovviamente. Il mio presepe ha 4 magi, il quarto sono io, che sono la regina del basilico e lo porto in dono a piene mani.
Mio papà adorava il presepe ed era agnostico e anticlericale fino al midollo. Ricordo una me piccolissima passargli i pastori, le pecore, l'angelo. Il nostro era un presepe povero, c'era la grotta e tutto il resto era muschio, cielo stellato e figurine al freddo. Il privilegio di aver avuto due genitori che sono stati poveri è una grazia che ti accompagna per tutta la vita, perché capisci cosa è davvero importante. Ricordo le mani brune di mio padre, il suo sorriso quando si voltava a guardarmi, un sorriso che mi ha accompagnata tutta la vita, finché se n'é andato. Ma questa è un'altra storia.
Due anni fa, il nostro terzo genitore (mia zia) si alzò alle 5.00 di mattina e sorda a ogni mio richiamo di lasciare a me lo smontaggio dell'albero, in due ore, aveva già imballato due scatoloni. Stava morendo e lo sapeva. Non avevo mai capito perché avesse quella fretta, ma oggi aprendo lo scatolone, ho visto che in cima c'era una calza che recava la scritta: "Per sempre con te".
Io ci conto, zia.