Non farne una questione personale...La parte in neretto é l´idea sbagliata e folle e non ci preoccupiamo delle conseguenze pratiche e materiali sul medio e lungo termine di tale idea.
Ribadisco, non ne fare una questione personale perché in fondo anche io non faccio poi tanto diversamente.
Questa prospettiva presuppone una guerra (sociale) per la moto e soprattutto non si cura degli effetti della moto sul mondo.
Insomma stai dicendo che ti disinteressi degli altri e del mondo (ps. Tarallo... vedi che la legacy ecosicale scontata non lo é affatto) e lo trasmetti difatto anche ai tuoi figli.
Dici di non avere la competenza per lavarti le mani...e invece mio caro le competenze per capire le abbiamo eccome. Quello che ci manca é il coraggio, la critica e anche il cuore. Siamo dei fottuti egoisti. Impariamo a dirci la veritá.
Ribadisco ancora una volta: il mio vuol essere un discorso critico non moralista, perché non faccio diversamente da te e anche se fosse, non sta a me giudicare. Si prova ad analizzare criticamente.
Ci sarebbe un altro punto piuttosto interessante. Con la scusa del preccuparsi dei nostri figli, li stiamo incarcerando in un sistema di controllo senza precedenti. Un mese fa ho avuto una discussione piuttosto accesa con una famiglia che posizionava un dispositivo di tracciamento nello zainetto della
propria bambina (lavoro in materna). Tracciati da 3 anni. Senza parlare del fatto che i bambini passano da un tutor all´altro. Dalla scuola, al doposcuola per poi passare all´associazione sportiva, sempre con un adulto a monitare/proteggere i loro comportamenti. Non abbiamo piú bisogno di apparati di sorveglianza perché siamo noi stessi operatori di sorveglianza. Marinare la scuola per un bambino oggi equivale a scappare da una prigione di massima sicurezza. Con la scusa di proteggerli li stiamo negando ogni spazio di libertá. Non riesco a prevedere i rischi ed effetti psico-sociali di una generazione perennemente sotto sorveglianza/tutoraggio.
Segnatevi queste parole, tra 15 anni non mi sorprenderá la crescita esponenziale di suicidi, patricidi/matricidi, atti di vandalismo/terrorismo fino a se stesso da parte di under 20 e under25.
Oppure alcuni riusciranno nell´alleanza impossibile con i dannati della terra e allora i fuochi saranno politici e brucieranno il nostro miserevole mondo.
Niente di personale, anzi, ho apprezzato tanto il tuo spunto di discussione iniziale quanto la tua risposta.
La doverosa premessa è che , come penso si fosse capito dal mio post precedente, io considero la presenza dei genitori fondamentale nella fase di sviluppo.
E no, nessun livello di monitoraggio potrà mai supplire ad un rapporto onesto e sincero, almeno per quanto mi riguarda.
E di cazzate ne ho fatte, perchè ne ho fatte, come tutti, penso.
Io, ad un certo punto, se volevo fare buca mi bastava fingere di entrare e poi andarmene in giro, certo, i professori avrebbero chiamato a casa ma non avrebbero trovato nessuno, ggforme, ma quello lo facevo perchè non la trovavo stimolante, perchè avevo capito che mi bastava applicarmi il minimo per prendere il 6, nella vita questo approccio non funziona però.
I miei genitori hanno dedicato al prossimo, per ragioni lavorative, caratteriali e umane su cui non mi dilungherò, una infinità di tempo, e, fuori dai denti, ritengo che al netto di tutto ci abbiano perso, sotto svariati aspetti, non necessariamente limitati all'aspetto economico (anche se...) ma proprio a livello di impatto che questa loro dedizione ha comportato sia su di loro, individualmente, che sul nostro nucleo familiare, in senso esteso.
Quindi la prima cosa che mi sono detto è "non voglio vivere così", troverò la mia strada, "perchè si".
Io però, il tempo con loro l'ho recuperato come sono finalmente andati in pensione, perchè per un motivo o per l'altro, il tempo in famiglia erano le mattine che mamma ci accompagnava a scuola, o ci spiegava come costruirci un metodo di studio nostro, e i momenti passati allo stadio con papà.
Qualche cena, di rado, pure, ma o mamma o papà lavoravano, però quando stavano assieme stavano bene e questo penso ha influito positivamente su di noi, oggi il 90% delle coppie sono iper litigiose o si rompono in pochi anni, con gravissimo impatto sulla stabilità degli eventuali figli.
Poi mi hanno spiegato cosa li motivava ai sacrifici fatti, mi hanno dato una educazione che mi porterò sempre dentro e che spero di essere in grado di trasmettere.
Tra questi vi erano valori come responsabilità, giustizia e altruismo, ma io percepisco il mio dovere innanzitutto verso la mia famiglia, gli altri vengono dopo, ovvio che saranno standard arbitrari e personali, che non possiamo farci carico dei problemi del mondo, non perchè me ne disinteressi, ma perchè sono fuori scala per noi.
Poi non toglie che mi faccia piacere poter aiutare, quando e dove possibile, tipo per il treno deragliato in Ohio a febbraio o l'alluvione in Emilia-Romagna (siccome mia madre è di quelle parti e i miei nonni ancora vivono da quelle parti), gocce nell'oceano, va detto, ma se non potessi permettermelo, o se dovessi toglierlo dal futuro dei miei figli o dalla sicurezza economica del nucleo familiare capisci che sarebbe impossibile / ingiusto farlo e farebbe di me un completo irresponsabile.
Già il tempo che passo lontano oggi mi pesa, soprattutto quando viaggio per lavoro, e lo faccio perchè voglio che possano vivere bene, avere ciò che gli serve, gli studi, il divertimento, le esperienze, gli hobby, si, la vita è una giungla ed è una competizione costante, per questo ho fatto il riferimento alla moto, voglio che siano in grado di cavarsela, di darsi obiettivi e raggiungerli, magari con meno fatiche di quelle che sono toccate a me, che sono sicuramente meno rispetto a quelle di altri meno fortunati, ma appunto, ognuno si sforza a migliorare la sua propria condizione e quella delle generazioni seguenti, sennò stavamo tutti ancora nelle caverne.