un 26 maggio è per sempre.

Il 26 maggio è una giornata gloriosa, che in varie epoche ha segnato il destino dell'umanità. Alcuni esempi?
1734: nella battaglia di Bitonto il Regno di Napoli diventa indipendente sotto Carlo III di Borbone;
1751: Un meteorite cade a Hrašćina (in Croazia) alla presenza di un grande numero di testimoni;
1805: Napoleone viene incoronato re d'Italia nel Duomo di Milano;
1828: Il misterioso trovatello Kaspar Hauser viene scoperto mentre vaga per le vie di Norimberga;
1889: All'interno della Torre Eiffel apre al pubblico il primo ascensore;
1897: Il romanzo Dracula di Bram Stoker viene messo in vendita a Londra.
1915: Viene composta la Canzone del Piave, due giorni dopo che il primo colpo di cannone segnò la nostra entrata nella Grande Guerra. A comporre il testo fu E.A. Mario, autore che spaziava dalle canzonette alle canzoni militari (
Vipera,
Le rose rosse,
Santa Lucia luntana,
Balocchi e profumi).
Pochi sanno, però, che E.A. Mario trovò ispirazione per il suo componimento dopo aver ascoltato una canzone cantata da alcuni fanti romani appartenenti alla brigata Lazio del 131° reggimento. Questi fanti, in realtà, la sera prima si erano dati al consumo di alcol e di sostanze stupefacenti, e così, in preda all'ebbrezza, composero la prima canzone profetica autoavverante. Il loro componimento era infatti dedicato ai romanisti, che in quel periodo non esistevano ancora (i loro antenati in quel periodo giocavano a ruzzola sui prati di Villa Borghese).
Nacque così una brano che molti di noi già conoscono:
La Canzone dell'Aniene, canzone che il 26 maggio di un secolo dopo sarebbe diventato l'inno degli eroi immortali, quelli che diedero un colpo mortale agli invasori abusivi della nostra città.
E così, oggi vogliamo qui riproporre proprio
La Canzone dell'Aniene, perchè la Coppainfaccia, come un diamante, è per sempre.
LA CANZONE DELL'ANIENE
L’Aniene mormorava
calmo e placido al passaggio
dei romanisti il 26 di maggio.
Il bobolo sperava
di aggiunger la stelletta
sulle bandiere e poi sulla maglietta…
Svegli passaron quella notte in tanti,
sicuri del trionfo, stì arroganti!
S’udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un presagio triste, atroce e nero.
L’Aniene mormorò:
“Finisce uno a zero!”
Intanto a Ponte Milvio, poco prima la battaglia
in cielo apparve il volto di Chinaglia.
I riommici pensarono sgomenti ed in silenzio
“Voi vede che finimo come Massenzio?”
La boria presto tramutò in terrore
e dalla Sud s’intese un brutto odore…
S'udì di nuovo dalle antiche sponde,
sommesso e triste il mormorio de l'onde:
come un singhiozzo amaro per davvero
l’Aniene mormorò:
"Confermo l’uno a zero!!"
E quando cominciò lo scontro epico e maestoso,
il Capitano apparve subito nervoso.
Finchè il soldato Senad, al minuto settantuno
colpì con il mortaio, e fu zero a uno.
Dal tiburtino fino al rione Monti
migliaia si buttaron giù dai ponti
Qualcuno si buttò pure dai tetti
fu il dì della vergogna per i lupetti.
Pei riommici fu come Caporetto
l’Aniene mormorò:
“Io ve l’avevo detto…”