Da capire il ruolo di un intermediario-chiave
ADESSO CORIC È UN INTRIGO (Corriere dello Sport, 26 Novembre 2020)
Indaga la Guardia di Finanza: l’ipotesi è che dentro l’affare ci fossero soldi per facilitare l’operazione Tor di Valle
di Guido D’Ubaldo
ROMA
C’è una brutta storia che riguarda un’operazione di mercato che si è rivelata un flop e che oggi è finita nella lente di ingrandimento della Guardia di Finanza. Il 10 giugno 2018 la Roma ha ufficializzato l’acquisto di Ante Coric, 21 anni all’epoca, centrocampista emergente della Dinamo Zagabria, pagato otto milioni. Era stato presentato come il nuovo Modric, ha vestito la maglia giallorossa solo tre volte, per complessivi 48 minuti. Pochi dei quali proprio contro il Real Madrid, proprio di Modric. Lo scorso anno ha giocato in prestito all’Almeria, seconda divisione spagnola e quest’anno è finito al VVV-Venlo, massimo campionato olandese, due sole presenze senza lasciare traccia. Sempre in prestito dalla Roma, alla quale è legato da un contratto che scade nel 2023. Sul suo acquisto indagano la Finanza e due Procure, quella di Roma e quella di Zagabria, come ha anticipato La Repubblica. Secondo la ricostruzione degli investigatori dentro il prezzo pagato per Coric ci sarebbero soldi che dovevano servire a facilitare l’approvazione del progetto dello stadio di Tor di Valle. L’agente che ha gestito l’operazione con la Roma si chiama Giuseppe Cionci, personaggio vicino a Zingaretti, socio della Cornersport Management con Pietro Leonardi, ex dirigente sportivo inibito, poi squalificato, dopo i fallimenti del Parma e del Latina. Secondo le indiscrezioni che circolavano ai tempi dell’acquisto le commissioni sarebbero salite a due milioni, di cui uno da destinare a Cionci. Il quale, dopo aver incassato la metà, lo scorso anno ha rivendicato il pagamento della seconda rata, ma Fienga, appena nominato amministratore delegato da Pallotta, appellandosi al contratto, gli fece notare che non aveva più nulla a pretendere.
MONCHI ALL’OSCURO. Che l’operazione puzzasse di bruciato si era capito quasi subito. L'agenzia all’epoca aveva la sede in uno dei tanti paradisi fiscali sparsi per il mondo. L’operazione fu condotta da Monchi, all’epoca direttore sportivo con ampia autonomia di movimento. Il dirigente spagnolo appena arrivato era all’oscuro di tutto e non aveva la minima idea di cosa ci fosse sotto. Solo la scelta tecnica di Coric era stata sua, Monchi ha sempre rivendicato con lealtà le decisioni prese nel breve periodo in cui è rimasto alla Roma. Coric è stato offerto, valutato e acquistato e Monchi ha avuto contatti con Cionci. I giovani che escono dalla Dinamo Zagabria restano comunque legati all’influentissimo presidente del club, ma l’altro elemento poco chiaro riguarda la procura di Coric, che è finita alla Caa Base Ltd, importante agenzia che fa capo a Frank Trimboli, manager italiano da tanti anni operativo a Londra, già in passato in affari con la Roma.
I FINANZIERI IN SEDE. La società giallorossa non commenta l’inchiesta e nella vicenda sembra essere la parte lesa, per aver pagato una cifra fuori mercato per un giocatore rivelatosi mediocre. Coric resta un tesserato della Roma per altri tre anni. Nel settembre 2019 la Guardia di Finanza ha fatto visita alla sede della società in viale Tolstoj con un ordine europeo di indagine dell’ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata della procura della Repubblica di Zagabria. I magistrati croati erano interessati ai documenti dell’affare Coric-Roma e all’intermediario di quell’affare che i dirigenti hanno confermano essere Giuseppe Cionci. La notifica l’ha ricevuta l’allora vice-presidente Mauro Baldissoni. Che aveva firmato l’accordo con la Dinamo Zagabria per l’acquisto del giocatore e ha indicato alla Guardia di Finanza che l’intermediario dell’operazione era stato Giuseppe Cionci. Al momento nessun reato è stato ipotizzato e nessuna persona risulta indagata. Resta una storia poco chiara, per la quale gli investigatori vogliono andare fino in fondo.