C'è, soprattutto, il rapporto finora inedito con Mauro Baldissoni, direttore generale dell'AS Roma. Palamara è un tifoso sfegatato: conosce Claudio Ranieri e Luciano Spalletti, ma per vedere i campioni della sua Roma è a Baldissoni che chiede biglietti per l'Olimpico. Non solo per le partite casalinghe, ma anche per quelle in trasferta. Il do ut des è però sempre dietro l'angolo: quando la procura di Roma e il procuratore aggiunto Ielo aprono l'inchiesta su Luca Lanzalone e il costruttore Luca Parnasi e sulle presunte mazzette intorno al progetto del nuovo Stadio della Roma, Baldissoni (che sarà poi sentito come testimone) sa che può contare sull'amico.
Palamara, a marzo 2018, pensa però solo ad andare in tribuna.
Palamara: «Buongiorno Mauro scusami la seccatura ma ho promesso a mio figlio di portarlo a Barcellona e sto trovando difficoltà a reperire due biglietti. Attendo tue un caro saluto».
Qualche giorno dopo, si capisce dal tono del messaggio che il desiderio è stato probabilmente esaudito.
Palamara: «Grazie Mauro è stato qualcosa di epico e di indimenticabile ed il fatto di esserci stati a Barcellona ha reso tutto ancora più bello un abbraccio a presto».
Baldissoni: «Grazie Luca».
Due giorni dopo, però, Palamara chiede un altro favore. Vuole andare pure in Inghilterra.
Palamara: «Buongiorno Mauro la seccatura te la chiedo nei limiti del possibile anche per Liverpool sempre con mio figlio grazie come sempre»
Baldissoni: «Non sarà facile Luca. Vediamo.
Una settimana dopo, Palamara insiste: «Mauro scusami avevo provato a cercarti perché mi ha chiamato Luca (di chi si tratta? forse Lanzalone, ndr?) che mi ha detto che viene a vedere la partita a Liverpool e ci teneva ci fossi anche io. Non voglio metterti in difficoltà se c'è ancora possibilità aspetto un tuo riscontro io sono con mio figlio».
Non sappiamo se alla fine il pm sia riuscito a partire per godersi il “Never walk alone” e le sciarpate dell'Anfield, ma di sicuro due mesi dopo, il 13 giugno 2018 (giorno degli arresti di Parnasi e Lanzalone) è lui a chiedere informazioni al magistrato. Che lavora a pochi metri di distanza dagli inquirenti che hanno condotto l'inchiesta. Invece di dichiararsi indisponibile, il magistrato propone subito un incontro privato.
Baldissoni: «Luca, ma cosa è successo su Parnasi? C'è davvero sostanza?»
Palamara: «Buongiorno Mauro in giornata o anche domani ci vediamo per un caffè?»
Baldissoni: «Sono a Roma. Dimmi tu».
Palamara: «Alle 11 caffè palazzo Montemartini saletta interna?»
Baldissoni: «Ok. Un po' prima»
Il giorno dopo il dg della Roma manda un articolo di giornale che riporta le parole di Ielo, che sottolineano come l'AS Roma «è fuori da questa storia». Baldissoni, però, deve essere sentito come testimone.
Baldissoni: «Solo per ricordarti le parole di Ielo ieri. Noi non consideriamo viziato nessun atto».
Palamara: «Mauro lo vedo domani e ti dico».
Baldissoni: «Ok. Spero di parlarci il prima possibile. Vorrei capire che dire a tutti gli investitori americani tra l'altro...
Forse Baldissoni vuol parlare con Ielo, o con i vertici della procura? Il giorno dopo, Baldissoni viene certamente ascoltato dagli uffici guidati al tempo da Giuseppe Pignatone. Solo come testimone.
Palamara: «È rimasto molto soddisfatto per oggi e di te».
Baldissoni: «Sono contento. Gli ho detto che resto a loro disposizione se gli serve qualche chiarimento. Con piacere. Anche informalmente».
Palamara: «Ok. Ci prendiamo caffè nei prossimi giorni».
Nelle settimane e nei mesi successivi, i due amici si incontrano più volte. Probabile che Baldissoni sia preoccupato dagli sviluppo dell'inchiesta, e che il pm che gli chiede i biglietti possa essere un buon aggancio per avere informazioni di prima mano. È un fatto che Ielo, sentito dall'Espresso, neghi di aver mai dato a Palamara qualsiasi dettaglio sull'inchiesta, su Baldissoni o chiunque altro. «Palamara non lo sentivo né incontravo da mesi», ha detto.