Io devo ammettere che, oltre al classico boro riommerd che faceva Elettrotecnica e che appese la sciarpetta del Merda fuori dalla finestra dell'ufficio, ho incontrato anche un professore (quello di Complementi di Scienza delle Costruzioni) ferocemente juventino che nominava la juve ogni tre per due. Ma nella mia vita è stata l'eccezione che conferma la regola.
L'assistente di ragioneria uno alla Sapienza (Economia e commercio -anno accademico 82-83) se sapeva che eri laziale ti tirava il libretto in faccia.
Fino a quando qualcuno non gli mise le cose in chiaro ...; deve avergliele chiarite così bene* che oltre a finire di fare battutine sui laziali, ironizzava sui pidocchiosi
* leggende metropolitane parlano di chiarimenti fuori dall'Aula magna, altre di pistole messe lì sul tavolino prima dell'esame
ot
questa delle pistole poggiate sul banco o brandite in qualche modo era una storiella che girava anche nella facoltà di ingegneria della sapienza ai miei tempi a proposito di di benedetto, se non ricordo male, docente di meccanica applicata alle macchine per meccanici, del cui esame si diceva che fosse il più difficile in Italia dopo scienza delle costruzioni con il fratello di Paolo villaggio a Pisa, ma con valenza opposta, cioè non si lasciava influenzare neanche dalle minacce esplicite
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io di prof riommici che non perdevano occasione di ricordarlo ai propri allievi ne ho avuto uno di disegno tecnico che in quei primissimi anni 80 così sbilanciati a loro favore da architetto non privo di cultura si approfittava della nostra pochezza dialettica di quattordicenni studenti di istituto tecnico per affondare il coltello del suo sarcasmo nel burro della nostra stentata cadetteria, insomma uno che gli piaceva vincere facile ben prima dei gratta e vinci. Non serbo rancore, anzi lo ricordo con simpatia, soprattutto pensando a come negli anni la sua grama vita di tifoso piscioruggine lo abbia messo ripetutamente di fronte all'eterno dilemma.