Nessuna di queste merde che sottolinei che la "caccia", lo scorso anno ha fatto un morto, altro che slogan goliardici.
Li imbevono di concetti violenti e poi si stupiscono degli effetti sulla vita reale.
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Aggiungerei, al titolo del topic,
prima romanisti e poi (forse) romani.
E' palese per chiunque conservi un barlume di lucidità e onestà intellettuale, l'assoluta negatività del messaggio della campagna abbonamenti in questione.
Richiama esplicitamente tutto quello che il termine branco si porta dietro: sopraffazione, omologazione al gruppo, violenza, prepotenza verso il più debole. Un messaggio paranazista che non stà lì per caso ma è frutto di un'analisi ben precisa, sociologico prima che commerciale.
Gli accoltellamenti come i danni a San Lorenzo al Velabro in occasione dei festeggiamenti del terzo scudetto passano necessariamente attraverso questo tipo di comunicazione. Non ne sono l'effetto voluto ma il danno collaterale, previsto ed accettato.
Si è veicolato per anni il concetto che la
squadra è più importante della
città, intesa sia come luogo che come comunità. E questo traspare dalle parole stizzite dei politici che attaccano, senza troppa logica, la giusta osservazione sulla diseducatività della campagna abbonamenti. Perchè nelle loro menti, per definizione, la violenza legata alla loro squadra è
goliardica e le coltellate diventano
puncicate. Tutto causato dal fatto che si lasciato che si diffondesse la cultura della squadra sopra tutto il resto.
Per cui i politici, che guardano la virgola a caccia di razzismo/sessismo/omofobia, quando si parla della
squadra tollerano tutto: dal branco come messaggio positivo da trasmettere alle giovani menti alle goliardiche scritte del tipo "Anna Frank era laziale".
Le menti di questi soggetti applicano una semplice regola: romanista buono, laziale cattivo. I fatti non contano.