Prima romanisti, poi professionisti.

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Offline Flaminio

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Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4940 il: 02 Set 2021, 23:25 »
Italia Bulgaria, il commentatore con un lapsus chiama l'Italia  Riomma.
Fankiulo
Credevo di avere avuto un'allucinazione. Invece era proprio così!

Offline seagull

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Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4941 il: 02 Set 2021, 23:41 »
Rimedio, facciamolo il nome.
romanista de merda, se deve menzionare il nome di Immobile il timbro della sua voce cambia e spera sempre, durante i suoi sproloqui, che il cambio con Raspadori arrivi da un momento all’altro.

Offline sharp

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Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4942 il: 03 Set 2021, 00:15 »
Nel 2010 venne all’Olimpico da nemico, finale di coppa Italia,  minacciando e sbraitando che non voleva giocarla la partita per via dell’inno di ++++++++ sparato a palla prima dell’inizio. Giovedì sera ha preteso che lo stesso inno fosse sparato a palla e cantato dalla gente alla presenza dei giocatori. Pragmatico e lirico.

no Dotto, se scandagli meglio la tua anima rococò vedrai che la risposta giusta la trovi: dicasi ipocrita opportunista.

beh però che l'altra sera in campionato abbia voluto l'inno (de merda),
della squadra (de merda) che allena ci sta, il problema fu l'inno (de merda)
di una squadra (de merda) nella finale di coppa italia in campo unico (per i difettosi leggasi neutro),
ma d'altra parte essendo loro delle merde, si comportarono come tali, facendo,as usuall,
in campo, alla fine una figura di merda
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4943 il: 03 Set 2021, 00:53 »
E' TORNATO!!!

LIRICO E FEROCE.

Giancarlo Dotto per il Corriere dello Sport

Giovedì sera, stadio Olimpico. Trebisonda, ma poco importa. Scamiciato. Sudato. Esagitato. In una parola, felice. La sensazione? Più di una sensazione. Josè Mourinho ha ritrovato casa, senza bisogno di tornare a casa.


Il ragazzo ha messo i capelli bianchi, ne ha viste di cotte e di crude, ha avuto pagine e stravinto titoli che nemmeno una star del cinema o un monarca. Ha esplorato e conquistato mondi super chic, ma sempre con l’occhio daltonico del ragazzo che è partito un giorno da Setubal, il porto di centomila anime che ha l’odore del fiume e la luce del mare, per scrivere la sua bella e un po’ maniaca storia e tornare un giorno a Setubal. Non ne ha avuto bisogno. È arrivato a Roma. Nella città giusta, al momento giusto, l’odore del fiume e la luce del mare, ma molto di più. Una passione sotto la cenere da attizzare. Come dire, il massimo per il suo genio fuochista.


L’altra sensazione? Molto più che una sensazione. Josè e i tifosi della Roma sono strafatti l’uno per gli altri. Una specie di mezza mela per niente platonica, per quanto è fisica. L’abbraccio che non ha bisogno di abbracciare. Il miracolo. La moltiplicazione dei tifosi. In attesa che siano pani, pesci e trofei. Erano trentamila, ma sembravano novantamila. Dopo aver invaso le loro teste al solo apparire, ancora prima al solo annuncio del nome, sta entrando nella carne e nel sangue della tribù romanista, essendo lui stesso carne e sangue da violare. Josè ha bisogno di farsi amare e rispettare, ma a una sola condizione: essere lui il primo a farlo. Che siano i suoi giocatori o i suoi tifosi.

 
Il Mourinho che arriva a Roma non è lo stesso che arrivò a Milano tredici anni prima. Quello era un uomo avido di nemici, di scalpi e di trofei. Un capitano di ventura. Il suo era un pragmatismo guerriero. Era un uomo dall’occhio truce, in bilico tra il nero e il blu. Il condottiero di una banda ai suoi piedi. Quello di Roma sta tra il bianco e il rosso della fiamma. Il profeta illuminato di una comunità smarrita che aspettava solo di tornare a bruciare viva. Il suo è diventato un pragmatismo lirico. Sentimentale. Saranno gli anni, sarà la vita che scorre, sarà il bisogno di tornare a casa.

 
Nel 2010 venne all’Olimpico da nemico, finale di coppa Italia,  minacciando e sbraitando che non voleva giocarla la partita per via dell’inno di ++++++++ sparato a palla prima dell’inizio. Giovedì sera ha preteso che lo stesso inno fosse sparato a palla e cantato dalla gente alla presenza dei giocatori. Pragmatico e lirico. Feroce e sentimentale. Nessun allenatore prima di lui, romano, italiano, straniero, aveva toccato questa corda semplice e irresistibile che sta alla base della storia arcaica del calcio. La fusione tra quanto sta sopra adorante e quanto sta sotto adorata.


Nel momento in cui il feroce e lirico Josè pretende questo, l’inno cantato che pervade timpani e sensi, è anche un gigantesco vaffanculo al calcio degli agenti parassitari e dei calciatori mercenari, senza un’anima che non sia un pezzo di stoffa cangiante. Lui, Josè, mercenario con un’anima forte, che diventa tutto là dove sta. Mai stato così tutto, dopo nemmeno due mesi, come oggi a Roma, forse nemmeno ai tempi del Porto. L’ha pensata e l’ha tradotta subito in un fatto questa cosa dell’inno cantato. Siamo o poco ci manca all’energia tribale della danza Maori che fa vibrare i tuoi e fa tremare terre, stadi e nemici.

 
Due mesi nemmeno e l’impronta di Josè è più riconoscibile di quella di un Gigantosauro. Di nuovo, il pragmatismo insieme lirico e feroce. Mourinho è tra i pochissimi che se lo possono permettere (Guardiola, Bielsa, Klopp, forse Conte, Gasperini in Italia, ma solo nell’Atalanta): dichiarare senza perifrasi i suoi favoriti a corte. Lui non conosce la logica dei contentini. Dice questi sono i miei 12, 13, forse 14 titolari. Gli altri sono fuori, ma non sono esclusi. Possono rientrare in qualunque momento purché dimostrino di non soffrire l’esclusione, di non avere un ego fragile disposto a lasciarsi ferire.

 

Viste così, le scelte di Mourinho sono un test più per gli esclusi che per gli inclusi. La legge di Josè è quella dell’amore tiranno, ma non reggerebbe una settimana se non ci fosse dietro sapere e carisma. Zaniolo che torna alla vita e dice: “Basta girarsi, guardare la panchina, vedere lui e ci sentiamo tutti più forti”.  Mourinho che dice: “Loro crescono e io cresco insieme a loro”. Si chiama doping di parola. E Josè in questo è infallibile. Non ne sbaglia una.

Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4944 il: 03 Set 2021, 07:52 »

Offline robylele

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Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4945 il: 03 Set 2021, 09:12 »

Offline Sante93

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Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4946 il: 03 Set 2021, 17:15 »
Italia Bulgaria, il commentatore con un lapsus chiama l'Italia  Riomma.
Fankiulo
Mi sembrava di aver sentito male ma vedo che ci sento ancora bene :)
E perché quando durante i fraseggi non diceva il nome di Acerbi?
"Verratti a Bonucci... Bonucci a Jorginho... (silenzio nel momento che la palla la ha Acerbi)... passaggio di nuovo a Bonucci"
Sarà successo almeno 5-6 volte :)
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4947 il: 07 Set 2021, 14:47 »
Ve lo posto anche se confesso che non sono riuscito a leggerlo.

IL PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO DI GIANCARLO DOTTO "AVE MOU"

4 maggio 2021. Ufficiale: José Mourinho è il nuovo allenatore della Roma”.

 

 

Ma vaffanculo! Ufficialmente. Te, tua madre e i tuoi sedici e sedicenti parenti. Agenzie, siti, news, maledette piattole, sudici fanfaroni, battono a più non posso il sadico scherzo all’ora sacra della pennica, quando il romano di una volta ma pure quello di oggi non è disposto a visioni oniriche che non siano quelle della trippa al pecorino e lo svenimento conseguente da sana e consapevole libidine.

La burla non si smorza. Insiste. Tutti i buontemponi del pianeta complici della trama, a farsi beffe del povero romanista e dei suoi stracci. Lo schiaffone di Manchester, l’ultimo cappello da asino in testa. L’ultimo sogno finito in vacca. Ora sono i telegiornali ufficiali a darci dentro. Impazziti. Sky Tg 24. Cristo santo! Allora è tutto vero? Ma può essere vero ciò che non è verosimile?

La stessa cosa di Naomi Campbell, la pantera, non proprio all’apice ma quasi della sua bellezza, che s’infila nottetempo nel tuo pulcioso letto di avanzo umano, la cui storia è riassumibile in meno di dieci barzellette e zero titoli. E ti dice, Naomi, nel suo babydoll di pelle nero tenebra, uno schianto di donna, feromoni che impazzano da ogni millimetro di carne: “Daje, vecchio [...], vediamo che sai fare, mettimi in cinta tu che, se no, lo faccio io”. Destinazione paradiso. O Tony Bennett che si presenta inatteso al tuo matrimonio o al tuo funerale, con il suo abito blu e la pochette rossa, e canta Cheek to Cheek accompagnato da Lady Gaga, in  cambio di un ragionevole obolo, pochi milioni di euro. Miraggi, appunto. Ma, cosa non è un miraggio a questo mondo?


“La Roma è lieta di annunciare che José Mourinho sarà…”. Quel pomeriggio del 4 maggio 2021, San Ciriaco di Gerusalemme, il giorno in cui, 72 anni prima si schianta il Grande Torino a Superga e nasce, 92 anni prima, Audrey Hepburn, la diva di Vacanze romane, i tifosi romanisti non lo dimenticheranno facilmente. Il sussulto del cuore che diventa tumulto. Ci si rimbalza la notizia nell’orgia dei whatsapp come a sentirsi meno soli in quel colpevole delirio di mitomani. Tutto vero? Ma no, certo che non può essere vero! Ti pare? Mourinho alla Roma?

 

C’è già stata Biancaneve nella capanna dei Sette Nani, ma era per l’appunto una balla romanzata di quel sadicone di Walt Disney. Sette strati di pelle non bastano. Da romanista a romanista. Allucinazioni a confronto. “Hai letto anche tu?”. Non sta scritto nelle stelle e nemmeno nelle stalle. Naomi Campbell nel nostro letto? La stratosfera che accetta di giacere nella tua miserevole cuccia. Complice del tuo sogno più bacato, del tuo orgasmo più malato.


In quanto a brividi erotici, noi romanisti, non eravamo andati oltre il tristissimo finto strip-tease di Sabrina Ferilli al Circo Massimo, davanti a un milione di arrapatissimi tifosi, per lo scudetto vinto non per la Ferilli discinta. I tre magi in uno, oro, incenso e mirra, con la faccia da putto sciamanico, a te bambinello che, tutt’al più, avresti potuto sospirare una visita di Madre Teresa al tuo capezzale.



Una città intera in preda alle visioni. “Non ci credo nemmeno se lo vedo”, e poi “Sì, lo vedo, ma non ci credo lo stesso”.

 

Fino al giorno prima, solo un mitomane grave (a Roma li chiamano benevolmente “cazzari”, non sapendo che siamo tutti mitomani noi viventi, chi più chi meno) avrebbe potuto mettere insieme Mourinho e la Roma, salvo annegare un secondo dopo in un mare di pernacchie. L’incredulità, sentimento che si accompagna allo stupore, spiega da sé il carisma dell’uomo. Incredulità di una tifoseria intera, ma di tutto il sistema calcio Italia, attraversato all’istante da una non misurabile scossa di adrenalina che non si placa a distanza di giorni.



Tutti sono pronti a farsi affascinare dal domani. Lo dice Céline, ne sono una prova i romanisti. Il mondo è pieno di alberi che hanno l’ampiezza forte e avvolgente dei grandi sogni. L’attitudine a sognare del tifoso giallorosso è unica al mondo, oltre che irriducibile. Un vero e proprio talento che sconfina appena può, cioè sempre, nel delirio. Ma questa volta, ragazzi, con la storia di Mourinho, abbiamo esagerato!

Offline carlos

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Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4948 il: 07 Set 2021, 14:56 »
Dai su.... ci stai perculando... non può essere vero.... :D :D

 :asrm :asrm
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4949 il: 07 Set 2021, 15:06 »
Le stronzate che avrà dovuto scrivere perché in due mesi di Mourinho alle merde cosa mai potrai raccontare? Al massimo Mourinho che mangia la pizza in treno o lo spin off del padre di Scamacca che da di matto a trigoria e distrugge il sacro bonsai.

Oh, ma mica c'ha colpa dotto...
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4950 il: 07 Set 2021, 15:13 »
Questo é pazzo.

Offline A.Nesta (c)

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15201
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4951 il: 07 Set 2021, 15:29 »
"In quanto a brividi erotici, noi romanisti, non eravamo andati oltre il tristissimo finto strip-tease di Sabrina Ferilli al Circo Massimo, davanti a un milione di arrapatissimi tifosi, per lo scudetto vinto non per la Ferilli discinta. I tre magi in uno, oro, incenso e mirra, con la faccia da putto sciamanico, a te bambinello che, tutt’al più, avresti potuto sospirare una visita di Madre Teresa al tuo capezzale."

Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4952 il: 07 Set 2021, 16:39 »
Sul serio l'avete letto?
Non vi hanno sanguinato gli occhi?

Offline momi

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8673
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4953 il: 07 Set 2021, 17:24 »
Sul serio l'avete letto?
Non vi hanno sanguinato gli occhi?

A me si. Ad un certo punto ho letto una riga si e una no: non è cambiato molto.
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4954 il: 07 Set 2021, 17:29 »
Il passaggio sul letto pulcioso da avanzo umano immagino sia autobiografico.
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4955 il: 07 Set 2021, 17:34 »
Vomitevole .

Roba da ubriacone maschilista del bar sport .

Mascherato da intellettuale e fine dicitore .

Praticamente una merda .

Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4956 il: 07 Set 2021, 18:17 »
Vomitevole .

Roba da ubriacone maschilista del bar sport .

Mascherato da intellettuale e fine dicitore .

Praticamente una merda .

 :hail: Né più, né meno
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4957 il: 07 Set 2021, 18:29 »
Con istinto di autodistruzione mi sono deciso a leggerlo.

Qualcuno di buon cuore mi spiega questo passaggio?

"I tre magi in uno, oro, incenso e mirra, con la faccia da putto sciamanico, a te bambinello che, tutt’al più, avresti potuto sospirare una visita di Madre Teresa al tuo capezzale."

PS. I "finali dei film di Sorrentino" a questo je spicciano casa.
Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4958 il: 07 Set 2021, 19:01 »
Con istinto di autodistruzione mi sono deciso a leggerlo.

Qualcuno di buon cuore mi spiega questo passaggio?

"I tre magi in uno, oro, incenso e mirra, con la faccia da putto sciamanico, a te bambinello che, tutt’al più, avresti potuto sospirare una visita di Madre Teresa al tuo capezzale."

PS. I "finali dei film di Sorrentino" a questo je spicciano casa.

Io me lo spiego così

Re:Prima romanisti, poi professionisti.
« Risposta #4959 il: 07 Set 2021, 19:07 »
Ve lo posto anche se confesso che non sono riuscito a leggerlo.

IL PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO DI GIANCARLO DOTTO "AVE MOU"

4 maggio 2021. Ufficiale: José Mourinho è il nuovo allenatore della Roma”.

 

 

Ma vaffanculo! Ufficialmente. Te, tua madre e i tuoi sedici e sedicenti parenti. Agenzie, siti, news, maledette piattole, sudici fanfaroni, battono a più non posso il sadico scherzo all’ora sacra della pennica, quando il romano di una volta ma pure quello di oggi non è disposto a visioni oniriche che non siano quelle della trippa al pecorino e lo svenimento conseguente da sana e consapevole libidine.

La burla non si smorza. Insiste. Tutti i buontemponi del pianeta complici della trama, a farsi beffe del povero romanista e dei suoi stracci. Lo schiaffone di Manchester, l’ultimo cappello da asino in testa. L’ultimo sogno finito in vacca. Ora sono i telegiornali ufficiali a darci dentro. Impazziti. Sky Tg 24. Cristo santo! Allora è tutto vero? Ma può essere vero ciò che non è verosimile?

La stessa cosa di Naomi Campbell, la pantera, non proprio all’apice ma quasi della sua bellezza, che s’infila nottetempo nel tuo pulcioso letto di avanzo umano, la cui storia è riassumibile in meno di dieci barzellette e zero titoli. E ti dice, Naomi, nel suo babydoll di pelle nero tenebra, uno schianto di donna, feromoni che impazzano da ogni millimetro di carne: “Daje, vecchio [...], vediamo che sai fare, mettimi in cinta tu che, se no, lo faccio io”. Destinazione paradiso. O Tony Bennett che si presenta inatteso al tuo matrimonio o al tuo funerale, con il suo abito blu e la pochette rossa, e canta Cheek to Cheek accompagnato da Lady Gaga, in  cambio di un ragionevole obolo, pochi milioni di euro. Miraggi, appunto. Ma, cosa non è un miraggio a questo mondo?


“La Roma è lieta di annunciare che José Mourinho sarà…”. Quel pomeriggio del 4 maggio 2021, San Ciriaco di Gerusalemme, il giorno in cui, 72 anni prima si schianta il Grande Torino a Superga e nasce, 92 anni prima, Audrey Hepburn, la diva di Vacanze romane, i tifosi romanisti non lo dimenticheranno facilmente. Il sussulto del cuore che diventa tumulto. Ci si rimbalza la notizia nell’orgia dei whatsapp come a sentirsi meno soli in quel colpevole delirio di mitomani. Tutto vero? Ma no, certo che non può essere vero! Ti pare? Mourinho alla Roma?

 

C’è già stata Biancaneve nella capanna dei Sette Nani, ma era per l’appunto una balla romanzata di quel sadicone di Walt Disney. Sette strati di pelle non bastano. Da romanista a romanista. Allucinazioni a confronto. “Hai letto anche tu?”. Non sta scritto nelle stelle e nemmeno nelle stalle. Naomi Campbell nel nostro letto? La stratosfera che accetta di giacere nella tua miserevole cuccia. Complice del tuo sogno più bacato, del tuo orgasmo più malato.


In quanto a brividi erotici, noi romanisti, non eravamo andati oltre il tristissimo finto strip-tease di Sabrina Ferilli al Circo Massimo, davanti a un milione di arrapatissimi tifosi, per lo scudetto vinto non per la Ferilli discinta. I tre magi in uno, oro, incenso e mirra, con la faccia da putto sciamanico, a te bambinello che, tutt’al più, avresti potuto sospirare una visita di Madre Teresa al tuo capezzale.



Una città intera in preda alle visioni. “Non ci credo nemmeno se lo vedo”, e poi “Sì, lo vedo, ma non ci credo lo stesso”.

 

Fino al giorno prima, solo un mitomane grave (a Roma li chiamano benevolmente “cazzari”, non sapendo che siamo tutti mitomani noi viventi, chi più chi meno) avrebbe potuto mettere insieme Mourinho e la Roma, salvo annegare un secondo dopo in un mare di pernacchie. L’incredulità, sentimento che si accompagna allo stupore, spiega da sé il carisma dell’uomo. Incredulità di una tifoseria intera, ma di tutto il sistema calcio Italia, attraversato all’istante da una non misurabile scossa di adrenalina che non si placa a distanza di giorni.



Tutti sono pronti a farsi affascinare dal domani. Lo dice Céline, ne sono una prova i romanisti. Il mondo è pieno di alberi che hanno l’ampiezza forte e avvolgente dei grandi sogni. L’attitudine a sognare del tifoso giallorosso è unica al mondo, oltre che irriducibile. Un vero e proprio talento che sconfina appena può, cioè sempre, nel delirio. Ma questa volta, ragazzi, con la storia di Mourinho, abbiamo esagerato!


Lo so non è corretto...ma riposto di nuovo...
Delirante.
 

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