Alt, non bisogna sovrapporre il concetto di "debito" con il concetto di "perdita civilistica".
Provo a dare un mio minimo contributo, avvertendo che si tratta di concetti molto difficili, che richiedono un chiarimento preliminare: una cosa è il "capitale sociale" delle società cd. "a capitale fisso" (spa e srl); altra cosa è il "patrimonio sociale", altra cosa ancora il "patrimonio netto".
il patrimonio sociale o "patrimonio lordo" è il complesso dei rapporti giuridici attivi e passivi che fanno capo alla società, inizialmente è costituito dai conferimenti dei soci e successivamente oggetto di continue variazioni qualitative e quantitative in relazione alle vicende economiche della società. La sua consistenza annuale è accertata periodicamente attraverso il bilancio di esercizio, dove il "patrimonio netto" è la differenza positiva tra attività e passività.
Il capitale sociale è un concetto formale e astratto, rappresentato da un numero. Il numero esprime il valore in denaro degli apporti che i soci hanno messo in comune al fine di trarre un guadagno (=cxoncetto di società di capitali). Capitale sociale euro 130.000 vuol dire che i soci si sono obbligati a conferire (capitale sottoscritto) e/o hanno conferito (capitale versato) denaro o altre entità che, al momento della stipulazione del contratto di società, avevano tale valore monetario.
Il patrimonio sociale è il complesso dei rapporti giuridici attivi (diritti di proprietà, diritti di credito, diritto di privativa industriale come brevetti e marchi) e passivi (debiti e impegni) che fanno capo alla società. Quando "nasce" la società , ossia davanti al notaio che rogita l'atto costitutivo, il patrimonio sociale è costituito dai conferimenti dei soci; successivamente si evolve e varia con la vita della società. Con i 130.000 euro iniziali inizio un'attività, che va così bene che mi permette di comprare lo stabilimento produttivo, che valre 1 milione. A quel punto, nel mio patrimonio attivo avrò un valore di 1 milione, in quello passivo sicuramente i 130.000 euro (il capitale sociale che, quando si scioglierà la società, dovrà essere restituito ai soci) più l'eventuale debito che ho contratto per comprare l'opificio.
La consistenza annuale del patrimonio è accertata periodicamente attraverso il bilancio di esercizio, dove vengono esposti tutti e tre i valori: capitale, patrimonio complessivo e patrimonio netto (saldo tra attività e passività). Attenzione, per tutelare il mercato, i creditori e i terzi, non tutte le variazioni del patrimonio sono irrilevanti. La legge stabilisce che, quando queste variazioni intaccano il "capitale sociale" - ripeto, un valore formale e fisso - si attiva un meccanismo di controllo giuridico per verificare se vi siano rischi per il mercato.
Una società potrebbe avere moltissimi debiti nel patrimonio e chiudere comunque il suo esercizio in utile e non in perdita.
La perdita civilistica è infatti il saldo tra ricavi e costi di competenza dell’esercizio.
Anche la perdita, in sè e per sè, potrebbe non essere la spia di una crisi della società, ma il frutto di scelte di opportunità. Altra cosa è quando le perdite si accumulano negli anni ....
Il problema del briomma non sono i 278 milioni di "debito" di oggi (che, tra l'altro, a mio giudizio sono nel loro complesso bilancistico molti di più a livello di gruppo, credo quasi 500), ma il fatto che sono anni e anni e anni che produce perdite, che alla fine hanno assunto una dimensione giuridicamente rilevante avendo intaccato il patrimonio netto.
Quando il confronto tra la somma delle perdite accumulate anno per anno e gli elementi del patrimonio netto "accontonati" in bilancio (capitale sociale; riserve facoltative e statutarie; fondi di rivalutazione monetaria; riserva legale, riserva sovrapprezzo azioni; i versamenti dei soci, effettuati in conto capitale o in conto futuro aumento capitale; eventuali utili passati messi da parte e non distribuiti) supera un certo livello, la legge stabilisce
autoritativamente che i soci debbano intervenire immettendo nuove risorse.
Questa è la situazione del briomma.
Le perdite sono così gigantesche che hanno CANCELLATO il capitale sociale, tanto è vero che la stima civilistica in bilancio del patrimonio netto è NEGATIVA.
Quindi, sempre da un punto di vista puramente giuridico, l'
AS BRIOMMA E' GIA' IN UNA CONDIZIONE DI LIQUIDAZIONE AUTOMATICA, E' UNA SOCIETA' GIURIDICAMENTE SCIOLTA (come la merda dopo le cozze andate a male).
Lo strumento dell'aumento del capitale sociale serve per
RIMEDIARE a questa situazione. In assenza del nuovo apporto dei soci, gli amminstratori sarebbero obbligati a vendere il vendibile, pagando i debiti e terminando l'attività sociale.....
Questo nel mondo della teoria.
Dopodiché, in pratica, la loro "salvezza" sta nel "valore" del parco giocatori. Infatti, il valore dei "diritti alle prestazioni sportive dei calciatori" (il vecchio "cartellino" anni '70) esposto in bilancio é (sarebbe?) molto inferiore a quello reale: esempio, Zagagnolo (=il diritto alle prestazioni
della pippa suddetta) in bilancio è messo a 6 milioni, ma invece ne vale 8. Quindi, il bilancio non rappresenta quel valore (perché gli 80 milioni di valore "reale" in più andrebbero a coprire 80 miloni di perdita bilancistica) e dunque il reale valore economico del briomma sarebbe ancora, nella sostanza, positivo.
Per questo motivo non possiamo ancora gioire.
Ma, come brillantemente spiegato da Least, i dati che possiamo leggere ora già ci consegnano una situazione del mondo briomma prossima al collasso gravitazionale, pronta a precipare nel bucio nero melmoso cui è destinata dalla sua (oscura) nascita.
Il riom è una misteriosa macchina mangiasoldi, che distrugge ricchezza e non crea valore.
Terribili tagli dei costi con contestuale vendita dei migliori giocatori ovvero enormi immissioni di liquidità a fondo perduto. E con la prospettiva di non ricavarci un cazzo. Anche la colossale speculazione edilizia collegata al merdodromo di tor di valle oggi mi pare molto meno allettante.
Non vi sono soluzioni alternative, la loro campana sta per suonare.....