Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2180 il: 17 Mag 2020, 08:37 »

prima operazione: iscrizione al campionato di seconda categoria

La loro dimensione naturale sarebbe la categoria infima.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2181 il: 17 Mag 2020, 08:52 »
Se resterà ancora fuori dalla competizione europea la Roma sarà obbligata a riconsiderare le proprie ambizioni
 
SENZA LA CHAMPIONS TOP PLAYER A RISCHIO (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)
 
Pellegrini e Zaniolo i giocatori da blindare, ma sono i più appetibili sul mercato: il club prova a resistere
 
di Roberto Maida
ROMA
 
 
Il problema della verità è che non arriva quasi mai puntuale. Viene anticipata con paura, oppure emerge in ritardo con le sue inesorabili sentenze. E così rileggere le parole che in tempi non sospetti, per la precisione il 3 aprile 2019, un importante dirigente della Roma pronunciò durante un evento universitario spiega il guaio in cui la società si è cacciata: «Una società come la nostra può sopportare un anno senza la Champions League. L’importante è che sia un anno e non una costante» sentenziò Francesco Calvo, ingaggiato nell’estate 2018 da Pallotta su consiglio del Ceo Guido Fienga per migliorare il comparto gestionale-finanziario. Purtroppo adesso l’ipotesi più drammatica è lì, dietro l’angolo: la Roma ha saltato già una stagione di Champions, con ricadute visibili sulle perdite della semestrale (-87 milioni), e rischia di mancare anche il prossimo treno, con la conseguenza di un ridimensionamento delle ambizioni. 
 
RISTAGNO. La verità a posteriori è appunto il bilancio, che certifica quanto ogni osservatore obiettivo aveva compreso in diretta: la Roma è un club gestito in maniera molto spregiudicata, per non dire dissennata, ed essendo appesa quasi solo al risultato sportivo vive un forte affanno dopo una serie di errori strategici commessi. Quando la cordata di Pallotta ha rilevato la Roma dalla famiglia Sensi, nel 2011, il patrimonio tecnico e il fatturato erano a livelli molto più bassi, anche perché erano minori i premi Uefa, ma era relativamente bassa anche la cifra dell’indebitamento (anche se il gruppo Sensi era esposto con le banche per cifre decisamente superiori e per questo fu obbligato a cedere): circa 110 milioni, contro i 278,5 documentati dalla trimestrale appena pubblicata. Con questo non stiamo affermando che “si stava meglio quando si stava peggio”, perché il valore di mercato della Roma prima del Covid era salito a 710 milioni lordi, come da accordo natalizio con Friedkin, senza contare i vari record di ricavi. Ma il paragone serve a comprendere il senso delle ultime operazioni di Pallotta: risanare la società sarà il modo più semplice per venderla.
 
ASSET. E così, salvo recupero della zona Champions nell’aleatorio finale di stagione, non basteranno il recente Decreto Liquidità e la sospensione del fair play finanziario a incoraggiare nuovi investimenti. Pallotta e i suoi soci dovranno ricorrere agli asset più redditizi, cioè i calciatori, per aumentare i ricavi nel breve periodo. Con plusvalenze e non solo. Nel momento in cui manca il denaro anche per pagare gli stipendi, può essere consigliabile un piccolo minus pur di garantirsi liquidità. Detto che la Roma ha intenzione di difendere in tutti i modi i talenti che ne rappresentano presente e futuro, dunque Zaniolo e Pellegrini, non è più scontato che il mercato le permetta di trattenerli. Due anni fa, dopo la semifinale di Champions League, mentre Pallotta e Monchi promettevano pubblicamente la conferma di Alisson, un dirigente della Roma raccontava off records che «noi non vogliamo venderlo, ma lo compreranno». Non era un paradosso ma la normalità. A certe cifre tutto si può trattare. E Alisson andò al Liverpool per una settantina di milioni. In questo caso però è anche peggio, perché la pandemia ha fatto crollare i prezzi e aggravato le condizioni finanziarie della società. Pellegrini, se dovesse andar via, potrebbe fruttare al massimo i 30 milioni della clausola. Zaniolo poi, dopo un serio infortunio, verrebbe pagato meno del dovuto. Eppure gli obblighi sono stringenti per la continuità aziendale. Come nel 2009, a malincuore, Rosella Sensi si privò di un rampollo come Alberto Aquilani, pure lui finito al Liverpool, anche Guido Fienga dovrà confrontarsi con le necessità impellenti. 
 
SPERANZA. Non che non esistano strade alternative. Ed è su quelle che si sta concentrando il direttore sportivo Petrachi, sotto lo sguardo vigile e interessato di Fonseca. Tre le direttrici imboccate: a) taglio del monte stipendi di almeno il 25 per cento, con la collaborazione dei calciatori che potrebbero accettare dilazioni e spalmature. Dzeko in testa; b) cessione di calciatori intriganti ma non decisivi, da Ünder a Kluivert, da Cristante a Spinazzola, oltre ai giovani tipo Riccardi, che è ammirato lontano da Trigoria e meno a Trigoria; c) sistemazione dei giocatori attualmente in prestito. Il più importante è Patrik Schick che ha cominciato male la seconda parte della Bundesliga nonostante il tweet di sostegno della Roma: partito dalla panchina con il Lipsia, ha ciccato al minuto 88 il pallone della possibile vittoria contro il Friburgo. I 25 milioni previsti dalla sua partenza sono un’iniezione di fondi su cui Fienga conta per ripartire. Ma non basteranno, da soli: devono incastrarsi diversi elementi positivi per non tirare in ballo i cognomi Zaniolo e Pellegrini. 
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2182 il: 17 Mag 2020, 08:54 »
Il commento
 
Non si toccano (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)

di Francesco de Core 
 
 
No, Zaniolo e Pellegrini no. Non toccate proprio loro, Nicolò e Lorenzo, la meglio gioventù. Non cedeteli al primo offerente o al primo sceicco con lusinghe milionarie; non sacrificate il futuro della Roma per mettere un rammendo contabile a errori gestionali che sono ormai di lunga data. E che si trascinano stancamente nella freddezza dei numeri e nei resoconti di mercato: qualcuno ha dimenticato Salah e Alisson, solo per citare due campioni (non) a caso? Chi si è fatto trascinare dalla nostalgia nei giorni cupi del lockdown, ha rivisto in tv partite dove della Roma è rimasto solo il colore della maglia. Decine di nomi, bandiere comprese, finite nell’almanacco.
 
Il buco nero che sta inghiottendo inesorabilmente la società di Jim Pallotta rischia di azzoppare la ricostruzione. Che proprio su Zaniolo e Pellegrini poggerebbe le sue fondamenta. La loro cessione sarebbe una macchia, un’onta, che qualsiasi gruppo, vecchio o nuovo, si trascinerebbe per lungo tempo. Stavolta potrebbero non bastare plusvalenze e obblighi di riscatto, fattori di una finanza creativa allargati a dismisura per coprire falle e segni negativi. Nessuno ne parla apertamente, nessuno se la sente di pronunciare quei due nomi in maniera palese, ma l’ipotesi rischia di diventare più che concreta di fronte all’evidenza, tremenda, delle cifre. Un indebitamento schizzato nell’ultima trimestrale a 278,5 milioni di euro; la necessità di ricapitalizzare per almeno 94 milioni e di raggiungere un risultato sportivo quanto meno complicato, ossia l’accesso alla Champions League; un piano di rilancio difensivo che passa attraverso la cessione degli asset strategici (voce dietro cui si nascondono i gioielli di casa) e il contenimento dei costi del lavoro, per la gran parte legati agli ingaggi dei calciatori, molti davvero maxi rispetto al reale valore espresso sul campo. La pandemia da Covid ha fatto la sua parte: ha fiaccato gestioni sane e virtuose, ha messo all’angolo quelle più precarie e instabili, portandole sull’orlo del crepaccio. 
Lo stop ai campionati si è rivelato addirittura un macigno sul bilancio giallorosso, mentre era ormai in dirittura d’arrivo il passaggio di proprietà. Ecco, in questo scenario catastrofico lo sbarco romano di Dan Friedkin diventa di giorno in giorno una ipotesi sempre più problematica. E non soltanto per la fragilità finanziaria della Roma, che la rende oggettivamente meno appetibile. Le cifre di prima non sono più quelle di oggi, la convergenza di interessi tra venditore e compratore è un lontano ricordo: Pallotta adesso cerca soci per non affondare, Friedkin deve riconsiderare l’impatto di un investimento a largo raggio, dove turismo e beni culturali hanno (avevano?) una loro centralità accanto al progetto sportivo. E invece proprio turismo e beni culturali pagheranno il prezzo più salato dell’ondata depressiva causata dal Coronavirus. 
Per convincere Friedkin a tornare al tavolo della trattativa occorrerebbe anche una classe dirigente persuasiva, capace di prefigurare scenari concreti, a media e lunga scadenza, che favoriscano gli investitori e non li deprimano. Perché è depressivo leggere le scarne, generiche frasi con cui la sindaca Virginia Raggi ha liquidato ancora ieri, nell’intervista a Repubblica, la questione dello stadio di Tor di Valle, risorsa che sarebbe determinante nel ricalibrare il futuro della Roma e di Roma: «A breve scioglieremo le riserve». A breve. Come se non fossero passati otto anni dalla presentazione del progetto. Rifugiarsi dietro l’esito dell’inchiesta penale è diventata la cantilena giustificativa di una politica che usa i paraventi per nascondere la propria inadeguatezza. Così né Roma né la Roma andranno da nessuna parte.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2183 il: 17 Mag 2020, 08:56 »
LO SCENARIO - LE MANOVRE
 
Pallotta non vuole svendere. Gli investitori restano scettici (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)
 
Il presidente prova a mandare messaggi rassicuranti: «Sosterrò la Roma». Ma gli interrogativi crescono
 
di Roberto Maida
ROMA
 
 
C’è una riga del comunicato finanzario della Roma, l’ultima, a creare ansia negli investitori: «Non vi è un piano di ristrutturazione del debito, né sono stati approvati piani industriali dagli organi sociali». Non si può colpevolizzare il Cda della Roma per questa considerazione, perché la pandemia e la conseguente sospensione del campionato di Serie A non consentono di stimare le prospettive di danno economico. Ma in quel concetto è spiegato bene l’atteggiamento di diffidenza che tutti i possibili soggetti interessati all’acquisizione della Roma, a cominciare da Dan Friedkin, hanno mostrato davanti alla proposta di Goldman Sachs, la banca d’affari americana che tesse le trattative di alta finanza per conto di Pallotta. Le espressioni «Ci aggiorniamo» e «Le faremo sapere» sono state le più diplomatiche, come era logico supporre in uno scenario apocalittico all’interno del quale nessuno può permettersi alcun azzardo. 
 
FIAMMELLA. Friedkin, da parte sua, rappresenterebbe una garanzia importante per il futuro della Roma. Non sarà Paperon de’ Paperoni, per citare una battuta incauta di Petrachi, ma è comunque un imprenditore che guida un gruppo solido e che ha intenzioni diverse rispetto a Pallotta: non è interessato più di tanto a speculare, nel senso tecnico degli hedge fund che comprano valorizzano e rivendono, ma a conquistare una fetta di mercato italiana per espandere la sfera di influenza. I suoi capitali sarebbero stati benedetti in questo periodo di vuoto ma Pallotta, che stava per fare il colpo del secolo, non è riuscito a vendere in tempo la Roma. Proprio quando tutto sembrava pronto per la firma sui contratti preliminari, il Covid ha spazzato via ogni negoziato.
 
TENDENZA. Adesso la palla spetta a Pallotta, che di solito è molto capace a manovrare i gruppi di pressione (le cosiddette lobby) ma è meno condizionabile quando sono altri ad esercitare pressioni sui suoi affari. Un socio imponente come Starwood, che Pallotta aveva coinvolto con la chimera dello stadio di Tor di Valle, spinge per un rapido disimpegno dalla Roma. E lo stesso vorrebbero altri partner del consorzio, chiamati addirittura in causa da un pulviscolo di piccoli azionisti per un’irregolarità amministrativa. Ma Pallotta per il momento tira dritto, incurante anche della popolarità ai minimi storici agli occhi dalla tifoseria: «Farò quello che serve a sostenere la Roma» ha fatto sapere. In questo senso, la distanza geografica è un prezioso alleato: i quasi due anni (per la precisione 23 mesi) dall’ultimo viaggio romano sono il manifesto programmatico della sua volontà, che è uscire di scena il prima possibile; ma la realtà è assai più complessa sul fronte economico e gli consiglia di non accettare offerte poco gratificanti. Potrebbe per assurdo essere meglio aspettare un po’, altri 12-24 mesi, accontentandosi di sistemare i conti del club per rendere l’azienda più vendibile, aspettando la ripresa del mercato postpandemico.
 
INCROCIO. Nel frattempo però il Ceo, Guido Fienga, dovrà gestire una situazione molto delicata. E riferire agli azionisti, che ha convocato per la fine di giugno (il 26 in prima convocazione, il 29 in seconda). Durante l’assemblea, di risposta alle richieste dei piccoli risparmiatori, la Roma dovrà spiegare pubblicamente come intende sopravvivere al tornado che l’ha travolta.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2184 il: 17 Mag 2020, 09:01 »
Pallotta ci mette 50 milioni: «Io ci sono»
Ma per vendere lo sconto ora è possibile (Gazzetta dello Sport, 17 Maggio 2020)


di Massimo Cecchini-ROMA

Ci sono i numeri, i giudizi e poi le scelte. La trimestrale della Roma è di quelle che fanno tremare il cuore, ma il calcio ai tempi del Covid-19 – economicamente parlando – racconta storie tristi a tutte le latitudini. Il riassunto si potrebbe racchiudere nel peggioramento del debito, salito a 278,5 milioni e all’erosione del capitale sociale, che si è ridotto di un terzo del totale, cosa per la quale – nonostante il «decreto liquidità» consenta di temporeggiare sino a fine anno – porterà alla convocazione a fine giugno dell’assemblea societaria. Ma una «conference call» con il «board», avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì, ha rassicurato la dirigenza: i soci hanno intenzione di sostenere il club, anche se le cessioni sul mercato svolgeranno un ruolo (almeno) altrettanto importante, pur se non contabilizzabili entro giugno, se non quella, sempre più vicina, di Schick. «Non ci sono sempre stato a supporto della Roma?», dice il presidente James Pallotta. In effetti, nell’era di gestione statunitense, finora sono oltre 300 i milioni immessi dal «patto di sindacato» (una quarantina di soci). In ogni caso, Pallotta & Company verseranno altri 50 milioni a breve (20 subito). Conti alla mano, non basteranno per rimettere in sesto il bilancio, ma in attesa che il calcio abbia la certezza di ripartire, tutto questo è una vera e propria boccata d’ossigeno per i conti. Ovvio, però, che la cessione del pacchetto di maggioranza resti la stella cometa per il presidente. Dopo la fine della pandemia, è possibile che Dan Friedkin torni alla carica per rilevare la società, ma si presume che il taglio dell’offerta non sarà inferiore a circa il 30%. Una cosa è certa: se fosse intorno ai 550 milioni, la cessione sarebbe in perdita per Pallotta e soci, ma non è escluso che possano dire di sì.

Progetto Olimpico
Intanto si lavora alla ricerca di redditività. È noto che se tutta la prossima stagione fosse senza pubblico nelle partite casalinghe, la perdita stimata è di circa 30 milioni. Ma la Roma ha fatto uno studio sull’Olimpico, in previsione di una riapertura dello stadio il 1 gennaio 2021. La capienza sarebbe di poco inferiore ai 30.000 posti e questo potrebbe consentire di ridurre il danno, perché il costo unitario dei singoli biglietti è superiore a quello degli abbonamenti. Certo, c’è la questione curve. Gli ultrà rispetteranno i distanziamenti, si chiedono a Trigoria? Ma è una domanda, per ora, non d’attualità.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2185 il: 17 Mag 2020, 09:02 »
Pallotta non si tira indietro
Al club servono 50 milioni (Corriere della sera ed. Roma, 17 Maggio 2020)


Il patron giallorosso ricapitalizzerà sperando di riallacciare con Friedkin


La pubblicazione della trimestrale relativa al 31 marzo, che ha certificato il peggioramento dei conti della Roma, non ha di certo colto alla sprovvista il management giallorosso. Anzi, nelle ore che hanno preceduto la pubblicazione del documento, tra Roma e gli Stati Uniti si sono pianificate delle strategie di contenimento della crisi, con una certezza: James Pallotta non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro. Questo non significa che la Roma non sia più in vendita, ma che non si può rimanere immobili ad aspettare che si sblocchi lo stallo in cui è piombata la trattativa per la cessione a Dan Friedkin, che non ha più intenzione di pagare gli oltre 700 milioni di euro (compresi i debiti) che sembrava intenzionato a spendere a fine 2019 per rilevare la società. E che se anche il dossier sulla società ha catturato l’attenzione di altri potenziali investitori, non c’è la certezza che questo interesse si trasformi in tempi brevi in qualcosa di concreto. La palla, quindi, è tornata nelle mani di Pallotta, che entro il 31 dicembre dovrà farsi carico della ricapitalizzazione di circa 50 milioni di euro, di cui 20 in tempi brevi, dopo gli 89,1 versati nei mesi scorsi. Parallelamente, l’input che arriva da Boston, e che potrebbe favorire anche la riapertura della trattativa con Friedkin, è di alleggerire i costi relativi al personale attraverso una sostanziosa riduzione del monte ingaggi, e allo stesso tempo provare a recuperare qualcosa sui mancati incassi dovuti al Covid- 19. La stima delle perdite tra botteghino e sponsor, tra la fine di questa stagione e la prossima, è di circa 30 milioni. Una cifra cospicua, che andrebbe ad aggiungersi ai mancati incassi in caso di non qualificazione alla Champions League. La speranza del club è che, nella prossima stagione, i tifosi possano tornare sugli spalti il prima possibile. Per questo negli ultimi giorni sono state fatte delle simulazioni che, nel rispetto della distanza sociale e di tutti i protocolli, potrebbero garantire l’accesso all’Olimpico a poco meno di 30mila spettatori a gara e alla società di recuperare parte dei soldi persi. L’altra strada, naturalmente, passa per il mercato: il compito del d.s. Gianluca Petrachi è di liberarsi di ingaggi pesanti, anche se questo non basterà per evitare alcuni sacrifici. Quello più vicino riguarda Patrik Schick: i giallorossi si accontenteranno di 25 milioni, invece dei 29 concordati lo scorso anno con il Lipsia. Con questo bilancio, d’altronde, non si può fare diversamente.
G. P.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2186 il: 17 Mag 2020, 09:04 »
Ma chi è Riccardi?

Offline Ranxerox

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18403
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2187 il: 17 Mag 2020, 09:06 »
Ma che, per caso, stanno iniziando a prendere coscienza delle pezze al culo a cui sono ridotti?

Offline Tarallo

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111509
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2188 il: 17 Mag 2020, 09:08 »
Oggi è un po' come se fosse arrivato Babbo Natale, col doppio Maida sulle finanze + un terzo Maida sullo stadio.
Indefesso e sempre più commovente.
Quasi mi sento di non essere stato abbastanza buono per meritarlo.

Offline Ranxerox

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18403
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2189 il: 17 Mag 2020, 09:10 »
Oggi è un po' come se fosse arrivato Babbo Natale, col doppio Maida.
Quasi mi sento di non essere stato abbastanza buono per meritarlo.

 :lol: :lol: :lol:

Offline ES

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20560
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2190 il: 17 Mag 2020, 09:19 »
Si accontenteranno di 25 milioni...

Offline Drake

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2191 il: 17 Mag 2020, 09:20 »
Come si fa a non amare uno che scrive:
un pulviscolo di piccoli azionisti  :lol:

Offline radar

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2192 il: 17 Mag 2020, 09:25 »
Oggi è un po' come se fosse arrivato Babbo Natale, col doppio Maida sulle finanze + un terzo Maida sullo stadio.
Indefesso e sempre più commovente.
Quasi mi sento di non essere stato abbastanza buono per meritarlo.

Mi è capitato qualche volta di dover scrivere cose, sempre le stesse, con cadenza quasi quotidiana e per farlo sudavo sette camicie per non ripetermi, sforzandomi di trovare sempre frasi e parole nuove per esprimere lo stesso concetto.

Ecco, io a sto cristiano di Maida vorrei dare un premio, ma non a percularlo, un premio vero, per la fatica e l'impegno messi nel suo lavoro, perchè noi vediamo che lui ripete sempre la stessa cosa ma i suoi lettori abituali, loro no. MAida, sei un romoletto ma stima assoluta come affabulatore
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2193 il: 17 Mag 2020, 09:29 »
Il commento
 
Non si toccano (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)

di Francesco de Core 
 
 
No, Zaniolo e Pellegrini no.

Io sono commosso per questo signore... un uomo "de core"  :D
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2194 il: 17 Mag 2020, 09:30 »
me lo immagino il poro Maida mentre, tutto sudato e con gli occhi lucidi, scrive gli articoli con cui cerca di edulcorare alle semplici menti del magnifico bobolo la montagna di merda che soffoca la maggica.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2195 il: 17 Mag 2020, 09:30 »
Ma chi è Riccardi?

Un neo romano e ROMANISTA che gioca nella Primavera.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2196 il: 17 Mag 2020, 09:32 »
Se resterà ancora fuori dalla competizione europea la Roma sarà obbligata a riconsiderare le proprie ambizioni
 
SENZA LA CHAMPIONS TOP PLAYER A RISCHIO (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)
 
Pellegrini e Zaniolo i giocatori da blindare, ma sono i più appetibili sul mercato: il club prova a resistere
 
di Roberto Maida
ROMA
 
 
Il problema della verità è che non arriva quasi mai puntuale. Viene anticipata con paura, oppure emerge in ritardo con le sue inesorabili sentenze. E così rileggere le parole che in tempi non sospetti, per la precisione il 3 aprile 2019, un importante dirigente della Roma pronunciò durante un evento universitario spiega il guaio in cui la società si è cacciata: «Una società come la nostra può sopportare un anno senza la Champions League. L’importante è che sia un anno e non una costante» sentenziò Francesco Calvo, ingaggiato nell’estate 2018 da Pallotta su consiglio del Ceo Guido Fienga per migliorare il comparto gestionale-finanziario. Purtroppo adesso l’ipotesi più drammatica è lì, dietro l’angolo: la Roma ha saltato già una stagione di Champions, con ricadute visibili sulle perdite della semestrale (-87 milioni), e rischia di mancare anche il prossimo treno, con la conseguenza di un ridimensionamento delle ambizioni. 
 
RISTAGNO. La verità a posteriori è appunto il bilancio, che certifica quanto ogni osservatore obiettivo aveva compreso in diretta: la Roma è un club gestito in maniera molto spregiudicata, per non dire dissennata, ed essendo appesa quasi solo al risultato sportivo vive un forte affanno dopo una serie di errori strategici commessi. Quando la cordata di Pallotta ha rilevato la Roma dalla famiglia Sensi, nel 2011, il patrimonio tecnico e il fatturato erano a livelli molto più bassi, anche perché erano minori i premi Uefa, ma era relativamente bassa anche la cifra dell’indebitamento (anche se il gruppo Sensi era esposto con le banche per cifre decisamente superiori e per questo fu obbligato a cedere): circa 110 milioni, contro i 278,5 documentati dalla trimestrale appena pubblicata. Con questo non stiamo affermando che “si stava meglio quando si stava peggio”, perché il valore di mercato della Roma prima del Covid era salito a 710 milioni lordi, come da accordo natalizio con Friedkin, senza contare i vari record di ricavi. Ma il paragone serve a comprendere il senso delle ultime operazioni di Pallotta: risanare la società sarà il modo più semplice per venderla.
 
ASSET. E così, salvo recupero della zona Champions nell’aleatorio finale di stagione, non basteranno il recente Decreto Liquidità e la sospensione del fair play finanziario a incoraggiare nuovi investimenti. Pallotta e i suoi soci dovranno ricorrere agli asset più redditizi, cioè i calciatori, per aumentare i ricavi nel breve periodo. Con plusvalenze e non solo. Nel momento in cui manca il denaro anche per pagare gli stipendi, può essere consigliabile un piccolo minus pur di garantirsi liquidità. Detto che la Roma ha intenzione di difendere in tutti i modi i talenti che ne rappresentano presente e futuro, dunque Zaniolo e Pellegrini, non è più scontato che il mercato le permetta di trattenerli. Due anni fa, dopo la semifinale di Champions League, mentre Pallotta e Monchi promettevano pubblicamente la conferma di Alisson, un dirigente della Roma raccontava off records che «noi non vogliamo venderlo, ma lo compreranno». Non era un paradosso ma la normalità. A certe cifre tutto si può trattare. E Alisson andò al Liverpool per una settantina di milioni. In questo caso però è anche peggio, perché la pandemia ha fatto crollare i prezzi e aggravato le condizioni finanziarie della società. Pellegrini, se dovesse andar via, potrebbe fruttare al massimo i 30 milioni della clausola. Zaniolo poi, dopo un serio infortunio, verrebbe pagato meno del dovuto. Eppure gli obblighi sono stringenti per la continuità aziendale. Come nel 2009, a malincuore, Rosella Sensi si privò di un rampollo come Alberto Aquilani, pure lui finito al Liverpool, anche Guido Fienga dovrà confrontarsi con le necessità impellenti. 
 
SPERANZA. Non che non esistano strade alternative. Ed è su quelle che si sta concentrando il direttore sportivo Petrachi, sotto lo sguardo vigile e interessato di Fonseca. Tre le direttrici imboccate: a) taglio del monte stipendi di almeno il 25 per cento, con la collaborazione dei calciatori che potrebbero accettare dilazioni e spalmature. Dzeko in testa; b) cessione di calciatori intriganti ma non decisivi, da Ünder a Kluivert, da Cristante a Spinazzola, oltre ai giovani tipo Riccardi, che è ammirato lontano da Trigoria e meno a Trigoria; c) sistemazione dei giocatori attualmente in prestito. Il più importante è Patrik Schick che ha cominciato male la seconda parte della Bundesliga nonostante il tweet di sostegno della Roma: partito dalla panchina con il Lipsia, ha ciccato al minuto 88 il pallone della possibile vittoria contro il Friburgo. I 25 milioni previsti dalla sua partenza sono un’iniezione di fondi su cui Fienga conta per ripartire. Ma non basteranno, da soli: devono incastrarsi diversi elementi positivi per non tirare in ballo i cognomi Zaniolo e Pellegrini.
La perifrasi "calciatori intriganti, ma non decisivi" per definire il concetto di pippe scatenate è da standing ovation  :D

Offline edge24

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8868
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2197 il: 17 Mag 2020, 09:40 »
Se resterà ancora fuori dalla competizione europea la Roma sarà obbligata a riconsiderare le proprie ambizioni
 
SENZA LA CHAMPIONS TOP PLAYER A RISCHIO (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)
 
Pellegrini e Zaniolo i giocatori da blindare, ma sono i più appetibili sul mercato: il club prova a resistere
 
di Roberto Maida
ROMA
 
 
Il problema della verità è che non arriva quasi mai puntuale.

sto topic è stato aperto il 22 maggio 2018, e fa da collettore di un altro, precedente topic enciclopedico sulla tensione finanziaria più altri mini-topic. bastava leggerli


Ma chi è Riccardi?

è un centrocampista 2001 della primavera. secondo me, dopo attenta sanificazione, potremmo sciacallarglielo

Online biko

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6367
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2198 il: 17 Mag 2020, 09:46 »
Nomen Omen...the winner oggi è 'sto Riccardo de Core (d minuscola a sottolineare l'eventuale nobiltà)  che nel rispetto del proprio nome scrive con la penna conficcata nel ventricolo sinistro, tanto si percepisce il dolore e la disperazione... spero Virginia lo legga e almeno lei  si muova a compassione...non puoi liquidare con generiche frasi un'ancora di salvezza dopo tutti gli sforzi fatti e poco importa se alcuni sono risultati illegali...Aroma è Aroma😢

Offline genesis

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23909
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2199 il: 17 Mag 2020, 09:53 »
Il commento
 
Non si toccano (Corriere dello Sport, 17 Maggio 2020)

di Francesco de Core 
 

Pensavo fosse uno pseudonimo, invece non lo è, ho controllato.  8)
 

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