Corriere dello SPortÈ quanto resterà nelle casse della Roma: un tesoretto importante per la gestione corrente Guido Fienga, Chief Operating Officer della Roma lapresse
di Marcel Vulpis*
As Roma in gol sui mercati finanziari. Operazione lampo e sold out per il prestito obbligazionario non convertibile del valore di 275 milioni di euro. La società capitolina, che ieri aveva definito il prezzo del bond, fissandolo ad un tasso annuale pari al 5.125%, ha intercettato immediatamente l’interesse di una serie di “investitori istituzionali qualificati” sulle più importanti piazze. Un’ipotesi, quella del tutto esaurito, ampiamente prevedibile per la qualità degli advisor messi in campo dai vertici di Trigoria. L’operazione ha visto infatti la partecipazione di due colossi internazionali del calibro di Goldman Sachs e JP Morgan, nel ruolo operativo di “collocatori” dello strumento finanziario, oltre ad Ubi Banca nella doppia veste di “security agent” e “account bank”. L’istituto italiano (nella precedente emissione questo stesso ruolo aveva visto la presenza di Unicredit) si occuperà di gestire e monitorare la contabilità dell’intera operazione fino a scadenza (il bond ha una durata di 5 anni). Infine è da registrare la presenza di Bank of New York Mellon (tra le più grandi banche depositarie al mondo), entrata nell’operazione come “paying agent”. Vestirà il ruolo di banca autorizzata a seguire i pagamenti di cedole, dividendi e rimborsi per conto della società romana.
SENIOR SECURED. Il bond rientra nella tipologia “senior secured”. Sarà assistito tecnicamente da garanzie (per esempio titoli e/o valori mobiliari/immobiliari) e con priorità nel rimborso per i sottoscrittori. E’ stato emesso da un “veicolo” controllato dal club giallorosso al 99,98%: nello specifico l’Asr Media and Sponsorship (denominata “MediaCo”) costituita nel 2014. Nel memorandum di offerta presentato negli ultimi giorni a Milano, durante il roadshow, è stato confermato anche lo schema di utilizzo dell’incasso.
I CONTI. Cosa resterà nelle casse giallorosse post emissione? Circa 215,5 milioni di euro serviranno a rimborsare interamente il precedente finanziamento gestito da Goldman Sachs e Unicredit (in concomitanza con la chiusura dell’operazione, prevista per il prossimo 8 agosto). Altri 10,4 milioni finiranno su un deposito di liquidità. Tecnicamente conti bancari «secured» (si tratta di rapporti garantiti da un istituto di credito, presumibilmente Ubi banca). Infine 8,2 milioni di euro sono i costi preventivati per la transazione in oggetto. Alla As Roma resteranno in pancia, nelle casse societarie, circa 57,5 milioni di euro di liquidità. Un “tesoretto” importante, da cui ripartire per la gestione corrente delle attività.
IL DEBITO CRESCE. L’altra faccia della medaglia è la crescita ulteriore dell’indebitamento complessivo. Un aspetto, quest’ultimo, che potrà essere ridimensionato, o tenuto sotto controllo, soltanto con l’esplosione dei ricavi commerciali e con una più stabile presenza, nel tempo, in Champions League. Da sperare infine lo sblocco definitivo del progetto dello stadio, che ha creato costi consulenziali certi, mentre non c’è ancora la garanzia della data di apertura della nuova casa giallorossa, con tutto quello che potrebbe generare, in positivo, sotto il profilo commerciale e sponsorizzativo.
(* direttore
Sport Economy)