Pallotta, pronto il piano B
A caccia di nuovi investitori se Friedkin «molla» la Roma (Gazzetta dello Sport, 9 Maggio 2020)
Goldman Sachs sta già sondando il mercato da tempo. Senza aiuti a rischio anche i due gioielli Zaniolo e Pellegrini
di Andrea Pugliese -ROMA
E adesso, è chiaro, c’è da studiare un piano B. Anzi, ci si sta lavorando già su da un po’, perché l’ipotesi che il deal tra James Pallotta e Dan Friedkin alla fine possa non andare in porto acquista sempre più probabilità. Ed allora, se alla fine Friedkin non dovesse formulare neanche un’offerta al ribasso (550 milioni contro i 710 pattuiti a inizio marzo) che cosa ne sarà della Roma? Semplice, alla guida resterà James Pallotta, ma con il piano B, appunto. Che prevede, di per sé, due scenari diversi, a seconda dello sviluppo di questi mesi.
Situazione economica
La Roma dovrebbe chiudere il bilancio del prossimo 30 giugno con un rosso previsionale di circa 110 milioni di euro. Un fardello pesante, che si associa all’indebitamento netto del club che è di oltre 260 milioni. Il vero problema, però, è che il prossimo bilancio partirà con un pesante handicap, perché ci saranno i 20-22 milioni di euro della spalmatura degli attuali mesi di aprile, maggio e giugno (a patto che questa stagione riprenda), oltre a circa una trentina di mancati incassi da botteghino (tra campionato e coppa europea). Nel 2017/18, ad esempio, gli incassi da botteghino furono in tutto 39 milioni, nel 2018/19 33,7 (ma in entrambe le stagioni la Romagiocò la Champions). È evidente che se tutta la prossima stagione si dovesse giocare a porte chiuse, il danno sarebbe grande anche in tal senso. Ed ecco anche perché entro la fine di maggio Pallotta dovrebbe mettere un’altra ventina di milioni dell’aumento di capitale da 150 milioni da onorare prima della fine dell’anno (finora il presidente ne ha versati 89). Quei soldi servono sostanzialmente a garantire la cassa ed a evitare che il capitale sociale si riduca sotto un terzo.
A caccia di soci
Pallotta, quindi, cercherà di salvaguardare il suo investimento fino alla fine, ma è evidente che anche il possibile disimpegno di Vitek nella questione- stadio (di cui parliamo nel pezzo sotto) sia un’ulteriore spallata alla sua fiducia. Già minata dalle resistenze che trova nel suo patto di sindacato, con alcuni soci (Starwood in testa) che non vogliono più esporsi economicamente per la Roma. E allora Pallotta ha dato mandato a Goldman Sachs di trovare nuovi possibili investitori, che possano essere interessati alla Roma. O, anche, che vogliano eventualmente dare una mano come soci di minoranza. Su questo ci stanno lavorando anche i dirigenti apicali come Guido Fienga (Ceo) e Mauro Baldissoni (Vicepresidente esecutivo), sfruttando anche le loro conoscenze in ambito finanziario. Ad oggi, però, la ricerca non ha prodotto gli effetti sperati. Anche se poi, a conti fatti, la speranza è sempre quella che Friedkin decida di mettersi ugualmente a tavolino per trattare l’acquisto del club.
Gioielli a rischio
Nel caso in cui la manovra non riesca – e cioè che non si trovino neanche dei soci di minoranza – gli scenari possono portare a qualsiasi strada futura. Anche alla cessione degli asset più pregiati, nello specifico Zaniolo e Pellegrini. Con un bilancio economico che nella prossima stagione dovrebbe partire da una proiezione di circa -160 (il -110 di giugno, a cui aggiungere la spalmatura e i mancati incassi), è chiaro che sarà difficile dire di no a qualsiasi grande offerta arrivi dalle parti dell’Eur. Soprattutto, poi, se non dovesse finire neanche questa stagione, con la questione dell’ultima tranche dei diritti tv ancora in ballo (per la Roma si tratta di 13 milioni). Insomma, c’è da augurarsi che si torni a giocare e che qualcuno si avvicini alla Roma per aiutare Pallotta. Che sia Friedkin o qualcun altro...