Domanda per VV o LS: ma i titolari di obbligazioni di un'azienda che dilapida la propria ricchezza costantemente, tanto da essere arrivata all'erosione del proprio capitale sociale, perché dovrebbero continuare a vivere con sta roba nel portafoglio, che presumibilmente diventerà carta straccia da qui a pochi mesi, specie se il campionato non ricomincia e senza che si intuiscano all'orizzonte novità in grado di cambiare gli scenari e i trend?
Questi titolari non potrebbero far valere la propria voce nei confronti di una proprietà che sta indebolendo il loro portafoglio? E proprio al limite, in assenza di qualsiasi politica credibile di risanamento efficace, cosa sotto gli occhi di tutti da ormai qualche anno, non potrebbero sospettare legittimamente l'insolvenza e richiedere il default in tempi brevi tentando di limitare all'istante le perdite?
Gli obbligazionisti possono dichiarare il defaut del titolo solamente nel caso in cui la società non aghi le rate o sfori qualcuno dei covenant (il famoso DSCR). In assenza, non hanno titolo per dichiarare il default ma, se vedono che la società va male, possono vendere il titolo sul mercato e cercare di riportare a casa parte del loro debito (e guarda caso, il titolo è sceso da 105 ad 85)...
Civilisticamente, possono presentare istanza di fallimento o attivare procedure esecutive i creditori che hanno crediti scaduti e non pagati (nella trimstrale, ci sono ca. 19 milioni di crediti scaduti). Ma qui entra in gioco il DL Liquidità, che ha congelato ogni possibile azione fino alla fine del 2020.
Tuttavia, vi è un obbligo degli amministratori di convocare l'assemblea per evidenziare lo stato di decozione e chiedere agli azionisti di immettere capitale a copertura delle perdite ed a ripristino del capitale. In assenza, gli amministratori posso portare d'iniziativa i libri in tribunale oppure presentare una domanda di concordato prenotativo (ex art. 161 lf) prodromica alla presentazione di un piano di ristrutturazione. Se però facessero questo, questo atto diventerebbe un negative pledge e darebbe titolo agli obbligazionisti per chiedere la decadenza dal beneficio del termine del bond e l'accelerazione del rimborso del titolo. Un'azienda normale in questi casi presenterebbe un piano industriale di ristrutturazione fuori dalle procedure concorsuali così da tranquillizzare il mercato, magari individuando un percorso virtuoso di risanamento (cessione assets, taglio costi, ecc.) nelle more di individuare un compratore che acquisti il pacchetto di proprietà. Nel breve, questo evento avrebbe certamente riflessi sia sul corso dell'azione che sul quello del bond ma avrebbe l'indubbio vantaggio di dare chiarezza agli stakeholders circa le azioni poste in atto per riequilibrare la crisi.
Bisogna quindi aspettare l'assemblea del 29 giugno e vedere cosa partoriscono: se Geims metterà ancora un po' di spicci nell'azienda e se il campionato ripartirà, proveranno ancora a fare il gioco delle 3 carte buttando la palla in avanti e vagheggiando ancora ipotesi di vendita della proprietà, di costruzione dello stadio, di incrementi di redditività legati alla possibile qualificazione in CL e vendita di giocatori e di tagli di costi legati a non ben precisate rinegoziazioni e riduzioni di ingaggi.
Ma ci scommetto che dall'assemblea uscirà la solita fuffa che gli consentirà (forse) di comprare qualche mese... per loro il tempo è un tiranno e più accumulano polvere sotto il tappeto, più si approssima il botto.