Un’intervista in Argentina mette in difficoltà il club che già aveva certificato il pesante rosso di bilancio
PASTORE SHOCK «ALLA ROMA SERVONO SOLDI» (Corriere dello Sport, 29 Maggio 2020)
«La società è in perdita e dovrà vendere molti di noi. Da giocatori aspettiamo di conoscere il futuro»
di Roberto Maida
ROMA
Una considerazione onesta quanto spiazzante: «La Roma è una società che ha forti perdite e un grande indebitamento e dovrà vendere molti giocatori, per poi comprarne altri che guadagnano meno». Era tutto noto, bastava leggere la relazione semestrale del Consiglio di amministrazione con il preoccupante -87 per immaginare lo scenario, ma sentire queste parole da un calciatore fa un rumore forte. E infatti Javier Pastore, intervistato dagli argentini di Telefe Noticias, ha creato parecchi malumori tra i dirigenti quando ha descritto nel dettaglio il senso di precarietà in cui sentono di vivere i calciatori della Roma. «Siamo tutti nella stessa situazione - spiega Pastore -, aspettiamo cosa farà la società per rimettere in equilibrio i conti. Io vorrei rimanere, sto bene qui e con Fonseca mi trovo a meraviglia. Però bisogna capire bene cosa accadrà dopo la pandemia. Escono tante notizie sul mio futuro ma io non ho parlato con nessuno. E neppure con il club, che io sappia».
IL FARDELLO. In effetti Pastore, il problema principale della Roma con i suoi 4,5 milioni d’ingaggio e un’affidabilità fisica molto limitata, non ha avuto proposte concrete. Ma Guido Fienga, in qualità di amministratore delegato, spera che il finale di stagione lo valorizzi in modo da trovare una squadra che possa convincerlo a partire. «In futuro mi piacerebbe chiudere la carriera in Argentina - chiude Pastore - al Talleres o all’Huracan. Sarà una decisione difficile. Comunque la mia principale speranza, adesso è star bene fisicamente e concludere il campionato con la Roma».
IL QUADRO. Ciò che colpisce nelle sue parole è il riferimento all’umore generale nello spogliatoio: Pastore ha evidentemente respirato un clima di inquietudine tra i compagni. Chi più chi meno non sa se potrà far parte della Roma della prossima stagione. Il caso emblematico è Dzeko, il capitano, il più forte, il più pagato: se arriva un’offerta che lo soddisfa, la Roma sarà nelle condizioni di trattenerlo? La risposta è no. Del resto la priorità del management, che è in contatto con Pallotta ma anche con il possibile erede Friedkin, è difendere in tutti i modi Zaniolo e Pellegrini, le colonne del futuro. Gli altri, tutti gli altri, possono andare via se porteranno proposte convenienti per la società: non solo i cedibili ex ante, cioè Ünder, Kluivert, Florenzi, Schick, Perotti, Juan Jesus, Fazio, Olsen, Riccardi. Le offerte, come già in passato è capitato, determineranno le strategie della Roma.
TRATTATIVA. Fonseca, da parte sua, vorrebbe anche confermare i tre giocatori arrivati in prestito dal campionato inglese: Mkhitaryan, Smalling e Zappacosta. Per il terzo e per il primo ci sono speranze, per il secondo sarà durissima. Tanto è vero che Petrachi, su assist di Baldini, ha già individuato in Jan Vertonghen il difensore da agganciare a parametro zero, dopo la lunga avventura al Tottenham. Per Mkhitaryan invece Fienga aspetta una giocata da campione dal manager Raiola: se riesce a piazzare Kluivert all’Arsenal, lo scambio con conguaglio economico favorevole alla Roma può essere la strada per chiudere il cerchio.
SUDAMERICA. Intanto però Petrachi sta esaminando con attenzione il mercato argentino. Sono tre per ora i calciatori sotto osservazione: Montiel, esterno destro classe ‘97 del River Plate che potrebbe rappresentare l’alternativa a Zappacosta; Bustos, centravanti del 1998 del Talleres, un piano B rispetto a Moise Kean per il ruolo di vice Dzeko. Ne ha parlato proprio Pastore ieri: «E’ un grande giocatore, se viene alla Roma lo aiuteremo a inserirsi»; infine Urzì, ala di piede sinistro classe 2000 del Banfield, che può essere un investimento per il futuro. E chissà che non spunti qualcun altro.