Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore

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Offline zorba

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2780 il: 01 Giu 2020, 16:07 »
Mo ce li freghi questi...

Vabbé, potremmo sempre provare a lanciare una petizione su Change.org dal titolo "Del Vecchio, coregiallorosso, comprace la Roma!!!!

 :=)) :=)) :=))
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2781 il: 01 Giu 2020, 16:22 »
Anch'io credo come Tarallo che il pagamento annuale all'AdE abbia contribuito a rendere ancora più coesa e didascalica :=)) la gestione di Lotito... però visto che mancano solo 8 anni nutro qualche speranza che l'assetto finanziario possa cambiare presto, chiaramente sempre nell'ambito dei principi della coesione didascalica  :=))

Riguardo al rischio di rifinanziamento, un importo di 100 milioni la Lazio della gestione Lotito lo potrebbe rifinanziare a vita senza battere ciglio. E l'ha anche dimostrato in questi 15 anni di pagamenti puntuali all'AdE... anni in cui di certo non navigavamo nell'oro e avevamo un fatturato molto più basso di quello attuale.

Con questo chiudo l'off topic... magari ne riparleremo in un topic sul bilancio della Lazio  :=))

Non sbagli affatto mio caro. Il loro indebitamento comincia proprio con il leveraged buyout del 2014 ed da allora è una galoppata ininterrotta :pp.

Ripercorriamola  :pp Già nel 2014 il gruppo vantava debiti per circa 130 milioni in totale (verso ASR TD LLC SPV, società che si era accollata i prestiti di roma 2000 e Unicredit verso asroma, e Unicredit stessa per operazioni di factoring).

Nel 2015 il primo salto di livello, con un prestito di 175 milioni da Goldman Sachs, utilizzato per chiudere i conti con ASR TD LLC SPV e Unicredit. Prestito che poi veniva rifinanziato 2 anni dopo, per un importo di 230 milioni.

Ma con 230 milioni (e un tasso di circa il 7% annuo) il piano di ammortamento diventava un po' fastidioso :pp e quindi arriva il colpo di genio di ristrutturare ancora tutto, stavolta però passando al mercato. 275 milioni di bond, con Goldman Sachs che esce dai giochi, tasso di interesse al 5,125% e rimborso praticamente integrale a scadenza. Una pacchia i bond... finché si è in grado di rifinanziarli :pp

Vedi, questa cosa qua non si racconta con lo spazio che si meriterebbe.

La banda pallocchi si è comprata la cloaca maxima a zero o quasi. Solo con gli stipendi, i benefit e i redimenti collaterali da posizione di questi 10 anni di "proprietà" si saranno già ripagati ampiamente le spese vive che hanno sostenuto. E stanno ancora al loro posto, mentre gli analisti tipo Teotino alludono sui costi/ricavi delle correlate-Gruppo Lazio.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2782 il: 01 Giu 2020, 16:27 »
Il salto al bond deve essere avvenuto dopo una soffiata che garantiva lo stadio a breve.
Benedetto stadio :)

Il passaggio al Bond imho è stato "suggerito" da Goldman per farsi pagare cash un bel po' di arrangement fees (scommetto un euro che una bella percentuale dell'incremento è finita nelle tasche della banca d'affari) e per far scaricare il credito a qualche amico investitore che lo aveva in ptf.

Probabile che in sede di collocazione GS abbia usato lo stadio come specchietto delle allodole per intortare durante qualche partita a golf qualche ignaro investitore a stelle e strisce attirandolo con la favola del rendimento garantito, della città eterna, dell'inestimento immobiliare e del security package.

La fortuna daa maggica è che lo sticky loan è stato blindato in una partecipata statunitense rendendo quindi "opaco" il collegamento tra debito e società produttiva (un po' come capitava ai tempi di Parmalat, quando la montagna di debiti era garantita da una società partecipata off-shore che aveva sui propri ingenti conti depositi, alla fine dimostratisi tutti tarocchi).

Ma, come avviene per tutti i continui rifinanziamenti di debito, la strategia della "plvere sotto il tappeto" paga nel breve ma al terzo/quarto giro di giostra fatto a buffo è facile che i giostraio chieda il conto e allora sono uccelli per diabetici.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2783 il: 01 Giu 2020, 16:30 »
Ocio che il tycon "scemo" potrebbe profilarsi all'orizzonte, visto che ha qualche euro da buttare...

Un cognome, una garanzia (tacci sua).



Questo è scemo come me che sono bello come George Clooney .

Però è coscritto  :p

Offline LaFonte

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2784 il: 01 Giu 2020, 18:00 »
Probabilmente il fallimento con annessa ripartenza sarebbe per loro la soluzione migliore. Almeno mettono fine a quest'agonia di bond sempre più alti. Azzerano il debito e una nuova proprietà li fa risalire in men che non si dica, con epopea di millemila tifosi della sudde in trasferta a Poggibonsi in attesa di tornare 'dove gli compete'.
MA.
Chi si assume il rischio di far fallire la suddetta? Certo non un italiano, c'è da rischiare la pelle.
Pallotta? Solo se trova un prestanome finto milionario a cui vendere per finta che poi farebbe fallire la società e gliela ridarebbe pulita (mi immagino le sceneggiate 'non avrei mai dovuto vendergliela, sono tornato perchè ve lo devo') e con un nuovo e fattibile progetto per oostadio.

E poi ti immagini tutti i fenomeni di giornalisti e quant'altro come piangerebbero? Sky chiederebbe di dimezzare i diritti per la terribile perdita di odiens!!
Mah, fatico a immaginare il fallimento, ma con sta crisi è davvero dura trovare un miliardario con eccesso di liquidità. Voglio dire, con tutte le aziende coi fatturati crollati per la pandemia si possono fare affaroni d'oro e comprarsi a prezzi di saldo ottime cose (leggevo che l'Arabia Saudita si sta preparando a fare shopping pesante in questo senso). E uno potendo comprare qualcosa che locopre di soldi, si comprerebbe trigoria? Boh. Solo Bezos, che c'ha più soldi che anima.

Offline myth

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36
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2785 il: 01 Giu 2020, 18:12 »
Probabilmente il fallimento con annessa ripartenza sarebbe per loro la soluzione migliore. Almeno mettono fine a quest'agonia di bond sempre più alti. Azzerano il debito e una nuova proprietà li fa risalire in men che non si dica, con epopea di millemila tifosi della sudde in trasferta a Poggibonsi in attesa di tornare 'dove gli compete'.
MA.
Chi si assume il rischio di far fallire la suddetta?
[...]

Già. Magari... con la fictio iuris di un nuovo lodo e qualcuno che si guadagni la simpatia di carta stampata e radio - tv per costruire la comunicazione giusta destinata alla tifoseria (anno di purgatorio quasi indolore in Serie B e vittoria di scudetto e Champions League nel giro di un triennio).

Online sharp

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2786 il: 01 Giu 2020, 23:42 »
Ocio che il tycon "scemo" potrebbe profilarsi all'orizzonte, visto che ha qualche euro da buttare...

Un cognome, una garanzia (tacci sua).



non ricordo chi tra i miei conoscenti, lavora per lui da anni, e
stando alle sue parole è laziale sfegatato
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2787 il: 02 Giu 2020, 00:22 »
non ricordo chi tra i miei conoscenti, lavora per lui da anni, e
stando alle sue parole è laziale sfegatato

Maddai, la vulgata lo battezza interista da sempre. Forse era laziale il suo ex Ad, Andrea Guerra?

Online sharp

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26539
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2788 il: 02 Giu 2020, 00:25 »
Maddai, la vulgata lo battezza interista da sempre. Forse era laziale il suo ex Ad, Andrea Guerra?

guarda chiederei , se solo ricordassi chi era a dirmelo , tra l'altro sto tizio di cui non ricordo assolutamente il nome , vive in svizzera, lui era convinto che prima o poi,sinceramente non ho mai approfondito,
anche perchè poi ste storie dell'amico del cugino del barista a me hanno sempre fatto ridere
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2789 il: 02 Giu 2020, 08:20 »
Il no all’ulteriore offerta di Friedkin ha scatenato la contestazione dei tifosi
 
LA ROMA OSTAGGIO DI PALLOTTA (Corriere dello Sport, 2 Giugno 2020)
 
L’attuale gestione dovrà far quadrare i conti con le plusvalenze e si avvia a un ridimensionamento L’aumento di capitale non basta a evitarlo
 
di Guido D’Ubaldo
ROMA
 
 
I primi segnali sono arrivati nell’ultima domenica di maggio, con la città ripartita da pochi giorni dopo il lockdown. Due striscioni piazzati in bella mostra davanti all’elegante sede di viale Tolstoj. Contro Pallotta, contro la politica del ridimensionamento. Contro Baldini e Baldissoni, i suoi collaboratori di più lunga militanza, che lo hanno accompagnato in questi nove anni senza vincere un trofeo. La Roma americana si è data una dimensione internazionale, ha aumentato la sua presenza sui social, si è dotata di 250 dipendenti, ha partecipato spesso alla Champions League, ma ha perso l’abitudine a vincere. Ogni anno, puntualmente, ha venduto i suoi giocatori migliori. L’elenco i tifosi lo conoscono a memoria, in questi anni si sarebbe potuto costruire una squadra da scudetto. Invece il rischio è quello di vedere la Roma ulteriormente ridimensionata, che dovrà fare i salti mortiali per trattenere i gioielli Pellegrini e Zaniolo, sperando di fare plusvalenze con i gli altri giocatori migliori. Per questo molto probabilmente saranno sacrificati Ünder e Kluivert, due giovani che la Roma ha scoperto, valorizzato e che in prospettiva possono diventare due campioni, ma che rappresentano due preziosissime plusvalenze. Pallotta ha garantito che manderà avanti la Roma, che onorerà le scadenze, completerà l’aumento di capitale. Ma con quali prospettive? In questo ambito si muove un presidente che manca nella Capitale da due anni, che ha perso la percezione dell’ambiente, ma che ha subito negli ultimi mesi una contestazione trasversale, con gli striscioni di dissenso esposti in tutto il mondo, non solo a Roma e quelli di domenica sembrano i primi di una nuova ondata. I tifosi, abituati a vivere la rivalità cittadina quasi sempre da un gradino più in alto, mal sopportano la superiorità della Lazio, che ha le potenzialità per vincere lo scudetto. La delusione del pubblico romanista è stata espressa in queste ore anche sui social e alle radio. 
 
RIDIMENSIONAMENTO. Alla nuova proposta di Friedkin del 18 maggio, Pallotta ha risposto che non è possibile accettarla, ora il presidente è nelle condizioni di decidere il futuro della Roma, chissà ancora per quanto tempo e con prospettive indecifrabili (sta comunque continuando a cercare nuovi acquirenti per la Roma). Con 278 milioni di passivo le parole chiave del prossimo mercato sono: plusvalenze, operazioni low cost, prestiti, abbattimento del monte ingaggi. Le prospettive più realistiche del prossimo mercato della Roma sono quelle di aggiungere alla rosa un centravanti e un terzino destro, il tentativo di tenere Smalling e Mkhitaryan, puntando sulla loro volontà e dare un drastico taglio alla rosa, con le cessioni sotto forma di pluvalenze, ma anche quelle di giocatori in esubero, che non porteranno grandi ricavi, ma aiuteranno ad abbassare il monte ingaggi. Il rischio di un ridimensionamento è concreto, se tutto va bene sarà mantenuto lo standard attuale, con molti dei giocatori migliori, ultratrentenni, che avranno un anno in più, a cominciare da Dzeko e Kolarov.
 
CRITICITÀ. Considerate le valutazioni post Covid-19 l’offerta di Friedkin non era fuori del mondo, i 575 milioni erano una cifra congrua, anche se erano compresi gli 85 da mettere per il potenziamento della squadra, di cui 20 subito come prestito soci. Il magnate texano aveva previsto un’operazione lampo, era disposto ad andare direttamente alla firma, senza aspettare la stesura dei precontratti. Che non erano stati firmati neppure prima dello stop alla trattative ai primi di marzo. Pallotta a febbraio ha perso tempo, avrebbe potuto chiudere prima del disastro della pandemia. Adesso procederà con l’aumento di capitale, per garantire continuità aziendale. Ma occorrerebbero risorse più consistenti, una maggiore liquidità. Così è come mettere una toppa su un vestito logoro. Così come è consunta la collaborazione con la Roma di Franco Baldini, non a caso anche lui chiamato in causa negli striscioni di contestazione. Quel manager che in passato ha avuto un ruolo nell’organigramma societario, ormai da troppi anni è un consulente di Pallotta, che incide nelle strategie societarie sempre rimanendo nell’ombra. Tanto da creare rapporti complicati con i direttori sportivi di turno che di solito ha avallato. Petrachi, arrivato un anno fa, guadagna 900.000 euro a stagione per altri due anni. Proverà a fare il possibile sul mercato, con il limite di non essere riuscito a costruirsi un rapporto con la piazza. L’assemblea dei soci del 29 giugno deve decidere se avvalersi del Decreto liquidità, che consente di spostare tutte le operazioni sul capitale al 31 dicembre. Il giorno dopo è fissata la chiusura dell’anno fiscale. A ottobre decade il Cda, ci saranno nuovi ingressi e potrebbe uscire qualche vecchio consigliere.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2790 il: 02 Giu 2020, 08:21 »
L’ANALISI - SARÀ UNA CORSA CONTRO IL TEMPO
 
La proposta di Friedkin occasione da non perdere (Corriere dello Sport, 2 Giugno 2020)
 
Nella situazione attuale di crisi sarà difficile individuare soluzioni della stessa serietà
 
di Marcel Vulpis *
 
 
Sarà un corsa contro il tempo, intervallata da aspetti tecnico-sportivi (come la ripartenza del campionato e/o la sessione di calciomercato) e da appuntamenti più di natura finanziaria (come la prossima assemblea prevista per il 29 giugno). Il rifiuto di James Pallotta all’offerta economica di Dan Friedkin (pari a 575 milioni) è una vera e propria doccia fredda per i conti giallorossi. La cifra è molto più bassa di quella apparsa, per settimane, sulla stampa (stimata in 750 milioni), ma è assolutamente concreta oltre che tangibile. Dan Friedkin, infatti, per acquisire le azioni di proprietà di Pallotta (l’86,31% del capitale), avrebbe pagato 125 milioni di euro al closing e altri 52 milioni entro 6 mesi dalla firma. Oltre a ciò si sarebbe impegnato ad una iniezione di liquidità pari a 85 milioni entro la fine del 2020 (di cui 20 milioni con la formula del “prestito soci”). Denaro fresco che avrebbe risolto anche l’annosa questione dell’aumento di capitale deliberato lo scorso 18 ottobre 2019 (all’appello mancano non meno di 61 milioni). Ulteriori 300 milioni di euro sarebbero serviti per la chiusura del prestito obbligazionario (un bond “non convertibile”, del valore di 275 milioni, collocato nell’agosto 2019). Infine i restanti 13 milioni sarebbero stati utilizzati per entrare nella “galassia” delle società collegate al marchio AS Roma.   
 
Visioni contrastanti. Alla base del fallimento dell’operazione (almeno per il momento) vi è la diversa visione di scenario dei due principali attori. Pallotta è un raider di Borsa, Friedkin un industriale. Il presidente della Roma punta a raggiungere il massimo risultato attraverso la cessione degli asset giallorossi, il magnate texano preferisce valutare, invece, tutti i rischi e le opportunità di medio-lungo periodo. Arrivando ad un’offerta (575 milioni), che, inevitabilmente, considera gli effetti della recessione internazionale. 
L’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo dello sport impone, pertanto, una rilettura dei dati economici dell’industria calcio. Proprio per questa ragione sarà difficile, almeno nel breve, individuare opzioni di questa stessa serietà. Il rischio è che l’indebitamento della società giallorossa possa continuare a crescere nei prossimi mesi, con una presenza sempre più invasiva delle banche. Sempre sotto il profilo finanziario, mettere un freno alle perdite, riuscendo a ridurre l’indebitamento sul sistema bancario, sarebbe un ottimo risultato ai tempi del Covid-19. Aver rifiutato la proposta di Friedkin quindi non è spiegabile, soprattutto alla luce dell’iniezione di denaro promessa dall’imprenditore entro il 31 dicembre 2020. 
Un’offerta, nel suo complesso, che poteva assumere un valore “iconico” proprio in questa fase contingente. I principali settori economici stanno subendo perdite difficilmente recuperabili nel breve periodo (solo a livello di PIL nazionale, ad esempio, si prevede un -10%). 
L’assemblea del prossimo 29 giugno consente a Pallotta di “congelare” i dati negativi di bilancio (alla luce dei dati dell’ultima trimestrale). Il presidente giallorosso guadagnerà tempo, ma i problemi di bilancio non verranno comunque risolti, come, invece, sarebbe avvenuto in caso di accettazione dell’offerta. 
Friedkin ha confermato un concreto interesse ad investire sul brand di Trigoria, oltre che sulla città di Roma. La trattativa non è ancora chiusa, ma è chiaro che l’imprenditore californiano non potrà attendere per molto altro tempo. Ecco perché rinunciare ad una “torta” di 575 milioni di euro, nell’attuale fase dell’economia nazionale, è un errore tecnico di cui Pallotta potrebbe pentirsi nei prossimi mesi. 
 
* direttore agenzia Sporteconomy.it
 
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2791 il: 02 Giu 2020, 08:22 »
Il commento

Finale di partita con una sola vittima (Corriere dello Sport, 2 Giugno 2020)
 
di Giancarlo Dotto 
 
 
C’è stato un momento in cui James Pallotta voleva liberarsi della Roma. Oggi è la Roma che vuole liberarsi di James Pallotta. Tra i due capitoli, l’irruzione ammorbante del coronavirus che ha deragliato il mondo. Il lieto fine? Tutto da scrivere, impossibile da pronosticare. Non è mai stata una storia d’amore tra l’Americano con la faccia da lupo e i Lupi con la voglia dell’americano. Anche quando, da Boston, le dichiarazioni d’amore, non richieste, impollinavano la città. Di sicuro, sono volati più stracci che baci. Di sicuro, essere condannati a convivere, per due che si sono scambiati per nove anni promesse e preghiere non esaudite, è la premessa certa del disastro. Necessario recidere un cordone diventato malsano.
 
In tutto questo tempo sono volati più stracci che baci, più atti di guerra che di pace, inclusi le ultime proteste e striscioni ieri davanti la sede della Roma, via Tolstoi, a proposito di guerra (tanta) e pace (molto poca). Da troppo tempo James Pallotta è diventato l’arto fantasma della Roma. Fa male, ma è invisibile. Oggi lo descrivono come un uomo stremato, solo e molto incazzato. Che non si tuffa più in nessuna fontana del pianeta. Con la frustrazione addosso di chi ha perso nella casa crollata il biglietto vincente della lotteria, 790 milioni di euro, e non si dà pace per questo. Alle porte, esercizi di bilancio da panico. 
Nel frattempo minacciano di abbandonarlo i soci finanziatori. Ad abbandonarlo è soprattutto l’idea della sua invincibilità di uomo che non ha mai sbagliato una mossa da quando “gioca” con la finanza. Una macchia inaccettabile nella sua biografia. Oggi la Roma è ostaggio del suo orgoglio ferito. Come lui è ostaggio della Roma non meno ferita. Due nemici che possono solo incattivirsi. 
Se Dan Friedkin esiste ancora, Pallotta deve favorire il suo accesso a Trigoria. Basterebbe un argomento, la sorte stellata dell’uno, il texano, e la iella non meno stellata dell’altro, il bostoniano. Che sta per chiudere l’affare calcistico del secolo e si ritrova in faccia la peste più indecifrabile del millennio. Risultato del mancato closing, un disvalore che supera i 200 milioni. Pallotta non ci sta. Rifiuta l’ultima offerta di colui che sembra essere più Paperoga che Paperon de’ Paperoni. Continua cercare nelle macerie il biglietto della lotteria. 
Alle porte, intanto, una recessione drammatica e la situazione non meno drammatica di un club con debiti importanti, che paga stipendi più alti dei ricavi e si ritroverà da qui a breve, dopo la scelta dell’instant team, di dover rifare quasi da capo una squadra fondata sui prestiti e condannata alla cessione di uno e forse due dei suoi tre pezzi da vetrina (Ünder, Pellegrini e Zaniolo). Auguri. Cedere il passo a Friedkin è l’unica strada. Un uomo che, con i suoi 4 miliardi di dollari di patrimonio personale, può riportare la Roma a quello che oggi è più una necessità che un destino: vincere sul campo. Vincere per generare profitti e lo stadio come moltiplicatore dei profitti stessi. 
Pallotta deve lasciare “per il bene della Roma”, se questa espressione ha ancora un senso, e probabilmente anche per il suo. Con tutto l’onore delle armi. Non è vero che non ha vinto nulla. La sua Roma è tornata stabilmente grande dopo aver sfiorato la bancarotta. Per due volte, gli 85 punti di Garcia e gli 87 di Spalletti, non ha vinto scudetti che dieci volte su dieci avrebbe vinto in qualunque epoca o continente, non ci fosse stata una Juve disumana (prima o poi bisognerà restituire il giusto merito all’”impresa” romanista di Walter Sabatini). Ha mostrato spesso un calcio di cui vantarsi, ha fatto vedere giocatori grandiosi, prima di doverli svanire nell’inferno delle plusvalenze. È diventata una media company tra le più importanti al mondo. 
Tutto questo, oggi, non basta più. Pallotta non deve arrendersi al loop luciferino del “rosicamento”. La sua non sarà una sconfitta. Il “tutto da perdere” oggi ha una sola vittima possibile: l’As Roma.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2792 il: 02 Giu 2020, 08:25 »
Roma, il tifo ringhia
Ma Pallotta ora cerca altri eredi (Gazzetta dello Sport, 2 Giugno 2020)


Dopo il no del presidente a Friedkin, si prova a salvare i gioielli Zaniolo e Pellegrini

di Massimo Cecchini -ROMA


Tic, toc. Tempo fermo. Anzi, le lancette degli orologi, nella Roma giallorossa, sembrano spostate indietro di un anno, ai giorni bui della contestazione per il mancato rinnovo del contratto diDeRossi e l’addio di Totti, quando i tifosi romanisti in tutto il mondo postavano sui social la contestazione contro James Pallotta. E adesso tutto sembra ricominciare allo stessomodo, visto che due giorni fa, nei pressi della nuova sede della società all’Eur, gli striscioni sono tornati per le strade, così come la rabbia su radio e social. Il motivo, stavolta, appare nonsentimentale, visto che la scintilla è dovuta all’ultimo no del presidente all’offerta di Dan Friedkin per avere la Roma, 575 milioni, ma in fondo il cuore trepida con qualche ragione. Perché la strategia di Pallotta, se la campagna cessioni non darà i frutti sperati, mette a rischio anche i gioielli, cioè Pellegrini e Zaniolo.

FFP: l’occasione persa
In ogni caso, se anche il d.s. Petrachi riuscisse a piazzare i circa 14 esuberi che la dirigenza ha messo virtualmente sul mercato, i circa 150 milioni di valutazione che sulla carta possono avere, alleggerirebbero il monte ingaggi di quasi 50 milioni, ma genererebbero poca plusvalenza. Insomma, se il presidente versasse nelle casse quegli 85 milioni proposti da Friedkin, nell’anno in cui il fair play finanziario viene congelato, ciò consentirebbe di ripulire il bilancio e ripartire quasi da zero (esclusi i 300 milioni circa di debito, naturalmente), liberando la dirigenza dal gioco di dover fare ogni anno un centinaio di milioni di plusvalenze. Invece, di sicuro Pallotta verserà 42 milioni per completare la sua parte di aumento di capitale (poi ne restano 18 aperto al flottante) e probabilmente cercherà nuovi finanziamenti da banche Usa e farà«factoring», cioè anticipazione di crediti sui futuri guadagni, con l’obiettivo - nel peggiore dei casi - di vendere la Roma nel giro di tre anni - la caccia all’erede è già iniziata - sperando in una rivalutazione del club. Insomma, se è vero che il presidente dice «non ho mai fatto mancare il sostegno» (oltre 300 i milioni versati) di sicuro il prossimo sarà un mercato conservativo, in cui si spera di mantenere lo zoccolo duro dei migliori, confidando nella crescita dei giovani e, soprattutto, nel via libera allo stadio.

Le tre offerte
Intendiamoci, Friedkin - comparso all’orizzonte ad ottobre, dopo che 3 anni fa aveva detto no ad un ingresso tra i soci - non avrebbe fatto lo sceicco,ma di sicuro avrebbe garantito la permanenza dei gioielli e poi, dopo una stagione di transizione, avrebbe proposto una politica espansiva. Tra l’altro, proprio il tempo (perso) ha giocato contro. Adesso infatti che tra i due magnati è calato il Grande Gelo (per ora), escono fuori tanti retroscena. Eccone alcuni. La Roma a fine 2019, prima di completare la «due diligence», era stata valutata circa 700 milioni. Dopo aver visto i conti, la prima offerta di Friedkin era stata di 660 milioni (che avrebbe consentito a Pallotta & Soci una plusvalenza di 30 milioni), condizionata però all’esito del mercato di gennaio, che doveva prevedere le cessioni di Pastore e Juan Jesus (almeno). Fallito l’obiettivo, a metà febbraio Friedkin abbassò l’offerta a 610 milioni. Il tergiversare di Pallotta, però, fece scorrere i calendario fino ai primidimarzo, conlo scoppio della pandemia e il relativo stop. Per la Roma, nessun precontratto era stato firmato, perché si sarebbe andati direttamente alla firma. Il resto è storia nota, con lo scambio frenetico di mail dal 10 al 28 maggio sull’asse Marc Watts (per Dan)-Bob Needham (per Jim) e l’ultima offerta di 575 milioni (di cui però 85 messi nel club) conclusa dal messaggio diretto fra i due magnati che sanciva la rottura. Impressioni? Anche se la loro è una conoscenza solo superficiale, chi è loro vicino dice che i due caratterialmente forse non si sono rimasti troppo simpatici. Certo, alla fine sono i soldi che comandano, ma a volte è anche il cuore che aiuta a prendere la decisione migliore.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2793 il: 02 Giu 2020, 08:30 »
comincio a pensare che cecchini sia un genio

Offline Tarallo

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111509
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2794 il: 02 Giu 2020, 08:32 »
Moltissimo materiale per il Turone d'Oro, i giudici avranno il loro daffare.

Offline Slasher89

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12298
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2795 il: 02 Giu 2020, 08:40 »
comincio a pensare che cecchini sia un genio

D'Ubaldo fischia invece

Loro so abituati a vivere la rivalità cittadina da un gradino più alto.

Offline MTL

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3329
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2796 il: 02 Giu 2020, 08:41 »
Anche oggi perle su perle! Ne rimarco alcune che ho trovato suggestive ed intriganti.
Questi 575 milioni per l'acquisto sono diventati una cifra praticamente ufficiale (equivalenti al 14% del patrimonio di friedkin, in piena crisi economica mondiale).
I 150 milioni di valore per i 14 esuberi.
Dotto che parla del Trigoria definendola "media compact tra le più importanti al mondo"
Ma potrei citarne altre! Anche stamattina puro priapismo, grazie alla rassegna stampa!

Offline MTL

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3329
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2797 il: 02 Giu 2020, 08:44 »
Anche oggi perle su perle! Ne rimarco alcune che ho trovato suggestive ed intriganti.
Questi 575 milioni per l'acquisto sono diventati una cifra praticamente ufficiale (equivalenti al 14% del patrimonio di friedkin, in piena crisi economica mondiale).
I 150 milioni di valore per i 14 esuberi.
Dotto che parla del Trigoria definendola "media compact tra le più importanti al mondo"
Ma potrei citarne altre! Anche stamattina puro priapismo, grazie alla rassegna stampa!

Company

Offline Tarallo

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111509
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2798 il: 02 Giu 2020, 08:47 »
D'Ubaldo fischia invece

Loro so abituati a vivere la rivalità cittadina da un gradino più alto.

http://daquandolaromahavintoqualcosa.it/

Sto co.io.ne
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2799 il: 02 Giu 2020, 08:47 »
Non è vero che non ha vinto nulla. La sua Roma è tornata stabilmente grande dopo aver sfiorato la bancarotta. Per due volte, gli 85 punti di Garcia e gli 87 di Spalletti, non ha vinto scudetti che dieci volte su dieci avrebbe vinto in qualunque epoca o continente, non ci fosse stata una Juve disumana (prima o poi bisognerà restituire il giusto merito all’”impresa” romanista di Walter Sabatini). Ha mostrato spesso un calcio di cui vantarsi, ha fatto vedere giocatori grandiosi, prima di doverli svanire nell’inferno delle plusvalenze. È diventata una media company tra le più importanti al mondo.


Dotto vola su vette inesplorate. Quel "non e' vero che non ha vinto nulla" e' davvero notevole.
 

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