Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2840 il: 03 Giu 2020, 08:34 »
Volesse il cielo.
L'hanno cacciato a calci in culo da Bordeaux.
Anche lui c'hai il figlio che studia Business Management a Barcellona (Questa, se i concorrenti al Turone d'oro si appassionano al suo nome  lo ritroveremo come argomento principe degli articoli).
E' un procacciatore di società sull'orlo del fallimento. Ne compra una parte, liquida e poi rivende.
A Bordeaux la questione era una questione di decine di milioni, aveva il 13% del capitale.
Sarebbe un Pallotta due.




Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2841 il: 03 Giu 2020, 08:39 »
L’aumento di capitale, le agevolazioni del decreto liquidità: come ripartire
 
LE MOSSE DI PALLOTTA L’ATTESA DELLA ROMA (Corriere dello Sport, 3 Giugno 2020)

Venti milioni da mettere subito, il 29 l’assemblea dei soci. A ottobre cambia il CdA
 
di Guido D’Ubaldo
ROMA
 
 
Qualcuno ipotizza che quella che verrà potrà essere la settimana decisiva, ma sperare che Friedkin possa tornare dentro la trattativa oggi sembra molto difficile. Pallotta, in attesa di nuovi acquirenti, dovrà assicurare la continuità aziendale, messa a rischio dalle perdite dovute alla pandemia. Il presidente deve completare l’aumento di capitale, per il quale mancano ancora 48 milioni, versandone subito 20. Il decreto liquidità consente però a Pallotta di non mettere subiti i soldi, ma di intervenire sul capitale entro dicembre. Questo sarebbe un problema per la Roma, che ha bisogno di cash per mettersi in regola con i creditori. Non c’è l’urgenza di pagare gli stipendi dei calciatori, che sono venuti incontro alla società, lasciando lo stipendio di marzo e spalmando i tre successivi. E anche il costo del lavoro dei dipendenti si è alleggerito, proseguendo la cassa integrazione in tutti i settori della società. Quei soldi servono comunque proprio a tutela degli sforzi che hanno fatto i giocatori. I 20 milioni che dovrà mettere Pallotta sono gli stessi che avrebbe garantito subito Friedkin, come quota parte degli 85 che il magnate texano avrebbe destinato al potenziamento della squadra. A Trigoria hanno avuto assicurazioni che Pallotta quei 20 milioni li metterà comunque entro giugno, senza fare ricorso alle agevolazioni del decreto liquidità.   
 
LA STRATEGIA TEXANA. Friedkin aveva pensato anche a far fronte all’emergenza, quando il 18 maggio scorso aveva presentato a Pallotta la nuova offerta di 575 milioni. Aveva dato dieci giorni all’investitore bostoniano per avere una risposta. In questo lasso di tempo i più stretti collaboratori dei due uomini d’affari sono stati in contatto per mettere a punto l’affare. Fino al rifiuto, arrivato proprio il 28, quando Pallotta, sollecitato nuovamente da una mail di Friedkin, ha risposto che l’offerta non poteva essere accettata. Non ci sono elementi per sapere con certezza cosa farà Friedkin, ma di sicuro oggi è lontano dal deal. Riaprire la trattativa a questo punto non è facile, ecco perchè Pallotta è tornato a guardarsi intorno. Il texano aveva offerto subito i 20 milioni degli 85, dando il tempo completare l’operazione. La parte restante della cifra l’avrebbe messa al closing, attraverso vari passaggi. E’ lì che Pallotta forse ha fatto male i calcoli, non accontentandosi di una cifra ritenuta congrua da molti analisti. Forse per il miraggio della chiusura del dossier stadio, che negli ultimi giorni ha fatto registrare incoraggianti passi in avanti. 
 
LE PROSSIME SCADENZE. I prossimi mesi saranno decisivi per la stabilità economica della Roma, Il 30 giugno c’è la chiusura dell’anno fiscale, il giorno prima l’assemblea dei soci (in prima convocazione il 26, in seconda il 29, giorno di festa a Roma), dovrà stabilire se Pallotta potrà differire il suo investimento per coprire una parte dell’aumento di capitale restante. L’assemblea dei soci azionisti è stata convocata con carattere d’urgenza il 18 maggio, secondo una prassi consolidata per i casi in cui il capitale si riduce almeno di un terzo per perdite di esercizio. Tenuto conto delle previsioni dell’articolo 6 del decreto legge dell’aprile scorso, il cosiddetto decreto liquidità, gli azionisti dovranno pronunciarsi sulla possibilità di avvalersi di quell’articolo per consentire di differire il pagamento. Nella prima settimana di ottobre è stato convocato il Consiglio d’amministrazione, che sarà rinnovato. Nell’ultima settimana nello stesso mese si riunisce nuovamente l’assemblea dei soci azionisti per approvare il bilancio. Tra ottobre e dicembre i nodi vengono al pettine. In questi mesi la situazione andrà chiarita.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2842 il: 03 Giu 2020, 08:40 »
Il futuro - Tra USA e Medio Oriente
 
È ripartita la caccia all’acquirente (Corriere dello Sport, 3 Giugno 2020)
 
di Roberto Maida
ROMA 
 
 
Riparte la caccia. Sfumata, almeno per il momento, la trattativa con Dan Friedkin per il passaggio di proprietà della Roma, Pallotta ha dato mandato alla banca d’affari Goldman Sachs di trovare un nuovo acquirente. E l’interlocutore non ha perso tempo. Ricordate la brochure (in gergo la chiamano teaser) con la quale la banca aveva attratto l’investimento di Friedkin, con tanto di retorica sull’orgoglio di guidare la squadra della Città Eterna? Ecco, si ricomincia da lì. 
 
L’ATTIVITA’. In cuor suo Pallotta non ha perso le speranze di riaprire il canale negoziale con Friedkin. Ma aspettando notizie dal Texas, dopo la terza offerta rifiutata nel giro di pochi mesi, il proprietario si sta organizzando per cercare nuovi finanziatori. Nel tentativo di dividere il rischio d’impresa, e di immettere nuovi capitali nella società, sarebbero ben accetti anche soci di minoranza. L’importante è garantirsi liquidità per tamponare le perdite, che si annunciano molto consistenti nell’anno del Covid.
 
APPEAL. Nonostante la crisi finanziaria mondiale, la Roma conserva un fascino che Pallotta intende sfruttare prima di uscire di scena. E così negli Stati Uniti, mentre divampano le proteste e le polemiche dopo la morte di George Floyd, diversi soggetti hanno manifestato interesse per entrare nel club. Qualche vago segnale è arrivato anche dal Medio Oriente, dove però la concretezza delle intenzioni non è mai stata convinta. In ogni caso, il dossier Roma ha ripreso a circolare negli ambienti dell’alta finanza internazionale. E non sono esclusi nuovi sondaggi per conoscere la valutazione dell’asset. Considerato che Friedkin aveva offerto 575 milioni inclusi debiti e quota di aumento di capitale, verranno prese in esame solo proposte dai 600 milioni in su.
 
DIBATTITO. Il momento è abbastanza difficile: Pallotta deve confrontarsi contro un’azione legale promossa in patria dai piccoli azionisti della sua cordata. E nel gruppo di investitori di cui è il frontman, qualcuno ha già chiesto di essere liquidato. Tra questi il colosso alberghiero Starwood, che era stato coinvolto qualche anno fa per partecipare al business dello stadio. E’ evidente che un nuovo impulso nell’affare Tor di Valle possa mettere d’accordo tutti. E consentire al bene Roma di apprezzarsi. Per Pallotta sarebbe un colpo straordinario, dal momento che lo stadio sarebbe di sua proprietà. Per assurdo potrebbe vendere la società e tenere il complesso di Tor di Valle, dove comunque la Roma avrebbe diritto a giocare pagando un affitto di molto inferiore a quello che paga al Coni per l’Olimpico.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2843 il: 03 Giu 2020, 08:44 »
LA TRATTATIVA

Ma quanto vale davvero il club giallorosso? (Gazzetta dello Sport, 3 Giugno 2020)

di Marco Iaria


Pallotta ha respinto l’ultima offerta di Friedkin: 490 milioni più 85 di ricapitalizzazione. Ma quanto vale davvero la Roma? E il prezzo proposto dal texano è aderente alla realtà? Viene in soccorso la valutazione d’impresa redatta di recente da Kpmg. E la riposta alla seconda domanda è sì. Vediamo perché. Friedkin aveva sottoscritto a dicembre con la cordata di Pallotta, titolare dell’86,6% della Roma attraverso la As Roma Spv Llc, un contratto di esclusiva per l’acquisto della maggioranza. A causa del Covid-19 l’acquirente ha riformulato l’offerta: 575 milioni, di cui 490 come enterprise value e 85 di ricapitalizzazione. A fini del nostro ragionamento, il numero da considerare è quindi 490. L’enterprise value è la valutazione aziendale di una società ed equivale la somma degli apporti di capitale dei soci (equity) e dei debiti. Tenuto conto dei debiti della Roma, pari a circa 300 milioni, il valore “grezzo” attribuito da Friedkin è di 190 milioni. Pallotta ha detto no. Se abbia fatto bene o male non possiamo stabilirlo noi perché il venditore è lui. Possiamo però giudicare l’offerta di Friedkin in linea con i fondamentali economicofinanziari della Roma. Secondo Kpmg la Roma valeva al 1° gennaio di quest’anno 602 milioni. Nel frattempo è scoppiata la pandemia. La stessa Kpmg stima una svalutazione media per i club del 20-25% con un’incidenza maggiore per quelli che dipendono di più dal player trading e che sono più indebitati. Nel caso della Roma, ciò si traduce con una valutazione attuale attorno ai 450 milioni, che potrebbe tendere verso i 500 mettendo nel conto il progetto-stadio. I 490 milioni di Friedkin appaiono in linea con la valutazione aziendale stimata da Kpmg, che utilizza il modello dei multipli del fatturato correggendo il moltiplicatore con un algoritmo che pesa il rapporto stipendi-fatturato, il seguito sui social media, il valore della rosa, la gestione dei diritti tv e la proprietà di impianti. Spiega Andrea Sartori, global head of sports di Kpmg: «Bisogna sempre fare distinzione tra il concetto di valore e quello di prezzo, che spesso differiscono. Se parliamo di valore d’impresa, allora l’ultima offerta di Friedkin così come illustrata dai giornali è a mio avviso una valutazione aderente alla realtà. Ciò che va a impattare molto sul valore finale è il progetto dello stadio: quanto è più alta la probabilità di una sua realizzazione, tanto più è destinato ad aumentare il prezzo di transazione. Ovviamente anche la volontà e l’eventuale necessità di vendere avrà un impatto finale sul prezzo». Già, tutto dipende da Pallotta e dalla cordata che rappresenta. L’offerta di Friedkin è stata rifiutata, tanto che l’advisor Goldman Sachs ha ricominciato a inviare il dossier in tutto il mondo, dall’America (si fa il nome di Joseph DaGrosa, presidente del Bordeaux) ai territori arabi. Un rifiuto, quello pallottiano, strettamente collegato a una valutazione costi-benefici. Finora l’esposizione degli azionisti americani ammonta a circa 330 milioni, tra acquisto delle quote (96 milioni) e versamenti nel club (232). Di fronte all’iniziale offerta di Friedkin si era parlato di una potenziale plusvalenza per Pallotta e soci di 90 milioni. Ora, invece, accettando i 490 milioni del texano, di cui 190 di solo equity, la compagine ci rimetterebbe circa 140-150 milioni, che però sarebbero un centinaio netti perché si risparmierebbero i 41 milioni del residuo dell’aumento di capitale, a quel punto di competenza di Friedkin. Le stesse necessità di cassa della Roma (perdita stimata di 110 milioni al 30 giugno) hanno un loro peso. Da un lato la voglia di rientrare dall’investimento fatto, dall’altro la prospettiva di dover continuare a supportare finanziariamente la Roma in caso di una mancata vendita: è un bel dilemma, quello di Pallotta. Di difficile risoluzione.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2844 il: 03 Giu 2020, 08:46 »
IL FUTURO DEI GIALLOROSSI

La giravolta di Pallotta
DaGrosa per la Roma dopo il no a Friedkin (La Repubblica, 3 Giugno 2020)


di Matteo Pinci


ROMA — Chissà se le proteste dei tifosi sotto la sede dell’Eur faranno tornare a Jim Pallotta la voglia di vendere la Roma. Di certo, se ha lasciato sfiorire la trattativa con il texano Dan Friedkin, è per due motivi: il primo è che gli fa quasi male lasciare da sconfitto una Roma che gli ha regalato quella vetrina mediatica che non aveva mai avuto in decenni di hedge fund, accreditandolo nel calcio europeo e permettendogli di cenare con Sir Alex Ferguson o prendere un caffè con Pep Guardiola. Il secondo, è convinto di chiudere un’operazione migliore rispetto all’ultima offerta del Friedkin Group: dei 490 milioni proposti, lui e i suoi soci avrebbero incassati "solo" 220, al netto dei 270 milioni a copertura del debito. Ma l’acquirente avrebbe versato anche altri 85 milioni di ricapitalizzazione e 20 di riserve di cassa: soldi indispensabili alla Roma per riemergere da un bilancio che chiuderà in profondo rosso e con il capitale sociale ampiamente negativo. Soldi che invece il presidente attuale, ma soprattutto i suoi compagni d’avventura, non hanno alcuna intenzione di immettere. Inevitabile allora per Pallotta guardarsi intorno. Così, tramite alcuni mediatori, Mr. Jim ha incrociato la strada di Joseph DaGrosa, per tutti Joe, ex proprietario del Bordeaux che comprò per 114 milioni nel 2018 insieme alla società King Street, cui a dicembre ha poi ceduto le quote. Oggi è in cerca di un affare: ha guardato alla Premier, ma flirta soprattutto con Pallotta, con cui ha già qualcosa in comune: anche DaGrosa gestisce un fondo di private equity, il General American Capital Partners di Miami, città in cui Pallotta trascorre molte delle proprie vacanze. In più anche lui ha (lontane) origini italiane: in Basilicata il suo cognome è moderatamente diffuso. Anche Joe Tacopina è un contatto condiviso. Soprattutto, DaGrosa ha un progetto: creare un network di società sul modello del City Football Group (la holding che controlla Manchester City e New York City, fra le altre), magari attraverso una piattaforma unica da realizzare insieme a Pallotta in cui far confluire il controllo di varie società. Facendo ruotare giovani da rivendere a prezzi più alti.
È presto per dire se davvero andrà in porto questo percorso, ma Pallotta è obbligato a trovare soluzioni. A settembre gli amministratori della società avevano presentato un progetto di rilancio che aveva riportato entusiasmo con il tecnico Fonseca, un mercato meno invasivo, l’exploit dei giovani Zaniolo e Pellegrini. Oggi, senza interventi, il rischio è di doverli vendere, o comunque disconoscere il piano che invece prevedeva di stabilizzare la rosa, cedere gli esuberi e un solo titolare (Under) per acquistare un centravanti (l’ex Juve Moise Kean) e un terzino destro. Un anno fa i tifosi protestavano per gli addii di Totti e De Rossi: grazie a iniziative sportive e sociali che hanno riavvicinato il pubblico, quelle tensioni sembravano storia antica. Ora, dopo il "no" a Friedkin, il rischio per Pallotta è di trovarsi circondato.

Offline Palo

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13914
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2845 il: 03 Giu 2020, 08:54 »
Ma Starwood ... “colosso alberghiero”?
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2846 il: 03 Giu 2020, 09:03 »
Ma Starwood ... “colosso alberghiero”?

come a dire che finora non hanno capito una emerita mazza
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2847 il: 03 Giu 2020, 09:26 »
Podgoreanu potrebbe favorire la permanenza di Smalling

Ieri si è diffusa l'indiscrezione di un colpo in prospettiva della Roma, che si è assicurata le prestazioni del giovane attaccante Suf Podgoreanu, classe 2002 in scadenza con il Maccabi Haifa. La Gazzetta dello Sport oggi in edicola rivela che il ragazzo è assistito dallo stesso entourage che lavora per Smalling. Non si può quindi escludere che questo possa contribuire a far sì che il difensore inglese possa rimanere nella Capitale.


che dire? e' molto difficile far trasparire meno certezze di cosi' scrivendo in italiano. l'unica e' scrivere direttamente "non sappiamo un cazzo".

Offline Tarallo

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111509
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2848 il: 03 Giu 2020, 09:27 »
Podgoreanu potrebbe favorire la permanenza di Smalling

Ieri si è diffusa l'indiscrezione di un colpo in prospettiva della Roma, che si è assicurata le prestazioni del giovane attaccante Suf Podgoreanu, classe 2002 in scadenza con il Maccabi Haifa. La Gazzetta dello Sport oggi in edicola rivela che il ragazzo è assistito dallo stesso entourage che lavora per Smalling. Non si può quindi escludere che questo possa contribuire a far sì che il difensore inglese possa rimanere nella Capitale.


che dire? e' molto difficile far trasparire meno certezze di cosi' scrivendo in italiano. l'unica e' scrivere direttamente "forse non sappiamo un cazzo".

Offline edge24

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8860
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2849 il: 03 Giu 2020, 09:29 »
Podgoreanu potrebbe favorire la permanenza di Smalling

Ieri si è diffusa l'indiscrezione di un colpo in prospettiva della Roma, che si è assicurata le prestazioni del giovane attaccante Suf Podgoreanu, classe 2002 in scadenza con il Maccabi Haifa. La Gazzetta dello Sport oggi in edicola rivela che il ragazzo è assistito dallo stesso entourage che lavora per Smalling. Non si può quindi escludere che questo possa contribuire a far sì che il difensore inglese possa rimanere nella Capitale.


che dire? e' molto difficile far trasparire meno certezze di cosi' scrivendo in italiano. l'unica e' scrivere direttamente "non sappiamo un cazzo".

questa è chiara zucchelli 2.0
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2850 il: 03 Giu 2020, 09:33 »
IL FUTURO DEI GIALLOROSSI

[...]Mr. Jim ha incrociato la strada di Joseph DaGrosa, per tutti Joe, ex proprietario del Bordeaux che comprò per 114 milioni nel 2018 insieme alla società King Street, cui a dicembre ha poi ceduto le quote. Oggi è in cerca di un affare: ha guardato alla Premier, ma flirta soprattutto con Pallotta, con cui ha già qualcosa in comune: anche DaGrosa gestisce un fondo di private equity, il General American Capital Partners di Miami, città in cui Pallotta trascorre molte delle proprie vacanze. In più anche lui ha (lontane) origini italiane: in Basilicata il suo cognome è moderatamente diffuso. Anche Joe Tacopina è un contatto condiviso. Soprattutto, DaGrosa ha un progetto: creare un network di società sul modello del City Football Group (la holding che controlla Manchester City e New York City, fra le altre), magari attraverso una piattaforma unica da realizzare insieme a Pallotta in cui far confluire il controllo di varie società. Facendo ruotare giovani da rivendere a prezzi più alti.[...]

Dopo una piccola ricerca su internet ho scoperto che Dagrosa viene definito, tranquillamente, dai tifosi del Bordeaux come "truffatore e ladro". L'estensore dell'articolo lo definisce proprietario del Bordeaux che avrebbe comprato assieme alla società King Street. Il problema é che King street ha messo i soldi (l'87% della somma) e DaGrosa le interviste da sborone sui giornali.  Ve le lascio immaginare, siamo nell'ordine dei "Porteremo il Bordeaux in cima all'Europa", "Il nome dei Bordeaux é famoso nel mondo", "Abbiamo un progetto decennale" e compagnia cantando.
Dopo neanche un anno KingStreet si é accorta che DaGrosa é uno sborone. I conti del Bordeaux sono sempre più rossi, note spese spaventose dei collaboratori dell'americano, monte stipendi esploso sia per alcuni dipendenti che per alcuni giocatori senza un reale miglioramento della squadra. Paulo Sousa si chiede dove siano finiti i giocatori promessi dall'americano.
Gli stessi ex proprietari (storici) che avevano venduto il Bordeaux dietro garanzie di un apporto finanziario per il miglioramento sportivo della squadra (di circa 80 milioni di euro) hanno scritto, a dicembre, una lettera aperta per chiedere conto del fatto che questi soldi non sono mai stati investiti.
Prima che si arrivi al riacquisto del 13% delle quote del Bordeaux in mano a Degrosa da parte di KingStreet purché se ne vada via, il magnate americano ha anche provato a mettere i tifosi contro il presidente nominato da King Street. Ma non ha funzionato, da qui la simpatica definizione che i tifosi hanno dato dell'uomo d'affari americano (Ovvero "Escroc et voleur").
Quindi, ricapitolando, nei prossimi giorni non é escluso che questo nome venga utilizzato e idolatrato dai nostri fedeli concorrenti al Turone d'oro. Tralaltro appena uscito dalla periferia di Bordeaux ancora con il rosso dei calci sulle chiappe, il buon Dagrosa ha rilasciato interviste in cui intende restare nel mondo del calcio per sviluppare le sui idee. E io personalmente sogno, ormai da qualche ora, un suo arrivo a Trigoria.
Ma, sul piano concreto, i fatti sono che questo Dagrosa ha fatto comprare da un fondo d'investimento il Bordeaux mettendo, di tasca propria forse meno di 10 milioni di euro, dopo un anno di bluff é stato cacciato dalla società senza aver raggiunto nessun obiettivo e avendo allargato in maniera importante il buco nelle casse del Bordeaux.

Offline hafssol

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8018
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2851 il: 03 Giu 2020, 09:34 »
Intanto l’advisor Goldman Sachs ha ricominciato a inviare il dossier Roma in tutto il mondo, dall’America (si fa il nome di Joseph DaGrosa, presidente del Bordeaux) ai territori arabi.

(Gasport)

Che poi, se i beoti avessero un paio di neuroni da connettere, questo vorrebbe chiaramente dire che:
1. Pallocca sta cercando di mollare il pacco quanto prima, ma ovviamente alle sue condizioni.
2. Non c'è nessuno veramente interessato.
3. Dunque, è necessario trovare qualcuno che, sebbene non interessatissimo, dovrebbe accollarseli per relazioni con l'advisor o per chissà quale altro giro finanziario.
4. Per i motivi di cui sopra, difficilmente potrebbe trattarsi del proverbiale "magnate", ma più probabimente di un altro speculatore finanziario alla Pallocca.

E così si "proseguisce".

 :asrm
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2852 il: 03 Giu 2020, 09:40 »
IL FUTURO DEI GIALLOROSSI

La giravolta di Pallotta
DaGrosa per la Roma dopo il no a Friedkin (La Repubblica, 3 Giugno 2020)


di Matteo Pinci


ROMA — Chissà se le proteste dei tifosi sotto la sede dell’Eur faranno tornare a Jim Pallotta la voglia di vendere la Roma. Di certo, se ha lasciato sfiorire la trattativa con il texano Dan Friedkin, è per due motivi: il primo è che gli fa quasi male lasciare da sconfitto una Roma che gli ha regalato quella vetrina mediatica che non aveva mai avuto in decenni di hedge fund, accreditandolo nel calcio europeo e permettendogli di cenare con Sir Alex Ferguson o prendere un caffè con Pep Guardiola. Il secondo, è convinto di chiudere un’operazione migliore rispetto all’ultima offerta del Friedkin Group: dei 490 milioni proposti, lui e i suoi soci avrebbero incassati "solo" 220, al netto dei 270 milioni a copertura del debito. Ma l’acquirente avrebbe versato anche altri 85 milioni di ricapitalizzazione e 20 di riserve di cassa: soldi indispensabili alla Roma per riemergere da un bilancio che chiuderà in profondo rosso e con il capitale sociale ampiamente negativo. Soldi che invece il presidente attuale, ma soprattutto i suoi compagni d’avventura, non hanno alcuna intenzione di immettere. Inevitabile allora per Pallotta guardarsi intorno. Così, tramite alcuni mediatori, Mr. Jim ha incrociato la strada di Joseph DaGrosa, per tutti Joe, ex proprietario del Bordeaux che comprò per 114 milioni nel 2018 insieme alla società King Street, cui a dicembre ha poi ceduto le quote. Oggi è in cerca di un affare: ha guardato alla Premier, ma flirta soprattutto con Pallotta, con cui ha già qualcosa in comune: anche DaGrosa gestisce un fondo di private equity, il General American Capital Partners di Miami, città in cui Pallotta trascorre molte delle proprie vacanze. In più anche lui ha (lontane) origini italiane: in Basilicata il suo cognome è moderatamente diffuso. Anche Joe Tacopina è un contatto condiviso. Soprattutto, DaGrosa ha un progetto: creare un network di società sul modello del City Football Group (la holding che controlla Manchester City e New York City, fra le altre), magari attraverso una piattaforma unica da realizzare insieme a Pallotta in cui far confluire il controllo di varie società. Facendo ruotare giovani da rivendere a prezzi più alti.
È presto per dire se davvero andrà in porto questo percorso, ma Pallotta è obbligato a trovare soluzioni. A settembre gli amministratori della società avevano presentato un progetto di rilancio che aveva riportato entusiasmo con il tecnico Fonseca, un mercato meno invasivo, l’exploit dei giovani Zaniolo e Pellegrini. Oggi, senza interventi, il rischio è di doverli vendere, o comunque disconoscere il piano che invece prevedeva di stabilizzare la rosa, cedere gli esuberi e un solo titolare (Under) per acquistare un centravanti (l’ex Juve Moise Kean) e un terzino destro. Un anno fa i tifosi protestavano per gli addii di Totti e De Rossi: grazie a iniziative sportive e sociali che hanno riavvicinato il pubblico, quelle tensioni sembravano storia antica. Ora, dopo il "no" a Friedkin, il rischio per Pallotta è di trovarsi circondato.

Però... Proprio un bel progetto.. intrigante proprio.

Io comincio a tifarlo....

Offline Tarallo

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111509
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2853 il: 03 Giu 2020, 09:50 »
in Basilicata il suo cognome è moderatamente diffuso. Anche Joe Tacopina è un contatto condiviso.

Anche Joe Tacopina è un contatto condiviso.

Joe Tacopina è un contatto condiviso.

Joe Tacopina

Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2854 il: 03 Giu 2020, 10:00 »
“la concretezza delle intenzioni non è mai stata convinta”  :nono:

PS: dobbiamo mostrarci preoccupati dell’arrivo di questo DeGrosa, non famo cazzate

Offline Drake

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5687
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2855 il: 03 Giu 2020, 10:06 »
Dopo una piccola ricerca su internet
Non pretenderai mica che un giornalista sportivo debba sobbarcarsi un compito così faticoso e impegnativo?
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2856 il: 03 Giu 2020, 10:30 »
Il futuro - Tra USA e Medio Oriente
 
È ripartita la caccia all’acquirente (Corriere dello Sport, 3 Giugno 2020)
 
di Roberto Maida
ROMA 
 
 
Riparte la caccia. Sfumata, almeno per il momento, la trattativa con Dan Friedkin per il passaggio di proprietà della Roma, Pallotta ha dato mandato alla banca d’affari Goldman Sachs di trovare un nuovo acquirente. E l’interlocutore non ha perso tempo. Ricordate la brochure (in gergo la chiamano teaser) con la quale la banca aveva attratto l’investimento di Friedkin, con tanto di retorica sull’orgoglio di guidare la squadra della Città Eterna? Ecco, si ricomincia da lì. 
 
L’ATTIVITA’. In cuor suo Pallotta non ha perso le speranze di riaprire il canale negoziale con Friedkin. Ma aspettando notizie dal Texas, dopo la terza offerta rifiutata nel giro di pochi mesi, il proprietario si sta organizzando per cercare nuovi finanziatori. Nel tentativo di dividere il rischio d’impresa, e di immettere nuovi capitali nella società, sarebbero ben accetti anche soci di minoranza. L’importante è garantirsi liquidità per tamponare le perdite, che si annunciano molto consistenti nell’anno del Covid.
 
APPEAL. Nonostante la crisi finanziaria mondiale, la Roma conserva un fascino che Pallotta intende sfruttare prima di uscire di scena. E così negli Stati Uniti, mentre divampano le proteste e le polemiche dopo la morte di George Floyd, diversi soggetti hanno manifestato interesse per entrare nel club. Qualche vago segnale è arrivato anche dal Medio Oriente, dove però la concretezza delle intenzioni non è mai stata convinta. In ogni caso, il dossier Roma ha ripreso a circolare negli ambienti dell’alta finanza internazionale. E non sono esclusi nuovi sondaggi per conoscere la valutazione dell’asset. Considerato che Friedkin aveva offerto 575 milioni inclusi debiti e quota di aumento di capitale, verranno prese in esame solo proposte dai 600 milioni in su.
 
DIBATTITO. Il momento è abbastanza difficile: Pallotta deve confrontarsi contro un’azione legale promossa in patria dai piccoli azionisti della sua cordata. E nel gruppo di investitori di cui è il frontman, qualcuno ha già chiesto di essere liquidato. Tra questi il colosso alberghiero Starwood, che era stato coinvolto qualche anno fa per partecipare al business dello stadio. E’ evidente che un nuovo impulso nell’affare Tor di Valle possa mettere d’accordo tutti. E consentire al bene Roma di apprezzarsi. Per Pallotta sarebbe un colpo straordinario, dal momento che lo stadio sarebbe di sua proprietà. Per assurdo potrebbe vendere la società e tenere il complesso di Tor di Valle, dove comunque la Roma avrebbe diritto a giocare pagando un affitto di molto inferiore a quello che paga al Coni per l’Olimpico.


Leeaaaassstttttt 😀😀😀😀😀😀

Offline myth

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36
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2857 il: 03 Giu 2020, 10:45 »
IL FUTURO DEI GIALLOROSSI

La giravolta di Pallotta
DaGrosa per la Roma dopo il no a Friedkin (La Repubblica, 3 Giugno 2020)


di Matteo Pinci


ROMA — Chissà se le proteste dei tifosi sotto la sede dell’Eur faranno tornare a Jim Pallotta la voglia di vendere la Roma. Di certo, se ha lasciato sfiorire la trattativa con il texano Dan Friedkin, è per due motivi: il primo è che gli fa quasi male lasciare da sconfitto una Roma che gli ha regalato quella vetrina mediatica che non aveva mai avuto in decenni di hedge fund, accreditandolo nel calcio europeo e permettendogli di cenare con Sir Alex Ferguson o prendere un caffè con Pep Guardiola.
[...]

ahahahahahahahah!!!

Offline gesulio

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19406
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2858 il: 03 Giu 2020, 11:57 »
LA TRATTATIVA

Ma quanto vale davvero il club giallorosso? (Gazzetta dello Sport, 3 Giugno 2020)

di Marco Iaria


Pallotta ha respinto l’ultima offerta di Friedkin: 490 milioni più 85 di ricapitalizzazione. Ma quanto vale davvero la Roma? E il prezzo proposto dal texano è aderente alla realtà? Viene in soccorso la valutazione d’impresa redatta di recente da Kpmg. E la riposta alla seconda domanda è sì. Vediamo perché. Friedkin aveva sottoscritto a dicembre con la cordata di Pallotta, titolare dell’86,6% della Roma attraverso la As Roma Spv Llc, un contratto di esclusiva per l’acquisto della maggioranza. A causa del Covid-19 l’acquirente ha riformulato l’offerta: 575 milioni, di cui 490 come enterprise value e 85 di ricapitalizzazione. A fini del nostro ragionamento, il numero da considerare è quindi 490. L’enterprise value è la valutazione aziendale di una società ed equivale la somma degli apporti di capitale dei soci (equity) e dei debiti. Tenuto conto dei debiti della Roma, pari a circa 300 milioni, il valore “grezzo” attribuito da Friedkin è di 190 milioni. Pallotta ha detto no. Se abbia fatto bene o male non possiamo stabilirlo noi perché il venditore è lui. Possiamo però giudicare l’offerta di Friedkin in linea con i fondamentali economicofinanziari della Roma. Secondo Kpmg la Roma valeva al 1° gennaio di quest’anno 602 milioni. Nel frattempo è scoppiata la pandemia. La stessa Kpmg stima una svalutazione media per i club del 20-25% con un’incidenza maggiore per quelli che dipendono di più dal player trading e che sono più indebitati. Nel caso della Roma, ciò si traduce con una valutazione attuale attorno ai 450 milioni, che potrebbe tendere verso i 500 mettendo nel conto il progetto-stadio. I 490 milioni di Friedkin appaiono in linea con la valutazione aziendale stimata da Kpmg, che utilizza il modello dei multipli del fatturato correggendo il moltiplicatore con un algoritmo che pesa il rapporto stipendi-fatturato, il seguito sui social media, il valore della rosa, la gestione dei diritti tv e la proprietà di impianti. Spiega Andrea Sartori, global head of sports di Kpmg: «Bisogna sempre fare distinzione tra il concetto di valore e quello di prezzo, che spesso differiscono. Se parliamo di valore d’impresa, allora l’ultima offerta di Friedkin così come illustrata dai giornali è a mio avviso una valutazione aderente alla realtà. Ciò che va a impattare molto sul valore finale è il progetto dello stadio: quanto è più alta la probabilità di una sua realizzazione, tanto più è destinato ad aumentare il prezzo di transazione. Ovviamente anche la volontà e l’eventuale necessità di vendere avrà un impatto finale sul prezzo». Già, tutto dipende da Pallotta e dalla cordata che rappresenta. L’offerta di Friedkin è stata rifiutata, tanto che l’advisor Goldman Sachs ha ricominciato a inviare il dossier in tutto il mondo, dall’America (si fa il nome di Joseph DaGrosa, presidente del Bordeaux) ai territori arabi. Un rifiuto, quello pallottiano, strettamente collegato a una valutazione costi-benefici. Finora l’esposizione degli azionisti americani ammonta a circa 330 milioni, tra acquisto delle quote (96 milioni) e versamenti nel club (232). Di fronte all’iniziale offerta di Friedkin si era parlato di una potenziale plusvalenza per Pallotta e soci di 90 milioni. Ora, invece, accettando i 490 milioni del texano, di cui 190 di solo equity, la compagine ci rimetterebbe circa 140-150 milioni, che però sarebbero un centinaio netti perché si risparmierebbero i 41 milioni del residuo dell’aumento di capitale, a quel punto di competenza di Friedkin. Le stesse necessità di cassa della Roma (perdita stimata di 110 milioni al 30 giugno) hanno un loro peso. Da un lato la voglia di rientrare dall’investimento fatto, dall’altro la prospettiva di dover continuare a supportare finanziariamente la Roma in caso di una mancata vendita: è un bel dilemma, quello di Pallotta. Di difficile risoluzione.

lo so che sto facendo una domanda inutile, ma un giornalista davvero indipendente, esiste più?
oggi s'aggiunge anche sto nuovo tizio con un panegirico ridondante, condito da termini spesso anglofoni che dovrebbero alludere al fatto che lui ce capisce più di tutti, anche se nessuno di quelli che prevedibilmente lo leggerà, sarà riuscito ad andare al di là del primo termine astruso e non facente parte del loro ricco vocabolario di 40 parole.
tutto questo per capovolgere il teorema secondo cui il rapporto tra la domanda e l'offerta è biunivoco.
qui in questo arcipelago di scogli linguistici in cui lo iaria conduce volontariamente la nave al fine di confondere la rotta, ci viene spiegato che l'offerta è da ritenersi oggettivamente corretta, e quindi è la domanda che deve adeguarsi.
anche l'eventuale paventata perdita mostruosa da parte degli attuali proprietari (alla fine dell'articolo si parla di un centinaio di milioni), è da considerarsi nell'ambito di una nuova dialettica tra le due entità economiche di base, in cui la domanda deve essere schiava in tutto e per tutto dell'offerta, se questa viene ritenuta universalmente corretta, una volta applicate le formule KPMG sapientemente (mal) illustrate.
è una nuova giustizia cosmica a cui nessuno deve sfuggire, nemmeno Pallotta, che al dilemma di difficile risoluzione potrebbe rispondere in effetti con un'azione prevedibilissima, ovvero se non mi date quanto chiedo ve la prendete nel culo e il rientro lo faccio intanto cedendo gli asset con più valore e introducendo una politica di abbattimento dei costi (la cura Lotito dei primi anni).

come osa? pare la domanda di fondo che sottende a questo articolo?

l'opzione realmente semplice e anche, se non fosse questo del trigoria un mondo al contrario, ragionevole non è proprio contemplata, strano. perché? e qui si torna alla domanda di inizio riflessione.

per quale motivo nessuno di questi personaggi si azzarda minimamente a fare un discorso anche un minimo controcorrente rispetto al ventre molle della tifoseria incazzata? per quale motivo bisogna fare informazione pensando prima di tutto a lisciare il pelo della bestia incattivita?

bisognerebbe forse cominciare col dire loro che se non hanno mai vinto un cazzo in questi 12 anni, facendosi superare dalla Lazio di Lotito (resisti!) quanto a numero di trofei conquistati è anche colpa di una narrazione che vedeva nella filosofia di gestione attuale il modo migliore per conquistare la vetta del calcio mondiale nel più breve tempo possibile. narrazione che da sempre solletica e alimenta la loro predisposizione naturale a farsi prendere per il culo, che da sempre li nutre a pane e sogni di abnorme grandezza, costantemente, regolarmente infranti prima che arrivi maggio.
anni e anni di passi sempre più lunghi della gamba, e sempre applauditi dagli stessi che adesso, per non farsi azzannare le mani dalla bestia, accusano l'attuale dirigenza di aver fatto passi più lunghi della gamba.

quindi da parte loro bisognerebbe prima di tutto ammettere che sì, in tutti questi anni vi abbiamo raccontato cazzate, la roma è una squadra di fascia medio alta a cui non sono concessi sogni di gloria se non sporadicamente, come del resto è sempre stato nella propria esistenza; la roma è una realtà calcistica che per competere stabilmente a certi livelli deve dimensionarsi alla sua reale natura, al suo reale spessore e da lì ipotizzare una crescita sostenibile, mentre la logica dei passi più lunghi della gamba era una merda che ci ha portato sull'orlo della bancarotta, scusateci. abbiamo preso per culo anche lotito, fino al 2013, pensa che imbecilli che siamo. ancora scusate.

invece no: continuano a soffiare sul fuoco che arde proprio vicino alla polveriera di una nave che avrebbe anche diverse falle a bordo, da loro ignorate nel corso di tantissimi anni.
buon naufragio o esplosione, se è questo che volete, se è questo che, allisciando sempre e comunque il pelo della bestia incattivita, alla fine innescherete.

Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #2859 il: 03 Giu 2020, 12:25 »
A questi se gli togli la romerda che catso gli rimane ?

Il 29 giù gli danno ok per stadio .

Il 30 falliscono e ripartono dalla D .

Poi mi sveglio .
 

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