Il presidente parla della trattativa con Friedkin, che non ha gradito. Nessun riferimento a Petrachi
PALLOTTA: PRONTO A LASCIARE LA ROMA (Corriere dello Sport, 16 Giugno 2020)
«Irricevibile l’ultima offerta, ma sono disposto a sentire ancora lui come altri investitori. Ho messo 400 milioni»
di Guido D’Ubaldo
ROMA
James Pallotta ha rilasciato una lunga intervista sul sito ufficiale della società nella quale dà le sue motivazioni per il no all’offerta di Friedkin, si dichiara disposto a riprendere le trattative con il texano e resta in attesa di altri investitori per lasciare la Roma in buone mani. Insomma, la società resta in vendita e il presidente non ha fatto nessun riferimento alla rottura con Petrachi, che ha alimentato tensioni all’interno del club. Ha criticato il modo in cui è stato gestito il Covid-19 in Italia, ha elogiato i giocatori per aver rispettato il lockdown e aspetta il campionato che riprende. Manca a Roma da due anni e si affida ai dirigenti che gestiscono la società: «Sono stato contento di come il management della Roma ha reagito alla crisi. Da Guido (Fienga, n.d.r.) in giù, il nostro management è stato presente non solo per i calciatori ma anche per le loro famiglie. Noi siamo stati presenti per la comunità durante tutta la crisi. Siamo stati a stretto contatto con la città di Roma, abbiamo fornito dispositivi medici a ospedali, chiese e case famiglia, oltre a cibo e beni di prima necessità ai tifosi anziani, ma ci siamo dimostrati attivi anche in diverse campagne a livello internazionale. Mi sento orgoglioso di tutto il nostro staff. Chiaramente non è un’alternativa alle vittorie sul campo».
Pallotta ha detto che il Covid-19 ha avuto un impatto finanziario sulla Roma: «Prima di tutto, lo ha avuto sul mondo del calcio e, certamente, sulla Roma. Mi sento di dire che il Covid ha persino avuto un impatto sul nostro mercato di gennaio, poiché certi accordi non sono avvenuti per questo motivo. I nostri giocatori e i nostri dirigenti sono stati incredibilmente disponibili, accettando per esempio riduzioni di stipendio, ma non possiamo negare di aver subito perdite per il mancato incasso dei biglietti, per la chiusura dei negozi, per la cancellazione dei campi estivi per i bambini, oltre alle discussioni in atto sugli introiti provenienti dalle TV».
Spiega perchè è rimasto in silenzio per tanti mesi sulle trattative di cessione: «Siamo una società quotata, quindi nella maggior parte dei casi semplicemente non è possibile o funzionale parlare della situazione legata alla proprietà. So che può essere frustrante per alcune persone, ma questa è la legge. Per nove anni ho visto informazioni trapelare da dentro la Società, altre inventate da persone che lavorano al di fuori del Club o altre ancora spinte da chi è lontano dalla Roma, ma nonostante ogni tanto io abbia il desiderio di rispondere, siamo una società quotata in borsa, quindi non posso reagire. Quello che posso dire, comunque, è che abbiamo un gruppo di investitori e se qualcuno ci avvicina per investire nel club o per acquistarlo, noi abbiamo la responsabilità fiduciaria di ascoltare e rispondere. Personalmente sento di avere due responsabilità principali: fare ciò che è meglio per la Roma e anche fare ciò che è meglio per il gruppo di investitori e gli azionisti. Abbiamo investito oltre 400 milioni di euro in questo progetto, una cifra considerevole, cercando sempre di fare la cosa giusta per la Roma. Non ho preso un centesimo dal club, mai. Abbiamo investito. Anche nelle ultime settimane».
STADIO. Un altro tema caldo è quello dello stadio: «Come parte del nostro investimento, abbiamo speso oltre 70 milioni di euro nel progetto dello stadio, che, secondo i miei piani, avrebbe dovuto essere inaugurato adesso. Avremmo dovuto giocare in quello stadio la prossima stagione. Forse ci stiamo avvicinando di nuovo, ma quante volte l’ho già detto o sentito? Ma forse, con i recenti sviluppi, siamo vicini all’approvazione “davvero finale”. Sono consapevole che, proprio ora, l’Italia e Roma hanno bisogno di questo nuovo stadio e di questo investimento nel Paese».
FRIEDKIN. La questione che sta più a cuore ai tifosi riguarda l’offerta recapitata da Friedkin e respinta da Pallotta. Le frasi del presidente non hanno fatto piacere al magnate texano: «Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi lo scorso autunno e verso la fine dell’anno stavamo iniziando a trovare un accordo. Abbiamo approfondito i dettagli, nei quali spesso si nascondono le difficoltà, ma dopo le modifiche apportate dai loro avvocati e banchieri, l’offerta ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di sempre meno appetibile sia per la Roma sia per il nostro gruppo di investitori. L’ultima offerta semi-concreta che abbiamo ricevuto, sulla quale dei dettagli sembrano essere trapelati da alcuni dei loro avvocati o banchieri, non era minimamente accettabile. E questa è l’offerta che sembra aver molto turbato qualcuno. Non sono sicuro se le persone sconvolte capiscano come si costruisce un accordo del genere, ma non funziona con il seller-financing. In fin dei conti, se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Non è così che funziona. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora e avanzare un’offerta tale da essere ritenuta accettabile da tutti noi per la Roma, lo ascolteremmo. Potrebbero essere i proprietari ideali per la Roma? Forse. Non lo sappiamo. Io so solo che quando sono entrato nel club avevo molto da imparare e per loro non sarebbe diverso. Quindi, è impossibile sapere se il Gruppo Friedkin possa essere o meno il salvatore della Roma, come alcuni pensano, oppure il miglior proprietario. La cosa certa è che abbiamo persone che continuano a contattarci e vogliono parlare con noi e, da fiduciari, dobbiamo ascoltarle».
IN VENDITA. L’idea di lasciare la Roma è sempre d’attualità: «Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide. Vorrei qualcuno che sia una buona guida per la Roma e che le permetta di poter competere come a tutti noi piacerebbe. Fino a quel momento, continuiamo a sostenere la Roma in tutti i modi e a investire denaro nel club, per poterci assicurare di competere nei tornei più importanti ai più alti livelli. Io, assieme ad altri investitori, ho sicuramente messo più di quanto mi sia stato richiesto a livello personale, perché ho sempre cercato di fare il meglio per la Roma». Pallotta preferisce non parlare di cifre: «Ora voglio solo cercare di assicurarmi che, qualsiasi cosa accada alla Roma, sia la migliore per il club, che sia con una vendita, con un nuovo investitore o con me stesso e l’attuale gruppo di investitori. Ho imparato molto tempo fa che per alcune persone non importa cosa dico o faccio, o quanti soldi ho messo nella Roma: per loro non sarà mai abbastanza. Questa è la vita, lo accetto».
Alla fine si rivolge ai tifosi: «In questo momento c’è incertezza ovunque nel calcio, non è di certo una cosa legata solo alla Roma. Ci sono tante componenti in movimento nel calcio e molto può dipendere da potenziali investimenti nel club. Alla fine dobbiamo fare la cosa migliore per la Roma. Voglio solo ringraziare la maggior parte dei tifosi per aver continuato a supportarci e, qualunque cosa accada, continuerò a fare il possibile per l’AS Roma. Adoro la Roma, il club e la sua gente. Non vedo l’ora di vederci di nuovo vincere».