Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore

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Offline Biafra

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3440 il: 15 Giu 2020, 22:53 »
a nessuno nessuno è venuto in mente di chiedere della continuità aziendale e delle misure contenute nel documento per evitare il fallimento (ossia del ridimensionamento)?

il decreto liquidità emanato per il covid gli da altri sei mesi per tirare a campare senza fare l'aumento di capitale,
stanno alla frutta, i 5stelle pure, quindi vedrai che si coalizzeranno e prima delle elezioni a costo di finire in galera autorizzeranno la "prima pietra" a tor di valle,
in questo lasso di tempo unicredit-GS attraverso il prestanome di Boston cercheranno qualche altro indebitato con unicredit-GS che si presti a continuare sta farsa, dopo l'americano, m'aspetto qualcosa di più esotico... :)

per il bilancio, o meglio per il conto economico,  faranno scambi con plusvalenze farlocche con altri club nella merda come loro...

poi allo stato patrimoniale e agli ammortamneti che ne deriveranno e che impatteranno sul prossimo c.e.  ci penseranno dopo...quanto alla liquidità so' cazzi, dicono che gli azionisti sconosciuti della società del delaware (magari unicredit li conosce???) gli abbiano allungato 26 milioni di euro a sconto sugli incassi del botteghino fino al 2022  :)...ovvio che non bastano..al massimo ci pagano lo stipendio di pastore, baldissoni, petrachi, e fienga  :)
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3441 il: 15 Giu 2020, 22:57 »
Ecco chi mi ricorda...



Offline Biafra

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3442 il: 15 Giu 2020, 23:01 »
Roma, Pallotta sogna Berta per il dopo Petrachi

La rottura fra la Roma e Gianluca Petrachi è totale e porterà l'attuale ds a lasciare la capitale già prima della fine della stagione. Per questo, la società giallorossa sta iniziando a guardarsi intorno per un eventuale sostituto. Come riporta La Repubblica, uno dei nomi papabili sarebbe quello di Andrea Berta, attuale direttore sportivo dell’Atletico Madrid. Ma l'impresa sembra impossibile.   :DD :rotfl2: :rotfl:

neanche la pora zucchelli arrivava a questi livelli...odddio  :rotfl:

https://www.calciomercato.com/news/roma-pallotta-sogna-berta-per-il-dopo-petrachi-39910
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3443 il: 15 Giu 2020, 23:04 »
Un grande sogno bagnato.

Offline sharp

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3444 il: 15 Giu 2020, 23:17 »
Roma, Pallotta sogna Berta per il dopo Petrachi

La rottura fra la Roma e Gianluca Petrachi è totale e porterà l'attuale ds a lasciare la capitale già prima della fine della stagione. Per questo, la società giallorossa sta iniziando a guardarsi intorno per un eventuale sostituto. Come riporta La Repubblica, uno dei nomi papabili sarebbe quello di Andrea Berta, attuale direttore sportivo dell’Atletico Madrid. Ma l'impresa sembra impossibile.   :DD :rotfl2: :rotfl:

neanche la pora zucchelli arrivava a questi livelli...odddio  :rotfl:

https://www.calciomercato.com/news/roma-pallotta-sogna-berta-per-il-dopo-petrachi-39910

ma che mo è vietato anche sognare ???
Io ai tempi sognavo una relazione di fuoco e fiamme con Naomi Campbell  :p
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3445 il: 15 Giu 2020, 23:20 »
HA PARLATO JAMES!

"Non sono sicuro se le persone sconvolte capiscano come si costruisce un accordo del genere, ma non funziona con il seller-financing. In fin dei conti, se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Non è così che funziona.


che fio de na mi*****a

Offline biko

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3446 il: 15 Giu 2020, 23:27 »
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3447 il: 16 Giu 2020, 00:38 »
Il retroscena - Gli equilibri interni
 
Fienga, Morgan e il nuovo patto col patron (Corriere dello Sport, 15 Giugno 2020)
 
[...]
SALVAGUARDIA. [...] L’abilità sarà vendere il maggior numero possibile di esuberi, che secondo i calcoli della società sono 14, per un totale di circa 100 milioni di rendita. Un sentiero pieno di insidie. Sarebbe più facile prendere l’autostrada della Champions League: in quel caso, i danni delle ultime due stagioni produrrebbero conseguenze meno invasive.

Citazione da:  Treccani
rèndita s. f. [der. di rendere, come forma participiale coniata per analogia con vendita]. – 1. a. Entrata continuativa senza costo, o almeno senza costo contemporaneo, e in particolare reddito di capitale, frutto di risparmio in qualsiasi modo investito: vivere di r.; godere della r. di un fabbricato, della r. di obbligazioni e di azioni.

Ok... quindi il piano è investire il ricavato delle cessioni di Pastore & co. e autofinanziarsi con i proventi del suddetto investimento? :pp

Comunque, l'anno scorso (bilancio a giugno 2019) hanno fatto 130 milioni di plusvalenze. Lo stesso giochetto delle plusvalenze degli anni precedenti però gli si è ovviamente ritorto contro, con ammortamenti per quasi 90 milioni. In buona sostanza  :pp quei 130 milioni di plusvalenze hanno contribuito a limitare la perdita d'esercizio per "soli" 40 milioni :S

Quest'anno bisognerà fare meglio, molto meglio!  :X(


Citazione da: Jim

“Abbiamo investito oltre 400 milioni di euro in questo progetto, una cifra considerevole, cercando sempre di fare la cosa giusta per la Roma.

“Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi lo scorso autunno e verso la fine dell’anno stavamo iniziando a trovare un accordo. Abbiamo approfondito i dettagli, nei quali spesso si nascondono le difficoltà, ma dopo le modifiche apportate dai loro avvocati e banchieri, l'offerta ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di sempre meno appetibile sia per la Roma sia per il nostro gruppo di investitori.

"L'ultima offerta semi-concreta che abbiamo ricevuto, sulla quale dei dettagli sembrano essere trapelati da alcuni dei loro avvocati o banchieri, non era minimamente accettabile.

"In questo momento c'è incertezza ovunque nel calcio, non è di certo una cosa legata solo alla Roma. Ci sono tante componenti in movimento nel calcio e molto può dipendere da potenziali investimenti nel Club. Nessuna società al mondo sa come andrà a finire la finestra di mercato questa estate o in inverno, ma alla fine dobbiamo fare la cosa migliore per la Roma”.


Mi sembra di capire che indirettamente Jim ci conferma che un imprenditore solido come Dan avrebbe ritenuto adeguato offrire a Jim per l'acquisto di Neep la cifra di cui si leggeva sui giornali (l'offerta economica di Dan, ndr :pp), ovvero circa 200 milioni, addirittura meno della capitalizzazione di borsa di as trigoria spa  :s

Bene, se il timing dell'ultima offerta "semi-concreta" come la chiama Jim è pre-Covid, dubito le offerte possano aumentare in questo periodo, anche perchè nel frattempo le prospettive dei ricavi sono calate ancora e Jim ha proseguito la sua strategia di abbottare la as trigoria di debiti  :pp

Forse Jim vuole dirci che sta cercando qualcuno che oggi offre almeno 400 milioni?  :pp

L'ultima parte pure è molto interessante. In pratica due settimane fa ha messo in bocca a Fienga la seguente affermazione:

Citazione
... sulla base delle considerazioni precedentemente illustrate, ed in particolare della valutazione dei Diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori, disponibili per il trasferimento a terzi, dell’entità delle plusvalenze sistematicamente realizzate negli ultimi esercizi, degli impatti positivi attesi dalla citata rinegoziazione degli stipendi, oltre che dell’apporto di ulteriori risorse finanziarie e patrimoniali atteso dall’Aumento di Capitale 28 ottobre nonché da parte dell’azionista di controllo o dai nuovi investitori, e dalla valutazione circa il potenziale esito positivo delle interlocuzioni avviate per la ripresa del campionato, la Società ritiene che vi sia la ragionevole aspettativa di finalizzare le citate azioni nella misura necessaria a garantire un riequilibrio della situazione patrimoniale ed un’adeguata gestione delle risorse finanziarie e dei propri fabbisogni ordinari di cassa, e pertanto il proseguo dell’attività operativa in un prevedibile futuro

Oggi Jim è appare meno ottimista e dice che "Nessuna società al mondo sa come andrà a finire la finestra di mercato questa estate o in inverno" :s
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3448 il: 16 Giu 2020, 07:09 »

Online Drake

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3449 il: 16 Giu 2020, 07:49 »
che fio de na mi*****a
Però qui ha ragione. Continuano a inserire gli 85 milioni che verserebbe Friedkin nella roma come se facesse parte dell'offerta. La famosa offerta di 585 milioni, che in realtà è di circa 190 per pallotta. E come se io vendessi la macchina e arriva uno che mi dice ti faccio un'offerta di 10mila euro, duemila li do a te e ottomila li uso per montarci un impianto stereo da paura.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3450 il: 16 Giu 2020, 07:52 »
James apre e chiude
«Lascerò la Roma. Ma in mani sicure per farla vincere» (Gazzetta dello Sport, 16 Giugno 2020)


Pallotta ammette di voler salutare «L’offerta di Friedkin era irricevibile»

di Andrea Pugliese -ROMA


La voglia di lasciare la Roma, la trattativa con Friedkin e il futuro prossimo del club. Il suo pensiero James Pallotta l’ha espresso ieri, affidandolo al sito della Roma, proprio in coincidenza del ritorno nella Capitale di Paul Rogers, il responsabile dell’area digital del club giallorosso. Con parole che, come al solito, hanno creato polemiche e divisioni (sui social, tra i tifosi romanisti, con qualcuno che ha fatto ilarità sulla frase finale: «Non vedo l’ora di vederci di nuovo vincere», e la sottolineatura che in realtà la sua Roma non ha mai vinto nulla). Oltre a qualche malumore. Come quello di Dan Friedkin, ad esempio, che ovviamente non ha gradito alcuni passaggi relativi alla trattativa sulla possibile cessione del club. Su Petrachi (di cui si parla più accuratamente sotto), invece, nessun accenno. E forse è stato meglio così, sarebbe stato difficile trattare l’argomento.

L’investimento
Per la prima volta, quindi, Pallotta ha ufficializzato pubblicamente la sua voglia di lasciare la Roma. Ma è una voglia con il freno a mano tirato. Nel senso, vendo ma alle condizioni che dico io. Posizione legittima, ma che gli ha attirato addosso i soliti strali di critiche e insulti. «Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide – ha detto il presidente giallorosso – Vorrei qualcuno che sia una buona guida e che permetta alla Roma di poter competere come a tutti noi piacerebbe. Fino a quel momento, io e i miei investitori continueremo a sostenere il club in ogni modo e a investirci denaro, per assicurare la competitività ad alti livelli. Io, insieme con gli altri investitori, ho sicuramente messo più di quanto mi sia stato chiesto a livello personale, oltre 400 milioni, cercando di fare sempre il meglio per la Roma». E provando a chiudere il discorso dello stadio, per cui all’orizzonte potrebbe esserci presto un raggio di luce: «Lì abbiamo investito oltre 70 milioni, secondo i miei piani avremmo dovuto giocarci la prossima stagione. Forse ci stiamo avvicinando all’approvazione finale, ma quante volte l’ho detto o sentito?».

La trattativa
Poi Pallotta è entrato a gamba tesa sull’esito della trattativa sfumata con Friedkin. Un accordo che era stato di fatto trovato a 710 milioni di euro prima della pandemia e che poi ha visto il presidente giallorosso rifiutare un’offerta da 575 milioni. Friedkin aveva dato dieci giorni a Pallotta per una risposta, allo scadere dei quali lo ha risollecitato, avendo in cambio sostanzialmente un semplice «irricevibile». Ora Pallotta chiarisce il perché, dal suo punto di vista: «Dopo le modifiche apportate dagli avvocati e dai banchieri del gruppo Friedkin, l’offerta ha iniziato ad essere meno appetibile. L’ultima proposta semiconcreta non era minimamente accettabile. Un accordo del genere non funziona con il seller- financing. Se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo per coprire i costi delle ristrutturazioni che voglio fare. Non è così che funziona. Se Friedkin ha i soldi e vuole avanzare un’offerta accettabile, lo ascolteremo. Se poi possa essere il proprietario ideale non lo so, come non so se possa essere il salvatore della Roma. Di certo c’è che abbiamo tante persone che continuano a contattarci. Ma non vado in giro a dire “voglio tanti soldi”, voglio solo essere sicuro che qualsiasi cosa accada sia la migliore per la Roma. Con me o con un nuovo investitore». E Friedkin? Da Houston bocche cucite, ma la presa di posizione non è piaciuta per niente. Prima, invece, Pallotta aveva parlato del Covid-19 e dell’impegno del club. «Vogliamo ottenere grandi risultati dentro il campo, ma per tanti motivi non riusciamo a raggiungerli. Fuori dal campo, però, abbiamo il dovere di avere un impatto positivo. E se guardo alle nostre azioni nel sociale, penso a noi come ad un club modello. Ovviamente non è un’alternativa alle vittorie sul campo, ma è qualcosa di incredibilmente importante che dovrebbe rendere felici tutti i tifosi della Roma». Il sentimento di ieri non era proprio questo. In attesa di capire cosa succederà, Pallotta ha raccontato la sua verità.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3451 il: 16 Giu 2020, 07:53 »
Il confronto a Trigoria

Con Petrachi è guerra fredda. Il d.s. vive da separato in casa (Gazzetta dello Sport, 16 Giugno 2020)

Ieri lungo colloquio con Fienga per capire come andare avanti. Per lasciare vuole una lauta buonuscita


Separati in casa. Almeno per ora, almeno fino a che uno dei due non farà un nuovo passo. Che, allo stato attuale, sembra indispensabile, per il bene della Roma. Il d.s. Petrachi ieri si è recato a Trigoria, assistendoall’allenamento della squadra e lasciando il centro sportivo verso le 7 di sera. Prima, però, un lungo colloquio con il Ceo Guido Fienga. Un colloquio dai toni accessi, anche duri, durato circa un’ora e mezza. Per capire e chiarirsi.
La situazione
La posizione di Petrachi oramai è quella di un uomo isolato, ai margini, che ha anche pochi appoggi nel club. Da solo, è riuscito in pochi mesi a costruirsi un mondo di negatività che lo circonda e lo accompagna. E lo strappo con Pallotta (visto che non parla inglese, il messaggio il d.s. se lo è fatto scrivere da Cavallo, il suo uomo di fiducia) è statosolo l’ultimodiunaserie di episodi controversi. La squadra non ha gradito alcuni atteggiamenti, esattamente come Fonseca. Tanto che ieri Pallotta è stato costretto a mettere una pezzaalle frasi del d.s.:«I giocatori sono stati un motivo di orgoglio e hanno dimostrato di che pasta sono fatti. E i report mi dicono che sono in ottima forma e stanno bene mentalmente». Esattamente il contrario di quello che aveva detto Petrachi. Ora, però, il problema è capire come andare avanti. Petrachi non si vuole dimettere e anche di questo ha parlato ieri con Fienga. In caso, vuole una lauta buonuscita. Se non tutti e due gli anni che restano (due milioni dieuro piùbonus) giùdi lì. Sarà una guerra di nervi e se dovesse portare all’addio di Petrachi, a gestire il prossimo mercato verrà chiamato Morgan De Sanctis, che è stato già allertato da qualche giorno. Del resto, che Petrachi fosse in bilico lo si sapeva da un po’.
pug




Per Schick opzione scaduta. Oltre al Lipsia ora c’è la Premier (Gazzetta dello Sport, 16 Giugno 2020)

’opzione è scaduta, da oggi se Patrik Schick diventerà a titolo definitivo un giocatore del Lipsia sarà soltanto perché il club tedesco avrà trovato un accordo con la Roma. Accordo che, nelle intenzioni del Lipsia, dovrà essere al ribasso rispetto ai 29 milioni previsti, sulla parola, un anno fa. Schick vorrebbe restare in Germania, l’ha detto sia pubblicamente sia privatamente, ma sa che non sarà facile. Perché la Roma, per non fare una minusvalenza rispetto ai 42 milioni spesi nel 2017 per acquistarlo dalla Sampdoria, non può permettersi di venderlo a meno di 25 milioni, e il Lipsia non sembra avere intenzione di spendere quella cifra. Di certo, la partenza di Timo Werner direzione Chelsea potrà aiutare, ma per non restare impreparata la Roma, con il supporto di Baldini, sta sondando il mercato inglese. Schick in Premier piace, i 10 gol in 24 presenze di questa stagione lo aiutano ad avere mercato, ma la cifra che a Trigoria hanno necessità di incassare complica, in ogni caso, i piani. La speranza (del giocatore, del suo agente e della Roma) è che il Lipsia vada avanti nella Champions attuale e si qualifichi a quella prossimo anno: se così fosse acquistare l’attaccante a titolo definitivo sarebbe decisamente più facile.
Chiara Zucchelli
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3452 il: 16 Giu 2020, 07:54 »
FRIEDKIN, LE VERITÀ DI JIM (Il Messaggero, 16 Giugno 2020)

Pallotta esce allo scoperto sulla trattativa per la cessione della Roma: «L’ultima offerta ricevuta era inaccettabile». Stoccate al potenziale acquirente: «Potremmo parlarne ancora se avesse i soldi. Lui salvatore? Poca esperienza»

LE PAROLE

ROMA Pallotta esce allo scoperto: «Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide. Vorrei qualcuno che sia una buona guida per la Roma e che le permetta di poter competere come a tutti noi piacerebbe». Per la prima volta l'azionista di maggioranza del club giallorosso ammette candidamente la volontà di cedere il club. E, fatto a dir poco inconsueto, parla apertamente del potenziale acquirente e della nuova offerta ricevuta non più tardi di 20 giorni fa: «Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi lo scorso autunno e verso la fine dell'anno stavamo iniziando a trovare un accordo. Abbiamo approfondito i dettagli, nei quali spesso si nascondono le difficoltà, ma dopo le modifiche apportate dai loro avvocati e banchieri, la proposta ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di sempre meno appetibile sia per la Roma che per il nostro gruppo di investitori. L'ultima offerta semi-concreta che abbiamo ricevuto dal gruppo Friedkin non era minimamente accettabile». Alle proteste montate in città relative al rifiuto dei 575 milioni proposti, Pallotta regala un'altra stoccata: «Non sono sicuro che le persone sconvolte per il mio rifiuto capiscano come si costruisce un accordo del genere. Fatemi però dire che non funziona con il seller-financing. In fin dei conti, se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Ripeto, non è così che funziona. Se avesse i soldi (Friedkin, ndc) e volesse parlare ancora avanzando un'offerta tale da essere ritenuta accettabile da tutti noi, lo ascolteremmo». Non proprio una carezza. Il passaggio, nemmeno troppo sibillino («Se avesse i soldi...»), lascia intendere come tra i due al momento sia calato il gelo. Ulteriore conferma arriva quando gli viene chiesto se il magnate texano potrebbe rappresentare il miglior proprietario possibile al quale cedere il club: «Forse, è impossibile saperlo. Alcuni pensano che potrebbe essere il salvatore della Roma. Io dico soltanto che quando sono entrato nella società avevo molto da imparare e per loro non sarebbe diverso. Abbiamo investito oltre 400 milioni di euro in questo progetto, una cifra considerevole, cercando sempre di fare la cosa giusta per la Roma, senza prenderci un centesimo».
SEPARATI IN CASA
Dall'intervista, emergono altri punti chiave: 1) Fienga, chiamato per nome (Guido), gode ancora della sua massima fiducia 2) Jim rimarca come la pandemia abbia «gravemente colpito il club» alla voce ricavi 3) Quanto accadrà nel mercato estivo, «molto può dipendere da potenziali investimenti nel club». Nessun riferimento a Petrachi che ingloba nel management quando dichiara «di aver apprezzato da Guido in giù, come il nostro management abbia fatto un passo avanti nel momento del bisogno, essendo presente non solo per i calciatori ma anche per le loro famiglie». Appare improbabile che si riferisse all'ex dirigente granata che ritiratosi in Salento dal primo giorno del lockdown, è stato l'ultimo a tornare a Roma. Come ieri Petrachi quando a Trigoria ha incontrato Fienga. Il ds è stato chiaro: non ha nessuna intenzione di dimettersi. Ergo, al momento, si va avanti da separati in casa. La volontà di farsi vedere in campo ad assistere all'allenamento dopo il colloquio con il Ceo è la conferma che Petrachi non intende fare un passo indietro. Bisogna trovare un'intesa sulla buonuscita (guadagna 1,2 milioni a stagione sino al 2022) ma il ds ha già fatto presente a Fienga che non si accontenterà delle briciole. La palla passa a Pallotta.
Stefano Carina
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3453 il: 16 Giu 2020, 07:54 »
Il futuro tra l'attesa di un rilancio e la speranza di un nuovo socio (Il Messaggero, 16 Giugno 2020)
IL FOCUS

ROMA Un'intervista non banale. Che si può interpretare in due modi: 1) La trattativa con Friedkin è ormai naufragata 2) Le parole utilizzate da Pallotta al sito ufficiale della società giallorossa sono volte a provocare una replica (o un rilancio) del magnate texano. Che al momento tace. Dichiarazioni che hanno sorpreso molti. Non gli ambienti economici vicino alla trattativa che assicurano come schermaglie del genere non siano inedite. «L'irritazione è un elemento dello spirito, non del business», il commento di chi ha voluto smontare indiscrezioni che volevano Friedkin furibondo. Tuttavia, al netto del galateo utilizzato nel mondo della finanza, è abbastanza singolare che Pallotta prima affermi di non aver risposto in passato a indiscrezioni (alcune delle quali, ha voluto sottolineare, «trapelate da dentro la società») perché «il club è quotato in borsa». Per poi, in un secondo momento, rilasciare - come accaduto ieri - stoccate così pesanti su quello che al momento è/era considerato l'acquirente più credibile. Il doppio passaggio («Se avesse i soldi...» e «Se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni con il seller-financing») lascia interdetti. Di certo Jim, confermando apertamente di voler cedere la Roma, per la prima volta ammette candidamente che oltre a «fare ciò che è meglio per il club», ha «il dovere di fare ciò che è meglio per il gruppo di investitori e gli azionisti» che rappresenta.
NO A MINUSVALENZE
Un obbligo ricordarlo vista la vertenza nei suoi confronti dei soci di minoranza negli Usa. Ma anche un avviso ai futuri acquirenti: non lascerà con una minusvalenza. Ergo, se non saranno i 90 milioni che potevano arrivare dalla proposta pre-Covid di 704 milioni di Friedkin, dovrà essere qualcosa di simile. Consapevole che in questo momento di recessione è difficile, tra le righe l'imprenditore di Boston lascia intravedere l'alternativa che ha in mente quando accenna, senza entrare nello specifico, a quanto accadrà nel mercato estivo: «Molto può dipendere da potenziali investimenti nel club». Ossia, dall'entrata o meno di altri soci. Si torna così al punto di partenza: prendere tempo. Agevolato dal Decreto liquidità che gli permetterà di ritardare sino al 31 dicembre quello che resta della ricapitalizzazione e con la questione-stadio sulla quale lui stesso ammette di attendere novità a breve («Tante volte l'ho già sentito, ma forse stavolta siamo vicini all'approvazione davvero finale'»), Pallotta - dopo aver garantito la liquidità nel medio/breve periodo al club con l'operazione di factoring sul botteghino - vuole vedere cosa accadrà nella corsa al quarto posto (che porta in dote 50-60 milioni) per poi agire di conseguenza. Se nel frattempo non sarà entrato infatti un socio pronto ad affiancarlo, quei 42 milioni che rimangono per completare l'aumento di capitale, potrebbero realmente fare la differenza e indurre Jim a sedersi nuovamente ad un tavolo delle trattative (con Friedkin). Non resta che attendere. La partita è più che mai aperta.
S.C.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3454 il: 16 Giu 2020, 07:55 »
Pallotta a Friedkin "Offerta inaccettabile" E con Petrachi è gelo (La Repubblica ed. Roma, 16 Giugno 2020)

di Francesca Ferrazza


«Sono contento di come il management della Roma ha reagito alla crisi legata al covid- 19. Da Fienga in giù, abbiamo fatto un passo in avanti nel momento del bisogno » . L’intervista casalinga di James Pallotta è stata rimodellata dopo il durissimo strappo tra il presidente e il ds Petrachi che si era offeso per non esser stato menzionato, accanto a Fienga e a Zubiria, nello stralcio di dichiarazioni del patron lanciate in anteprima. Talmente offeso da mandare un sms pesante al tycoon di Boston. E arrivando allo scontro. A quel punto è stata tagliata la parte integrale delle dichiarazioni rilasciate attraverso il sito ufficiale del club di Trigoria, in cui si elogiava anche Petrachi.
L’uomo- mercato scompare dall’intervista e va avanti da separato in casa, con Morgan De Sanctis pronto a subentrargli e Baldini che a distanza gestisce le trattative avviate. Ieri Petrachi si è confrontato con il ceo Fienga e poi ha seguito da vicino l’allenamento, in un clima di grande freddezza. Il ds — arrivato dal Torino dodici mesi fa — non intende rinunciare ad altri due anni di stipendio a circa 1,2 milioni di euro. E aspetta che sia Pallotta a muoversi, in attesa che il presidente tratti una buonuscita (non basterebbe la liquidazione di un anno di stipendio).
Pallotta ha poi in pratica liquidato Dan Fridekin — piuttosto irritato per la sparata — confermando però che il club di Trigoria è in vendita. «L’ultima offerta concreta del gruppo Friedkin — spiega il numero uno giallorosso — non era minimamente accettabile (circa 575 milioni di euro a fronte dei 700 milioni della prima trattativa, ndr). In fin dei conti, se voglio acquistare una casa, non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo iniziale per coprire le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse avanzare un’offerta ritenuta da noi accettabile, lo ascolteremmo. Ma voglio lasciare la Roma in mani solide».
Nel frattempo, la squadra giocherà la sfida di Europa League in gara secca col Siviglia ad agosto, in Germania, insieme alle altre partecipanti a questa specie di final eight. I giallorossi stanno provando a reinserire Zaniolo nella lista Uefa.






Pallotta «stanco» di Roma: prova a riaprire con Friedkin (Corriere della Sera, 16 Giugno 2020)

«L’ultima offerta non era accettabile, ma se ha i soldi lo ascolterò: voglio lasciare il club in mani solide»


Chiamatelo, se volete, effetto Financial Times. Che a Roma non è il quotidiano più letto, ma è la Bibbia per chi gravita intorno alla finanza. Tre giorni fa il quotidiano ha dedicato un articolo alla trattativa per la cessione della Roma da Pallotta a Friedkin, prima bloccata dalla pandemia e poi saltata dopo l’ultima offerta del texano. «È stata una mossa rischiosa rifiutare 575 milioni» ha commentato una fonte del giornale. Ieri, in un’intervista cucita su misura dai canali ufficiali del club, Pallotta ha messo nero su bianco il suo desiderio di vendere, mai espresso con così tanta chiarezza: «Sto invecchiando e penso al futuro: vorrei lasciare il club in mani solide. Vorrei qualcuno che sia una buona guida per la Roma e le permetta di poter competere come a tutti noi piacerebbe». E qui si inserisce quella che sembra una nuova proposta a Friedkin, anche se espressa con i modi tipici del bostoniano: «Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi e stavamo trovando un accordo... poi l’offerta si è trasformata in qualcosa di sempre meno appetibile. L’ultima offerta non era minimamente accettabile. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora, avanzando un’offerta accettabile, lo ascolteremmo. È impossibile sapere se possa essere o meno il salvatore della Roma, come alcuni pensano. Di sicuro abbiamo persone che vogliono parlare con noi e, da fiduciari, dobbiamo ascoltarle». L’offerta di Friedkin prevedeva 490 milioni a Pallotta e soci (che avrebbero così venduto in perdita, ma in una situazione di estrema difficoltà dovuta alla pandemia) e 85 milioni di finanziamento alla Roma. Soldi necessari per non mettere in vendita i gioielli di casa, tra i quali il più appetito è di sicuro Zaniolo, unico che può garantire una ricca plusvalenza, dentro una rosa di calciatori avanti con l’età e con ingaggi faraonici. «C’è incertezza ovunque nel calcio. Ci sono tante componenti in movimento e molto dipende da potenziali investimenti nel club». Se Friedkin non si rifarà avanti, toccherà a Goldman Sachs trovare altri acquirenti o soci di minoranza. Impresa ardua: la Roma chiuderà il bilancio al 30 giugno con un «rosso» a tre cifre. Le parole di Pallotta hanno messo sullo sfondo il caso-Petrachi. Il direttore sportivo — sotto contratto fino al 2022 a un milione e 200 mila euro netti a stagione — vorrebbe restare, ma la rottura con Pallotta è definitiva. Può salvarlo fino al termine della stagione la necessità di pensare solo alle partite, placando le polemiche, ma il d.s. ha contro presidente, allenatore e giocatori. Ha perso ogni potere, facendo gaffe continue. L’ultima è il messaggio mandato a Pallotta, per lamentarsi, trasformatosi nel peggiore dei boomerang.
Luca Valdiserri
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3455 il: 16 Giu 2020, 08:04 »
Il presidente parla della trattativa  con Friedkin, che non ha gradito. Nessun riferimento a Petrachi
 
PALLOTTA: PRONTO A LASCIARE LA ROMA (Corriere dello Sport, 16 Giugno 2020)
 
«Irricevibile l’ultima offerta, ma sono disposto a sentire ancora lui come altri investitori. Ho messo 400 milioni»
 
di Guido D’Ubaldo 
ROMA 
 
 
James Pallotta ha rilasciato una lunga intervista sul sito ufficiale della società nella quale dà le sue motivazioni per il no all’offerta di Friedkin, si dichiara disposto a riprendere le trattative con il texano e resta in attesa di altri investitori per lasciare la Roma in buone mani. Insomma, la società resta in vendita e il presidente non ha fatto nessun riferimento alla rottura con Petrachi, che ha alimentato tensioni all’interno del club. Ha criticato il modo in cui è stato gestito il Covid-19 in Italia, ha elogiato i giocatori per aver rispettato il lockdown e aspetta il campionato che riprende. Manca a Roma da due anni e si affida ai dirigenti che gestiscono la società: «Sono stato contento di come il management della Roma ha reagito alla crisi. Da Guido (Fienga, n.d.r.) in giù, il nostro management è stato presente non solo per i calciatori ma anche per le loro famiglie. Noi siamo stati presenti per la comunità durante tutta la crisi. Siamo stati a stretto contatto con la città di Roma, abbiamo fornito dispositivi medici a ospedali, chiese e case famiglia, oltre a cibo e beni di prima necessità ai tifosi anziani, ma ci siamo dimostrati attivi anche in diverse campagne a livello internazionale. Mi sento orgoglioso di tutto il nostro staff. Chiaramente non è un’alternativa alle vittorie sul campo». 
Pallotta ha detto che il Covid-19 ha avuto un impatto finanziario sulla Roma: «Prima di tutto, lo ha avuto sul mondo del calcio e, certamente, sulla Roma. Mi sento di dire che il Covid ha persino avuto un impatto sul nostro mercato di gennaio, poiché certi accordi non sono avvenuti per questo motivo. I nostri giocatori e i nostri dirigenti sono stati incredibilmente disponibili, accettando per esempio riduzioni di stipendio, ma non possiamo negare di aver subito perdite per il mancato incasso dei biglietti, per la chiusura dei negozi, per la cancellazione dei campi estivi per i bambini, oltre alle discussioni in atto sugli introiti provenienti dalle TV».
Spiega perchè è rimasto in silenzio per tanti mesi sulle trattative di cessione: «Siamo una società quotata, quindi nella maggior parte dei casi semplicemente non è possibile o funzionale parlare della situazione legata alla proprietà. So che può essere frustrante per alcune persone, ma questa è la legge. Per nove anni ho visto informazioni trapelare da dentro la Società, altre inventate da persone che lavorano al di fuori del Club o altre ancora spinte da chi è lontano dalla Roma, ma nonostante ogni tanto io abbia il desiderio di rispondere, siamo una società quotata in borsa, quindi non posso reagire. Quello che posso dire, comunque, è che abbiamo un gruppo di investitori e se qualcuno ci avvicina per investire nel club o per acquistarlo, noi abbiamo la responsabilità fiduciaria di ascoltare e rispondere. Personalmente sento di avere due responsabilità principali: fare ciò che è meglio per la Roma e anche fare ciò che è meglio per il gruppo di investitori e gli azionisti. Abbiamo investito oltre 400 milioni di euro in questo progetto, una cifra considerevole, cercando sempre di fare la cosa giusta per la Roma. Non ho preso un centesimo dal club, mai. Abbiamo investito. Anche nelle ultime settimane».
 
STADIO. Un altro tema caldo è quello dello stadio: «Come parte del nostro investimento, abbiamo speso oltre 70 milioni di euro nel progetto dello stadio, che, secondo i miei piani, avrebbe dovuto essere inaugurato adesso. Avremmo dovuto giocare in quello stadio la prossima stagione. Forse ci stiamo avvicinando di nuovo, ma quante volte l’ho già detto o sentito? Ma forse, con i recenti sviluppi, siamo vicini all’approvazione “davvero finale”. Sono consapevole che, proprio ora, l’Italia e Roma hanno bisogno di questo nuovo stadio e di questo investimento nel Paese».
 
FRIEDKIN. La questione che sta più a cuore ai tifosi riguarda l’offerta recapitata da Friedkin e respinta da Pallotta. Le frasi del presidente non hanno fatto piacere al magnate texano: «Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi lo scorso autunno e verso la fine dell’anno stavamo iniziando a trovare un accordo. Abbiamo approfondito i dettagli, nei quali spesso si nascondono le difficoltà, ma dopo le modifiche apportate dai loro avvocati e banchieri, l’offerta ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di sempre meno appetibile sia per la Roma sia per il nostro gruppo di investitori. L’ultima offerta semi-concreta che abbiamo ricevuto, sulla quale dei dettagli sembrano essere trapelati da alcuni dei loro avvocati o banchieri, non era minimamente accettabile. E questa è l’offerta che sembra aver molto turbato qualcuno. Non sono sicuro se le persone sconvolte capiscano come si costruisce un accordo del genere, ma non funziona con il seller-financing. In fin dei conti, se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni che ho in mente di fare. Non è così che funziona. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora e avanzare un’offerta tale da essere ritenuta accettabile da tutti noi per la Roma, lo ascolteremmo. Potrebbero essere i proprietari ideali per la Roma? Forse. Non lo sappiamo. Io so solo che quando sono entrato nel club avevo molto da imparare e per loro non sarebbe diverso. Quindi, è impossibile sapere se il Gruppo Friedkin possa essere o meno il salvatore della Roma, come alcuni pensano, oppure il miglior proprietario. La cosa certa è che abbiamo persone che continuano a contattarci e vogliono parlare con noi e, da fiduciari, dobbiamo ascoltarle».
 
IN VENDITA. L’idea di lasciare la Roma è sempre d’attualità: «Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide. Vorrei qualcuno che sia una buona guida per la Roma e che le permetta di poter competere come a tutti noi piacerebbe. Fino a quel momento, continuiamo a sostenere la Roma in tutti i modi e a investire denaro nel club, per poterci assicurare di competere nei tornei più importanti ai più alti livelli. Io, assieme ad altri investitori, ho sicuramente messo più di quanto mi sia stato richiesto a livello personale, perché ho sempre cercato di fare il meglio per la Roma». Pallotta preferisce non parlare di cifre: «Ora voglio solo cercare di assicurarmi che, qualsiasi cosa accada alla Roma, sia la migliore per il club, che sia con una vendita, con un nuovo investitore o con me stesso e l’attuale gruppo di investitori. Ho imparato molto tempo fa che per alcune persone non importa cosa dico o faccio, o quanti soldi ho messo nella Roma: per loro non sarà mai abbastanza. Questa è la vita, lo accetto».
Alla fine si rivolge ai tifosi: «In questo momento c’è incertezza ovunque nel calcio, non è di certo una cosa legata solo alla Roma. Ci sono tante componenti in movimento nel calcio e molto può dipendere da potenziali investimenti nel club. Alla fine dobbiamo fare la cosa migliore per la Roma. Voglio solo ringraziare la maggior parte dei tifosi per aver continuato a supportarci e, qualunque cosa accada, continuerò a fare il possibile per l’AS Roma. Adoro la Roma, il club e la sua gente. Non vedo l’ora di vederci di nuovo vincere».
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3456 il: 16 Giu 2020, 08:06 »
Acque agitate - Non si placa la contestazione
 
Tifosi contro il presidente. E Petrachi non si dimette (Corriere dello Sport, 16 Giugno 2020)
 
Il futuro del ds appeso a un filo Ieri in campo per l’allenamento  ma ormai non ha più sponde
 
di Guido D’Ubaldo
ROMA
 
 
Cresce la tensione alla Roma, con la squadra che avrebbe bisogno di serenità per preparare il ritorno in campo. Dovrà essere bravo Fonseca a tenere la squadra isolata dai veleni interni. La rottura tra Pallotta e Petrachi è stata l’occasione per i tifosi per manifestare il loro dissenso nei confronti del presidente. In molti hanno invitato l’americano ad andarsene, anche in risposta all’intervista pubblicata sul sito della società. Quasi nessuno se la prende con Petrachi, anzi attribuiscono al presidente le responsabilità di questo nuovo, imminente divorzio.   
 
LA ROTTURA. La posizione di Gianluca Petrachi è appesa a un filo. Ieri Pallotta è tornato a parlare e per la prima volta ha affrontato il tema del rifiuto all’offerta di Friedkin. Ma nessun riferimento al caso Petrachi che ha creato grandi tensioni all’interno del club. Il direttore sportivo ieri era a Trigoria, ha assistito regolarmente all’allenamento in campo. Ha parlato con Fienga, al quale ha ribadito la sua intenzione di non volersi dimettere: colloquio di un’ora e mezza, nessun accordo e volti scuri quando i due, alle 19, sono andati via. La situazione è quasi irrisolvibile, ma al momento Petrachi resta al suo posto. La rottura è stata fragorosa, difficile da ricomporre. Tutto è accaduto giovedì sera. Petrachi, nel suo ufficio al primo piano della palazzina del centro sportivo, ha convocato Cavallo, il suo collaboratore di fiducia e gli ha chiesto di scrivere un messaggio sul cellulare da inviare a Pallotta. Il direttore sportivo era carico a pallettoni, Cavallo gli ha consigliato di togliere qualche termine troppo forte. Petrachi ha perso la pazienza perché nei ringraziamenti di Pallotta mancava il suo nome e tutti i giornali avevano evidenziato la "dimenticanza". E poi perché da giorni non era riuscito a ottenere il placet dal presidente per firmare il contratto di Pedro. Da giovedì Petrachi ha avuto scambi tesi anche con Fienga e Baldissoni, che gli rimproveravano i toni con i quali si è rivolto a Pallotta. L’amministratore delegato fino all’ultimo gli aveva detto perentoriamente di non mandare alcun messaggio. Ma Petrachi è andato dritto per la sua strada e questo ha fatto andare su tutte le furie Fienga. Il diesse è sbottato anche con il vice presidente, ricordandogli che era stato lui a fargli la guerra sin dall'inizio. Con entrambi i dirigenti si è lamentato di non essere stato tutelato. 
 
PETRACHI SOLO. Il vertice del club sospetta che Petrachi abbia un accordo con un’altra società, gira anche la voce di un incarico di consulenza alla Juve. Con Petrachi si tenterà una risoluzione, anche perchà la rescissione per giusta causa, alla quale ha pensato uno dei dirigenti, sembra difficilmente praticabile. Il direttore sportivo guadagna quasi un milione di euro più i bonus per altre due stagioni. Petrachi se viene esonerato vuole tutti i soldi. Una transazione appare molto complessa. Molti procuratori sono dalla parte del ds, che considerano una persona seria, che ha avuto la personalità di dire al suo datore di lavoro cose che in molti pensano a Trigoria. Ma ora Petrachi è rimasto solo. Con il suo carattere ruvido, con il suo modo di ragionare da solista e non da componente di una squadra. Alcune operazioni positive le ha fatte, ma i dirigenti ritengono oggi che tranne Smalling tutti gli acquisti più importanti siano attribuibili a Baldini. E che è stato Fienga a convincere Dzeko a restare. Per la successione di Petrachi si pensa anche al ritorno di Massara che è praticabile solo se Maldini lascerà il Milan. Intanto domenica sera Fienga ha chiamato De Sanctis mettendolo in preallarme. Fonseca, che è dispiaciuto e preoccupato per quanto sta accadendo, non ha scaricato Petrachi, ma è critico con lui e ha un buon rapporto con De Sanctis. L’ex portiere è molto vicino a Fienga, che pensa a lui per voltare pagina. Non vorrebbe essere mandato allo sbaraglio e si augura che la società faccia chiarezza con i tifosi.
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3457 il: 16 Giu 2020, 08:07 »
Il commento
 
Se c’è  la goccia è Jim (Corriere dello Sport, 16 Giugno 2020)

di Giancarlo Dotto
 
 
Saturno che divora i suoi figli. Una tela di Francisco Goya, non si sa se più bella o più sinistra al limite del sostenibile, tra quelle esposte al museo del Prado di Madrid. Inevitabile accostarla all’ultimo Jim Pallotta, sul punto di “divorare” l’ennesimo di una lunga serie, Gianluca Petrachi, che non è un figlio suo e nemmeno della Lupa, ma probabile figlioccio di Franco Baldini sì, che pensò a lui per arrivare a Conte. Sapete com’è finita. Un solo salentino a Trigoria, non quello che volevano.
 
Il Pallotta che ha parlato ieri, più bizantino che saturnino, conferma il baratro tra i due. Il presidente spende elogi per tutti, da Fienga a Zubiria, passando per un stracoccolato Fonseca (occhio Paulo!), non una parola per Petrachi. Nei confronti del ds della Roma un vero e proprio mobbing verbale, ovvero di cancellazione dal lessico familiare di Trigoria, esercizio nel quale Pallotta è maestro quando le sue infatuazioni fatalmente si spengono. Basta andare a riguardarsi il cimitero dei “divorati”, a cominciare da Walter Sabatini. 
Un’intervista ben confezionata, va riconosciuto. Misurata, equilibrata, insolitamente elegante. Fegato, viscere e bile tenute per una volta in ghiacciaia. L’intenzione è di apparire rassicurante nei confronti della piazza e dei mercati. Frecciatine sparse ma non virulente nei confronti dello svanito Friedkin («Se avesse i soldi…»), per il resto la solida idea che Pallotta stia davvero cercando “solide mani” a cui lasciare la sua Roma, dopo anni di tante cose brillanti ma troppe frustrazioni. Il malinconico accenno allo stadio fantasma, che proprio di questi tempi sarebbe dovuto essere prossimo all’inaugurazione, fa pensare che solo un okay definitivo sarebbe la scintilla per riaccendere il presidente e i suoi soci investitori. Friedkin ha smesso di bussare a Trigoria dopo l’ultimo “no” di Pallotta, altro di serio non c’è in giro. Oggi, la Roma è più che mai ostaggio degli umori e delle brame commerciali di Pallotta, ora anche della sua anagrafe, sappiamo («invecchiando, sto pensando al futuro…»). Ma non c’è tempo. La corda è vicina a spezzarsi. La frattura con la piazza sembra insanabile e la Roma oggi è sempre più un vaso di Pandora in cui ogni singola goccia rischia l’inondazione, miasmi annessi. La cosa triste, tra le tante? Immaginare Antonio Conte che si sta fregando le mani per la sua scelta.

Offline mazzok

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Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3458 il: 16 Giu 2020, 08:18 »
Bello spot, elogio continuo della merce, dai giocatori al management con chiusura finale col botto:

"Adoro la Roma, il club e la sua gente. Non vedo l’ora di vederci di nuovo vincere"

Motivazioni per il passaggio di mano (non necessità ma volontà di passarle a uno scemo molto ricco):

"Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide"


Indicazioni sul prezzo:

"Abbiamo investito oltre 400 milioni di euro in questo progetto"
(poi però menziona altri 70 milioni, non si capisce se inclusi o meno).


Si vede che la brochure non bastava...
Re:Roma: resta la tensione finanziaria - Il Sole 24 Ore
« Risposta #3459 il: 16 Giu 2020, 08:20 »
James apre e chiude
«Lascerò la Roma. Ma in mani sicure per farla vincere» (Gazzetta dello Sport, 16 Giugno 2020)


Possono sempre vincere il campionato dilettanti...

È più facile che fallisca l'alitalia... Che l'as. Lucifero... Il loro indotto è enorme, crollerebbe un pezzo di paese con la "gggente" nelle strade...  Non ci credo.
 

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