La vicenda societaria è arrivata a un punto di svolta. Il titolo sale dell’8,65% in un giorno, sono attesi sviluppi
Il titolo in Borsa vola Friedkin resta avanti (Corriere dello Sport, 5 Agosto 2020)
Pallotta aspetta un rilancio dal connazionale per valutare il kuwaitiano Al-Baker, che non molla
di Roberto Maida
ROMA
La Roma fibrilla: il titolo in Borsa ha chiuso la giornata a +8,65%, a testimonianza di una certa attenzione del mercato azionario all’evoluzione della vicenda societaria. Al momento la situazione è questa: James Pallotta ha ricevuto un’offerta vincolante da Dan Friedkin e un’altra informale dal nuovo soggetto comparso sulla scena, il kuwaitiano Fahad Al-Baker. Fonti bancarie, con Unicredit fortemente interessata a una transizione rapida, danno ancora avanti Friedkin, se non altro per il vantaggio cronologico: ha già effettuato la due diligence, cioè l’esame dei conti, e ha dato garanzie finanziarie che confortano il venditore, con il quale ormai è in contatto quotidiano attraverso i legali. Però Al-Baker, uscito allo scoperto con un post su Twitter che ha fatto pensare a una boutade, è convinto di poter ancora vincere lo sprint per la Roma.
SOLDI. Siamo alle battute finali? Non ci sono elementi per stabilire che l’affare si possa chiudere a giorni. Per un semplice motivo: Pallotta non è appagato dall’offerta di Friekdin, 490 milioni più 85 di liquidità da immettere nel club tra quota di aumento di capitale (42 milioni) e sistemazione parziale del bilancio, né considera irrifiutabile l’offerta raccolta (per ora non vincolante, ribadiamo) dal Kuwait, che supera il concorrente di una cifra giudicata «irrilevante» dai personaggi più informati sulla negoziazione. Il quadro che si prospetta quindi è leggibile: Pallotta spera in un rilancio di Friedkin, che sarebbe pronto a firmare il contratto preliminare e poi il closing nel breve periodo (anche entro fine mese), per consegnargli la Roma e liberarsi di un bene che, viceversa, dovrebbe impegnarsi a sostenere entro il mese di ottobre, quando dovrà essere completato l’aumento di capitale. Se poi Al-Baker, con la sua società di servizi, dimostrerà di essere molto determinato, con tanto di garanzie immediate, non avrà problemi a superare il competitor. Contano non solo i dollari ma anche e soprattutto le modalità e i tempi tecnici di pagamento.
DIFFERENZE. I due potenziali acquirenti si sono mossi in maniera diametralmente opposta, perché diversi erano i loro contatti all’interno della Roma. Posto che Pallotta è sempre il padrone che riceve e valuta ogni offerta, la divisione interna è ormai nota: Friedkin ha seguito il percorso classico, relazionandosi al Ceo della società, cioè Guido Fienga, che ha ricevuto la delegazione a novembre, un mese prima dell’intesa poi saltata a causa dell’emergenza sanitaria. Al-Baker invece ha trovato un interlocutore nel vicepresidente, Mauro Baldissoni, che ha seguito la pratica in vista di un possibile ribaltone manageriale, appoggiandosi all’intermediario Alharith Alateeqi, che vive e lavora a Roma, negli uffici della Q8. E’ in gioco una partita nella partita, in cui il dirigente vincitore avrà possibilità concrete di partecipare alla rinascita della Roma.
FRETTA. Ma il tempo stringe, stringe davvero. Franco Baldini, che sta immaginando la squadra per la prossima stagione in attesa che Pallotta venda la società, sta tenendo in stand-by molti procuratori e anche il candidato direttore sportivo, Nicolas Burdisso, segnalato in questi giorni in Italia. La situazione debitoria (ben oltre i 300 milioni) e le perdite di bilancio (-180 al 30 giugno compresi gli stipendi congelati dei calciatori) mettono ansia ai tifosi. Se la Roma non passa rapidamente a un nuovo proprietario, che sia disposto a scommettere sul risanamento di una società sconvolta dalla crisi, Pallotta immetterà il minimo del denaro richiesto dalla legge, evitando rischi per la continuità aziendale. Ma il ridimensionamento tecnico sarà un fattore inevitabile. E negli effetti, imprevedibile.