Ogni volta che rifletto sull'avanzata degli americani nel mondo del calcio mi torna in mente un episodio, tratto dal libro "Una casacca di seta blu", la biografia di Bela Guttmann. Guttmann era stato invitato negli USA a disputare un'amichevole per promuovere il "soccer". Dopo diversi gol bellissimi realizzati nel silenzio generale, un boato accompagna il pallone quando questo viene scagliato appena sopra la traversa.
Detto questo, gli americani non sono scemi e hanno almeno due buoni motivi per investire nel soccer nostrano. Il primo motivo è funzionale al secondo. Innanzitutto, c'è la questione stadi di proprietà (aspetto rimarcato più o meno da tutti, a cominciare da Commisso). Il secondo motivo, ancora più importante del primo, è quello dei margini di crescita della Serie A e anche qui sono d'accordissimo con
Il nostro Giorgione.
Oggi la serie A fattura 2,5 miliardi di euro. La premier league quasi 6. Considerando solo il broadcasting, siamo a 1,5 contro 3,5 miliardi. E' evidente che la Serie A è sottovalutata e che ci sono quindi margini di crescita molto ampi. Raddoppiare il fatturato significa, in sostanza, raddoppiare il valore delle società. Sotto queste premesse, l'arrivo degli americani ha senso eccome.
Se ci riusciranno o meno bisognerà vederlo. Anche io dubito che riusciranno a replicare i loro modelli di business (wresling, basket, football americano) ma è indubbio che i margini di crescita ci siano. Ha molto senso provarci, e il fatto che si stia creando un folto gruppo di proprietà a stelle e strisce sicuramente favorirà (temo) le loro istanze in futuro sulla scelta dei modelli di business.
Non credo invece neanche io in motivazioni del tipo fiscalità favorevole, anche perchè nei ranking della World Bank su doing business - per fare solo un esempio - l'Italia è in una posizione penosa (come confermato anche dai fatti).
E intanto, senza cedere neppure mezzo esubero, cacciano 7M di euro per un giocatore e danno 3,5M netti di ingaggio a un altro.
Tanto per cambiare, sono l'unica società a chiudere il calciomercato con un bel segno "meno". Viva la tensione finanziaria.
Messa così però è incompleta. Bisogna aggiungere che nell'ultimo anno e mezzo hanno ricapitalizzato il gruppo per oltre 240 milioni di euro. Già tutti bruciati. Quasi 450 milioni negli ultimi 7 anni. Bruciati.