Parcheggi, trasporti, cubature: tutte le «ambiguità» del piano (Il Messaggero, Cronaca di Roma, 9 Agosto 2017)
IL FOCUS
Un progetto con tante «ambiguità», come c'è scritto nel parere unico dello Stato, con un piano trasporti inadeguato che rischia di mandare in tilt una zona di Roma già congestionata, con parcheggi insufficienti e una sfilza di rischi ambientali e paesaggistici che i proponenti sembrano non aver calcolato. Senza dimenticare le cubature spropositate rispetto ai limiti del Piano regolatore, nonostante il taglio alle torri dell' Ecomostro voluto dal M5S. Questo dicono le relazioni su Tor di Valle approdate in Regione.
I problemi maggiori riguardano la mobilità. Il Ministero dei Trasporti scrive chiaramente che potrà dare il nulla osta oltanto in presenza di un potenziamento reale della Roma-Lido «o eventualmente di metropolitane», perché dalla versione bis del progetto è sparito il prolungamento della metro B ma anche una quantificazione degli interventi per rimettere in sesto la malandata ferrovia per Ostia. Criticità sui trasporti evidenziate anche dal Comune di Roma e dai tecnici dell'ex Provincia: «Nella proposta formulata non è più esplicitata alcuna proposta progettuale sulla Roma-Lido, ma è previsto unicamente un contributo economico». I tecnici hanno anche scoperto che «non risulta alcuno schema di convenzione e/o accordo per regolare i rapporti tra gli enti che consenta di garantire l'effettivo incremento dell'offerta di trasporto pubblico».
IL PONTE
Le falle nel piano trasporti rischiano di paralizzare la viabilità di un intero quadrante di Roma. Il Ministero delle Infrastrutture ha puntato il dito su alcune «ambiguità» presenti nel progetto, a partire dalla presenza del ponte sul Tevere che però non è quello pagato dai privati (è stato cancellato dopo l'accordo Roma-M5S di febbraio) ma è quello dei Congressi, pagato dallo Stato con i fondi Cipe ma attualmente bloccato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Anche la Città metropolitana aveva espresso dubbi sulle strade. Per quanto riguarda la riunificazione e la messa in sicurezza dell'Ostiense - Via del Mare, scrivono i tecnici, «le prescrizioni non si ritengono superate. Le soluzioni progettuali presentate necessitano di ulteriori approfondimenti».
L'ARCHITETTURA
La mano del Ministero dei beni culturali sul progetto dello stadio si fa sentire in termini di parere favorevole seppur con prescrizioni. La Soprintendenza speciale unica di Roma, a firma di Francesco Prosperetti, oltre a chiedere «la conservazione della testimonianza della tribune dell'ippodromo», vuole anche «la permanenza dei sistemi naturali delle sponde del Tevere anche all'interno dei 150 metri di rispetto del fiume, con le nuove strutture del progetto». Ma è soprattutto il tema del rispetto delle norme di archeologia preventiva a pesare, perché «l'intervento dello stadio interessa un territorio di alto interesse archeologico». Nel dettaglio: gli assi viari delle antiche vie Ostiense e Laurentina, oltre a monumenti funerari dall'età del Bronzo all'Impero. Poi c'è il rispetto delle norme ambientali, su cui hanno espresso riserve anche gli uffici dell'ex Provincia di Roma. «La sostenibilità economica e il reperimento delle risorse per la manutenzione del Parco Fluviale Ovest e la realizzazione degli interventi nelle golene non risultano ancora precisati». Altra nota dolente: le volumetrie record per negozi, alberghi e ristoranti. Al netto del taglio dei tre grattacieli, nella nuova versione restano quasi 600mila metri cubi di costruzioni. Un Serpentone che metterà insieme palazzi alti fino a 7 piani, in violazione del Piano regolatore generale. Annota la Città metropolitana: «Sebbene la nuova proposta, attraverso l'eliminazione delle torri, riduca il carico urbanistico, non risulta agli atti ulteriore documentazione per valutare la compatibilità dell'intervento» con il Prg.
Ennesima criticità: i parcheggi, ancora insufficienti per tifosi e dipendenti del mega centro commerciale e direzionale che dovrebbe nascere in quest'area in riva al Tevere. La superficie per gli stalli risulta essere «inferiore allo standard previsto» sia dal Piano regolatore che dalle leggi regionali.
Lorenzo De Cicco
Laura Larcan