Stadio della.... (Topic ufficiale)

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Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9300 il: 13 Giu 2018, 23:12 »
Solo l’idea che tutto possa finire in una bolla di sapone mi fa venire i conati di vomito.

Online adiutrix

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3043
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9301 il: 13 Giu 2018, 23:26 »
Scusate, di legge non so nulla, ma mi sorge una domanda dopo aver sentito più volte, più o meno anche qui, che in pratica se non ci sono illeciti amministrativi la costruzione va avanti.... ma se non ci sono illeciti amministrativi e quindi tutto e stato fatto regolarmente.... MA PARNASI CHI CAZZO CORROMPEVA? È SOPRATTUUTTO... PERCHE?

questi vanno avanti perchè sono una società mafiosa e la storia ci insegna che non ha avuto mai e ripeto MAI, una giusta punizione, vedi i 100 milioni per corrompere un arbitro in semifinale di coppa di campioni, scandalo rolex per gli arbitri, fidejussioni false e presentate in ritardo, intercettazione nel caso Bergamo-Sensi, intercettazioni di pradè  in calciopoli non prese in considerazione, le intercettazioni riguardanti i giallorossi in scommessopoli.. e me ne dimentico altre... ah i fatti di Liverpool..
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9302 il: 13 Giu 2018, 23:30 »
ah i fatti di Liverpool..

qui sei ingiusto... sono stati puniti severamente  8)

Offline Drake

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Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9303 il: 13 Giu 2018, 23:31 »
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9304 il: 14 Giu 2018, 00:06 »
Solo l’idea che tutto possa finire in una bolla di sapone mi fa venire i conati di vomito.
vuol dire che sara' un altro costruttore della giallorossa
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9305 il: 14 Giu 2018, 00:10 »
Arrivare e DOVER leggere 22 pagine , NUOVE , NUOVE .

 8)
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9306 il: 14 Giu 2018, 00:35 »
ORA MATRIX ...

Offline Valon92

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Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9307 il: 14 Giu 2018, 00:52 »
Leggo su Repubblica.it a firma Bonini:

Sa come prendere gli uomini, Luca Parnasi. "Organizziamo un paio di cose emozionali", consiglia ai suoi. Mette, soprattutto, mano al portafogli. E così, quando si tratta di aggiustare la grana del vincolo posto dalla Sopraintendenza di Roma sulle tribune del vecchio Ippodromo di Tor di Valle che rischiano di bloccare sine die l'avanzamento del progetto dello stadio, liquida con 54 mila euro Claudio Santini, capo segreteria del ministro dei beni culturali Franceschini, per la mediazione che gli consente di avvicinare e risolvere la faccenda con il soprintendente Francesco Prosperetti.




Se è vero l'iter deve essere bloccato o quanto meno ritarderà visto come i permessi, sono arrivati, almeno per una parte del progetto
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9308 il: 14 Giu 2018, 00:54 »
Per carità, è coinvolto tutto l'arco politico, l'abbiamo già detto e stradetto.

Ma vista la tempistica, stiamo cercando di capire chi è il vero obiettivo di questa bufera improvvisa:

La Giunta Raggi? La Giunta Zingaretti? Il Governo nazionale?

E se fosse solo una spintarella data da QUALCHE costruttore che si e' fatto rodere il chicchero per stato tagliato fuori ?

OT
Sorpresi in flagrante dai carabinieri mentre imbrattavano i muri dei Parioli con scritte inneggianti alla loro squadra del cuore, la Lazio. Per questo due ragazzi di 17 anni e un sedicenne sono stati denunciati. I tre si spostavano su due scooter fra via Antonelli, via Chelini e via Plata con bombolette spray di vernice nera con le quali coprivano le scritte della Roma.
 :o
EOT

Offline PARISsn

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Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9309 il: 14 Giu 2018, 01:18 »
Scusate, di legge non so nulla, ma mi sorge una domanda dopo aver sentito più volte, più o meno anche qui, che in pratica se non ci sono illeciti amministrativi la costruzione va avanti.... ma se non ci sono illeciti amministrativi e quindi tutto e stato fatto regolarmente.... MA PARNASI CHI CAZZO CORROMPEVA? È SOPRATTUUTTO... PERCHE?

hai detto tutto !! credo proprio che stavolta la cosa non finira' a tarallucci e vino !! cioe' Parnasi sta  in galera per quale  motivo?? se ha corrotto al punto di finire in galera vorra' dire che dalla corruzione ha tratto benefici che altrimenti non gli erano dovuti ...e sti benefici avuti cosa riguardano? la costruzione della veranda in terrazza nella sua casa al mare?? non credo proprio...riguardano tutto l'iter per i terreni e per la costruzione dello stadio...la Raggi è una demente...ormai lo possiamo dire...che stava per esplodere sta bomba  lo sapeva pure Lotito ( sibilline le sue dichiarazioni di pochissimi giorni fa che  la Lazio avrebbe fatto lo stadio prima della riomma : ) )....e lei ieri sera twittava felice che per lo stadio era tutto a posto e si procedeva spediti?? non sapeva  nulla....la sindaca della capitale d'Ialia...coinvolta  in prima persona nei fatti...non gli era arrivata manco na vocina dalla procura...nulla??   8)
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9310 il: 14 Giu 2018, 01:51 »
In cambio Lanzalone, spiegano i magistrati romani, ha elaborato «una soluzione tecnica» per il progetto dello stadio della Roma «finalizzata a consentire un immediato inizio dei lavori senza il ricorso a procedure d'urgenza», in modo da evitare ricorsi «con conseguente allungamento dei tempi. Si tratta di un'escamotage individuato dal pubblico ufficiale nell'interesse esclusivo del privato per eliminare gli ostacoli frapposti alla realizzazione del progetto». Lo stesso Lanzalone avvertiva poi Parnasi di ogni step amministrativo.(CIT DA ESPRESSO/REPUBBLICHINI) .

Supponiamo . Fra qualche mese una soluzione su due .

A) I magistrati hanno ragione  .
Si prende il progetto stadio . Si fanno due belle copie e si mettono in quei tubi che si usavano (penso si usino ancora) di cartone spesso e plastificato e poi si infilano su per il pertugio della sindaca e del bostoniano (riomanista/visitatore se vuoi una copia...)

B) I magistrati hanno torto .
Si prendono i magistrati di cui sopra . Si prende la loro laurea e si straccia . E poi in Campania a raccogliere pomodori .

C) ah no ... 
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9311 il: 14 Giu 2018, 06:12 »
"PER FARE LO STADIO PAGHIAMO TUTTI" IL SISTEMA PARNASI (Il Messaggero)

L'INCHIESTA

ROMA C'è un unico metodo per gestire progetti diversi, che vanno dallo stadio della Roma all'aspirazione di realizzare anche quello del Milan. Il metodo del giovane e rampante Luca Parnasi, che uno stretto collaboratore definisce «tutto italiano, da anni 80», e la Procura di Roma considera un vero e proprio «asset di impresa», un ramo su cui investire all'interno di «un modello di corruzione sistemica, caratterizzata da un'opzione criminale insensibile ai mutamenti politici». Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, partite dall'inchiesta sull'imprenditore Sergio Scarpellini che ha portato in carcere il fedelissimo di Virginia Raggi, Raffaele Marra, raccontano come il costruttore sarebbe riuscito a superare gli ostacoli alla costruzione dello stadio della Roma, avvicinando le nuove forze politiche, pagando contributi elettorali, distribuendo consulenze, promettendo posti di lavoro. Nell'impresa impossibile di superare l'opposizione Cinquestelle alla costruzione del nuovo stadio arriva grazie a un personaggio centrale, Luca Lanzalone, presidente dei Acea ma, soprattutto, consulente per il Campidoglio sul dossier stadio, Wolf per Parnasi. Ora, dopo gli arresti di ieri, si congela tutto. Da quanto apprende Il Messaggero il Comune starebbe per inviare una comunicazione alla società di Parnasi Eurnova.
Parnasi poco prima delle ultime votazioni, in particolare regionali di marzo scorso, dice ai suoi che vuole responsabilizzarli: «Io spenderò qualche soldo sulle elezioni, che poi vedremo come vanno girati ufficialmente con i partiti politici. Anche questo è importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare. Adesso è un investimento moderato, prima spendevo cifre che manco te le racconto», dice l'imprenditore nell'intercettazione che il gip Maria Paola Tomaselli definisce «il manifesto programmatico» di una associazione a delinquere che lui capeggiava e che era in grado, di volta in volta, di avvicinare esponenti politici di partiti apparentemente diversissimi tra loro. Da un lato il Pd, con l'ex assessore Michele Civita che avrebbe fatto da tramite con la Regione perché non ponesse problemi alla cancellazione di un importante investimento urbanistico collegato allo stadio della Roma, il ponte di Traiano; da un lato un esponente locale di Forza Italia, con la speranza che «divenga assessore regionale»; il sostegno elettorale (in chiaro) a Roberta Lombardi, funzionale, a dire dell'imprenditore, a nuovi progetti su Roma; e quando emergono le carte che parlano di un suo pagamento ad una onlus collegata alla Lega, alla preoccupazione segue il pensiero strategico: «Dimmi se sbaglio - confida a Luigi Bisignani - fa pure figo in questo momento che qualcuno dica da sinistra che Parnasi è vicino alla Lega, perché è il mondo ormai che conta».
Il momento delle elezioni regionali nel Lazio, e contestualmente delle politiche nazionali su cui pure investe, è per Parnasi delicatissimo.
LE ELEZIONI
Il 7 febbraio scorso convoca un fedelissimo per prevedere i pagamenti: «Io non voglio essere presente, esattamente l'opposto, io meno sono presente meglio è, per questo dicevo che in alcuni casi proprio perché mia mamma fa cognome Mangosi, al candidato che c'ho da dargli 5mila euro, lo faccio fa a mamma e si perde nel rivolo delle cinquecento persone... là dove devo fare duecentocinquanta...Non ti mando niente, ma dobbiamo stare pronti, da lunedì c'ho l'assalto alla baionetta». Il risultato però è presto incassato. Un suo collaboratore lo chiama il 6 marzo, all'indomani delle elezioni: «Quelli nostri, tuoi so passati!», ma l'imprenditore al telefono è prudente: «No vabbe io non c'ho nessuno».
LO STADIO
Il ruolo fondamentale di Lanzalone, Parnasi lo ripete il 5 marzo scorso, quando insieme a Luigi Bisignani, è a cena in casa dell'imprenditore Pietro Salini, che gli dice di non avere rapporti con i Cinquestelle. È a questo punto che emerge quale sia stato il ruolo di Luca Lanzalone «messo da Grillo, dal professor Bonafede e da Fraccaro», è «riuscito con la Raggi, è l'unico, gli ha dato l'autorizzazione per lo stadio». E parlando sempre del consulente del Comune aggiungono: «È colui che ha risolto veramente il tema dello stadio della Roma», l'investimento di Parnasi è centrato: «L'ho conosciuto, in una riunione, in cui io ero praticamente dato per spacciato perché avevano messo assessore all'urbanistica Paolo Berdini il quale era un pazzo totale, assoluto, matto a un certo punto la Raggi intuisce il fatto che poi alla fine se non avessi fatto lo stadio sarebbero stati problemi seri per lei». Ed è Lanzalone che promette a Parnasi di acquisire un immobile presso il Business Park dello stadio, dove trasferire la sede della società Acea. In cambio l'avvocato avrebbe ricevuto consulenze e incarichi, anche da altre società. Almeno una parcella da 54mila euro, tra le contestazioni.
PROBLEMI COL PONTE
Uno dei tanti obiettivi è ridurre i costi di realizzazione dello Stadio, anche a costo di togliere investimenti strutturali importanti. Sono due dei progettisti di Parnasi, a spiegare che ai tecnici del Comune è meglio non dire che la mancanza del ponte di Traiano darà enormi problemi di viabilità. «Levando il ponte sul Tevere quello che si viene a creare è che sulla via Del Mare...si crea caos di nuovo sulla Roma Fiumicino, ingresso a Roma ovviamente perché prima di questo si caricava sulla via Ostiense, adesso non c'è più la connessione sul Tevere», spiega Luigi Vergelli. E Luca Caporilli, altro progettista di Parnasi: «Va be ma tu questo non lo dire». Ma non basta, una volta incassato l'affare, l'idea di Parnasi era vendere il terreno dello stadio ad una società, la Dea Capital, incassando più di 200 milioni a fronte dei 42 spesi.
I MERCATI GENERALI
Lanzalone è pronto ad assistere Parnasi anche in una causa da 70milioni di euro contro l'amministrazione comunale. Quella dei «Magazzini generali». Scrive il gip: «A sussistenza di un vero e proprio sodalizio tra il Parnasi ed il Lanzalone che, in una assoluta confusione di ruoli, concertano di lavorare insieme al fine di perseguire ognuno i propri personali interessi attraverso la reciproca soddisfazione di quelli dell'altro. Ciò in totale spregio, per il pubblico funzionario, dell'interesse pubblico e delle regole di imparzialità e correttezza che dovrebbero presidiare l'attività della pubblica amministrazione e che vengono con assoluta spregiudicatezza disattese».
I CINQUESTELLE
Parte dal basso Luca Parnasi e per arrivare al capogruppo pentastellato in Campidoglio, Paolo Ferrara, avvicina l'assessore allo sport del X municipio Gianpaolo Gola, al quale Parnasi promette un'assunzione nella As Roma o al Coni. Così arriva a Ferrara e poi tenta di salire e finanziano la campagna elettorale di Roberta Lombardi. Così l'imprenditore, scrive il gip «rafforza i suoi legami con Ferrara e con Marcello De Vito che gli hanno avanzato tale richiesta, ricomprendo rilevanti incarichi nell'ambito dell'amministrazione capitolina». Si legge ancora nell'Ordinanza: «La Lombardi oltre che candidata alla Regione, personaggio di spicco dei Cinque Stelle a livello nazionale e quindi destinata, in ipotesi di un successo elettorale di tale compagine nelle elezioni politiche, a ricoprire ruoli decisionali nel nuovo assetto che si determinerà all'esito del voto». Al consigliere Gola che gli chiede un appuntamento a quattr'occhi perché aspira ad un posto di lavoro, dopo aver parlato dei progetti su Coni e As Roma spiega i suoi veri interessi: «Mi serve una persona come te, che abbia conoscenza del mondo cinque stelle».
I PROGETTI
E Parnasi dopo avere incassato il risultato stadio non intende fermarsi: «Noi fatto lo stadio - dice intercettato - dobbiamo decidere cosa fare a Roma, dobbiamo capitalizzare il super rapporto che abbiamo con questo qua», dice a un collaboratore riferendosi a Ferrara. E i progetti da fare approvare sono un centro commerciale in località Pescaccio e la valorizzazione dell'immobile ex Fiat collocato in Roma viale Manzoni. Ma in programma c'è anche altro. Lanzalone gli assicura che Acea acquisterà un immobile presso il Business Park dello stadio e lì trasferirà la sede della società.
IL SOPRINTENDENTE
Nelle carte dell'inchiesta sullo stadio c'è il nome di Francesco Prosperetti, il capo della Soprintendenza archeologia e paesaggio di Roma. È il dirigente pubblico che ha cassato il vincolo sulle tribune del vecchio ippodromo di Tor di Valle. Secondo il gip: «Gli esponenti del sodalizio - scrivono i pm - hanno assoldato l'avvocato Claudio Santini, già capo segreteria del Mibact, per avvicinare il soprintendente e consentire una diretta interlocuzione dei sodali con il predetto». L'obiettivo è chiaro: far archiviare la proposta di vincolo portata avanti dalla vecchia soprintendente, Margherita Eichberg. È una mossa fondamentale, perché il blocco avrebbe precluso la realizzazione del progetto. Parnasi non schiera solo Santini. Le indagini hanno rivelato il ruolo dell'architetto Paolo Desideri, amico di Prosperetti e datore di lavoro della figlia del soprintendente. Desideri sarebbe stato incaricato dal gruppo Parnasi - «pochi minuti dopo l'incontro con il soprintendente ed apparentemente su proposta dello stesso», c'è scritto nell'ordinanza - di redigere il progetto per il ricollocamento delle campate o della tribuna dell'ippodromo. Sempre di Desideri è il progetto della stazione di Tor di Valle, tra le opere connesse alla realizzazione dello stadio. E la figlia di Prosperetti, annotano i pm, lavora per conto della società Abdr, di cui Desideri è socio e procuratore. Per gli inquirenti, non sarebbe pagata direttamente dallo studio, ma da altri professionisti a loro volta retribuiti dall'azienda. Il 15 giugno 2017 il ministero, sulla base di un parere emesso da Prosperetti, cassa il vincolo.

Valentina Errante
Sara Menafra

Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9312 il: 14 Giu 2018, 06:14 »
Ferrara e l'invito a cena: «Si guadagna senza spesa» (Il Messaggero)

Il capogruppo M5S
IL PERSONAGGIO

ROMA Per ammorbidirlo volevano prenderlo doppiamente per la gola. «Invitiamo a cena Ferrara sennò io farei due, tre cose un po' più emozionali». Convinti che con lui «si guadagna senza spendere». Diceva Luca Parnasi al telefono a proposito del capogruppo del M5S in Campidoglio. Ferrara, il panzer dei grillini, colui che ha sempre guidato fino alla sospensione di ieri dal gruppo, la pattuglia in Aula Giulio Cesare. A partire dai passaggi più complicati, come appunto l'approvazione della delibera del nuovo stadio della Roma. Ferrara e Parnasi sono molto in confidenza. Il grillino al telefono gli dice che di certe cose «non vuole parlare in chat». L'imprenditore mette sul tavolo fin da subito: un progetto di restyling del Lungomare di Ostia.
IL CAMBIO
La vicenda si sviluppa parallelamente all'offerta di lavoro che Parnasi rivolge a Giampaolo Gola, fino a ieri assessore al X municipio e amico intimo di Ferrara, per il quale viene prospettato un posto di lavoro nella Roma o al Coni. Il costruttore sembra aver capito al volo la situazione e quindi «vuole fare subito questa roba di Ostia, ma per incassare su Tor di Valle».
Il X municipio è il bacino elettorale di Ferrara, l'ex finanziere viene da qui e qui ha mosso i primi passi come consigliere municipale, prima di approdare in Campidoglio. Ieri Ferrara ha passato tutto il pomeriggio a spiegare la sua posizione al resto della truppa. Si è detto «sereno ed estraneo» alla vicenda perché «non ho nulla da nascondere». Per lui, almeno sul piano mediatico è la più classica delle beffe. Usato come agit-prop dal M5S romano per dare addosso alla vecchia politica e alle mangiatoie dei vecchi partiti, ora si trova a dover giustificare favori e premure in cambio di un progetto edilizio nel suo feudo elettorale.
S. Can.

Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9313 il: 14 Giu 2018, 06:15 »
I favori promessi da Palozzi: «Se vinciamo ti sono utile» (Il Messaggero)

Il consigliere di Forza Italia

IL VERSAMENTO

ROMA Un contributo economico di 25 mila euro in favore di una «società direttamente riconducibile» ad Adriano Palozzi «in assenza della prescritta delibera da parte dell'organo sociale competente e senza annotare l'elargizione nel bilancio d'esercizio» è l'imputazione ipotizzata dal Gip a carico di Adriano Palozzi, vicepresidente del consiglio regionale ed esponente di spicco di Forza Italia nell'hinterland romano. «Se io vinco vado a fare l'assessore in Regione e sono utile», avrebbe detto Palozzi all'imprenditore Luca Parnasi in una conversazione intercettata, contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. «Come posso darti una mano? dimmi tu...» avrebbe detto in un'altra occasione Parnasi a Palozzi, che risponde «Iniziami a dare una mano perché veramente io sto disperato». Alla domanda «Quanto ti costa la campagna?» Palozzi avrebbe risposto: «Mi costerà 4/500mila euro... non è che costa mille lire». «Non ti lascio solo, tranquillo», lo avrebbe rassicurato l'imprenditore.
A Davide Bordoni, capogruppo capitolino e coordinatore cittadino degli azzurri (solo indagato), viene invece contestato dal Gip un presunto «contributo economico a mezzo di consegna di una imprecisata somma di denaro in contanti», da parte di Parnasi. «Tu che sei di quelle parti questo Roberto Spada l'hai conosciuto?», chiede Parnasi a Bordoni in una conversazione intercettata, contenuta nell'ordinanza. «Sì ma certo che li conosco. Sono strozzini. Tipo Casamonica», è la replica di Bordoni. «Sì ma gente che muove affari importanti?», chiede Parnasi e Bordoni spiega: «Non credo, prima era robetta ora non so se muovono affari importanti... certo che vanno un po' gestiti... Vanno controllati».
Fa.Ro.
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9314 il: 14 Giu 2018, 06:16 »
Il dem Civita e il lavoro chiesto per il figlio: «È laureato ma va bene un ruolo umile»  (Il Messaggero)

LA PROMESSA

ROMA Un posto di lavoro per il figlio di Michele Civita, che Luca Parnasi avrebbe promesso all'ex assessore regionale alle politiche del territorio e alla mobilità, in cambio di «interventi volti a sollecitare la rapida chiusura» in favore della società di Parnasi «della conferenza di servizi per l'approvazione del medesimo progetto) ed in genere per l'asservimento della funzione agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza». È questa l'imputazione ipotizzata, per l'attuale consigliere regionale del Pd finito agli arresti domiciliari, nell'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli. Nelle intercettazioni citate nel provvedimento del Tribunale di Roma è contenuto un dialogo tra Civita e Parnasi.
«Io ti voglio chiedere una cortesia per mio figlio? Tu me l'avevi detto no - avrebbe detto l'ex assessore - Allora ovviamente per ragioni di opportunità nulla che riguarda le tue società. Ovviamente. Però tu mi avevi detto con qualcuno? Lui è laureato in Economia. Se ti mando il curriculum?». La conversazione con l'imprenditore è intercettata dagli inquirenti in un bar della Capitale. «No, non mandarmi il curriculum mandami la mail, il numero e la mail» gli avrebbe risposto Parnasi. «Anche la cosa più umile? All'inizio? Più è umile all'inizio e meglio è» avrebbe risposto Civita. «Non ti preoccupare. Ci penso io», lo avrebbe rassicurato Parnasi.
L'INCONTRO
Il rapporto tra Civita e Parnasi, secondo il Gip, «si colloca nell'ambito delle procedure autorizzative del progetto dello stadio della Roma, con la presentazione del progetto e la successiva apertura della Conferenza di servizi decisoria, indetta dalla Direzione regionale Territorio, Urbanistica e Mobilità». In una conversazione con i suoi collaboratori, lo scorso 8 agosto, Parnasi dice che il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni (non coinvolto nell'inchiesta), «è appena uscito dalla Regione e quello che è emerso è che domani la Regione scriverà una lettera (a Eurnova) chiedendogli di mettere a posto i progetti entro la prima data possibile e a far parte da quel momento convocheranno un'unica conferenza di servizio e chiudere il processo un minuto dopo aver ricevuto l'ok da parte della V.I.A. regionale». La questione delle infrastrutture necessarie per il nuovo stadio viene affrontata lo scorso 4 dicembre, il giorno precedente alla chiusura della Conferenza dei servizi. In una conversazione tra Baldissoni e Simone Contasta, collaboratore di Parnasi e dirigente di Eurnova, il dirigente giallorosso sostiene che Civita gli avrebbe detto «domani sarà un grande giorno per la Roma e poi che la loro intenzione è chiudere prima delle 19». Alle 18,30, aggiunge, «Civita andrà dai giornalisti per dire che i lavori chiudono positivamente e poi, subito dopo Zingaretti farà un comunicato stampa». Il problema principale, però, sembra essere il nuovo ponte sul Tevere. Baldissoni sostiene che Civita gli avrebbe riferito che «dirà che secondo loro il ponte è necessario solo se qualcuno lo chiederà, specificando però che gli altri enti non lo chiedono». Dalle varie conversazioni intercettate, scrive il Gip, emergerebbe «la sussistenza di una constante relazione» tra Civita e il gruppo Parnasi, «che consente a quest' ultimo non solo di essere aggiornato in tempo reale rispetto all'evoluzione del complesso iter di approvazione del progetto dello stadio, ma anche di essere in grado di operare tempestivamente, ancor prima di qualsivoglia comunicazione ufficiale, quegli aggiustamenti ed adeguamenti necessari per la buona riuscita del progetto». Peraltro il ruolo di referente di Civita «è permanente e si manifesta anche dopo la chiusura della conferenza dei servizi in occasione del sorgere di ulteriori problematiche connesse al progetto del nuovo stadio».
Fabio Rossi

Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9315 il: 14 Giu 2018, 06:30 »
LA SINDACA SI DIMETTA (La Repubblica)

Dopo gli arresti per lo stadio della Roma

Sergio Rizzo
La reazione di Virginia Raggi a ruoli invertiti è facilmente intuibile: avrebbe chiesto le dimissioni immediate del sindaco. Una richiesta sacrosanta. Il consigliere più stretto ai domiciliari con l’accusa di essere un corrotto nell’affare dello stadio della Roma. Il capogruppo in consiglio comunale indagato, insieme a un assessore municipale e altri due esponenti del Movimento 5 Stelle già candidati alle politiche del 2018. Come potrebbe affrontare tale sfacelo politico un sindaco eletto dopo aver giurato «onestà», se non rimettendo il mandato?
continua a pagina 34I
? segue dalla prima pagina
Ben più dei singoli episodi, le 288 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare descrivono lo scenario di un clamoroso fallimento politico per chi si era presentato come la purga del vecchio sistema del malaffare.
Nel settembre del 2016, annunciando il “niet” della giunta grillina alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, Virginia Raggi proclamò: «Sarebbero il pretesto per ulteriori colate di cemento sulla città». Lasciando intendere, con il suo « No alle Olimpiadi del mattone», come la porta ai rapporti incestuosi che da almeno un secolo e mezzo a Roma legano la politica agli interessi dei palazzinari, con maleodoranti tornaconti, fosse ormai sbarrata. Quel vecchio sistema, invece, come dicono quelle 288 pagine, ha continuato a funzionare con la precisione di un orologio svizzero. Come dimostra un particolare: a condurre i magistrati su questa nuova pista sono state le intercettazioni telefoniche relative a un’altra inchiesta per corruzione, quella che coinvolge l’immobiliarista Sergio Scarpellini e l’ex braccio destro della sindaca, Raffaele Marra.
C’è un rispettabile avvocato, stimato dai vertici del Movimento 5 Stelle al punto da essere indicato per il delicatissimo ruolo di consigliere della sindaca, poi vicinissimo anche al capo politico grillino Luigi Di Maio e al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Si chiama Luca Lanzalone e a lui, paracadutato da Genova, città di Beppe Grillo, subito dopo l’uscita di scena di Marra, viene affidato l’incarico di risolvere la patata bollente dello stadio della Roma. Una colossale operazione edilizia nella periferia della Capitale già autorizzata dalla precedente giunta, che aveva un obiettivo prevalente su quello sportivo: risolvere alcuni seri problemi finanziari di tutte le parti in commedia. Esattamente ciò che Virginia Raggi avrebbe chiamato una « colata di cemento » , ma non paragonabile alle Olimpiadi. E non solo per le dimensioni. Perché non tutte le colate sono uguali: quelle dove c’è in ballo il consenso sono diverse.
Ecco allora il solito gioco che si mette in moto, con i soliti metodi. La politica che alza qualche ostacolo perché l’imprenditore di turno scopra qual è il prezzo per farlo abbattere. E se per caso salta fuori un assessore ostinato che non ci vuole stare, tipo il responsabile dell’Urbanistica Paolo Berdini, allora il costruttore e il rispettabile avvocato mediatore lavorano insieme per metterlo fuori gioco. Dice tutto, a proposito di quanto fosse oliato il meccanismo, quello che scrivono i magistrati nell’ordinanza: «Con assoluta evidenza Luca Parnasi e Lanzalone procedono all’unisono, elaborando insieme strategie che attengono a progetti che l’imprenditore intende intraprendere e realizzare nel Comune di Roma». All’unisono. Dove sia la differenza rispetto a quello che sempre è accaduto nella capitale d’Italia, martoriata da corruzione e speculazione, francamente non si riesce a comprendere. Mentre è chiara una cosa: se chi governa Roma avesse profuso nella pulizia urbana e nella cura delle strade le stesse energie spese nell’operazione dello stadio, la città non verserebbe oggi in condizioni pietose.
Ovviamente Virginia Raggi era all’oscuro delle trame ricostruite nelle indagini. Ma non le poteva certo sfuggire il contesto in cui la vicenda procedeva, né il punto di approdo. Lanzalone era il suo consigliere, che lei stessa ha premiato nominandolo presidente dell’Acea. Né la giustificazione che quel rispettabile avvocato genovese le sia stato imposto da altri, magari dagli stessi vertici del Movimento, potrebbe alleggerire la posizione della sindaca in questo frangente. Tutt’altro. Il fallimento politico, in ogni caso, è suo. Lei ne porta la responsabilità oggettiva. E lei ne deve trarre le conseguenze, se vuole salvare almeno una briciola di questo fantomatico nuovo che avanza.
Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9316 il: 14 Giu 2018, 06:30 »
Le tangenti 5Stelle sullo stadio di Roma soldi anche alla Lega (La Repubblica)

Arrestati il costruttore Parnasi e il supermanager grillino Lanzalone Domiciliari a Civita (Pd) e Palozzi (FI). Indagato il capogruppo M5S

carlo bonini

roma
«Pijamose Roma», si potrebbe dire con una sola parola e con una sola parola avrebbe detto qualcun altro, in un altro tempo e in un altro secolo. Ma la sostanza, a ben vedere, non cambia. In un formidabile contrappasso che, in 288 pagine di ordinanza, consegna la coda della storia del nuovo stadio della Roma da “ opera della Rinascita” a disperante metafora del declino di una città e di chi la amministra, a faccenda penale in cui 16 sono gli indagati e 9 gli arrestati ( per reati che vanno dall’associazione a delinquere, alla corruzione, al traffico di influenze), la notizia non sono né il progetto dello stadio in quanto tale, né l’As Roma ( entrambe indenni sotto il profilo delle contestazioni penali). Ma il loro infetto contesto. La catastrofe dell’esperienza politica del Movimento Cinque Stelle, del suo sindaco Virginia Raggi, del suo “ mister Wolf”, l’avvocato e neo presidente della municipalizzata Acea Luca Lanzalone ( ai domiciliari), dei suoi “ uomini nuovi” come il capogruppo in consiglio comunale Paolo Ferrara o la “pasionaria” Roberta Lombardi. Volenterosi e spregiudicati interpreti — a stare alle carte — di un “ Sistema” da cui avevano promesso di voler emancipare la “ buona politica” e cui, al contrario, si erano genuflessi. Un “ Sistema” che aveva quale perno e architetto il costruttore Luca Parnasi (proprietario dei terreni su cui lo stadio dovrebbe essere edificato e della società, la Eurnova, incaricata dalla As Roma di predisporre i progetti di fattibilità ed esecutivi). E il cui epitaffio porta la firma di un giudice per le indagini preliminari ( Maria Paola Tomaselli) e di un Procuratore aggiunto della Repubblica (Paolo Ielo). «L’indagine — scrivono — ha consentito di individuare un Sistema riconducibile a Luca Parnasi, che ha fatto del metodo corruttivo verso esponenti istituzionali un significativo asset d’impresa. Un flusso costante di relazioni che, in una sorta di crescendo rossiniano, definisce un modello di corruzione sistemica, caratterizzata da un’opzione criminale insensibile ai mutamenti politici ed istituzionali» .
Lo stile anni ‘80
Il costruttore romano Luca Parnasi è un uomo spregiudicato. E Il nuovo stadio della Roma è il suo terno al lotto. Ha acquisito i terreni di Tor di Valle su cui verrà edificato a 42 milioni di euro. E — svela l’indagine — non appena incassato il si definitivo del Comune alla variante di piano urbanistico, si prepara a cederli, insieme al progetto esecutivo approvato, alla “Dea Capital real estate sgr”, importante società di gestione del risparmio, per 200 milioni. Che diventerà così il nuovo soggetto interlocutore della As Roma. Lavora alla vecchia maniera Parnasi. Come racconta, intercettato, il suo Giulio Mangosi, lo spicciafaccende di “Eurnova” incaricato di tenere i rapporti con la politica: «Parnasi è abituato a questo metodo… Lui purtroppo è rimasto troppo anni ’ 80. È abituato solo così ». E del resto, lui, Parnasi, ignaro di essere ascoltato da una cimice, non ne fa mistero con i suoi collaboratori nel gennaio di quest’anno, alla vigilia delle elezioni politiche e amministrative: «Con voi posso parlare con franchezza. Io spenderò qualche soldo sulle elezioni, perché ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro. Ed è un investimento che devo fare. Molto moderato rispetto a quello che facevo in passato, quando ho speso cifre che manco te lo racconto» .
Lo stadio del Milan
A volte fa la figura del peracottaro. Come quando spedisce a Milano il buon Giulio Mangosi per avvicinare l’assessore del Pd Pierfrancesco Maran che potrebbe tornare utile quando si tratterà di costruire il nuovo stadio del Milan. «Gli abbiamo proposto una casa — spiega Mangosi intercettato — Ci ha risposto: “Qui non usa”». A volte però, diciamo pure spesso, gli va bene. Anche a Milano, dove ha allungato in passato 250 mila euro di finanziamenti in nero ( « due sostegni » ) ad un’associazione, “ Più voci”, che fa capo alla Lega di Matteo Salvini ( ieri lesto, da ministro dell’Interno, a definire Parnasi « persona per bene » ) e su cui si è messo a ficcare il naso Stefano Vergine de “ l’Espresso”. Al punto che tocca ancora a Mingosi « salire dagli amici di Milano » e trafficare con Andrea Manzoni, commercialista che, nel 2016, dichiara un «reddito percepito dalla Lega Nord » , per aggiustare la faccenda. «Una giustificazione contabile retrodatata con cui sia possibile sostenere che i 250 mila erano per Radio Padania». Una balla, perché, come lo stesso Parnasi racconta a Luigi Bisignani (c’è anche lui in veste di confidente e consigliori di Parnasi nel paesaggio del Sistema) «quei soldi servivano non solo a valorizzare la Lega, ma Stefano Parisi ( candidato del centro- destra alle comunali vinte da Sala ndr.) e tutto il centrodestra. E sono stati un veicolo per accreditarmi a Milano in maniera importante. Avevo 38 anni e chi cazzo mi conosceva...» .
Gli “assoldati”
Già. Sa come prendere gli uomini, Luca Parnasi. « Organizziamo un paio di cose emozionali», consiglia ai suoi. Mette, soprattutto, mano al portafogli. E così, quando si tratta di aggiustare la grana del vincolo posto dalla Sopraintendenza di Roma sulle tribune del vecchio Ippodromo di Tor di Valle che rischiano di bloccare sine die l’avanzamento del progetto dello stadio, liquida con 54 mila euro Claudio Santini, capo segreteria del ministro dei beni culturali Franceschini, per la mediazione che gli consente di avvicinare e risolvere la faccenda con il soprintendente Francesco Prosperetti. Finanzia con 25 mila euro la campagna elettorale che lo eleggerà consigliere regionale per il Pdl Adriano Palozzi che mendica e si mette a disposizione ( « Vado a fare quello che ci è utile » ). Promette all’ex assessore regionale Pd Civita, in un avvilente incontro da “Doney” in via Veneto in cui Civita si presenta con il cappello in mano, di assumergli da qualche parte il figlio («È l’uomo di Zingaretti » , gongola). Accontenta con qualche migliaio di euro il funzionario del Comune, l’ingegner Daniele Leoni. Blandisce Paolo Ferrara, capogruppo consiliare Cinque Stelle, mettendo insieme « a pezzi e bocconi » e gratuitamente un progetto di restyling del lungomare di Ostia che deve servire «a tenere buoni gli Spada » e tranquillizzare il Movimento che ha visto smottare a favore della destra di CasaPound quella sua roccaforte e può usare quel progetto come promessa e prova di impegno. Fa balenare al consigliere 5S senza arte né parte di quello stesso Municipio, un lavoro all’altezza, magari alla AsRoma. Soprattutto, annotano i magistrati, « per guadagnarsi definitivamente i favori del mondo Cinque Stelle, avvia un’attività di promozione in favore del candidato 5 Stelle Roberta Lombardi alla Regione, rafforzando così i suoi legami con lo stesso Paolo Ferrara e Marcello De Vito, che gli hanno avanzato la richiesta».
L’uomo dell’Acea
E tuttavia, il capolavoro di Parnasi si compie con Luca Lanzalone, « il mr Wolf » , così lo chiama, spedito da Genova a Roma quando il Movimento decide di « liberarsi di quel matto di Paolo Berdini » ( assessore all’urbanistica) e fare inversione a U sulla realizzazione dello stadio. Lanzalone è un uomo di Luigi Di Maio. È il commissario cui la diligente Virginia Raggi — come lo stesso Berdini racconterà a verbale in Procura — affida l’incarico di «svolgere di fatto le funzioni dell’assessore per la questione stadio » . «L’uomo che l’ha risolto lo stadio». E che quindi ricompensa con la presidenza della Acea (a oltre duecentomila euro l’anno). I due — Lanzalone e Parnasi — si intendono al volo. Centomila euro a titolo di strapagate consulenze a professionisti del suo studio, convincono Lanzalone a battezzare Parnasi come l’uomo su cui i Cinque Stelle possono scommettere e immaginare la “ nuova Roma”. Quella di cui un entusiasta lo stesso Parnasi («Ho il mondo Cinque stelle in mano » ) discetta in un pranzo a casa del costruttore Salini ( che con i 5 Stelle non riesce a toccare palla), in cui è ospite anche Bisignani. « Possiamo capitalizzare il super rapporto con i 5 Stelle», dice Parnasi. Appalti per la manutenzione delle strade in cambio di investimenti nel real estate. Interventi di riqualificazione della ex Fiera e dello stadio Flaminio in un filotto di “ nuovi stadi”. Per il volley, il basket, il rugby. « Pijiamose Roma » , avrebbe detto qualcun altro, in un altro tempo. Ma la sostanza, a ben vedere, non cambia.

Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9317 il: 14 Giu 2018, 06:31 »
Il palazzinaro che paga tutti i partiti: “ È un investimento” (La Repubblica)

Rampante figlio d’arte con la passione per calcio e movida, di lui i collaboratori dicono: “Fa le cose all’italiana”

maria elena vincenzi

roma
A discapito della sua età, quarantuno anni fatti da poco, Luca Parnasi è, per usare le parole di suo cugino e braccio destro, Giulio Mangosi, « un uomo anni Ottanta » , uno che fa « le cose all’italiana » . Unico maschio di tre figli, è stato scelto come “erede” naturale dal padre, Sandro, storico costruttore romano. E da qualche anno, è lui a guidare il gruppo. O quello che ne rimane: gran parte delle aziende, in grave crisi, sono state cedute a Capital Dev (Unicredit). Ciò che resta di un colosso della prima Repubblica è Eurnova e il progetto più ambizioso: costruire lo stadio della Roma.
E lui, rampante figlio d’arte con la passione per la Roma e per la movida, che della prima Repubblica, a quanto pare, ha ereditato i metodi. Il giudice per le indagini Maria Paola Tomaselli lo definisce « non solo capo di una complessa struttura imprenditoriale, ma anche regista di un’articolata strategia criminale tendente ad ottenere, con qualsiasi mezzo, provvedimenti favorevoli al suo gruppo imprenditoriale dalla pubblica amministrazione ».
Non ha colori, Parnasi. Lui e i suoi collaboratori ( i cinque più stretti sono da ieri in carcere), vogliono solo fare affari. Ecco perché cercano di avvicinare chiunque sia al potere, ecco perché tra gli “avvicinati” ci sono personaggi del Pd, dei Cinque Stelle e della Lega (non sarà un caso che il 6 marzo, due giorni dopo le elezioni, il cugino gli dicesse: « Quelli nostri… i tuoi so’ passati » ). Procura case, assume figli, garantisce consulenze da decine di migliaia di euro e foraggia campagne elettorali.
Lo scrive chiaramente il gip: «Le indagini hanno consentito di cogliere un flusso costante di relazioni tra esponenti del gruppo e agenti pubblici, che, in una sorta di crescendo rossiniano, muove da condotte inopportune, passa per condotte illegittime — nelle quali il principio di imparzialità dell’azione amministrativa viene ridotto a brandelli — attraversa territori contrassegnati da relazioni precorruttive, sfocia in gravi fatti corruttivi » . È questo il metodo che secondo Parnasi costituisce “ la sua forza”, pagare per assicurarsi benevolenza quale che sia il partito, tanto da spiegare in una conversazione intercettata dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma: « È un investimento che io devo fare... molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre… che manco te le racconto » . E, come scrive il gip: « Questo modus operandi si protrae da anni ed è destinato a permanere anche in vista dei prossimi progetti al fine di consentire la realizzazione di iniziative sempre nuove». Perché, nei piani dell’intraprendente costruttore, lo stadio della Roma sarebbe stato il suo trampolino di lancio. «Diventiamo noi quelli che fanno il Milan», diceva al suo staff.

Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9318 il: 14 Giu 2018, 06:31 »
Il legale dei grillini: “ Risolve problemi, è il nostro Mr. Wolf” (La Repubblica)

Spedito nella Capitale per sostenere Raggi, è stato ricompensato con la presidenza Acea. E ora puntava a Cdp

lorenzo d’albergo

roma
Abiti sartoriali, slim fit. Tre studi a Genova, New York e Miami, una passione sfrenata per il golf e una discreta attitudine salottiera. Luca Lanzalone, l’avvocato di Crema arrivato nella capitale per occuparsi dello stadio della Roma a titolo gratuito e ricompensato dalla sindaca Virginia Raggi con la presidenza di Acea, è una figura ibrida. Legale, ma pure manager. Tecnico asettico e poi ambizioso grand commis. Basta chiederlo agli amici: « Lui è fatto così. Ghe pensi mi... e poi si è tradito da solo. Deve aver esagerato. Peccato per lui. Da giorni diceva di essere a un passo dalla guida di Cassa Depositi e Prestiti » . Poi la scalata del problem solver si è interrotta bruscamente.
« Quando c’è Lanzalone... c’è Wolf » , ripeteva al telefono il costruttore Luca Parnasi, paragonando il legale al personaggio di Pulp Fiction. La cinepresa, però, si è fermata all’alba di ieri, quando i carabinieri hanno bussato alla porta del suo appartamento in via della Lupa. Lì, a due passi da Montecitorio, il 49enne si era trasferito dopo qualche notte passata al Nerva. Un albergo a due passi dall’hotel Forum di Beppe Grillo e dalle stanze dei bottoni di palazzo Senatorio, dove ormai si muoveva da padrone. « A presentarcelo è stato Bonafede (prima tutor di Raggi e ora ministro della Giustizia, ndr) dopo l’esperienza di Livorno. Ha portato a Roma tutti i suoi fedelissimi » , raccontano ora assessori e consiglieri del Campidoglio grillino.
Poi tracciano la parabola politica di Lanzalone: dopo gli esordi nella sua Crema e a Genova accanto alle giunte Pd, è arrivato lo sbarco nella Livorno pentastellata. A quel punto, avvicinandosi al M5S, l’arrampicata si è fatta improvvisamente meno ripida. Da consulente, l’avvocato ha lavorato al salvataggio di Aamps, la municipalizzata dei rifiuti della cittadina toscana. Quindi il salto nella capitale: per lo stadio di Tor di Valle, per dare una mano sul concordato di Atac, per prendersi Acea e il Movimento.
Nel giro di pochi mesi, infatti, il legale è entrato nelle grazie dei big pentastellati. Facile per Wolf convincere il vicepremier Luigi Di Maio, così come guadagnarsi la fiducia di Grillo e Casaleggio e la diffidenza degli altri cinque stelle. Per la frangia ortodossa era troppo a contatto con la Roma che conta: «Con Acea — spiega lui a Parnasi — noi, tra virgolette, sponsorizziamo tutto l’arco costituzionale».
Senza farsi mancare una puntata all’Olimpico per Roma- Genoa. Ultima di Totti in serie A e primo gol del giovanissimo Pellegri: « Per fortuna — ripeteva Lanzalone agli amici — i giallorossi alla fine hanno vinto. Vaglielo a spiegare a Pallotta che quel ragazzino è il figlio di una mia collaboratrice » . Ora, però, i problemi sono altri: la procura lo accusa di corruzione.

Offline surg

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Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #9319 il: 14 Giu 2018, 06:36 »
Ridicoli al TG1.
Questa mattina la conduttrice del TG delle 6 (quella con i labbroni gonfi che chiamano Josephin) poi l'addetto alla rassegna stampa hanno definito lo stadio prima "stadio di Roma", poi "stadio della capitale". In effetti è cosi', perché se mai si farà la roma per giocarci dovrà pagare l'affitto, ma è la prima volta che sento questa definizione.
 

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