80 milioni per riqualificare lo stadio, ma Friedkin non c’entra
Flaminio: proposta della Roma Nuoto (Corriere dello Sport, 18 Gennaio 2021)
Il Comune sta già valutando il progetto presentato: si andrà al bando, a Trigoria vigilano
di Guido D’Ubaldo
ROMA
C’è una grande novità che riguarda lo stadio Flaminio ed è una notizia importante per la città. Salvare dal degrado un impianto monumentale nel cuore di Roma è uno degli obiettivi della Capitale, qualsiasi sarà l’Amministrazione che la guiderà dopo le prossime elezioni. La Roma Nuoto SSD, insieme ad altri soggetti privati, ha presentato pochi giorni fa agli Uffici di Roma Capitale una proposta di Partenariato Pubblico Privato per la riqualificazione dello Stadio Flaminio. I proponenti si dichiarano pronti alla riqualificazione dell’impianto sportivo e dell’area circostante, mantenendone la vocazione, dove si potranno praticare diversi sport, non solo calcio, ma anche ginnastica, scherma, nuoto e danza. La proposta, che prevede un investimento di 80 milioni, ha come priorità il recupero integrale delle tribune e dei manufatti esistenti nell’impianto, non alterandone la composizione attuale ma, anzi, valorizzandone e integrandone le funzioni originarie, secondo il progetto originario dell'architetto Antonio Nervi, realizzato nel 1957 con la collaborazione ingegneristico-strutturale di suo padre Pier Luigi. Sono previste, fra le varie azioni, la riqualificazione delle aree pedonali, la riorganizzazione del sistema dei parcheggi, lo sviluppo della mobilità dolce (intesa come spostamenti pedonali e ciclabili, che rappresentano forme alternative all’automobile), l’impiego di materiali riciclabili, impianti a basso consumo ed energie rinnovabili. Roma Capitale aveva avviato nel 2018, insieme all’Università La Sapienza di Roma e alla Pier Luigi Nervi Project Association, uno studio finanziato dalla Getty Foundation per la redazione del Piano di Conservazione dell’impianto, presentato lo scorso ottobre in Campidoglio, fondamentale per poter procedere ad una corretta riqualificazione.
RISPETTARE IL PROGETTO. Gli Uffici del Comune, come previsto dalle norme, stanno avviando l’istruttoria per la valutazione del progetto presentato. La sindaca Virginia Raggi e l’assessore allo Sport Daniele Frongia hanno mostrato la massima attenzione per la proposta, arrivata in Campidoglio all’inizio dell’anno, al fine di riaprire alla cittadinanza uno degli impianti sportivi più grandi e importanti di Roma. La sindaca, che si era detta disponibile a prendere in considerazione un’interesse dei Friedkin, attende ora le eventuali mosse della società giallorossa. Che, è bene chiarirlo, non è dietro la proposta presentata dalla Roma Nuoto. Il recupero del Flaminio è molto complesso e occorrono capitali privati. Da luglio 2018 è sotto tutela della soprintendenza speciale delle Belle Arti di Roma. Pochi giorni fa il Ministero dei Beni Culturali si è pronunciato sull stadio Franchi di Firenze, dando l’ok solo alla ritrutturazione dell’impianto. Stesso criterio sarà adottato per il Flaminio. Quando erano stati aperti i cantieri per la ristrutturazione dell’impianto romano per conto della Federazione Rugby, sono stati bloccati subito per vincoli archeologici.
LA ROMA MONITORA. Ora gli uffici del Comune dovranno verificare la sostenibilità del progetto dal punto di vista della fattibilità tecnico economica e se il piano finanziario è corretto e ci sono le dovute garanzie. Se è in linea inoltre con lo studio della Sapienza e dell’Associazione Nervi. Se la Giunta decide di adottarlo come progetto di riqualificazione il passo successivo sarà metterlo a bando e altri soggetti interessati possono partecipare e proporre delle integrazioni migliorative, che possono riguardare maggiori investimenti per le opere pubbliche e per i servizi per i cittadini, il rispetto dei vincoli, la riqualificazione di altre aree pubbliche. La Roma segue gli sviluppi. A quel punto anche il proponente avrà la possibilità di adeguare la proposta iniziale. Alla fine di questo percorso verrà scelto il progetto definitivo.
Tor di Valle - Vitek e i terreni
Agenzia Entrate c’è la decisione sul concordato (Corriere dello Sport, 18 Gennaio 2021)
ROMA - La Roma ha avuto notizia informalmente dal Comune del progetto di riqualificazione del Flaminio, arrivato sul tavolo della sindaca all’inizio del 2021. I collaboratori di Friedkin seguono gli sviluppi, anche se i nuovi proprietari non ritengono facilmente attuabile far diventare il vecchio stadio nel cuore del quartiere Parioli la casa della Roma. Friedkin ha affidato al nuovo dirigente Stefano Scalera la pratica stadio e salvo sorprese clamorose, il nuovo proprietario americano andrà avanti con Tor di Valle, pur tenendo conto delle criticità che ancora non fanno decollare il progetto dopo quasi dieci anni dalla sua presentazione. Si è perso tanto tempo, sono spuntati tanti ostacioli, ma l’approvazione definitiva è a un passo. Primo obiettivo dei Friedkin, per rendere ancora sostenibile il progetto Tor di Valle, è quello di ridurre sensibilmente i costi e le cubature. Non servono più sedici palazzine di sette piani per il business park, accettate da Pallotta al posto delle tre Torri, i cui progetti sono finiti nel cassetto. Presto saranno avviati i contatti con il Comune, ma bisognerà capire chi sarà il proponente che affiancherà i Friedkin nella costruzione dello stadio: non è più Parnasi e Vitek, dopo avere portato avanti una lunga trattativa con Unicredit, non ha ancora completato l’iter per l’acquisto dei terreni, che sono attualmente pignorati. L’immobiliarista ceco, dopo essersi accordato per rilevare dalla banca tutto il portafoglio di Parnasi, si è fermato, una volta incassato la tanto discussa apertura del mega centro commerciale Maximo alla Laurentina. Per sbloccare quei terreni basta poco più di un milione, ma Vitek vuole capire chi farà cosa, visto che inizialmente era interessato al Business Park. Ma ora Friedkin vorrebbe rivedere il progetto e renderlo attuabile solo per la parte sportiva.
GIORNI DECISIVI. Entro l’inizio di questa settimana l’Agenzia delle Entrate dovrà pronunciarsi sul 182 ter che riguarda il concordato fallimentare di Parsitalia. Se l’Agenzia delle Entrate accetta il 182 ter, Vitek è obbligato ad acquistare i terreni dove dovrebbe sorgere lo stadio. C’è un credito dell’erario con la società di Parnasi, la procedura è stata sospesa. Con il nuovo anno ripartirà, ma in questi giorni si sta parlando di rottamazione delle cartelle.
L’ATTESA DI VITEK. L’immobiliarista non ha ancora chiuso definitivamente la partita per l’acquisto dell’area, una volta emerso che i terreni erano stati pignorati a beneficio dei creditori. Parsitalia, una delle società di Parnasi, aveva fatto ricorso all’articolo 182 ter per il concordato fallimentare. Il debito con l’erario è scaduto da tre anni. A un certo punto i tecnici che hanno seguito questa procedura hanno incontrato ostacoli con l’erario, con il rischio di non garantire la continuità aziendale. Vitek non ci ha visto chiaro e ha acquistato da Unicredit il centro commerciale Maximo e altri asset, ma vuole essere sicuro che Parsitalia eviterà il fallimento, prima di firmare il rogito per i terreni. Con il concordato il problema sarà superato e l’immobiliarista dovrà mantenere fede all’impegno preso con Unicredit.
g.d’u.