Vado controcorrente sull'interpretazione della frase "il fijo scemo" (e ciò - se possibile - al netto del personaggio che è quel che è).
Credo che nella sua semplicità il "buon marione" abbia omesso la premessa; ovvero il caso di un bambino, ad esempio, poco capace a giocare a calcio ma che dica al papà "Da grande sarò più forte di Messi".
E il papà che gli dice? "Si a papà, tranquillo, sei già fortissimo".
O il bambino che, incapace a fare le più semplici operazioni matematiche dica al padre "papà, da grande sarò uno scienziato più famoso di Heinstein"; e il papà che gli dice?
Ecco credo che marione non volesse offendere le aspirazioni (anche assurde) di un bambino, quanto paragonare i loro trionfi e scudetti estivi declamati dalla stampa romana (e dall'etere) a quelle parole di un padre che, non potendo dire al figlio "prima di puntare a diventare come Heinstein mi preoccuperei di riuscire a fare 2 x 2", gli dice "Sì bello di papà, sei sulla buona strada"!