Mi quoto visto che scrivevo dal cellulare ma vorrei chiarire meglio il concetto, fatto salvo che sono d'accordo (anche se ha spiegazioni storico-antropologiche facilmente intuibili) sull'errore di volersi identificare come una tifoseria "elitaria".
Quella frase potrebbe anche essere intesa, testimoniando purtroppo il nostro essere minoranza all'interno della città (ma questo ha ragioni storiche precise) come un ergersi a difesa del laziale/scozzese (proprio per difendersi dal dominio mediatico e non solo, della grande massa inglese/romanista), per cui io, che sono "l'indigeno", vengo identificato non come tale ma addirittura come lo straniero, da qui lo scozzese.
Detto questo, comprendo benissimo che un laziale non romano trovi 'sta cosa un po' "fuffosa" e di difficile comprensione dato che non ha mai vissuto la città e soprattutto quel periodo particolare (infatti quella frase nasce subito dopo un determinato periodo se ricordo bene).
Comunque hai ragione, è qualcosa che si potrebbe definire autoreferenziale, riguarda noi, loro e Roma, comprensibile che a voi non interessi o addirittura dia fastidio.
Detto questo, fregatene dell'elitarismo de sta minchia, nessuno di noi considera i non romani "laziali di serie B", anzi, ci fa enorme piacere che persone di altre regioni ci scelgano; considerala per quel che è, una battaglia "nostra" interna alla città, di difficile comprensione, che ti trovi costretto a sopportare.
ciao Lazios, grazie della puntualità della tua spiegazione :-) sì, decisamente non è facile capire per un non romano... Noi "esterni" vorremmo che la Lazio fosse amata e rispettata, prima ancora che dai media, anche dal suo "popolo", nei quartieri come nelle periferie della città eterna, sapendo di poter contare su una tifoseria identitaria che ha radici profonde nel tessuto di questa città ...
Da non romano, credo di aver ingaggiato (da ormai 23 anni) la mia personale lotta a difesa della lazialità ...contro il becero romanismo. E forse all'inizio (in astratto) mi beavo di più del concetto di minoranza (alla Nanni Moretti...). Provavo un piacere particolare a far sapere agli altri che tifavo la squadra di Roma, la Lazio appunto. intuendo probabilmente di essere una minoranza. Però poi, ogni qualvolta che passavo da Roma ero attento ad ogni chiara manifestazione di tifo che la città riservava alla squadra: scritte, murales, piuttosto che gagliardetti sulle auto, o magliette indossate, esposizione di gadgets nei mercatini rionali etc... A porta portese ad esempio, trovai una volta una bancarella di un laziale che fui felicissimo quando mi regalò dei polsini della Lazio, dopo che acquistai la maglietta taroccata di Hernanes...
Quindi, appena intuii che la Lazio non era probabilmente la squadra più popolare della città, cominciai a soffrire di questa cosa qua. E cominciai a soffrire poi con gli anni la sovraesposizione mediatica dovuta a tutte le immonde *azzate provocate dalla curva nord, legate all'antisemitismo . Oh, non ve lo so spiegare ... ma diventavo una belva con i miei amici siciliani che mi sfottevano perché tifoso di una "squadra fascista". Ed immagino che, come chiunque di voi, di segno politico opposto, abbia sofferto per questa incalzante prosopopea dei Media incentratata sulla criminalizzazione tout court del tifoso della LAzio, sempre e comunque. Fino ai giorni nostri ... in cui ormai il fanatismo del tifo dell'altra parte ha portato ad una specie di militarizzazione delle posizioni del tifo. credo come nessun altro posto al mondo. Che io conosca. Forse in sudamerica..nelle grandi città c'è qualcosa di paraganabile a quanto accade a Roma ? boh, fino a prova contraria.
per finire, adesso, con il passare del tempo, mi sono anche scocciato di dover giustificare anche a me stesso il tifo per una squadra in mano ad un gruppo di miserabili che ne orientano la "comunicazione" con il riflesso di un'immagine negativa. Mio figlio ha 6 anni, tifa Lazio e West ham ... sono convinto che anche lui fra qualche anno si troverà a fare i conti con questa cosa qua.. Ecco, se c'è una cosa che mi auguro per il bene della LAzio è che da qui a qualche anno si provasse ad invertire questa odiosa tendenza. Vorrei semplicemente che mio figlio non dovesse provare vergogna a definirsi laziale. Credo che sia il minimo per i tifosi di buon senso.