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Io ricordo una cosa molto laziale di quei giorni. La settimana precedente la Lazio gioco' a Pisa, dove perse malamente.
Il giornale distribuito all'Arena Garibaldi ai tifosi piasani recava come titolo "O Lazio o morte".
Michele Plastino (quello vero non l'ectoplasma di oggi) lo porto' a gol di notte e lo commento' in maniera serena.
La settimana successiva, noi che veramente eravamo a mezzo millimetro dalla morte sportiva, leggemmo sul giornale distribuito allo stadio "O Vicenza o vita".
Questa era la Lazio. Questa é la Lazio.
Mi ricordo bene l'episodio.
Il Pisa stava andando in Serie A.
Vincendo quella partita avrebbe avuto la possibilità di andarci direttamente, senza spareggi.
Guardando la classifica sembrava una partita segnata comunque... ma c'erano quei nove punti da aggiungere.
La Lazio era la mina vagante di quella stagione perchè nonostante la sua classifica reale per buona parte della stagione aveva avuto un ruolino da promozione.
Tanto per fare un esempio le tre promosse (Pescara, Pisa e Cesena) avevano tutte perso all'Olimpico senza segnare nemmeno un gol (3-0, 1-0, 1-0).
Però nella seconda metà del ritorno ci fu il crollo, soprattutto psicologico.
Non ci sarebbe stato bisogno di tutta la cagnara messa su da Anconetani per vincere quella partita, finita 3-0, senza storia.
L'idea del "O Vicenza o vita" venne a Gianni Elsner, proprio durante "Gol di notte".
Anche la "colonna sonora" di "Un amore così grande" venne a Gianni proprio per rimarcare che la nostra era una mobilitazione per la vita, di amore per la nostra Lazio, non di odio verso chi avevamo di fronte che sarebbero stati condannati dalla nostra vittoria.
Mors tua vita mia insomma, ma non con odio, con disperazione.
Infatti ancora oggi non odio il Vicenza, quel Vicenza, non odio nemmeno Dal Bianco (che per inciso era il portiere di riserva).
Ma forse perchè è andato tutto bene.
Mi sta un tantinello sulle palle il Taranto e De Vitis però...
Concludendo non penso di peccare di superbia quando dico ch quella generazione di Laziali non potrà mai essere uguale alle altre, a quelle seguenti.
I solchi lasciati nel cuore da quella adolescenza biancoceleste sono stati solo in parte cicatrizzati da Cragnotti.
Le vittorie degli anni 90 le abbiamo vissute con leggerezza, con gli stessi occhi sereni che aveva mio padre quel giorno.
Perchè quegli occhi si erano gonfiati troppe volte in passato.
Solo il 14 maggio 2000, forse anche per come è venuto, mi da una emozione simile al gol di Fiorini.
Perchè l'ho vissuta più che come una vittoria come un risarcimento, un bagno purificatore per spurgare tutte le umiliazioni subite.
Quel giorno di 11 anni fa però non riuscivo a smettere piangere.
Perchè la manona callosa di Papà la senti ancora, i suoi occhi li ho cercati... ma non c'erano più.
Anche queste cose sono decisive per vivere in maniera diversa i fatti.
PS: piccolo inciso. Il Vicenza di quel periodo non si chiamava più Lanerossi Vicenza.
Era Vicenza e basta ed infatti giocava con la divisa completamente rossa.
Solo dopo qualche anno ripristinò la vecchia ragione sociale e la vecchia divisa.